Estendere il proprio business, cercare nuovi mercati. Investire in un Paese in via di sviluppo è un’opportunità economica che unisce efficienza e solidarietà. Specialmente se l’impresa segue principi e valori cooperativi e si impegna per sviluppare le risorse locali nel rispetto di una sostenibilità ambientale e sociale.
Imprese italiane e cooperazione
Come ha fatto Granarolo in Tanzania, in partnership con CEFA Onlus, con il progetto Africa Milk Project: mettendo in cooperativa più di 800 famiglie di allevatori di bovini e creando una latteria che impiega esperti locali e porta il latte a più di 25mila bambini nel sud del Paese. Oppure la Cooperativa Edile Appennino (CEA), protagonista di un progetto di riqualificazione idrica e fognaria in Libano che permetterà a oltre 50mila persone di migliorare le proprie condizioni igieniche. O la cooperativa Magi Euregio, che in Albania ha fondato un centro di eccellenza per le malattie genetiche rare e un laboratorio per la donazione del sangue che è un unicum nel paese.
Le attività di Coopermondo
Mettendo a sistema centinaia di queste esperienze, la Confederazione delle Cooperative Italiane ha creato una struttura ad hoc dedicata alla cooperazione internazionale: Coopermondo. Riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale come Organizzazione Non Governativa (ONG), Coopermondo è la struttura di sistema che gestisce progetti di cooperazione e sviluppa servizi per le cooperative interessate a operare nei Paesi in via di Sviluppo e nelle economie emergenti. In Colombia, Sierra Leone, e Togo Coopermondo porta avanti i propri progetti, attraverso la formazione e l’assistenza tecnica per far nascere cooperative e imprese sociali in diversi settori, dall’agricoltura alla sanità al credito.
Il progetto Agricoop in Colombia
In Colombia, Coopermondo ha avviato il progetto Agricoop in partnership con l’Istituto Italo – Latino Americano (IILA) e Confecoop Colombia. Obiettivo è rafforzare la governance e la coesione sociale di associazioni e cooperative agricole nella zona del Cauca, regione caratterizzata da un alto tasso di insta- bilità dovuto alle conseguenze del post-confitto. Oltre 60 organizzazioni di produttori di caffè, quinoa, panela, frutta e acquacoltura hanno iniziato un percorso di formazione e assistenza tecnica con l’obiettivo di trovare una soluzione collettiva a problemi, tecnici e sociali, comuni.
Più fondi alla cooperazione
Queste sono alcune delle esperienze che vedono impegnato il movimento cooperativo, e non solo, nei paesi più poveri. La quota di PIL che l’Italia destina alla cooperazione dello sviluppo raggiungerà lo 0,25% nel 2017. Come ha dichiarato il Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, “la cooperazione allo sviluppo è un investimento strategico: la lotta contro la povertà va nella direzione di una maggiore paci cazione delle aree di crisi, della stabilizzazione internazionale e di un contributo alla costruzione di istituzioni democratiche a tutela dei diritti umani, consentendo anche di rafforzare la nostra strategia di intervento sulle cause dei ussi migratori”.
Una nuova normativa per la cooperazione allo sviluppo
L’importanza di coinvolgere maggiormente il settore privato cooperativo e sociale nella lotta alla fame e alla povertà appare evidente nella nuova legge italiana sulla cooperazione allo sviluppo, approvata nel luglio del 2014, tra le più innovative in ambito europeo, che offre al settore privato un ruolo centrale nei progetti di cooperazione riconoscendo che senza lo sviluppo dell’economia locale non si può pensare di far uscire dalla fame e dalla povertà quelle popolazioni che ancora ne soffrono.
Opportunità di finanziamento per investimenti responsabili
Il Ministero degli Esteri ha deciso di mettere a disposizione delle aziende diverse opportunità di finanziamento per investire responsabilmente nei paesi in via di sviluppo. Alla base della legge c’è l’idea di un’impresa sostenibile, che non va in quei territori per drenarli delle risorse e poi abbandonarli, ma che è capace di valorizzare le risorse locali, di entrare in sinergia con quel mondo, per dare e non solo prendere. Questo modo di agire non solo è coerente con le azioni che portano avanti le ONG e i governi già impegnati in quei luoghi, ma anche con lo spirito che caratterizza il movimento cooperativo, da sempre attento a una partecipazione attiva dei propri soci e a uno sviluppo del territorio.