Microcredito cooperativo in Palestina per favorire lo sviluppo locale

Diffondere l’esperienza del credito cooperativo italiano in un territorio complicato come quello palestinese per ridurre i livelli di disoccupazione, generare nuovi redditi, attraverso la creazione di lavoro specialmente per donne e giovani, e promuovere la nascita di banche del territorio e reti di micro imprese. E’ il programma “Start Up Palestine” dell’Unità Tecnica Locale della Cooperazione Italiana a Gerusalemme, di cui Federcasse (la Federazione italiana delle Banche di Credito Cooperativo italiane) e Banca popolare Etica sono partner. 

 

A Ramallah, in Palestina, si è tenuto l’incontro “Un anno di Start Up Palestine: risultati raggiunti e prospettive future” organizzato dal Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme e dall’Unità Italiana Locale (UTL) della Cooperazione allo Sviluppo. Obiettivo dell’incontro – che si è svolto alla presenza del Ministro del Lavoro palestinese, Mamoun Abu Shahla, del Console Generale d’Italia a Gerusalemme, Davide La Cecilia, del Governatore della Palestine Monetary Authority (PMA), Jihad Al Wazir, e del Direttore Generale per il Budget del Ministero delle Finanze, Farid Ghana – è stato fare il punto sul contributo offerto dall’Italia alla creazione di opportunità di impiego e di crescita economica sostenibile per i gruppi più marginalizzati in Palestina.

Il progetto  “Start Up Palestine” prevede l’erogazione di finanziamenti agevolati per 20 milioni di euro nell’arco di 3 anni.

 

Federcasse, rappresentata dal direttore generale Sergio Gatti, ha presentato uno studio di fattibilità realizzato con la Palestine Monetary Authority finalizzato a introdurre modifiche alla legge bancaria locale in modo tale da favorire la nascita e lo sviluppo di banche “specializzate” (anche sotto il profilo della forma giuridica cooperativa) e di loro associazioni, per dare impulso a reti di micro e piccole imprese (soprattutto femminili e giovanili) e promuovere così forme di sviluppo partecipato, basato su criteri di democrazia economica ed efficienza aziendale. “L’impegno del Credito Cooperativo italiano – ha sottolineato Sergio Gatti – volto a favorire la diffusione dei principi e dei valori della cooperazione di credito nell’ambito della cooperazione internazionale, può contare su un know how sperimentato che, nel tempo, ha visto tra gli altri il successo del progetto ‘Microfinanza Campesina in Ecuador’. Attraverso questo impegno le Banche di Credito Cooperativo italiane intendono tenere viva quella formula ‘controcorrente’ che mette al centro la persona umana, la dimensione territoriale, la sussidiarietà, la democrazia partecipativa”.

 

La delegazione di Banca Etica, guidata dal presidente Ugo Biggeri, ha illustrato la propria esperienza quasi decennale nel sostegno ad alcune organizzazioni di micro finanza in Palestina specializzate nello sviluppo delle aree rurali. Nel 2009 ha finanziato con 120 mila dollari l’organizzazione palestinese Reef-Finance che lavora per garantire l’accesso a servizi di micro finanza nelle aree rurali della Palestina consentendo così lo sviluppo di imprese agricole cooperative. Nei giorni scorsi è stato già garantito un primo prestito di 1 milione di dollari a favore di “Acad-Finance”, una delle principali realtà di micro finanza palestinesi. “Siamo convinti che la micro finanza possa essere un efficace strumento di inserimento sociale e lavorativo, anche in contesti difficili come quello Palestinese. Continuiamo il nostro impegno per assicurare l’accesso al credito alle piccole imprese cooperative Palestinesi che danno lavoro a giovani e donne, perché la pace si costruisce anche garantendo opportunità economiche alle persone”, ha detto Ugo Biggeri presidente di Banca Etica.

 

Il Console Generale d’Italia a Gerusalemme, Davide La Cecilia, ha voluto ribadire l’importanza del Programma “Start Up Palestine”, “uno dei più importanti esempi dell’impegno italiano in Palestina per promuovere opportunità lavorative sostenibili e una stabile crescita economica”. Anche il Governatore della Palestine Monetary Authority (PMA), Jihad Al Wazir, ha espresso gratitudine verso la cooperazione italiana “per il supporto e l’impegno offerti per migliorare la qualità di vita palestinese”. 

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