III Summit Cooperativo delle Americhe – Cooperative italiane e colombiane insieme per promuovere la pace

Oltre 1.500 partecipanti provenienti da 30 Paesi diversi, dall’America Latina al Canada all’Europa, si sono riuniti a Cartagena de Indias, in Colombia, per il III Summit Cooperativo delle Americhe, organizzato da Cooperatives of the Americas – Ufficio Regionale dell’International Cooperative Alliance (ICA). Sedici workshop tematici e cinque conferenze magistrali si sono susseguiti per analizzare il futuro del movimento cooperativo nelle Americhe e un focus particolare è stato dato al contributo che le cooperative possono portare al processo di pace in corso di negoziazione tra il Governo colombiano e gli attori del conflitto.

 

Coopermondo – Confcooperative ha partecipato ai lavori organizzando, insieme a Cooperatives Europe, nella giornata di mercoledì 5 Novembre, una Conferenza internazionale dal titolo “Cooperation between Europe and Latin America: contributions to an inclusive and sustainable development”, cui hanno partecipato circa 150 persone in rappresentanza di cooperative, ong e società civile di molti Paesi latinoamericani. 

 

La riflessione sulle sinergie e sulle opportunità di collaborazione tra il movimento cooperativo europeo e quello latinoamericano si è avvalsa della presenza autorevole del Ministro Plenipotenziario Fabio Cassese, vice direttore Generale della DGCS del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Intervenendo in rappresentanza della Cooperazione Italiana e della Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, il Ministro Cassese ha spiegato che “la nuova legge italiana 125/14 riconosce le cooperative come attori chiave nella cooperazione allo sviluppo, perché si occupano di attività innovative e promuovono uno sviluppo sostenibile a lungo termine”. Cassese ha parlato del roadshow di eventi organizzati dall’Alleanza delle Cooperative Italiane sul ruolo delle cooperative nei processi di sviluppo internazionale, citando i diversi strumenti normativi e finanziari che aprono nuove opportunità per le cooperative, per il settore privato europeo e per i Paesi partner. 

 

Dagli interventi susseguitisi è stata ampiamente condivisa la necessità, per la nuova cooperazione allo sviluppo, di utilizzare il dialogo multistakeholder come metodo privilegiato, favorendo le partnership tra attori pubblici, privati e altri soggetti della società civile. Si è inoltre posto l’accento sull’accesso al credito cooperativo quale strumento per favorire l’inclusione sociale, realizzare sviluppo locale basato sull’economia reale ed evitare speculazioni finanziarie e sulla sicurezza alimentare attraverso l’agricoltura sostenibile, che può rivelarsi un veicolo per la reintegrazione sociale di popolazione in situazione di vulnerabilità da processi di post-conflitto.

 

 

All’interno della Conferenza, a Coopermondo è stato affidato un workshop tematico con un focus sull’inclusione sociale delle donne e dei giovani. Due gruppi di circa quindici persone hanno potuto condividere best practice e riflettere su proposte concrete per creare posti di lavoro e pari opportunità, per evitare il coinvolgimento dei giovani in attività illecite o informali e rafforzare l’empowerment delle donne. Tra le presentazioni è spiccata quella di Francesco Vincenti, già responsabile del Programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) per vari Paesi dell’America Latina e oggi coordinatore UE del laboratorio di coesione sociale finanziato dall’Unione Europea in Messico (potete scaricarla qui).

 

Nelle altre giornate, il tema che ha dominato il Summit stato quella della pacificazione. Il Ministro del Lavoro colombiano, Luis Eduardo Garzon, ha annunciato l’intenzione di arrivare a un patto con il movimento cooperativo colombiano e internazionale per adottare il modello cooperativo come forma organizzativa e produttiva chiave per l’integrazione economica e sociale della popolazione (vittime e carnefici) coinvolta nel conflitto colombiano, per il quale è in corso una negoziazione che porti alla pace tra le varie parti coinvolte.

 

Dame Pauline Green, Presidente dell’International Cooperative Alliance, ha ricordato il proprio lavoro nel gruppo di consultazione del Governo britannico nel processo di negoziazione post-conflitto con l’IRA e ha ribadito come “il movimento cooperativo, in molte zone del mondo, ha ricostruito comunità creando lavoro dignitoso e migliorando le condizioni di salute ed educative in zone di conflitto e post-conflitto”.

 

Infine, Dario Castillo Sandoval, Presidente di Confecoop Colombia – unica centrale cooperativa colombiana con oltre 6.000 imprese associate – ha dichiarato che la sua organizzazione “sta già lavorando per l’integrazione economica e sociale in molte aree del Paese, anche avvalendosi del contributo del cooperativismo italiano”. Coopermondo si impegnerà in prima persona in questo processo sostenendo Confecoop Colombia con un nuovo progetto pilota (“Agricoop Colombia“) in partnership con l’Istituto Italo-latinoamericano e l’Ambasciata d’Italia in Colombia sul rafforzamento organizzativo e produttivo delle cooperative agricole colombiane esistenti in aree fortemente colpite dal conflitto. Dopo un’intensa settimana di relazioni, best practice, scambi di idee e proposte ora non resta che mettersi al lavoro e dare concretezza al sesto principio della cooperazione: che tra Colombia e Italia possa nascere un futuro di cooperazione e di pace.

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