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Firmata una Lettera di Intenti tra la Commissione Dirigenti Cooperatrici di Confcooperative e la Commissione Donne della Confederazione Guatemalteca di Commercio Solidale

Lo scorso settembre una delegazione di rappresentanti del mondo cooperativo guatemalteco è venuta in visita in Italia nell’ambito del progetto “Rafforzare le capacità Coordinatore dei Piccoli Produttori del Commercio Equo e Solidale in Guatemala per accedere ai mercati e promuovere una crescita economica inclusiva” finanziato dall’Unione Europea e implementato da Coopermondo assieme a Confartigianato Vicenza, la Ong CISP – Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli e il partner locale, la Coordinadora Guatemalteca de Comercio Justo.
Durante la visita, i cooperanti guatemaltechi hanno partecipato ad eventi e visitato diverse realtà nazionali appartenenti al mondo cooperativo, e ciò ha aperto la strada a nuove sinergie e partenariati tra i due Paesi.


È proprio in questo quadro che è stato firmato oggi un importante accordo di collaborazione che coinvolge Coopermondo, la Commissione Dirigenti Cooperatrici Nazionale di Confcooperative e la Commissione per le donne della Confederazione Guatemalteca di Commercio Solidale.


L’accordo si basa sul comune impegno per la promozione della partecipazione femminile alla vita economica, sociale e politica delle rispettive comunità e sul comune obiettivo di perseguire uno sviluppo sostenibile che preveda il raggiungimento della parità di genere nel mondo, partendo dal rafforzare la rappresentanza e la democrazia paritaria.


Su tali basi, le due commissioni si impegnano a collaborare per condividere politiche attive e buone prassi focalizzate alle pari opportunità e alla crescita professionale e personale delle donne cooperatrici, attraverso lo scambio sinergico tra le due realtà.


Tale scambio potrà concretizzarsi in confronti, laboratori, momenti di formazione, ecc. che riguarderanno le tematiche centrali della cooperazione in prospettiva di genere, in particolare:

  • Empowerment e valorizzazione dei talenti
  • Impresa femminile e credito: azioni di supporto e tutoraggio
  • Occupazione femminile e autonomia economica
  • Conciliazione e condivisione dei carichi di cura
  • Rappresentanza e democrazia paritaria
    Violenza di genere: azioni a contrasto

La sigla di questo accordo è un’importante testimonianza dell’impegno dei due Paesi a perseguire l’agenda comune in termini di uguaglianza di genere, cooperando per il raggiungimento di una maggiore inclusione economica, sociale e politica delle donne.

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Giornata della Sostenibilità Cooperativa

Confcooperative lancia la prima Giornata della Sostenibilità sull’impegno del sistema confederale per lo sviluppo sostenibile

Mercoledì 3 novembre si terrà a Roma, presso il Palazzo della Cooperazione, la prima Giornata della Sostenibilità Cooperativa promossa da Confcooperative per valorizzare tutte le esperienze, competenze e azioni che il Sistema confederale sta mettendo in campo per contribuire al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite che ha ispirato i successivi Next Generation EU e PNRR.

Coopermondo sarà presente per raccontare il suo impegno per lo sviluppo sostenibile assieme alle altre società di sistema di Confcooperative che sono da anni protagoniste di percorsi virtuosi finalizzati al contrasto del cambiamento climatico e al raggiungimento di un giusto equilibrio tra transizione ecologica e benessere socio-economico.

La giornata sarà animata dal duo Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu in un primo momento e dal giornalista Filippo Solibello poi e sarà ricca di attività. Inizialmente verrà illustrato il nuovo Focus Censis su Innovazione e Sostenibilità dal presidente di Confcooperative Maurizio Gardini. Dopodiché, sarà il momento di premiare le cooperative vincitrici del concorso fotografico “Confcooperiamo 2030” per valorizzare il loro contributo al raggiungimento dei 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030. Il professor Marco Frey presenterà poi il Bilancio di Sostenibilità. A seguire Confcooperative e le realtà di sistema – tra cui Coopermondo – presenteranno un focus specifico delle loro azioni per la sostenibilità, utilizzando uno dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030.
Qui il link per seguire l’evento in streaming: https://vimeo.com/event/1397215

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Nuove vie per la cooperazione e lo sviluppo delle filiere agricole in Togo

 

