Un europeo su due pronto a dare supporto alla cooperazione internazionale

Non solo fiduciosi dell’efficacia delle azioni della cooperazione internazionale per lo sviluppo ma anche pronti a chiedere un aumento dei fondi da destinare ai paesi più poveri. La fotografia che l’Euro Barometro sulla cooperazione allo sviluppo ha diffuso il 12 gennaio è incoraggiante. Decisamente positivo si è mostrato il commissario per la cooperazione internazionale allo sviluppo Neven Mimica il quale, presentando i dati, ha affermato che “l’Europa, con gli oltre 56 miliardi di euro destinati alla cooperazione, non solo si conferma come il maggiore donatore pubblico ma anche come il migliore per la qualità dei progetti”.

I cittadini europei la pensano come lui. Secondo il sondaggio condotto dalla Commissione Europea l’85% dei cittadini UE considera importante aiutare le popolazioni nei paesi in via di sviluppo e il 67% ritiene che bisognerebbe aumentare i fondi destinati alla cooperazione. Anche il supporto individuale si è confermato alto: circa la metà degli intervistati ha espresso la volontà di impegnarsi personalmente e sostenere la cooperazione, per esempio attraverso l’acquisto di prodotti provenienti dai paesi in via di sviluppo anche se più cari.  

 

Il report ha però messo in luce anche una lacuna del mondo della cooperazione internazionale: la scarsa capacità del settore di comunicare i propri risultati. Ben il 55% dei cittadini UE non sa dove vanno a finire i fondi dell’aiuto pubblico sia europeo sia nazionale. Al contrario però in Italia l’8% degli intervistati ha dichiarato di sapere “molto bene” dove vengono destinati i fondi della Cooperazione (contro una media europea del 4%).

 

Tuttavia in Italia si è registrato un calo dell’interesse dell’opinione pubblica alla cooperazione con solo il 45% di italiani che ritengono che affrontare la povertà nei Paesi in via di sviluppo debba essere tra le principali priorità del governo nazionale (dato che è in calo rispetto allo scorso anno ma ancora in linea con la media UE).  Gli italiani sono soprattutto meno disposti a spendere di più per acquistare prodotti provenienti da Paesi in via di sviluppo: solo un 33% è pronto a pagare di più rispetto al 49% della media europea. 

 

Esiste tuttavia una nota positiva che potrebbe rivelarsi un dato importante: il 21% degli italiani infatti è a conoscenza del 2015 Anno Europeo per lo Sviluppo, contro una media del 12% in Europa. Gli operatori dello sviluppo hanno dunque un notevole vantaggio per coinvolgere i cittadini italiani e far passare il messaggio che la lotta alla povertà e la ricerca di una crescita sostenibile a livello economico, sociale e ambientale è una sfida che deve impegnare tutti e non solo i Paesi in via di sviluppo. La curiosità gli italiani la dimostrano; ora quindi, operatori dello sviluppo al lavoro. 

 

Per scaricare il report completo (in inglese) clicca qui

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