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Dolcetto, il covid non ferma il progetto dell’ananas biologico in Togo

BILANCIO POSITIVO PER IL PRIMO ANNO DEL PROGETTO DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO DELLA FILIERA IN TOGO
Nonostante le difficoltà imposte dalla pandemia, tanti gli obiettivi già raggiunti dal progetto realizzato da Brio e Agrintesa e promosso da Coopermondo: 500 giovani sono stati avviati all’agricoltura e oltre 1.500 agricoltori togolesi (di cui oltre un terzo donne) hanno ottenuto la certificazione Bio e Fairtrade. Centrato il bersaglio della giusta remunerazione per l’ananas e raggiunti oltre 250.000 consumatori italiani.
24 marzo 2021 – Il Covid non ferma il progetto “Ananas Dolcetto”: al termine del primo anno di attività è positivo il bilancio dell’iniziativa per lo sviluppo dell’agricoltura cooperativa in Togo. Il progetto è promosso da Coopermondo, la ONG del Sistema Confcooperative, con il contributo di AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo assegnato nell’ambito del Bando Profit 2018, e vede Brio, realtà specializzata nella commercializzazione di ortofrutta biologica, come capofila e Agrintesa come partner industriale e agronomico.
Avviato a fine 2019, il progetto “Ananas Dolcetto” nasce con l’obiettivo di sostenere, attraverso il modello dell’agricoltura cooperativa, lo sviluppo della comunità di Tsévie in Togo, Paese dove il 32,3% della popolazione vive sotto la soglia di povertà e la coltivazione della terra occupa il 75% della popolazione attiva. “L’obiettivo – spiegano Gianni Amidei, presidente di Brio e Aristide Castellari, presidente di Agrintesa – era quello di aiutare migliaia di piccoli agricoltori a esportare un prodotto di valore come l’ananas a prezzi remunerativi, garantendo ai produttori una fonte di reddito certa e continuativa. Ma anche di promuovere un modello, quello cooperativo, che favorisse lo sviluppo sociale ed economico di tutta l’area. La pandemia, com’è facile immaginare, ha creato non poche difficoltà ma al termine del primo anno di progetto siamo comunque riusciti a centrare molti degli obiettivi che ci eravamo prefissati, ponendo solide basi per il prossimo futuro”.
“È con soddisfazione che testimoniamo gli ottimi risultati del progetto, ottenuti grazie alla perseveranza di un team italiano e togolese di eccellenza. I partner in Togo, le cooperative, le famiglie hanno tutti lavorato con la generosità insita nel modello cooperativo che è vincente nello sviluppo di filiere agricole e adatto a promuovere benessere nelle comunità partendo da bisogni fondamentali” aggiunge Marco Menni, presidente di Coopermondo e vicepresidente vicario di Confcooperative. “La nostra ONG continuerà a sostenere lo sviluppo delle cooperative in Togo e in tutti gli altri Paesi dove opera, consapevole dell’importante ruolo di promozione che svolge grazie alla secolare esperienza delle cooperative italiane che fanno parte del sistema Confcooperative di cui Coopermondo è espressione”.
Aldo Cera, referente AICS dell’iniziativa finanziata a Brio Spa, sottolinea come “il progetto ‘Rafforzamento della filiera agro-industriale Dolcetto, l’ananas biologico del Togo coniughi due principi cardine del ‘Bando Profit’ dell’Agenzia che incoraggia un più diretto coinvolgimento del settore privato nazionale in iniziative aventi una chiara e sinergica finalità di sviluppo nei Paesi partner. Tali principi sono il private sector development, qui riscontrabile nel rafforzamento della sostenibilità economica della cooperativa in loco, e il private sector engagement, riconducibile ai positivi aspetti sociali descritti e raggiunti grazie all’impegno di Brio Spa e dei suoi partner”.
E sono i numeri a rendere conto dei risultati conseguiti: “Alla fine del 2020 – Commenta Castellari -, la cooperativa locale CPJPPAB-ZIO (Coopérative Préfectoral des Jeunes Producteurs Professionnels d’Ananas Biologiques-Zio) di Tsévié, nostro partner locale, riuniva oltre 1,500 agricoltori, 500 in più di quelli associati un anno prima, all’avvio del progetto, con una superficie coltivata di circa 500 ettari di ananas biologico là dove prima esistevano solo dei produttori disaggregati, senza alcun obiettivo e operatività in comune. Abbiamo svolto anche un’attività di formazione agronomica con visite periodiche in Togo, acquistato e donato strumentazione tecnica e mezzi per il trasporto del prodotto, assunto 5 persone in loco attraverso una cooperativa togolese per adempiere a funzioni di controllo qualità, commerciali ed amministrative. Inoltre, grazie al supporto di Brio e di Coopermondo, la cooperativa locale ha conseguito la certificazione Bio e, a gennaio 2021, quella Fairtrade”.
Positivi anche i risultati relativi alla sostenibilità economica del progetto: “Il prezzo garantito di acquisto dell’ananas Dolcetto – commenta Amidei – è superiore del 25% a quello di analoghi prodotti certificati Fairtrade, con un impatto positivo sugli agricoltori, sulle loro famiglie e sull’intera comunità. A oggi, aldilà dei positivi riscontri sul fronte economico, siamo felici di registrare una reale crescita della cooperativa togolese, della qualità della vita dei soci e della loro comunità. Grazie al progetto, la CPJPPAB-ZIO oggi è in grado di esportare il proprio prodotto e siamo convinti che nel prossimo futuro potrà affrontare in autonomia anche altri mercati internazionali.”
Ora lo sguardo è proiettato verso il futuro: “Il progetto ha subito un prevedibile rallentamento a causa del Covid – spiega Luca Zocca, Marketing Communication Consultant di Brio – ma il percorso avviato un anno fa continua per far conoscere al consumatore questo prodotto unico a scaffale e di eccellenza, innovativo anche nel packaging in carta riciclata, certificata FSC e 100% riciclabile. Dal punto di vista commerciale fondamentale è stata l’azione di promozione e valorizzazione effettuata nei punti vendita della Grande Distribuzione dove si è riscontrato un altissimo interesse del consumatore verso l’ananas Dolcetto a marchio Alce Nero: nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia che ci hanno costretti, a più riprese, a interrompere le attività in-store, siamo riusciti a raggiungere oltre 250.000 consumatori e a realizzare più di 1.300 interviste successive alle attività di tasting, riscontrando grande interesse e apprezzamento per le caratteristiche organolettiche distintive dell’ananas e per la valenza sociale del progetto. In vista della Pasqua puntiamo a realizzare operazioni promozionali nella Grande Distribuzione e di proporre in futuro l’ananas Dolcetto anche a marca privata.”
 Guarda il video del progetto: https://youtu.be/0TJzSlgLE1E