Al MacFrut di Rimini si è parlato di sviluppo, cooperazione e promozione delle filiere agricole in Togo, sul modello virtuoso del progetto dell’ananas “Dolcetto”, implementato da Coopermondo e Brio
Martedì 7 settembre siamo stati al MacFrut di Rimini (evento di riferimento per i professionisti del settore ortofrutticolo in Italia e all’estero) per discutere le nuove prospettive di cooperazione e sviluppo che si aprono in Togo sulla scia del progetto “Dolcetto” – Rafforzamento della filiera agro-industriale dell’ananas biologico del Togo, un esempio vincente della collaborazione tra la cooperazione allo sviluppo e il mondo delle imprese.
Il progetto, capitanato da Brio S.p.a e implementato da Coopermondo e dalla Cooperativa locale CPPJPAB, tra gli altri, è co-finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e sta ottenendo ottimi risultati nonostante le difficoltà imposte dal Covid, giungendo a rappresentare un modello virtuoso da replicare nel Paese (e non solo).
Durante l’evento, i rappresentanti delle varie realtà hanno raccontato il progetto e i motivi per i quali rappresenta un modello su cui basarsi per un efficace sviluppo delle filiere agricole in Togo, annunciando nuove prospettive di cooperazione e collaborazione nel Paese.
Come ha ricordato il presidente di Coopermondo, Marco Menni “questo progetto permette alle cooperative agricole togolesi di diventare una realtà più forte e coesa, capace di affrontare la sfida dei mercati internazionali e aumenta la consapevolezza di chi produce e di chi consuma rispetto ai valori della sostenibilità”.
Tra i punti di forza del progetto, infatti, oltre alla partecipazione diretta del settore profit grazie ad un bando apposito dell’AICS (come ricordato dal rappresentante Aldo Cera), c’è il duplice obiettivo dello sviluppo della filiera in loco e della sensibilizzazione al consumo sostenibile in Italia.
“Dolcetto” grazie anche all’importante partecipazione di Fairtrade, rappresenta un virtuoso esempio di declinazione delle tre dimensioni della sostenibilità: sociale, economica ed ambientale, affiancando all’obiettivo commerciale e agricolo la promozione del modello cooperativo e dell’empowerment giovanile.
Come ricordato da Ignace Bikoula di Federcasse, l’importanza del progetto e delle nuove prospettive da esse aperto è quella di non limitarsi a portare crescita ma produrre sviluppo, contribuendo non solo alla diminuzione della povertà ma anche alla diminuzione delle diseguaglianze, facendo in modo che i meccanismi della filiera siano controllati (almeno in buona parte) dai lavoratori stessi.
L’intervento conclusivo della Ministra dello Sviluppo di base, Gioventù e Impiego dei Giovani del Togo, Myriam Dossou-D’Almeida, ha confermato il successo dell’iniziativa e ribadito l’importanza della cooperazione tra i due Paesi, soprattutto in ambito agricolo, invitando poi il mondo del profit (e non solo) a recarsi in Togo perché “Togo is the place to be”.
E infatti noi ci siamo e continueremo ad esserci!

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L’ananas Dolcetto si presenta al MacFrut


Il 7 settembre alle 14.30 Brio, AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, Coopermondo, Fairtrade Italia e Federcasse, insieme a Ministri del Togo e a rappresentanti della cooperativa africana presentano le nuove iniziative nate grazie ai risultati positivi del progetto “Ananas Dolcetto”

Il progetto dell’ananas Dolcetto? Un’esperienza vincente, pure nelle difficoltà imposte dalla pandemia. E un modello che può essere replicato in modo efficace anche in altre filiere favorendo lo sviluppo di un’intera nazione: è questo il punto di partenza del convegno di martedì 7 settembre alle 14.30 dal titolo “Togo: dall’esperienza dell’Ananas Dolcetto alla promozione e sviluppo di nuove filiere agricole cooperative”. L’evento, che si terrà nella sala Diotallevi di Macfrut, è organizzato da Brio Spa, realtà specializzata nella commercializzazione di ortofrutta biologica e biodinamica, Coopermondo e Federcasse che rappresentano il motore principale del progetto di cooperazione internazionale in Togo.

A fare gli onori di casa sarà il Vice Presidente di Confcooperative e presidente di Coopermondo Marco Menni che ricorderà i positivi risultati della prima annualità del progetto “Ananas Dolcetto”: sviluppo della filiera cooperativa in Togo e professionalizzazione della forza lavoro (con sensibili ricadute positive sull’intera comunità), conseguimento di importanti certificazioni, fra cui quella Fairtrade, presidio del mercato internazionale con prezzi adeguati e positivi riscontri dai consumatori italiani.

Seguirà l’intervento del Ministro Antoine Lekpa Gbegbeni, titolare del Ministero Agricoltura, Allevamento e Sviluppo Rurale del Paese africano che introdurrà il nuovo progetto: “Rafforzamento della filiera agro-industriale di Dolcetto, l’ananas biologico del Togo”. Con lui, gli attori principali dell’iniziativa: Aldo Cera per l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, Giovanni Pausini (Coopermondo), Andrea Bertoldi per BRIO S.p.A e Thomas Zulian per Fairtrade Italia.

Sull’esempio dell’Ananas Dolcetto, poi, sarà Egblogbe Kokou, Presidente della Cooperativa CPJPPAB Distretto di Tsevié in Togo (protagonista della prima iniziativa di cooperazione internazionale), a presentare il progetto di sviluppo di filiere agricole e rafforzamento delle cooperative esistenti in Togo, mostrando come il “Modello Dolcetto” possa essere virtuosamente applicato ad altre produzioni del Paese africano. Un progetto che sarà sostenuto anche da Federcasse, la Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali, secondo le modalità illustrate nell’intervento di Ignace Bikoula che segue quello del presidente Egblogbe Kokou.

Concluderà i lavori la Ministra Myriam Dossou-D’Almeida, titolare del Ministero Sviluppo di base, Gioventù e Impiego dei Giovani del Togo.

