Riforma Cooperazione allo sviluppo, manca solo il sì del Senato

«Va nella giusta direzione il percorso intrapreso sulla Cooperazione allo sviluppo. È un cambio di passo sostanziale nelle modo di intendere e di portare avanti le politiche di Cooperazione allo sviluppo internazionale». Così Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, commenta l’iter di riforma della Cooperazione allo Sviluppo.

 

“A segnare il cambio di paradigma”, fa notare il direttore di Coopermondo-Confcooperative, Danilo Salerno, “è in primo luogo il linguaggio: non si parla più di aiuti pubblici allo sviluppo, ma di cooperazione internazionale per lo sviluppo”.   

  

Il Ministero degli Affari Esteri prenderà il nuovo nome di “Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale” (Maeci) e al vice ministro saranno delegate tutte le competenze in materia di cooperazione allo sviluppo. Verrà, poi istituita, l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, un organismo tecnico incaricato della gestione dei progetti sulla base dei criteri di efficacia, economicità, unitarietà e trasparenza.

 

«Si tratta, senza dubbio, di una riforma moderna e innovativa» aggiunge Gardini, “frutto di un intenso dialogo a più voci iniziato due anni fa e reso possibile anche grazie alle relazioni tra i diversi attori pubblici e privati, impegnati nella cooperazione allo sviluppo e consolidatesi intorno al Tavolo Interistituzionale”.

 

Con 251 voti favorevoli la Camera dei Deputati ha approvato il testo di riforma (Legge 49/87) sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo. Ora il testo deve tornare al Senato per l’approvazione definitiva ed è probabile che si trasformi in Legge prima della sospensione estiva dei lavori parlamentari. Un ulteriore passaggio chiave è il riconoscimento del ruolo del settore privato, profit e no profit, nella cooperazione allo sviluppo. L’importanza riconosciuta alle imprese cooperative, rimarca il ruolo significativo che anche le nostre Organizzazioni potranno giocare nella promozione di uno sviluppo locale inclusivo e sostenibile.

 

«La grande novità è rappresentata dalla nascita, anche in Italia, di una Banca dello Sviluppo, come già esiste in Francia e in Germania. A fare da base per questo nuovo istituto finanziario – dice Danilo Salerno, direttore di Coopermondo Confcooperative – sarà la Cassa Depositi e Prestiti che potrà iniziare a finanziare progetti di cooperazione allo sviluppo. Coopermondo – Confcooperative esprime grande soddisfazione per lo straordinario lavoro fatto da tutti gli attori coinvolti nel processo di riforma: un particolare apprezzamento per le Ong che hanno dimostrato non solo una forte apertura al dialogo ma anche una grande abilità nell’interpretare il ruolo di capocordata all’insegna della sussidiarietà».

 

Va riconosciuto il merito e la qualità del lavoro fin qui svolto in Parlamento, dai Presidenti e ai componenti delle Commissioni III di Camera e Senato, che hanno istituito l’iter legislativo: in particolar modo il lavoro svolto dai relatori Giorgio Tonini (Senato) e Lia Quartapelle (Camera) che hanno saputo interpretare in maniera moderna le valutazioni che l’Alleanza delle Cooperative Italiane ha espresso più volte e in particolar modo in occasione dell’audizione al Senato.

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