La necessità di ridefinire un modello di sviluppo globale che significhi sostenibilità ambientale, sviluppo economico e sociale: questo il messaggio di fondo degli interventi ascoltati la settimana scorsa alla Farnesina in occasione della conferenza “Da Rio+20 al processo Post-2015: le sfide dello Zero Hunger Challenge, della sostenibilità, della lotta alla povertà e dello sviluppo sociale. Il contributo italiano, la posizione europea” alla quale hanno partecipato il viceministro con delega alla Cooperazione Lapo Pistelli e il direttore generale per lo Sviluppo sostenibile, il clima e l’energia del ministero dell’Ambiente, Corrado Clini.
La sostenibilità ambientale, lo sviluppo economico e quello sociale sono tre pilastri collegati e inscindibili fra loro, ha detto il vice ministro Pistelli nel corso del suo intervento. Nei prossimi mesi l’Italia dovrà giocare le sue carte in due importanti appuntamenti: il semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione europea e l’Expo 2015.
“Riguardo al primo, intendiamo impegnarci nella creazione di un’agenda politica di cooperazione internazionale” e, in questo senso, gli eventi in corso nel Mediterraneo possono fungere da stimolo ad “esercitarci sulla cooperazione non solo a livello teorico ma assumendoci delle responsabilità.
Sul secondo punto, Pistelli ha parlato di quattro pilastri fondamentali da inserire nell’agenda dell’Expo di Milano 2015: “una seria politica di sviluppo rurale comune; la promozione di politiche di genere e di empowerment femminile; l’adozione di un nuovo modello di lettura dello sviluppo che vada oltre il Pil; la valorizzazione della cooperazione decentrata, che in alcuni casi funge in supplenza della cooperazione tradizionale”.
A margine del convegno il Viceministro Pistelli ha dichiarato che vede possibile aumentare il contributo italiano alla cooperazione allo 0,29 per cento del Pil a patto che il governo mantenga le promesse fatte l’anno scorso. “Capisco che possa sembrare impegnativo ma mi pare molto ragionevole. Siamo – spiega il vicemnistro – penultimi in Ue, davanti solo alla Grecia per un centesimo di punto. Il bilancio della Cooperazione dal 2007 al 2013 è stato tagliato di quasi l’80 per cento. Non promettiamo la luna, non ci sono sparate improbabili rispetto agli obiettivi che altri paesi hanno accolto da tempo. Ci proponiamo un incremento del 10 per cento annuo rispetto all’incremento dell’anno precedente. Piccole cifre ma che in quattro anni porteranno a un dignitoso 0,29 per cento. Saremmo sempre in coda ma non proprio il fanalino. Spero che su questo ci sia anche un senso di orgoglio nazionale, considerando che nel 2014 e nel 2015, tra la presidenza del semestre europeo e l’expo di Milano, non ci possiamo permettere di stare in questa posizione”.