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Dolcetto, il covid non ferma il progetto dell’ananas biologico in Togo

BILANCIO POSITIVO PER IL PRIMO ANNO DEL PROGETTO DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO DELLA FILIERA IN TOGO
Nonostante le difficoltà imposte dalla pandemia, tanti gli obiettivi già raggiunti dal progetto realizzato da Brio e Agrintesa e promosso da Coopermondo: 500 giovani sono stati avviati all’agricoltura e oltre 1.500 agricoltori togolesi (di cui oltre un terzo donne) hanno ottenuto la certificazione Bio e Fairtrade. Centrato il bersaglio della giusta remunerazione per l’ananas e raggiunti oltre 250.000 consumatori italiani.
24 marzo 2021 – Il Covid non ferma il progetto “Ananas Dolcetto”: al termine del primo anno di attività è positivo il bilancio dell’iniziativa per lo sviluppo dell’agricoltura cooperativa in Togo. Il progetto è promosso da Coopermondo, la ONG del Sistema Confcooperative, con il contributo di AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo assegnato nell’ambito del Bando Profit 2018, e vede Brio, realtà specializzata nella commercializzazione di ortofrutta biologica, come capofila e Agrintesa come partner industriale e agronomico.
Avviato a fine 2019, il progetto “Ananas Dolcetto” nasce con l’obiettivo di sostenere, attraverso il modello dell’agricoltura cooperativa, lo sviluppo della comunità di Tsévie in Togo, Paese dove il 32,3% della popolazione vive sotto la soglia di povertà e la coltivazione della terra occupa il 75% della popolazione attiva. “L’obiettivo – spiegano Gianni Amidei, presidente di Brio e Aristide Castellari, presidente di Agrintesa – era quello di aiutare migliaia di piccoli agricoltori a esportare un prodotto di valore come l’ananas a prezzi remunerativi, garantendo ai produttori una fonte di reddito certa e continuativa. Ma anche di promuovere un modello, quello cooperativo, che favorisse lo sviluppo sociale ed economico di tutta l’area. La pandemia, com’è facile immaginare, ha creato non poche difficoltà ma al termine del primo anno di progetto siamo comunque riusciti a centrare molti degli obiettivi che ci eravamo prefissati, ponendo solide basi per il prossimo futuro”.
“È con soddisfazione che testimoniamo gli ottimi risultati del progetto, ottenuti grazie alla perseveranza di un team italiano e togolese di eccellenza. I partner in Togo, le cooperative, le famiglie hanno tutti lavorato con la generosità insita nel modello cooperativo che è vincente nello sviluppo di filiere agricole e adatto a promuovere benessere nelle comunità partendo da bisogni fondamentali” aggiunge Marco Menni, presidente di Coopermondo e vicepresidente vicario di Confcooperative. “La nostra ONG continuerà a sostenere lo sviluppo delle cooperative in Togo e in tutti gli altri Paesi dove opera, consapevole dell’importante ruolo di promozione che svolge grazie alla secolare esperienza delle cooperative italiane che fanno parte del sistema Confcooperative di cui Coopermondo è espressione”.
Aldo Cera, referente AICS dell’iniziativa finanziata a Brio Spa, sottolinea come “il progetto ‘Rafforzamento della filiera agro-industriale Dolcetto, l’ananas biologico del Togo coniughi due principi cardine del ‘Bando Profit’ dell’Agenzia che incoraggia un più diretto coinvolgimento del settore privato nazionale in iniziative aventi una chiara e sinergica finalità di sviluppo nei Paesi partner. Tali principi sono il private sector development, qui riscontrabile nel rafforzamento della sostenibilità economica della cooperativa in loco, e il private sector engagement, riconducibile ai positivi aspetti sociali descritti e raggiunti grazie all’impegno di Brio Spa e dei suoi partner”.
E sono i numeri a rendere conto dei risultati conseguiti: “Alla fine del 2020 – Commenta Castellari -, la cooperativa locale CPJPPAB-ZIO (Coopérative Préfectoral des Jeunes Producteurs Professionnels d’Ananas Biologiques-Zio) di Tsévié, nostro partner locale, riuniva oltre 1,500 agricoltori, 500 in più di quelli associati un anno prima, all’avvio del progetto, con una superficie coltivata di circa 500 ettari di ananas biologico là dove prima esistevano solo dei produttori disaggregati, senza alcun obiettivo e operatività in comune. Abbiamo svolto anche un’attività di formazione agronomica con visite periodiche in Togo, acquistato e donato strumentazione tecnica e mezzi per il trasporto del prodotto, assunto 5 persone in loco attraverso una cooperativa togolese per adempiere a funzioni di controllo qualità, commerciali ed amministrative. Inoltre, grazie al supporto di Brio e di Coopermondo, la cooperativa locale ha conseguito la certificazione Bio e, a gennaio 2021, quella Fairtrade”.
Positivi anche i risultati relativi alla sostenibilità economica del progetto: “Il prezzo garantito di acquisto dell’ananas Dolcetto – commenta Amidei – è superiore del 25% a quello di analoghi prodotti certificati Fairtrade, con un impatto positivo sugli agricoltori, sulle loro famiglie e sull’intera comunità. A oggi, aldilà dei positivi riscontri sul fronte economico, siamo felici di registrare una reale crescita della cooperativa togolese, della qualità della vita dei soci e della loro comunità. Grazie al progetto, la CPJPPAB-ZIO oggi è in grado di esportare il proprio prodotto e siamo convinti che nel prossimo futuro potrà affrontare in autonomia anche altri mercati internazionali.”
Ora lo sguardo è proiettato verso il futuro: “Il progetto ha subito un prevedibile rallentamento a causa del Covid – spiega Luca Zocca, Marketing Communication Consultant di Brio – ma il percorso avviato un anno fa continua per far conoscere al consumatore questo prodotto unico a scaffale e di eccellenza, innovativo anche nel packaging in carta riciclata, certificata FSC e 100% riciclabile. Dal punto di vista commerciale fondamentale è stata l’azione di promozione e valorizzazione effettuata nei punti vendita della Grande Distribuzione dove si è riscontrato un altissimo interesse del consumatore verso l’ananas Dolcetto a marchio Alce Nero: nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia che ci hanno costretti, a più riprese, a interrompere le attività in-store, siamo riusciti a raggiungere oltre 250.000 consumatori e a realizzare più di 1.300 interviste successive alle attività di tasting, riscontrando grande interesse e apprezzamento per le caratteristiche organolettiche distintive dell’ananas e per la valenza sociale del progetto. In vista della Pasqua puntiamo a realizzare operazioni promozionali nella Grande Distribuzione e di proporre in futuro l’ananas Dolcetto anche a marca privata.”
 Guarda il video del progetto: https://youtu.be/0TJzSlgLE1E

