Scegliamo la vita

Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra“, scrive il Papa dalla sua convalescenza.

“C’è un grande bisogno di riflessione, di pacatezza, di senso della complessità. La guerra non fa che devastare le comunità e l’ambiente, senza offrire soluzioni ai conflitti, la diplomazia e le organizzazioni internazionali hanno bisogno di nuova linfa e credibilità“.

E mentre lo scrive, la tregua si interrompe tra le macerie di Gaza dove hanno trovato rifugio i palestinesi rientrati, nella speranza che il peggio fosse passato. E così cadono bombe su insediamenti provvisori, su famiglie disarmate, sui prigionieri civili israeliani la cui vita viene – di nuovo –  presa in ostaggio dalla sete di vendetta. Una sete che accomuna tanti, troppi uomini (e stavolta uomini ci sta) che si arrogano il diritto di decidere come disegnare il destino dei popoli.

Medioriente, Ucraina e Russia, Congo, Yemen, Siria: una lista infinita di guerre a varia intensità che non alimentano la speranza ma la disperazione.

Facciamo nostro l’appello a disarmare la Terra, prendiamo in mano la vita e accompagnamola nella speranza di un futuro migliore, per tutte e tutti.

La cooperazione è la strada. Stare insieme per vivere e non per morire.