Italia. L’analfabetizzazione finanziaria regna

Di Marco Marcocci – Presidente Associazione Migranti e Banche
Gli italiani al bar, specie il lunedì, sono un pozzo di scienza. A parte il calcio, dove sono raggiunte le migliori performance se non addirittura l’eccellenza, quando sorseggiamo un caffè in compagnia siamo padroni di qualsiasi argomento, dallo sport alla cucina, dalla politica nostrana a quella internazionale, e così via. Vi è un tema, però, dove siamo scarsi e quando viene affrontato quasi sempre si dicono (e troppo spesso si commettono) delle castronerie. L’argomento in questione è la finanza, l’unica vera bestia nera degli italiani che tra azioni, obbligazioni, spread e quant’altro mettono a rischio i propri risparmi investendoli, il più delle volte, alla cieca.
Italia fanalino di coda per l’alfabetizzazione finanziaria 
L’ignoranza del nostro popolo in materia finanziaria è provata e risaputa anche a livello mondiale: il World Competitiveness Index colloca l’Italia al 44esimo posto per diffusione dell’educazione finanziaria e all’ultimo tra i Paesi del G8. Standard & Poor’s, nell’indagine del 2014 condotta a livello mondiale in collaborazione con Gallup, World Bank e Global Financial Literacy Excellente Center, quantificava soltanto nel 37% degli adulti italiani chi aveva un discreto livello di conoscenza finanziaria. L’analfabetismo finanziario dilaga anche tra i nostri ragazzi. Lo testimonia l’indagine PISA (Programme for International Student Assessment), promossa qualche anno fa dall’OCSE, che coinvolse trentamila quindicenni in 18 Paesi e sentenziò che gli studenti italiani erano al di sotto della media. A rendere ancora più cupa la già buia situazione, ci ha pensato il report 2016 della CONSOB sulle scelte di investimento delle famiglie italiane che ha evidenziato le molte lacune degli italiani in materia. Il rapporto, tra l’altro, riferisce che il 20% del campione intervistato non ha familiarità con nessuno strumento finanziario e che l’8% dei risparmiatori non sa in cosa ha investito.
Arriva il disegno di legge per educare
Per fortuna negli ultimi tempi al tema dell’alfabetizzazione finanziaria è stata attribuita la dovuta importanza e in Senato c’è anche un disegno di legge (N. 1196) intitolato “Norme per la cittadinanza economica”, nel quale l’educazione finanziaria è considerata “uno strumento di sviluppo di conoscenze, capacità, attitudini e competenze”. Tutti ingredienti, questi, che una volta entrati nel bagaglio di ognuno di noi, dovrebbero prevenire o quantomeno metterci in guardia dai rischi connessi ai vari strumenti, tipo bond argentini o subordinati di Banca Etruria, che hanno mandato in fumo i risparmi di molti. Avanti quindi, e alla svelta, con l’alfabetizzazione finanziaria nelle scuole, negli ambienti di lavoro, alla televisione, sui social e in qualsiasi ambiente dove si possa raggiungere, con nozioni semplici e concetti chiari, il famoso uomo (e donna) della strada. In questo ambito si stanno già muovendo in molti con iniziative di vario genere rivolte agli studenti e agli adulti. Una mappatura del secondo semestre del 2015 coordinata dalla Fondazione Rosselli, in collaborazione con Banca d’Italia e altri soggetti, ha individuato oltre 250 soggetti come promotori di percorsi di educazione finanziaria.
L’educazione finanziaria parte dalle scuole
L’erogazione della formazione viene somministrata con varie modalità, da quella tradizionale in aula a quella affidata a pubblicazioni strutturate in modo tale da essere appetibili ai giovani e addirittura ai giovanissimi. E proprio i bambini sono i destinatari dell’iniziativa della Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio (Feduf) che, insieme all’Associazione FarEconomia e all’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha portato alla realizzazione del volume “Fiabe e Denaro” finalizzato a educare al risparmio e all’economia i bambini con il coinvolgimento di insegnanti e genitori.
Le banche e i percorsi di educazione al risparmio 
L’importanza dell’educazione finanziaria è colta anche da molti istituti di credito. Ad esempio BNL con EduCare propone una vasta gamma di corsi destinati a famiglie, imprese, studenti e sportivi (quest’ultimo fatto in collaborazione con CONI). Particolarmente accattivante è, nel percorso EduCare Scuola, la storia della “Famiglia Millesogni”, il testimonial utilizzato per parlare di risparmio, economia e investimenti ai bambini della scuola primaria. La sperimentazione nelle scuole, del resto, risale al 2007 quando Ministero della Pubblica Istruzione e la Banca d’Italia siglarono un Memorandum d’intesa “per l’avvio di un progetto sperimentale di formazione in materia economica e finanziaria in alcune scuole campione”.
Alla ricerca di una strategia nazionale
Anche il mondo del Credito Cooperativo è sensibile al tema dell’educazione nanziaria e molte sono le iniziative in tal senso intraprese sul territorio, come quella di Banca della Maremma che, in collaborazione con la Prefettura di Grosseto, ha fatto formazione ai rifugiati. Vi sono poi iniziative in rete dove è presente ORIZZONTI.TV, la web television della FederLUS (Federazione delle Banche di Credito Cooperativo di Lazio Umbria Sardegna) che nasce proprio come progetto di alfabetizzazione finanziaria. L’As- sociazione di Volontariato Migranti e Banche propone invece dei percorsi formativi in aula rivolti a migranti e non, durante i quali professionisti del settore (nonché volontari dell’Associazione), spiegano i prodotti e servizi bancari. L’elenco delle iniziative in atto sul fronte dell’educazione finanziaria potrebbe continuare a lungo, occorre tuttavia arrivare presto alla definizione di una strategia nazionale al fine di renderla efficace e utile come hanno fatto da tempo molti altri Paesi europei.

UNO SGUARDO ALL’EUROPA: IL REGNO UNITO
L’ultima strategia nazionale orientata allo sviluppo della “financial capability” degli inglesi è stata definita nel 2015 e prevede un programma che insegue vari obiettivi basandosi su una scala di indicatori del benessere economico. L’agenzia che governa la materia è la Money Advice Service (MAS), che ha il compito di promuovere la comprensione e la consapevolezza dei cittadini sui principali temi dell’economia e della finanza, e al contempo di accrescere la loro capacità nella gestione del denaro e nell’assunzione di decisioni nanziarie. Esistono poi altri enti e gruppi di lavoro che collaborano con la MAS, come la Financial Conduct Authority (FCA), che ne approva il piano strategico e il budget, e 6 Steering Groups operanti in target specifici: giovanissimi, giovani adulti, lavoratori, risparmiatori, pensionati e anziani.

Articolo originariamente pubblicato nella sezione “tribuna” sul numero di ottobre 2016 di AziendaBanca