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Buone notizie per Dolcetto!

L’impegno per Dolcetto, l’ananas del Togo viene rinnovato. Lo scorso 6 novembre, Paola Ferrara, referente nazionale di Coopermondo – ONG di Confcooperative, insieme a Gianni Amidei – Presidente e Luca Zocca – responsabile Marketing di Brio, hanno firmato l’accordo con l’AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
Il progetto “Rafforzamento della filiera agro-industriale di DOLCETTO, l’ananas del Togo” di durata triennale è risultato vincitore del Bando Profit 2018 (AICS).
Coopermondo è presente in Togo dal 2012 per promuovere l’agricoltura sostenibile e la finanza inclusiva e popolare, insieme ad un pool di 6 banche di Credito Cooperativo e Federcasse. Dopo aver coinvolto Agrintesa e Brio, le due aziende cooperative legate alla distribuzione di prodotti agricoli biologici, si è scoperto un ananas diverso da quello presente sul mercato italiano, coltivato in maniera completamente biologica.
Questo ci ha portati a strutturare un nuovo progetto per permettere il rafforzamento della filiera commerciale di specifici frutti esotici biologici, quali l’Avocado, la Papaia e il Mango e in particolare DOLCETTO, l’Ananas Pain de Sucre.
Grazie al controllo qualità e alla presenza dei nostri tecnici agronomi,verrà garantito il rispetto del disciplinare di coltivazione biologica. Inoltre la gestione informatizzata della tracciabilità dei prodotti, garantirà al fruitore di conoscere il percorso di ogni passaggio dalla produzione alla messa in commercio. In altre parole con l’impegno di rispettare i valori del commercio equo e solidale, verrà valorizzata la produzione e il lavoro degli agricoltori togolesi.
Scegliere prodotti biologici significa favorire un ambiente più sano per tutti. Attraverso la costruzione di filiere riscopriamo e valorizziamo le eccellenze locali.
(In foto da sinistra)
Gianni Amidei – Brio | Grazia Sgarra – AICS | Luca Zocca – Brio |
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Rafforzando le Cooperative di Latte in Mozambico con CEFA e Granarolo

Coopermondo continua il suo impegno in Mozambico affianco al CEFA nella provincia di Sofala, nell’ambito del progetto “Sicurezza alimentare: rafforzamento del settore agro-zootecnico nelle provincie di Gaza e Sofala – SALsA”.
Con l’obiettivo di supportare l’ente capofila nel rafforzamento del movimento cooperativista e l’associazionismo di base, è stata realizzata la prima missione dal 10 al 28 Luglio 2019 da parte della dott.ssa Rosa Tolla che ha prodotto un’analisi sullo stato operativo e strutturale delle tre cooperative di produzione di latte della provincia di Sofala incluse all’interno del progetto, situate nelle località di Dondo, Ceramica e Nhangau. Per questo motivo lo svolgimento delle attività ha avuto luogo principalmente sul campo alternando le visite tra le sedi delle cooperative e quelle nei locali di produzione dei soci. 
Coopermondo si è avvalso nuovamente della collaborazione dell’AMPCMAssociação Moçambicana pela Promoção do Cooperativismo Moderno, per il supporto nell’analisi e per la strutturazione di un piano formativo triennale proponendo nuovi strumenti capaci di rendere i beneficiari consapevoli delle potenzialità effettive dell’impresa cooperativa.