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Buone notizie per Dolcetto!

L’impegno per Dolcetto, l’ananas del Togo viene rinnovato. Lo scorso 6 novembre, Paola Ferrara, referente nazionale di Coopermondo – ONG di Confcooperative, insieme a Gianni Amidei – Presidente e Luca Zocca – responsabile Marketing di Brio, hanno firmato l’accordo con l’AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
Il progetto “Rafforzamento della filiera agro-industriale di DOLCETTO, l’ananas del Togo” di durata triennale è risultato vincitore del Bando Profit 2018 (AICS).
Coopermondo è presente in Togo dal 2012 per promuovere l’agricoltura sostenibile e la finanza inclusiva e popolare, insieme ad un pool di 6 banche di Credito Cooperativo e Federcasse. Dopo aver coinvolto Agrintesa e Brio, le due aziende cooperative legate alla distribuzione di prodotti agricoli biologici, si è scoperto un ananas diverso da quello presente sul mercato italiano, coltivato in maniera completamente biologica.
Questo ci ha portati a strutturare un nuovo progetto per permettere il rafforzamento della filiera commerciale di specifici frutti esotici biologici, quali l’Avocado, la Papaia e il Mango e in particolare DOLCETTO, l’Ananas Pain de Sucre.
Grazie al controllo qualità e alla presenza dei nostri tecnici agronomi,verrà garantito il rispetto del disciplinare di coltivazione biologica. Inoltre la gestione informatizzata della tracciabilità dei prodotti, garantirà al fruitore di conoscere il percorso di ogni passaggio dalla produzione alla messa in commercio. In altre parole con l’impegno di rispettare i valori del commercio equo e solidale, verrà valorizzata la produzione e il lavoro degli agricoltori togolesi.
Scegliere prodotti biologici significa favorire un ambiente più sano per tutti. Attraverso la costruzione di filiere riscopriamo e valorizziamo le eccellenze locali.
(In foto da sinistra)
Gianni Amidei – Brio | Grazia Sgarra – AICS | Luca Zocca – Brio |
Matteo Bichicci CEA in Togo

Volontariato d’impresa: l’intervista all’ingegnere Matteo Bichicchi della cooperativa CEA

In Togo Coopermondo, insieme a un pool di 6 banche di credito cooperativo e Federcasse, dal 2012 promuove l’agricoltura sostenibile e la finanza inclusiva e popolare. Una delle imprese cooperative che si è creata grazie alla formazione e al sostegno del progetto è la CPJPPAB, che riunisce 1018 giovani agricoltori, di cui un terzo donne. Insieme, coltivano 500 ettari di ananas biologico di varietà pan di zucchero, Dolcetto, che viene esportato in Italia grazie ad Agrintesa e a Brio, le altre imprese partner del progetto.
A novembre 2018 l’ing. Matteo Bichicchi della Cooperativa Edile Appennino CEA ha partecipato a una missione in Togo per conoscere il progetto Dolcetto, all’interno di un programma di volontariato d’impresa sottoscritto tra CEA e Coopermondo. Il programma prevede che la cooperativa metta a disposizione il proprio know-how attraverso la valorizzazione dei suoi dipendenti. Il tecnico specializzato può scegliere di fare un’esperienza di volontariato e seguire un progetto di cooperazione internazionale andando in missione con i cooperanti, condividendo il proprio know-how, creando relazioni umane e ponti con le persone del luogo e riscoprendo i valori fondanti del movimento cooperativo, tra cui la cooperazione tra cooperative.
 
