Il potenziale dell’Economia Sociale per la cooperazione internazionale allo sviluppo

“L’economia sociale non è l’altra economia, ma una parte essenziale dell’economia e della società. E’ un modello che gioca un ruolo importante per rilanciare la crescita in Europa e che per questo abbiamo deciso di affrontare durante il periodo di Presidenza italiana del Consiglio UE”.  

 

Con queste parole e con un invito a fortificare la rappresentanza delle organizzazioni dell’economia Sociale nelle Istituzioni, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha concluso la Conferenza Internazionale “Liberare il potenziale dell’Economia Sociale per la crescita in Europa” organizzata dal Ministero del Lavoro nell’ambito del Semestre di Presidenza Italiana del Consiglio Europeo. 

 

Circa 500 organizzazioni dell’economia sociale (cooperative, imprese sociali, associazioni, fondazioni e mutue) hanno partecipato alla due giorni dedicata a un modello economico basato su valori di solidarietà, sussidiarietà e sostenibilità economica, sociale e ambientale. Un modello che si pone come alternativo a quello dominante e che ha dimostrato di essere più resiliente alle crisi prodotto ciclicamente dal sistema capitalistico. Un modello basato sull’inclusione sociale, sulla valorizzazione dei territori e delle comunità, che mette al centro le persone e non il capitale. 

 

 

Nella lectio magistralis di apertura l’economista francese Jean Paul Fitoussi lo ha dichiarato apertamente: “L’economia è per sua natura sociale, se qualche volta diventa non sostenibile è perché si è dimenticata della società”.

 

I valori su cui si basa l’economia sociale sono perfettamente coerenti con l’Agenda ONU sugli Obiettivi di Sviluppo post 2015 che puntano non più solo a migliorare le condizioni di vita dei cittadini dei paesi più poveri, ma a portare maggiore attenzione alla qualità nella crescita economica anche nei paesi avanzati attraverso la creazione di lavoro dignitoso, la garanzia di una sicurezza alimentare e di un accesso al credito con schemi di finanza inclusiva anche nel rispetto dell’ambiente e dei territori

 

L’Unione Europea, attraverso la sua azione di cooperazione internazionale (Europeaid), dovrebbe fare propri i valori dell’economia sociale. Alla luce dei nuovi approcci al settore dell’Ue e degli stati membri, che vedono un maggior coinvolgimento del settore privato in un’ottica di partnership con le istituzioni e le organizzazioni della società civile e con i Paesi partner, per le organizzazioni dell’economia sociale si aprono numerose opportunità. 

 

La forza dell’economia sociale sta nel mettere insieme due fattori fondamentali per il benessere di una società: la crescita economica, unica garanzia per uscire dalla trappola della povertà, e l’inclusione sociale, quindi la creazione di posti di lavoro che valorizzano la dignità della persona, coinvolgendo direttamente i cittadini attraverso una partecipazione democratica. 

 

 

E’ arrivato il momento di cooperare su larga scala: i Paesi del nord e del sud del mondo devono allearsi per promuovere questo modello economico alternativo, l’unico in grado di garantire uno sviluppo davvero sostenibile.

 

 

 

Leggi le conclusioni “Unlocking the Potential of the Social Economy for EU Growth: The Rome Strategy” qui

 

 Dal Working Group su Economia Sociale e Cooperazione Internazionale, cui ha partecipato anche Coopermondo, sono emerse tre proposte concrete: innanzitutto che i governi incentivino politiche pubbliche e quadri normativi in grado di generare un ambiente favorevole allo sviluppo di organizzazioni di Economia Sociale; che l’Unione Europea dia supporto a investimenti in ricerca e capacity building attraverso una piattaforma che metta in rete i diversi attori dell’economia Sociale di tutto il mondo; infine che l’UE fomenti la nascita di una task force europea composta da attori dell’Economia sociale impegnati nella cooperazione internazionale. 

Il documento finale della conferenza è scaricabile a questo link

 

I documenti dei gruppi di lavoro saranno disponibili a breve.  

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