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Coopermondo accompagna la più grande cooperativa colombiana in visita presso le imprese italiane

Conclusasi con successo la missione che ha visto in Italia dal 03 all’08 Giugno i 10 vincitori del premio erogato agli imprenditori più innovativi dell’anno dalla Fondazione Coomeva, il braccio solidario della più grande impresa cooperativa colombiana. 
Durante la settimana itinerante Coopermondo ha accompagnato Coomeva e i suoi ospiti a visitare, conoscere e scambiare esperienze con i funzionari e presidenti di 14 cooperative italiane. Le imprese, attive in settori quali il sociale, agroalimentare, credito cooperativo, tessile, ristorazione e salute, si trovano in Piemonte, Lombardia, ed Emilia-romagna. 
La missione è cominciata a Roma con una visita istituzionale presso l’Ambasciata di Colombia, dove i 13 partecipanti hanno potuto confrontarsi con l’attività di promozione della Colombia in Italia e della promozione del commercio tra i due paesi, oltre al supporto del settore cooperativo. Negli uffici di Confcooperative, il Segretario Generale Marco Venturelli ha dato il benvenuto alla delegazione e 5 delle 8 federazioni settoriali hanno illustrato le loro attività. Anche i 3 dirigenti colombiani hanno avuto modo di spiegare sia il ruolo di Coomeva nel rafforzamento dell’imprenditorialità e del cooperativismo in Colombia, sia quello della fondazione Coomeva, con le sue attività di educazione e promozione imprenditoriale.
In Piemonte la delegazione ha incontrato la cooperativa Cantina Terre del Barolo, che riunisce 300 piccoli produttori della zona producendo uno dei vini che rientrano nella Top100 mondiale. La visita è stata di grande interesse e fonte di spunti e apprendimento, in quanto la Colombia non è (ancora) produttore di vino, nonostante questa attività stia cominciando ad apparire.
Il pomeriggio, ospitato dalla cooperativa Vignaioli Piemontesi, è stato scandito dalle presentazioni di cooperative quali la Speranza (cooperativa agricola), Energia positiva, Cento Torri, la Dua Valadda, Emmaus e Banca d’Alba. A Milano gli incontri si sono susseguiti con la cooperativa sociale Solidarnosc che ha costruito e consegnato ai suoi soci più di 13.500 strutture ricettive a Milano e nella sua provincia, rispondendo all’esigenza di una casa di oltre 40.000 persone, Abitare Sociale Metropolitano e Cascina Biblioteca, due esempi di eccellenze nel campo del sociale.
Da Milano il gruppo si è spostato a Bologna per una visita in Kilowatt, una giovane cooperativa dinamica e innovativa, che ha saputo ridare vita a una zona completamente abbandonata alle porte della città, ora centro vitale della scena culturale dei giovani bolognesi.
Infine, la delegazione ha visitato la Cooperativa 4 Madonne uno dei caseifici di punta per la produzione del Parmigiano Reggiano DOP, l’Acetaia di Aceto Balsamico Tradizionale e per terminare la Cooperativa Sociale Anima.

SOMiCa

In Mozambico con il CEFA cooperando con i produttori di miele e sesamo

Dal 15 al 30 Aprile 2019, Coopermondo ha effettuato la sua quarta e ultima missione a Caia nella provincia di Sofala – Mozambico, in quanto partner del Progetto SOMiCa, ormai giunto quasi al termine. Supportando il CEFA, ONG capofila, si sono forniti nuovi strumenti di capacity building relativamente ai principi basici del cooperativismo; alla strutturazione di un piano di gestione e di un piano finanziario indispensabili per la gestione di una cooperativa; alla costruzione di un senso critico di lettura dei dati raccolti sul campo. Durante le attività sono stati coinvolti anche tecnici del CAM, altra ONG partner, e dello SDAE con l’obiettivo di supportare tutta l’equipe ad affrontare la chiusura di un percorso di crescita e sviluppo che il SOMiCa ha stimolato in questi anni.
Con l’orientamento della dott.ssa Rosa Tolla, antropologa culturale, la missione ha puntato alla componente sociale del progetto con un miglioramento della postura assunta sul campo con i beneficiari. Riproponendo il modello Think.COOP elaborato dall’ILO- International Labour Organization e una versione ad hoc dello Start.COOP, la formazione si è svolta in due momenti: una prima teorica in ufficio con tecnici e mobilizzatori e una seconda di applicazione sul campo con i beneficiari. Quest’ultima ha avuto luogo negli spazi concessi dal CDAC – Murraça ed è stata direzionata a 30 beneficiari facenti parte di gruppi già formalizzati della zona di Caia, Murraça e Sena. Si è proposto poi un esercizio di raccolta dati di forma partecipativa, in cui i partecipanti sono stati invitati a tracciare possibili soluzioni e obiettivi futuri per la comunità per la facilitazione della messa a punto di una Exit-Strategy. La missione si è conclusa con il tentativo di sviluppo di un senso di analisi critica durante la “lettura” degli spazi in cui si agisce.
La mediazione di Coopermondo e AMPCM ha inoltre permesso la conclusione del processo di formalizzazione della Cooperativa di produzione del miele di Ndoro – COOPANDORO con la registrazione di 72 soci e la pubblicazione agli atti del Boletim da República de Moçambique.