Abbiamo fatto a Matteo qualche domanda sulla sua esperienza.
Come sei entrato in contatto con Coopermondo e con il progetto dell’ananas Dolcetto?
Da tempo CEA promuove progetti di volontariato d’impresa, che solitamente però si svolgono sul territorio italiano, attorno alle sedi dell’azienda. In questo caso si è deciso di ampliare l’orizzonte; la mia partecipazione è stata un po’ rocambolesca, una settimana prima di partire mi è stato chiesto se avessi voglia e disponibilità a fare questa esperienza e io ho subito accettato.
Io mi occupo del settore depurazione della cooperativa, non conoscevo bene il progetto, ma grazie a Camilla, la direttrice di Coopermondo, e agli altri partner è stato semplice capire quale fossero le necessità e arrivato sul posto è stato presto evidente come indirizzare l’intervento in coerenza con il contesto.
 
Qual era in particolare l’obiettivo della tua missione in Togo?
La mia esperienza in Togo, che è durata una settimana, ha avuto lo scopo di valutare la fattibilità della costruzione di un centro di raccolta degli ananas, realizzato con un ambiente refrigerato che potesse permettere la conservazione del prodotto. Al momento infatti i frutti vengono trasportati direttamente dai campi all’aeroporto, da dove partono per l’Italia: organizzare meglio questa filiera significa ottimizzare la produttività. Nello specifico, il progetto prevedere la costruzione di un locale di 350 mq con funzione di centro di raccolta e inscatolamento dell’ananas, con attigua sezione dedicata all’alloggiamento di container frigo per la conservazione del prodotto, oltre all’acquisto e la messa a disposizione della cooperativa di adeguati mezzi di trasporto necessari per il trasferimento del prodotto dalle piantagioni al centro e dal centro all’aeroporto per la spedizione finale.
 
Era la tua prima volta in Africa? Che valore ha avuto per te questa esperienza?
Sì, per me era la prima volta in Africa, oltre che la prima partecipazione a una missione di questo tipo. La forza di questi progetti è il lavoro in gruppo, è fondamentale creare una rete di persone che si confrontano nel prendere le diverse decisioni in tutte le fasi dell’intervento.
Ciò che più mi ha colpito è notare nelle persone, nei cooperanti e nei “cooperati” della coop agricola, una grande volontà di fare e di svilupparsi: vogliono crescere, e non solo per avere maggiori entrate ma per poter sviluppare l’intero territorio, dal punto di vista agricolo e di possibilità per tutti.
Io, che sono un montanaro e abito sull’appenino bolognese, ho ritrovato in Togo l’amore e il rispetto per le proprie radici e per la terra che si coltiva e vive, una visione comune che è il miglior punto di partenza per ottenere obiettivi condivisi.
La cooperazione rappresenta in questo senso una marcia in più, in Italia in molti casi ci si trova tra aziende a farsi una spietata concorrenza quando, ragionando a livello di rete, si otterrebbero molte più soddisfazioni anche nel lavorare quotidiano.
 
In che modo pensi che la cooperativa italiana possa coinvolgersi maggiormente nelle attività di cooperazione internazionale?
È sicuramente necessario coinvolgere innanzitutto i tecnici “del mestiere”, che abbiano la volontà di creare un progetto economicamente sostenibile partendo dal basso, adattandolo al contesto su cui ci si muove. Nel caso del progetto Dolcetto, in Togo c’è già una realtà sviluppata, quello che si deve fare è implementarla seguendo i consigli e gli stimoli che arrivano dal territorio ma anche da chi ha la visione del mercato, nel nostro caso europeo.
Un altro aspetto su cui l’approccio cooperativo può essere decisivo riguarda una visione d’insieme degli interventi: nelle zone che ho potuto visitare ho trovato un sistema di welfare molto carente, dove l’assistenza sanitaria e l’educazione sono completamente in mano a iniziative private. Noi lavoriamo perché oltre al lato economico e lavorativo, il progetto abbia ricadute positive sull’intera comunità.
 
E ora?
La progettazione è definita nella sua fase preliminare, ed è stato elaborato un quadro economico di intervento. Siamo riusciti a coinvolgere altre due cooperative del territorio che hanno dato la propria disponibilità a coadiuvarci nell’intervento, e adesso arriva la parte più complicata: riuscire a rientrare all’interno di bandi che possano co-finanziare il progetto. È un lavoro impegnativo dal punto di vista burocratico e amministrativo, e per il quale contiamo sul supporto di Coopermondo: appena si presenterà l’occasione, l’intervento verrà portato a termine. Noi siamo pronti.

