La Corte dei Conti sui contributi MAE alle ong: “Una serie complessa di disfunzioni”

Dal sito “tutti i bandi per le ong”, 7 agosto 2012.  

“Una serie complessa di disfunzioni”nella gestione dei così detti progetti promossi, così si esprime la Corte dei Conti nella relazione concernente “Contributi alle Organizzazioni non governative per la realizzazione di attività di cooperazione”, resa pubblica da alcuni giorni.

 “Una serie complessa di disfunzioni”nella gestione dei così detti progetti promossi, così si esprime la Corte dei Conti nella relazione concernente “Contributi alle Organizzazioni non governative per la realizzazione di attività di cooperazione”, resa pubblica da alcuni giorni.Quello che emerge non è un quadro incoraggiante rispetto alla salute del settore e alle capacità di ONG e DGCSdi raggiungere gli obiettivi delle rispettive mission. “Non è più procrastinabile l’introduzione nell’ordinamento normativo nazionale della previsione di una procedura concorsuale di selezione dei progetti da sovvenzionare, sul modello delle procedure selettive attivate da EuropeAid”, afferma la Corte.

L’indagine della Corte è stata inserita nel programma dei controlli del 2011 in quanto il monitoraggio contabile, effettuato sui flussi finanziari del capitolo di spesa dedicato alla gestione dei contributi alle ONG, sia per i progetti triennali di vario genere che per i progetti Info/Eas, ha evidenziato un consistente accumulo di residui, nel triennio 2008-2010, indice di alcune criticità.

 

Il campione preso in considerazione per la valutazione riguarda l’attuazione di84 progetti nel triennio 2008/2010 in 23 paesi. Su questo campione la valutazione della DGCS in 55 non aveva evidenziato difficoltà nella realizzazione mentre in 28 casi erano emerse problematiche di diversa entità. Delle criticità riscontrate, pari a circa il 33% delle iniziative, si dà contezza nella relazione, articolando sinteticamente i Paesi e le ONG promotrici dei progetti in cui si sono verificate. C’è di tutto nei riscontri presentati, progetti fermi o in ritardo da anni, infrastrutture realizzate su terreni di terzi o inesistenti, rendiconti e pezze indisponibili, fondi fermi in Italia da mesi, responsabili di progetto fantasma e irregolarità di ogni tipo nel rendiconto delle spese sostenute.Insomma una situazione che necessita di “indurrel’adozione degli opportuni provvedimentiper una rivisitazione organica dei profili ordinamentali che disciplinano la materia”.Ma le contestazioni non sono solo per le ONG, anche la DGCS, cui la Corte chiede di intervenire prontamente su più fronti: 

  • per codificare i criteri che presiedono al funzionamento dei controlli, prevedendo dei termini perentori per l’esibizione della documentazione giustificativa;

  • non sovvenzionare progetti che non siano preceduti da un’accurata, approfondita e informata istruttoria, esaustiva della situazione della realtà locale;

  • di verificare non solo la sufficienza del patrimonio delle ONG rispetto alle obbligazioni assunte ma anche di verificare che la ONG fornisca effettive garanzie in ordine sia alla realizzazione delle attività;

  • di attivare le necessarie iniziative di recupero degli anticipi disposti nei casi di non realizzazione degli interventi previsti;

  • ridimensionare l’articolazione della rete delle unità tecniche locali […] razionalizzando la procedura di verifica di ammissibilità di un progetto, evitando duplicazioni di passaggi tra uffici.

 

Infine le tre principali raccomandazioni della Corte:Si rende non più procrastinabile l’introduzione nell’ordinamento normativo nazionale della previsione di unaprocedura concorsuale di selezione dei progetti da sovvenzionare, sul modello delle procedure selettive attivate dall’EuropeAid della Commissione Europea; Si esige il generalizzato ricorso a procedure selettive concorsuali e concorrenziali, aperte o ristrette, che, previa la verifica preliminare dei progetti proposti, alla luce dei criteri selettivi discrezionalmente enunciati nel bando, conduca all’individuazione dell’offerta più vantaggiosa. E’ auspicabile che la DGCS adotti in materia una linea di condotta innovativa sul piano “culturale”,introducendo metodologie atte a valutare la convenienza della destinazione alternativa delle risorse finanziarie unitamente ad una diversa qualità dell’informazione contabile, in grado di rendere effettivo il controllo sull’attività, verificandone costi, tempi e modi di svolgimento; nonché, provvedendo a formare risorse professionali da applicare, per un periodo adeguato, alla specifica attività del controllo contabile. 

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