Matteo Bichicci CEA in Togo

Volontariato d’impresa: l’intervista all’ingegnere Matteo Bichicchi della cooperativa CEA

In Togo Coopermondo, insieme a un pool di 6 banche di credito cooperativo e Federcasse, dal 2012 promuove l’agricoltura sostenibile e la finanza inclusiva e popolare. Una delle imprese cooperative che si è creata grazie alla formazione e al sostegno del progetto è la CPJPPAB, che riunisce 1018 giovani agricoltori, di cui un terzo donne. Insieme, coltivano 500 ettari di ananas biologico di varietà pan di zucchero, Dolcetto, che viene esportato in Italia grazie ad Agrintesa e a Brio, le altre imprese partner del progetto.
A novembre 2018 l’ing. Matteo Bichicchi della Cooperativa Edile Appennino CEA ha partecipato a una missione in Togo per conoscere il progetto Dolcetto, all’interno di un programma di volontariato d’impresa sottoscritto tra CEA e Coopermondo. Il programma prevede che la cooperativa metta a disposizione il proprio know-how attraverso la valorizzazione dei suoi dipendenti. Il tecnico specializzato può scegliere di fare un’esperienza di volontariato e seguire un progetto di cooperazione internazionale andando in missione con i cooperanti, condividendo il proprio know-how, creando relazioni umane e ponti con le persone del luogo e riscoprendo i valori fondanti del movimento cooperativo, tra cui la cooperazione tra cooperative.
 
Abbiamo fatto a Matteo qualche domanda sulla sua esperienza.
Come sei entrato in contatto con Coopermondo e con il progetto dell’ananas Dolcetto?
Da tempo CEA promuove progetti di volontariato d’impresa, che solitamente però si svolgono sul territorio italiano, attorno alle sedi dell’azienda. In questo caso si è deciso di ampliare l’orizzonte; la mia partecipazione è stata un po’ rocambolesca, una settimana prima di partire mi è stato chiesto se avessi voglia e disponibilità a fare questa esperienza e io ho subito accettato.
Io mi occupo del settore depurazione della cooperativa, non conoscevo bene il progetto, ma grazie a Camilla, la direttrice di Coopermondo, e agli altri partner è stato semplice capire quale fossero le necessità e arrivato sul posto è stato presto evidente come indirizzare l’intervento in coerenza con il contesto.
 
Qual era in particolare l’obiettivo della tua missione in Togo?
La mia esperienza in Togo, che è durata una settimana, ha avuto lo scopo di valutare la fattibilità della costruzione di un centro di raccolta degli ananas, realizzato con un ambiente refrigerato che potesse permettere la conservazione del prodotto. Al momento infatti i frutti vengono trasportati direttamente dai campi all’aeroporto, da dove partono per l’Italia: organizzare meglio questa filiera significa ottimizzare la produttività. Nello specifico, il progetto prevedere la costruzione di un locale di 350 mq con funzione di centro di raccolta e inscatolamento dell’ananas, con attigua sezione dedicata all’alloggiamento di container frigo per la conservazione del prodotto, oltre all’acquisto e la messa a disposizione della cooperativa di adeguati mezzi di trasporto necessari per il trasferimento del prodotto dalle piantagioni al centro e dal centro all’aeroporto per la spedizione finale.
 
Era la tua prima volta in Africa? Che valore ha avuto per te questa esperienza?
Sì, per me era la prima volta in Africa, oltre che la prima partecipazione a una missione di questo tipo. La forza di questi progetti è il lavoro in gruppo, è fondamentale creare una rete di persone che si confrontano nel prendere le diverse decisioni in tutte le fasi dell’intervento.
Ciò che più mi ha colpito è notare nelle persone, nei cooperanti e nei “cooperati” della coop agricola, una grande volontà di fare e di svilupparsi: vogliono crescere, e non solo per avere maggiori entrate ma per poter sviluppare l’intero territorio, dal punto di vista agricolo e di possibilità per tutti.
Io, che sono un montanaro e abito sull’appenino bolognese, ho ritrovato in Togo l’amore e il rispetto per le proprie radici e per la terra che si coltiva e vive, una visione comune che è il miglior punto di partenza per ottenere obiettivi condivisi.
La cooperazione rappresenta in questo senso una marcia in più, in Italia in molti casi ci si trova tra aziende a farsi una spietata concorrenza quando, ragionando a livello di rete, si otterrebbero molte più soddisfazioni anche nel lavorare quotidiano.
 
In che modo pensi che la cooperativa italiana possa coinvolgersi maggiormente nelle attività di cooperazione internazionale?
È sicuramente necessario coinvolgere innanzitutto i tecnici “del mestiere”, che abbiano la volontà di creare un progetto economicamente sostenibile partendo dal basso, adattandolo al contesto su cui ci si muove. Nel caso del progetto Dolcetto, in Togo c’è già una realtà sviluppata, quello che si deve fare è implementarla seguendo i consigli e gli stimoli che arrivano dal territorio ma anche da chi ha la visione del mercato, nel nostro caso europeo.
Un altro aspetto su cui l’approccio cooperativo può essere decisivo riguarda una visione d’insieme degli interventi: nelle zone che ho potuto visitare ho trovato un sistema di welfare molto carente, dove l’assistenza sanitaria e l’educazione sono completamente in mano a iniziative private. Noi lavoriamo perché oltre al lato economico e lavorativo, il progetto abbia ricadute positive sull’intera comunità.
 