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IFAD delegation visits cooperatives in Emilia-Romagna: “Your model helps developing countries”.

The cooperative model represents an opportunity to boost the economies of developing countries. This became clear thanks to yesterday’s visit to some cooperatives in Emilia-Romagna by a delegation of IFAD (International Fund for Agricultural Development), the specialized agency of the UN in charge of fighting poverty in rural areas of developing countries, with the participation of Adriana Apollonio, Deputy Head of Representation of the Italian Embassy at the Roman pole of UN Agencies. The initiative was organized by Confcooperative and Coopermondo to promote international cooperation projects in favour of disadvantaged populations.
“I was very impressed by the wide range of cooperatives in Emilia-Romagna that are part of Confcooperative – said Donal Brown, associate vice-president IFAD, who led the delegation – The International Fund for Agricultural Development, based in Rome, works to help poor farmers in developing countries and does so in conjunction with cooperatives, among others. Starting with this visit, I see many opportunities for a joint effort by IFAD and Confcooperative to support poor communities in developing countries”.
Starting from the Corte d’Aibo cooperative in Monteveglio, on the hills of Bologna, one of the first in the area to embrace organic farming thirty years ago and which now manages a wine farm and a holiday farm, the delegation moved to the Modena area, where they had the chance to get to know the production of some of the best products from Emilia-Romagna known throughout the world. In particular, the Parmigiano Reggiano produced by the 4 Madonne dairy cooperative of Lesignana and the traditional balsamic vinegar of Modena made by a member of the cooperative La Tradizione in their garret in Nonantola. After a lunch with typical products at the Locanda degli Smeraldi in Bentivoglio (Bo) run by the social cooperative Anima, which employs disabled children, the delegation moved to the Serre dei Giardini Margherita in Bologna to meet the Kilowatt cooperative (an innovative start-up that regenerated a public space by opening a restaurant, educational services, co-working and promoting events) and Local to You, an online platform for buying fruit and vegetables that promotes organic and local agriculture in partnership with other social cooperatives.
“It was a very interesting visit – said the president of Confcooperative Fedagripesca Giorgio Mercuri – because it allowed us to show IFAD our cooperative system, made of small producers who, by joining together, are able to enhance their production at an international level and to restore dignity even to the weakest links in the agricultural chain”.
“Emilia-Romagna is the cradle of the cooperative movement that has developed here more than anywhere else – added Carlo Piccinini, president of Confcooperative Fedagripesca Emilia-Romagna – so we are very happy if our business model that focuses on producer members becomes a source of inspiration for developing countries”.
Coopermondo, the NGO of Confcooperative, promotes the cooperative model at an international level in the most vulnerable areas and in 2016 signed a letter of intent with IFAD. “Visits like the one carried out in Emilia-Romagna – noted Camilla Carabini, director of Coopermondo – are very important because they increase the awareness of international institutions about the effectiveness of the cooperative model, which can find fertile ground even in socio-economic contexts different from the Italian one, adapting to the peculiarities of individual states but without changing the essential values such as active and democratic participation of members, redistribution of wealth and prosperity generation for the entire community”.

Delegazione IFAD in visita al Caseificio 4 madonne

IFAD in visita alle cooperative dell’Emilia-Romagna: “Il vostro modello aiuta i paesi in via di sviluppo”

 Il modello cooperativo rappresenta un’opportunità per fare crescere le economie dei Paesi in via di sviluppo. E’ quanto emerso ieri nel corso della visita ad alcune cooperative emiliano-romagnole da parte di una delegazione dell’IFAD (Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo), l’agenzia specializzata dell’ONU incaricata di contrastare la povertà nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo, con la partecipazione di Adriana Apollonio, Vice Capo Rappresentanza dell’Ambasciata Italiana presso il Polo Romano delle Agenzie ONU. L’iniziativa è stata organizzata da Confcooperative e Coopermondo per favorire progetti di cooperazione internazionale a favore delle popolazioni più svantaggiate.

Sono rimasto molto impressionato nel conoscere la variegata gamma di cooperative dell’Emilia-Romagna che fanno parte di Confcooperative – ha dichiarato Donal Brown, associate vice-president IFAD, che ha guidato la delegazione -. Il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, che ha sede a Roma, lavora per aiutare i contadini poveri dei Paesi in via di sviluppo e lo fa anche in contatto con le cooperative. A partire da questa visita, vedo molte opportunità per un impegno congiunto di IFAD e Confcooperative nel sostenere le comunità rurali che vivono in situazioni di indigenza nei Paesi in via di sviluppo”.

