La riforma della cooperazione internazionale allo sviluppo è legge

 

“Dopo 27 anni, la legge 49/87 cede il passo a una riforma attesa da quasi tre decenni e la cooperazione fa un deciso passo avanti quale protagonista per lo sviluppo internazionale. Concordiamo con il vice Ministro Pistelli quando dice che le cooperative sono tra le imprese più efficaci per generare crescita nei Paesi in via di sviluppo. Cooperazione parte integrante e qualificante”: così Maurizio Gardini, Presidente di Confcooperative, ha commentato l’approvazione della riforma della legge sulla cooperazione italiana allo sviluppo.

 

Federica Mogherini, Ministro degli Affari Esteri, che già da parlamentare aveva lavorato tanto per la riforma, ha sottolineato l’importanza dell’approvazione della riforma con un voto sostanzialmente all’unanimità. Il Vice Ministro Lapo Pistelli si è detto molto soddisfatto del lavoro svolto e ne ha sottolineato la maggiore partecipazione degli stakeholder, una maggiore efficacia e minori sprechi e sovrapposizioni.

 

Il Senatore Giorgio Tonini, relatore del disegno di legge di riforma ne ha illustrato le novità più rilevanti: il Ministero degli Affari Esteri cambierà nome in Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, vi sarà un sistema unitario sotto la regia del titolare della Farnesina, l’obbligo di nominare un Vice Ministro titolare per la cooperazione, la costituzione di un’Agenzia (come già esiste nelle migliori esperienze europee), un Fondo dedicato presso la Cassa Depositi e Prestiti.

 

“E’ un giorno importante: siamo di fronte a una nuova legge, molto innovativa, che pone l’Italia all’avanguardia in Europa” ha dichiarato Matteo Passini, Presidente di Coopermondo – Confcooperative. “Negli ultimi anni il confronto con il MAE e il Parlamento sul progetto di riforma ha coinvolto una molteplicità di soggetti: organizzazioni della società civile, imprese, Enti locali, Fondazioni, Istituti della finanza cooperativa (BCC) ed etica hanno favorito un cambio di paradigma atteso da tempo ed è importante che, in questo, le cooperative italiane abbiano avuto riconoscimento del contributo storicamente portato, al fianco delle ONG, ai processi internazionali di lotta contro la povertà.

 

“Le cooperative” – ha sottolineato il Direttore di Coopermondo, Danilo Salerno – “sono impegnate da anni in progetti importanti in tanti Paesi africani per favorire lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile che garantisca sicurezza e sovranità alimentare, così come in America Latina, dove svolgono una funzione determinante nella creazione di inclusione sociale e produzione di impiego attraverso l’accesso al credito e la creazione di servizi di welfare. Il loro ruolo e la loro natura, in nessun modo assimilabile a quello di un’impresa profit, ha avuto il giusto riconoscimento tra i soggetti della cooperazione allo sviluppo, elencati all’art. 25, co. 2, lett. e) della nuova legge”.

 

“Con il nuovo assetto determinato dalla riforma” – ha concluso – la cooperazione italiana rafforza anche gli strumenti per una favorire una buona internazionalizzazione delle imprese, che sia sintesi tra nuove opportunità e promozione dello sviluppo attraverso il rafforzamento del settore privato dei PVS. Su questo tema il nostro movimento ha ideato un cartellone di eventi con cui caratterizzare il Semestre di Presidenza. A partire dal primo incontro in programma il 16 settembre a Roma presso il Palazzo della Cooperazione, cominceremo a dialogarne insieme a ONG, Istituzioni internazionali e tutti gli stakeholders italiani ed europei”.