E’ ufficialmente iniziato l’Anno Europeo per lo Sviluppo. Solo un italiano su cinque sa di cosa si tratta eppure è un’occasione che le cooperative non possono lasciarsi sfuggire. L’Unione Europea ha deciso di dare, durante tutto il 2015, spazio, risorse e visibilità al tema più globale che esiste: lo sviluppo sostenibile. Ogni mese sarà dedicato a un tema specifico e noi cercheremo di spiegare in che modo le cooperative possono diventarne le protagoniste. Il tema di gennaio, “L’Europa nel mondo”, ci offre l’opportunità di fornire un’introduzione sull’impegno delle cooperative europee nella cooperazione allo sviluppo.
Attraverso la rete di Cooperatives Europe, Coopermondo ha catalogato 425 progetti di cooperazione realizzati a partire dal 2008, che impegnano le cooperative europee in 78 paesi del mondo per un valore complessivo di 200 milioni di euro. Le cooperative italiane aderenti a Confcooperative e Legacoop hanno contribuito con 100 progetti e una gestione finanziaria di oltre 60 milioni. Il modello di impresa cooperativo si distingue da quello tradizionale perché si fonda su valori come la centralità della persona e non del capitale, il rispetto del territori, la valorizzazione delle risorse della comunità, caratteristiche che lo rendono un modello di business in linea con i valori solidali della cooperazione.
Il 2015 è un anno chiave perché vedrà l’approvazione, a settembre, della nuova Agenda dello Sviluppo Post2015. E’ dunque fondamentale alimentare discussioni e dibattiti tra tutti gli attori coinvolti nella cooperazione internazionale per comprendere quali errori sono stati commessi nell’implementazione dell’agenda dello sviluppo del Millennio (che scade quest’anno) e quali esempi invece si devono continuare a seguire.
Le principali lezioni che sono state apprese negli ultimi anni sono due. Prima di tutto che la lotta alla povertà e alla fame del mondo non deve essere unilaterale, da una parte del mondo più ricca a una più povera. La società globalizzata pone una sfida a livello mondiale per la ricerca di una crescita che sia sostenibile non solo economicamente, ma anche socialmente e ambientalmente. Uno sviluppo sostenibile per tutti è la chiave del successo della nuova cooperazione.
Il secondo elemento da tenere in considerazione è la partnership come modalità di azione.La cooperazione non deve più essere oggetto delle politiche solidali di alcuni enti pubblici bensì l’esito di una partnership che metta insieme istituzioni, università, Ong e settore privato. Favorire le condizioni per lo sviluppo di imprese che producono in maniera sostenibile deve essere parte dell’azione di cooperazione per garantire che la crescita continui anche quando l’intervento del progetto sarà concluso.
Le cooperative rappresentano un modello di impresa adeguato non solo perché promuovono un’economia sostenibile anche a livello sociale e ambientale, ma anche perché sono in grado di dialogare con le altre organizzazioni coinvolte nei progetti. Coopermondo non perderà nessuna occasione durante questo anno per lo sviluppo affinché sia un anno di svolta durante il quale le cooperative riescano a comprendere le grandi opportunità che la cooperazione internazionale può offrire loro e viceversa.
Di questo e molto altro parleremo il 30 gennaio 2015 dalle 09.30 alle 13.30 al seminario “Private Sector for Development: impegni e opportunità delle cooperative italiane nella cooperazione internazionale per lo sviluppo” al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale: scopri l’evento qui.