Partendo dalla cooperativa Corte d’Aibo di Monteveglio, sulle colline bolognesi, tra le prime in zona ad abbracciare trent’anni fa l’agricoltura biologica e che oggi gestisce un’azienda vitivinicola e un agriturismo, la delegazione si è spostata nell’area modenese, dove ha potuto conoscere da vicino la produzione di alcune eccellenze emiliano-romagnole note in tutto il mondo. In particolare, il Parmigiano Reggiano prodotto nel caseificio cooperativo 4 Madonne di Lesignana e l’aceto balsamico tradizionale di Modena realizzato da un socio della cooperativa La Tradizione nella sua mansarda a Nonantola. Dopo un pranzo a base di prodotti tipici nella Locanda degli Smeraldi di Bentivoglio (Bo) gestita dalla cooperativa sociale Anima, che impiega ragazzi con disabilità all’interno del ristorante, la delegazione si è spostata alle Serre dei Giardini Margherita di Bologna per incontrare la cooperativa Kilowatt (start-up innovativa che ha rigenerato uno spazio pubblico aprendo un ristorante, servizi educativi, co-working e promuovendo eventi) e Local to You, piattaforma online per l’acquisto di frutta e verdura che promuove l’agricoltura biologica e locale in partnership con alcune cooperative sociali.

E’ stata una visita molto importante – ha dichiarato il presidente di Confcooperative Fedagripesca Giorgio Mercuri – in quanto ci ha permesso di fare conoscere all’IFAD il nostro sistema cooperativo, costituito da piccoli produttori che unendosi tra loro riescono a valorizzare le loro produzioni a livello internazionale e a ridare dignità anche all’anello più debole della filiera agricola”.

L’Emilia-Romagna è la culla del movimento cooperativo che qui si è sviluppato più che altrove – ha aggiunto Carlo Piccinini, presidente Confcooperative Fedagripesca regionale -, pertanto siamo molto felici se il nostro modello di impresa che mette al centro i soci produttori diventa fonte di ispirazione anche per i Paesi in via di sviluppo”.

A promuovere a livello internazionale il modello cooperativo nelle aree più arretrate è Coopermondo, l’ong di Confcooperative che già nel 2016 ha sottoscritto una lettera di intenti con IFAD. “Visite come quella effettuata in Emilia-Romagna – ha sottolineato Camilla Carabini, direttrice Coopermondo – sono molti importanti perché aumentano la consapevolezza delle istituzioni internazionali rispetto all’efficacia del modello cooperativo, che può trovare terreno fertile anche in contesti socio-economici diversi da quello italiano, adattandosi alle peculiarità dei singoli Stati ma senza modificarne i valori essenziali quali la partecipazione attiva e democratica dei soci, la redistribuzione della ricchezza e la creazione di benessere per tutta la comunità”.

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In Cape Verde, training co-operators in the communities of Ribeira dos Saltos

From 1st  to 14th february, as part of the agreement signed with the Poser ProgramPrograma para a Promoção das Oportunidades Sócio-económicas Rurais,  the COOPERMONDO’ second mission took place in Cape Verde, on the island of Santiago.
Following a peer education based approach the mission was organized starting from the anthropological report realized by Dr. Rosa Tolla, who has visited the rural area of ​​the Municipality of Santa Cruz in November 2018. The presence of the anthropologist in this phase was crucial for both the mediation in the field and the development of a training strategy appropriate to the social structure of the community of Ribeira dos Saltos.
Seven training were performed by Dr. Noemi Spagnoletti using the manual Think.Coop promoted by the International Labor Organization (ILO). Through this method, each participant analyzed cooperative principles and how to choose if a cooperative enterprise can be advantageous to improve its/her work, income and livelihood. The manual has been translated into Portuguese in order to train 15 local technicians, some of whom had the opportunity to apply the training on the field in Creole language, for a total of 40 beneficiaries (among women, men and young farmers).
At the same time, the ethnographic data collection expanded the network within the rural communities of the Municipality of Santa Cruz. During this mission, priority was given to the deepening of activity and working conditions of some local associations and cooperatives. The productors face an enormous difficulty: the lack of water due to the severe drought that has affected the country for about five years, making working conditions very difficult. Addressing the problem in groups is a valid moral support for rural communities.
“Cooperativa è uma oportunidade de transformar uma pequena coisa em uma grande coisa. Unidos somos mais forte! “- Farmer of the COOPARP cooperative.