E ora?
La progettazione è definita nella sua fase preliminare, ed è stato elaborato un quadro economico di intervento. Siamo riusciti a coinvolgere altre due cooperative del territorio che hanno dato la propria disponibilità a coadiuvarci nell’intervento, e adesso arriva la parte più complicata: riuscire a rientrare all’interno di bandi che possano co-finanziare il progetto. È un lavoro impegnativo dal punto di vista burocratico e amministrativo, e per il quale contiamo sul supporto di Coopermondo: appena si presenterà l’occasione, l’intervento verrà portato a termine. Noi siamo pronti.

Capacitaciones PUEDES

PUEDES – Iniziano i corsi di cooperativismo per 71 gruppi di produttori

Nell’ambito del progetto PUEDES – La Pace Unica Speranza per lo Sviluppo Economico e Sociale, finanziato dal Fondo Europeo per la Pace e coordinato dal CISP Colombia, Coopermondo fornisce gli elementi necessari per le persone e le comunità per costituire imprese cooperative e sociali sostenibili, attraverso il trasferimento di conoscenze dall’esperienza cooperativa italiana e la sua vasta rete di organizzazioni partner.
Il 26 marzo, si è dato il via a una serie di sette workshop sulla formazione e la promozione del modello cooperativo e dell’economia sociale e solidale in 5 comuni del Dipartimento del Putumayo con 71 gruppi di produttori in ambito agricolo, acquacoltura, turistico, artigianale e culturale. I corsi di formazione hanno un approccio partecipativo e si concentrano sui bisogni e sulla realtà dei produttori. Le formazioni sono erogate dall’Esperto in cooperativismo David Meza Moncada utilizzando la metodologia sviluppata dall’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), Accelerate.Coop, che offre una visione del modello di business cooperativo.
Il primo giorno di formazione, intitolato “Introduzione al cooperativismo” sono stati esplorati i principi e i valori cooperativi, la realtà cooperativa in Colombia, i benefici delle imprese cooperative e il rafforzamento della fiducia come una delle sfide principali da continuare a sviluppare nei prossimi incontri.
Pablo Angelo Cuarán, legale rappresentante della Cooperativa Coopalmito: “Investiamo tempo e denaro per formarci su come creare legami di fiducia, il che significa che una parte di cooperazione e di essere di uno, ma poi non abbiamo avuto problemi con i soci perché capiscono come e perché collaborare. La cooperativa deve dedicare tempo e risorse per rassicurare i propri soci del fatto che il lavoro che effettuano si riflette nella cooperativa. È importante essere trasparenti, nelle spese della cooperativa e in che cosa viene utilizzato il denaro dei membri”.
Il prossimo traguardo del progettp sarà il lancio del bando di finanziamento di concessione  cascate per venticinque organizzazioni produttive durante la settimana del 22 aprile le informazioni saranno disponibili sul sito web del progetto e della Camera di Commercio di Putumayo.
Il progetto PUEDES mira a migliorare le condizioni di vita della popolazione locale nel quadro dell’attuazione dell’accordo di pace, generando empowerment della comunità e rafforzando la governance locale, aumentando la partecipazione delle comunità locali e lo sviluppo inclusivo .

Delegazione IFAD in visita al Caseificio 4 madonne

IFAD in visita alle cooperative dell’Emilia-Romagna: “Il vostro modello aiuta i paesi in via di sviluppo”

 Il modello cooperativo rappresenta un’opportunità per fare crescere le economie dei Paesi in via di sviluppo. E’ quanto emerso ieri nel corso della visita ad alcune cooperative emiliano-romagnole da parte di una delegazione dell’IFAD (Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo), l’agenzia specializzata dell’ONU incaricata di contrastare la povertà nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo, con la partecipazione di Adriana Apollonio, Vice Capo Rappresentanza dell’Ambasciata Italiana presso il Polo Romano delle Agenzie ONU. L’iniziativa è stata organizzata da Confcooperative e Coopermondo per favorire progetti di cooperazione internazionale a favore delle popolazioni più svantaggiate.

Sono rimasto molto impressionato nel conoscere la variegata gamma di cooperative dell’Emilia-Romagna che fanno parte di Confcooperative – ha dichiarato Donal Brown, associate vice-president IFAD, che ha guidato la delegazione -. Il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, che ha sede a Roma, lavora per aiutare i contadini poveri dei Paesi in via di sviluppo e lo fa anche in contatto con le cooperative. A partire da questa visita, vedo molte opportunità per un impegno congiunto di IFAD e Confcooperative nel sostenere le comunità rurali che vivono in situazioni di indigenza nei Paesi in via di sviluppo”.

Partendo dalla cooperativa Corte d’Aibo di Monteveglio, sulle colline bolognesi, tra le prime in zona ad abbracciare trent’anni fa l’agricoltura biologica e che oggi gestisce un’azienda vitivinicola e un agriturismo, la delegazione si è spostata nell’area modenese, dove ha potuto conoscere da vicino la produzione di alcune eccellenze emiliano-romagnole note in tutto il mondo. In particolare, il Parmigiano Reggiano prodotto nel caseificio cooperativo 4 Madonne di Lesignana e l’aceto balsamico tradizionale di Modena realizzato da un socio della cooperativa La Tradizione nella sua mansarda a Nonantola. Dopo un pranzo a base di prodotti tipici nella Locanda degli Smeraldi di Bentivoglio (Bo) gestita dalla cooperativa sociale Anima, che impiega ragazzi con disabilità all’interno del ristorante, la delegazione si è spostata alle Serre dei Giardini Margherita di Bologna per incontrare la cooperativa Kilowatt (start-up innovativa che ha rigenerato uno spazio pubblico aprendo un ristorante, servizi educativi, co-working e promuovendo eventi) e Local to You, piattaforma online per l’acquisto di frutta e verdura che promuove l’agricoltura biologica e locale in partnership con alcune cooperative sociali.

