Libertà è partecipazione – Incontro con Shirin Ebadi al Festival Nazionale dell’Economia Civile

Il mio popolo lotta per la libertà. Da 43 anni. Potete aiutarlo ricordando che esiste. Parlando della nostra cultura, del nostro sacrificio, degli operai che scioperano, delle donne che difendono i loro diritti”.

Shirin Ebadi è minuta, parla pacatamente – a parte qualche parola che, pur essendo in farsi, arriva forte e chiara – e sembra che possa rompersi al minimo tocco, come una preziosa porcellana. Ma la potenza evocativa delle sue parole è inversamente proporzionale alla fragilità del corpo da cui esce.

La democrazia non è occidentale, facciamo attenzione alle parole” dice. “Così come c’è un sole per tutti, un dio per tutti, c’è una sola democrazia che è quella che garantisce libertà ed equità. Noi stiamo cercando di riprenderci la nostra e lo faremo. Noi vinceremo”.

Lo afferma con una sicurezza che contagia. A lei, che nel 2003, ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace, per la sua difesa dei diritti di donne, bambini e rifugiati, prima donna musulmana e prima iraniana a riceverlo, non si può non credere. A lei, a cui il regime iraniano ha chiuso lo studio, arrestando tutti i suoi collaboratori oltre che suo marito e sua sorella, si ha voglia di seguirla.

Il regime le ha anche tolto tutto, dalla casa di famiglia ai soldi del conto in banca. Ma lei non ha ceduto e ha scelto la libertà, stabilendosi in Europa da dove continua a dar voce alla lotta del suo popolo. E ci ha chiesto di fare lo stesso perché “non potete aiutarci con i soldi, non arriverebbero – dice. Quelli li troviamo tra di noi, anche chi ha poco riesce a far arrivare un po’ di aiuti alle famiglie di chi è stato arrestato, di chi sciopera. Però non ci dovete abbandonare o dimenticare. Anche perché quando lo fate, come è successo con i siriani, gli afgani o i libici, diventa poi una vostra responsabilità. Invece se ci aiutate a creare delle condizioni di vita accettabili a casa nostra la responsabilità resta con noi”. 

È stato uno dei momenti più coinvolgenti della quinta edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile promosso da Confcooperative, Federcasse e Next. Uno di quei momenti in cui ti senti comunità col vicino di sedia ma anche con tutti i popoli del mondo e credi che tutto sia possibile perché l’umanità è capace di ribellarsi alla disumanità. E di cooperare per il bene.

Oltre i limiti: l’impegno che (ci) trasforma” è stato il tema della V edizione del Festival  tenutosi a Firenze dal 28 settembre al 1 ottobre, con oltre 40 panel. Il luogo che ha fatto da cornice all’evento è stato il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, dove tra gli altri, si sono confrontati  Joseph Stiglitz, economista e vincitore del Premio Nobel per l’economia nel 2001 e Kaushik Basu, ex capo consigliere economico del Governo dell’India e capo economico della Banca Mondiale dal 2012 al 2016.

Ulteriori informazioni sul festival si possono trovare CLICCANDO QUI

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