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A Capo Verde, formando cooperatrici e cooperatori nelle comunità di Ribeira dos Saltos

Nell’ambito dell’accordo stipulato con il Programma PoserPrograma para a Promoção das Oportunidades Sócio-económicas Rurais, dal 1 al 14 Febbraio si è svolta la seconda missione di COOPERMONDO a Capo Verde, nell’isola di Santiago.
Seguendo un approccio partecipativo che parte dal basso, la missione è stata organizzata a partire dal diagnostico antropologico realizzato dalla  dott.ssa Rosa Tolla, che si era recata nella zona rurale del Municipio di Santa Cruz a Novembre 2018. La presenza dell’antropologa in questa fase è stata fondamentale per la mediazione sul campo e per elaborare una strategia di lavoro adeguata alla compagine sociale della comunità di Ribeira dos Saltos,
Direzionate dalla dott.ssa Noemi Spagnoletti sono state realizzate sette formazioni utilizzando la metodologia Think.Coop promossa dall’International Labour Organization (ILO) tramite la quale vengono analizzati in maniera partecipativa i principi cooperativi e come scegliere se un’impresa cooperativa può essere vantaggiosa per migliore il proprio lavoro e reddito. Nel caso specifico il manuale è stato tradotto in lingua portoghese per la formazione di 15 tecnici locali, di cui una parte ha avuto l’opportunità di fare training sul campo ad un totale di 40 beneficiari (donne, uomini e giovani agricoltori), riproponendo il percorso formativo in lingua creola.
Parallelamente è continuata la raccolta dati etnografica, con l’ampliamento della rete di contatti tessuta con le comunità rurali del Municipio di Santa Cruz. In questa occasione si è data priorità all’approfondimento delle condizioni lavorative e dello stato di attività di alcune realtà associative e cooperative presenti sul territorio. L’enorme difficoltà che queste devono affrontare è la mancanza di acqua dovuta alla forte siccità che affetta il paese da circa cinque anni, rendendo le condizioni di lavoro ardue. Affrontare il problema in gruppo, costituisce un valido sostegno morale per le comunità rurali.

“Cooperativa è uma oportunidade de transformar uma pequena coisa em uma grande coisa. Unidos somos mais forte!” – agricoltore della cooperativa COOPARP.

Confecoop-Coopermondo, una alleanza per lo sviluppo cooperativo in Colombia

La Confederazione delle Cooperative della Colombia, Confecoop, e COOPERMONDO, la ONG di Confcooperative si sono riunite lo scorso 6 dicembre con la finalità di rafforzare l’accordo di cooperazione esistente tra le entità. Quest’ultimo se si propone di unire gli sforzi per l’attuazione di progetti di cooperazione che beneficiano la popolazione colombiana, soprattutto nelle zone colpite dal conflitto armato.
Coopermondo oggi ha una presenza in Colombia con il programma di AGRICOOP Colombia , che comprende cinque dipartimenti nazionali e il progetto PUEDES in Putumayo (La Paz unica speranza per lo sviluppo economico e sociale).
Al fine di rafforzare il 6° principio cooperativo (cooperazione tra le cooperative) nel 2019 e Confecoop e Coopermondo lavoreranno insieme per approfondire questi progetti così come per implementare nuove iniziative che vedranno la partecipazione di diversi enti come SENA, la Camera di Commercio Putumayo, l’Unione europea, tra gli altri, progetti che continueranno a soddisfare i bisogni delle popolazioni e dei territori che oggi affrontano un problema sociale derivato dal conflitto. Per raggiungere questo scopo, Confecoop sosterrà l’ONG italiana nella sua attività in Colombia attraverso lo scambio di conoscenze, informazioni e risorse, in un’alleanza che rafforzerà le azioni di cooperazione internazionale tra coetanei cooperativi.

Coopermondo visita las fincas de Ortega

Coopermondo visits Ortega community (Cauca) with ARN

Coopermondo has started an exchange of experiences in the field of cooperativism and associativity in partnership with the Agency for Reincorporation and Normalization (ARN), which is dedicated to the reintegration into Colombian society of demobilized persons from armed groups in the margin of the law.
The week of February 5 to 11 Coopermondo has been in the Cauca Region where it has visited the community of Ortega, made up of 120 families dedicated to coffee production. Fernando Bragado, Coordinator of Coopermondo in Colombia, states: “In this recognition phase, the associative initiatives of Ortega are being visited to identify opportunities to be strengthened as well as identify where it is possible to articulate institutional offers.” Additionally, he shared with the group the experiences of the agreements with SENA in the department of Valle and the impact it has had on the Vallecaucanos peasants.
During the visit, a recognition of the territory was made by the delegates of Coopermondo, representatives of the ARN, the Departmental Committee of Coffee Growers and the International Organization for Migration – IOM. The tour of the area was guided by Eymer Muñoz, Technician of the Departmental Committee of Coffee Growers, allowing visitors to learn about the production processes of the 13 lots of coffee crops and the associative work that has been carried out so far in the community of the Ortega corregimiento.
In addition, the tour allowed the delegates of the different organizations to visit the estate of Mr. Pedro Quina, one of the oldest associates of the area, who completed his reintegration process, and today manages to cultivate together with his 4 children more than 1,000 coffee plants, achieving recognition in the community for their discipline and product excellence. In the territory it was identified that the hectares of coffee crops are divided by families of people in the process of reintegration, each one belonging to between 1 and 2.5 hectares.
The community initiative in Ortega – Cajibío, is one of the pioneering projects in Colombia within the framework of the reintegration process, Ángela María Medina, Coordinator of the ARN Cauca Territorial Group, said: “The articulated work between the community and the support of the institutionality , has generated great opportunities from the process of reintegration that have resulted in benefits in the productive associative processes of Ortega coffee growers ».
The Italian NGO, Coopermondo, seeks to promote sustainable economic and social development through the creation of new cooperatives at international level. In Colombia, it has signed 4 agreements with the SENA and offers technical assistance in the training of trainers in associative issues. It also has 18 pilot programs in corregimientos of Cauca and Valle del Cauca.
Taking into account Coopermondo’s extensive experience in cooperative issues, the ARN explained the work carried out in the corregimiento of Ortega with a population in the process of reintegration, in order to exchange experiences and evaluate the possibility of working together with the SENA, in such a way that it is possible to train the population and obtain more effective results in terms of production and associativity.
(Adapted from reintegración.gov.co)
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La storia di Dolcetto, l’ananas biologico del Togo

