Ong, cooperative, imprese e società civile: un dialogo sulla cooperazione allo sviluppo

Il 15 Luglio scorso Coopermondo ha assistito al primo evento ufficiale del Semestre di Presidenza dell’Unione Europea organizzato dal Ministero Affari Esteri a margine della Riunione informale dei Ministri Europei della Cooperazione allo sviluppo: una tavola rotonda nella quale i diversi attori della cooperazione internazionali hanno iniziato un dialogo aperto sul ruolo del settore privato dei processi di sviluppo internazionale.

 

A tenere le redini del dibattito è stato il provocatorio Stephen Sackur della BBC che ha subito chiesto ad Andris Piebalgs, Commissario Europeo dello sviluppo, se non si debba considerare un fallimento il mancato raggiungimento degli Obiettivi del Millennio. Ma per il Commissario si trattava di una domanda posta nei termini sbagliati: “Ciò che conta è che la tendenza è stata rispettata. Ora è cambiato l’approccio allo sviluppo; bisogna riconoscere la complessità di questo fenomeno che riguarda tutti i Paesi, non solo quelli in via di sviluppo”. 

 

Per il noto economista Jeffrey Sachs “l’importanza degli obiettivi del Millennio è stata quella di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di quegli argomenti”. Il fatto che le maggiori organizzazioni mondiali li abbiano condivisi come priorità da perseguire non è un dato banale. Lapo Pistelli, Vice Ministro italiano per gli affari internazionali, si spinge ancora oltre e ribadisce l’importanza che riveste la costruzione di una “narrativa forte” nella legittimazione delle politiche di cooperazione.  

 

Sui temi chiave della nuova agenda per gli Obiettivi post-2015, ong, imprese e istituzioni hanno mostrato di convergere verso le stesse proposte: la ricerca di una formula di sostenibilità economica che garantisca l’inclusività degli attori sociali, il rispetto dei diritti umani, l’uguaglianza di genere e la salvaguardia dell’ambiente. “Non c’è possibilità di crescere ancora se non troviamo un approccio più olistico allo sviluppo, che includa tutti questi obiettivi”, per dirlo con le parole dell’economista Sachs. 

 

Klaus Niederlander, direttore di Cooperatives Europe, ha sottolineato la grande capacità delle imprese cooperative nel generare inclusione sociale e sviluppo sostenibile: “Le cooperative sono responsabili nei confronti dei propri consumatori o produttori e questo genera grandi benefici. Esistono già molte esperienze di imprese cooperative impegnate nella cooperazione allo sviluppo, ma sono realtà troppo poco conosciute: è arrivato il momento di valorizzare il loro modello”. Niederlander ha inoltre ricordato che Cooperatives Europe ha creato una piattaforma online in cui sono monitorati quasi 300 progetti di cooperazione allo sviluppo portati avanti da cooperative europee in tutto il mondo (tra cui anche quelli di Coopermondo e della rete di Confcooperative). 

 

Christophe Yvetot di UNIDO (L’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale) ha riconosciuto le piccole e medie imprese come motore fondamentale nella lotta alla povertà in quanto catalizzatori di lavoro dignitoso e sviluppo sostenibile. Per questo “devono per questo essere posizionate al vertice dell’agenda della cooperazione”. 

 

Come ha detto in chiusura il Vice Ministro Pistelli, ora spetta ai diversi attori lavorare insieme per costruire una nuova idea di cooperazione, che si configuri meno come charity e più come sviluppo sostenibile.  

Leave a Reply