Sono 1.300 giovani agricoltori, di cui un terzo donne, che in Togo coltivano circa 500 ettari di ananas biologico. Ognuno non possiede più di mezzo ettaro di terra ma insieme sono riusciti ad arrivare nei supermercati italiani e a garantirsi un lavoro dignitoso nel loro paese. Come? Attraverso la creazione di un’impresa cooperativa, che ha permesso loro di organizzarsi e affacciarsi sui mercati con maggiore forza.
Coopermondo lavora in Togo dal 2012, creando e rafforzando imprese cooperative e, insieme al Credito Cooperativo, attraverso l’erogazione di crediti per l’agricoltura. Tra queste c’è anche la cooperativa Tsevié, che si è formalizzata grazie all’assistenza tecnica ricevuta da Coopermondo. Come ONG di sistema di Confcooperative, Coopermondo ha coinvolto Agrintesa e Brio, le due aziende cooperative legate alla distribuzione di prodotti agricoli biologici, accompagnando in una missione un tecnico dell’azienda italiana a visitare i campi di ananas. E una volta sul campo, ha trovato qualcosa di inaspettato: un nuovo prodotto mai visto sui mercati italiani. Un ananas diverso da quello a cui siamo abituati. Coltivato in maniera completamente biologica, il fiuto dell’imprenditore ha annusato il potenziale del prodotto, che è stato testato ed oggi è ormai commercializzato nei maggiori supermercati italiani.
Gli ananas vengono pagati agli agricoltori al massimo del prezzo che otterrebbero sui mercati locali.
Ad aprile 2017 è iniziata la sperimentazione e i consumatori italiani hanno apprezzato il nuovo prodotto. Coopermondo ha accompagnato gli agricoltori nel miglioramento della logistica per l’esportazione. Agrintesa ha donato alla cooperativa togolese bilance nuove e fondi per il migliorare il packaging. Nel primo trimestre del 2018 sono previste importazioni continuate di ananas biologico di oltre una tonnellata.
“Questo significa creare una filiera rispettosa e onesta, trasparente e sostenibile che genera benessere per i cittadini nei loro paesi di origine” ha dichiarato il direttore di Coopermondo, Danilo Salerno. “Questo è un modo concreto di fare la nuova cooperazione che chiede il Governo, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, il Ministero degli Esteri:  mettere in relazione le imprese, i produttori, le ong, i Governi dei Paesi e la società civile nei Paesi”.

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The story of Dolcetto, the biological pineapple from Togo

In Togo, there are 1,300 young farmers, one-third of whom are women, who grow about 500 hectares of organic pineapples. Each of them does not own more than half a hectare of land but together they managed to reach the Italian supermarkets and guarantee themselves a decent job in their country. How come? Through the creation of a cooperative enterprise, which allowed them to organize themselves and access markets with greater awareness.
Coopermondo has been working in Togo since 2012, creating and strengthening cooperative enterprises and, together with the Cooperative Credit, through the granting of loans for agriculture development. Among the beneficiaries, there is also the Tsevié cooperative, which was formalized thanks to the technical assistance received from Coopermondo. As an NGO of the Confcooperative system, Coopermondo involved Agrintesa and Brio, the two cooperative companies linked to the distribution of organic agricultural products, which suggested one of their technicians go along in a mission and visit the pineapple fields. Once on the field, he found something unexpected: a new product never seen on the Italian markets. A pineapple different from the ones Italians are used to. Cultivated in a completely biological way, the entrepreneur’s nose smelt the potential of the product, which has been tested and is now marketed in major Italian supermarkets.
Pineapples are paid to farmers at the maximum price they would get at local markets.
In April 2017 the experimentation began and Italian consumers appreciated the new product. Coopermondo has accompanied farmers in improving their export logistics. Agrintesa has donated electronic weighing scales as well as funds for the Togolese cooperative to improve their packaging. In the first quarter of 2018, continued imports of organic pineapple of over one tonne are planned.
“This means to create a respectful, honest, transparent and sustainable supply chain that generates well-being for citizens in their countries of origin”, stated the director of Coopermondo, Danilo Salerno. “This is a concrete way of implementing the new development cooperation requested by the Government, the Italian Agency for Development Cooperation and the Italian Ministry of Foreign Affairs: linking enterprises, producers, NGOs, Governments of partner countries and society civil”.
 

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Coopermondo and the #coops4dev team in Kuala Lumpur

Coopermondo, in the persons of Director Danilo Salerno and Communications & Visibility Manager Camilla Carabini, participated at the International Co-operative Alliance’s Global Conference and General Assembly held in Kuala Lumpur from 14 to 17 November in Malaysia, in order to follow the works of the #coops4dev team.
Among the many events, the International Co-operative Development Platform celebrated its first meeting and several publications on international co-operative development were launched. Moreover, co-operatives have been mentioned, during a dedicated session on partnerships, as the main development actor to partner with from representative of UN Agencies, EU Delegations, Trade Unions and other Civil Society Organizations.
 
International Co-operative Development Platform
The Cooperatives Europe Development Platform (CEDP), the expert group composed by 10 European organizations engaged in international cooperative development, has gone global. In fact the group has enlarged into the International Co-operative Development Platform (ICDP), a network of different organizations working in international development in different regions (Americas, Asia, Europe and Asia).
Coopermondo has been one of the supporter and promoter of this Platform therefore it has been a great success to finally see it happening (check the FB live on this).
During the Global Conference, the ICDP held its first meeting to discuss an action plan based on the 9 recommendations drafted at the Platform’s launch in the International Summit of Co-operatives. During the world café session, high representatives from the different organizations concretized the recommendations to kick-off and further develop the action plan for 2018.
 
 
New publications on international co-operative development
During the Global Conference, the Cooperatives Europe Development Platform (CEDP) launched its report “Good practices in international cooperative development: Why creating a knowledge sharing culture is key for international cooperative development work” intended to encourage partnerships between CEDP members and to enable external actors to better understand the advantages of international co-operative development as a successful development approach.
Moreover, the ICA-EU partnership‘s angle on partnership collaboration has been emphasized in the launch of the new publication “A matter of principle: co-operatives in development“, presented at the Global Conference. The publication is the result a joint effort between the global and the regional offices of the ICA to showcase success stories of co-operative development that highlight the inherent synergy between co-operative values and sustainable development for all.
 
 
Partnership for development
During the #coops4dev session entitled “Building Partnerships for the Future We Want” on the 15th on November, which received over 200 participants, the importance of alternative economic models for development that can put human and economic growth as the first priority in their approach towards development has been highlighted. High-level representatives of the European Union, International Labor Organization, CSO Partnership for Development Effectiveness, International Trade Union Confederation and United Cities of Local Authorities stressed the importance of partnerships with co-operatives for international development.
 
Ariel Guarco, new ICA President
Coopermondo sends his best congratulations to Ariel Guarco who has been elected president of the International Co-operative Alliance. Mr Guarco is president of Cooperar, the Co-operative Confederation of Argentina, and has always been close to Coopermondo’s activities in Colombia and Argentina.
Mr Guarco said that his priorities at the Alliance will be to strengthen the interactions between its regional and sectoral organisations, as well as consolidating youth and gender spaces. He also wants to improve the quality and quantity of information given to members on income, balance sheets, and projects – and in doing so, empower organisations when it comes to decision-making.
Cooperatives are enterprises that have a double function, on the one hand they must be economically viable, compete in the market and do it as good or better than enterprises that seek profitability as the ultimate goal. And on the other hand, they need to be socially responsible, helping to improve the quality of life of our members and faithful to our principle of commitment to the community, to society as a whole”, said Mr Guarco. You can access the full speech of the President of the Alliance here
 
 
World Cooperative Monitor
The International Co-operative Alliance and Euricse, the European Research Institute on Cooperative and Social Enterprises, published its sixth annual World Co-operative Monitor. The publication reports on the world’s largest co-operative and mutual organisations, providing a ranking of the Top 300 and sectorial analysis based on 2015 financial data. The 2017 World Co-operative Monitor collected data for 2,379 organisations from 8 sectors of activity, 1,436 of which had a turnover of more than USD100m. The Top 300 co-operatives and mutuals report a total turnover of 2.16 billions.
The world’s top 300 co-operatives operate in different sectors: insurance (41%), agriculture (30%), wholesale and retail trade (19%), banking and financial services (6%), industry and utilities (1%), health, education and social care (1%) and other services (1%).
 
All the initiatives of #coops4dev have been trending through all social media platforms. If you want to join the conversation on international co-operative development, follow the hashtag #coops4dev on Twitter and Facebook for the latest updates on our activities.