E’ stata una visita molto importante – ha dichiarato il presidente di Confcooperative Fedagripesca Giorgio Mercuri – in quanto ci ha permesso di fare conoscere all’IFAD il nostro sistema cooperativo, costituito da piccoli produttori che unendosi tra loro riescono a valorizzare le loro produzioni a livello internazionale e a ridare dignità anche all’anello più debole della filiera agricola”.

L’Emilia-Romagna è la culla del movimento cooperativo che qui si è sviluppato più che altrove – ha aggiunto Carlo Piccinini, presidente Confcooperative Fedagripesca regionale -, pertanto siamo molto felici se il nostro modello di impresa che mette al centro i soci produttori diventa fonte di ispirazione anche per i Paesi in via di sviluppo”.

A promuovere a livello internazionale il modello cooperativo nelle aree più arretrate è Coopermondo, l’ong di Confcooperative che già nel 2016 ha sottoscritto una lettera di intenti con IFAD. “Visite come quella effettuata in Emilia-Romagna – ha sottolineato Camilla Carabini, direttrice Coopermondo – sono molti importanti perché aumentano la consapevolezza delle istituzioni internazionali rispetto all’efficacia del modello cooperativo, che può trovare terreno fertile anche in contesti socio-economici diversi da quello italiano, adattandosi alle peculiarità dei singoli Stati ma senza modificarne i valori essenziali quali la partecipazione attiva e democratica dei soci, la redistribuzione della ricchezza e la creazione di benessere per tutta la comunità”.

I WASAG Praia

Coopermondo, a Capo Verde, al 1 Forum sulla scarsità dell’acqua in agricoltura

Il cambiamento climatico ci sta mettendo davanti all’evidenza che le siccità aumenteranno e saranno più prolungate. Lo sa bene l’Italia, dove la siccità negli ultimi anni sta minacciando gravemente l’agricoltura  Lo sa ancora meglio Capo Verde dove non piove da più di due anni e le preoccupazioni per l’accesso all’acqua sono quotidiane.

Oggi, 22 marzo, giornata mondiale dell’acqua, Coopermondo è al Primo Incontro Internazionale sulla Scarsità dell’Acqua in Agricoltura (WASAG),organizzato con il sostegno del governo di Capo Verde, dei governi di Italia (Mipaaft) e Svizzera, del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo IFAD e dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura FAO.

I membri del WASAG oggi hanno lanciato la dichiarazione di Praia in cui si impegnano ad agire urgentemente per diffondere pratiche di irrigazioni efficienti e incoraggiare tecnologie innovative adattate alle condizioni locali di ciascun territorio.

Inoltre, i partecipanti al 1 ° Forum internazionale WASAG, chiedono ai paesi e alle parti interessate di tutto il mondo di adattare con urgenza i loro sistemi agricoli e alimentari per mitigare gli impatti della carenza idrica e dei cambiamenti climatici e migliorare la sicurezza alimentare e idrica a livello globale.

In un mondo dove 1,2 miliardi di persone soffrono la scarsità di acqua; dove il 69% dell’acqua consumata viene adoperata con fini agricoli e dove solo il 27% utilizza micro-irrigazione efficiente, è nostro dovere contribuire promuovere una cultura dell’uso sostenibile dell’acqua.

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Cooperative e pace: un report sul contributo delle cooperative alla costruzione della pace e alla risoluzione dei conflitti

È stato pubblicato oggi l’ultimo studio elaborato da Cooperatives Europe con il supporto di Coopermondo e degli altri partner della piattaforma della cooperazione allo sviluppo (CEDP), nell’ambito dell’iniziativa #coops4dev.
Il report “Cooperative e pace: rafforzare la democrazia, la partecipazione e la fiducia – Casi di studio”  analizza il contributo delle cooperative alla costruzione della pace attraverso venti casi di studio da quattordici paesi, interessati da diverse tipologie di conflitto.
Attraverso la presentazione di esempi pratici, il report guarda al contributo delle cooperative nel rafforzamento dei gruppi vittime di conflitti, creando lavoro dignitoso e sviluppo sostenibile in contesti fragili, e mitigando i conflitti attraverso partenariati con gli altri attori e supporto umanitario.
Il report dimostra che le cooperative possono giocare un ruolo importante nella costruzione della pace a livello globale, contribuendo agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Costruendo comunità resilienti e incoraggiando il dialogo e la partecipazione democratica, il modello cooperativo è capace di colmare il divario tra la fase di risoluzione dei conflitti a quella della pianificazione di strategie di sviluppo di lungo termine, contribuendo a risolvere le sfide cui fanno fronte le comunità locali. Il report offre una serie di conclusioni e raccomandazioni indirizzate ai policy maker, ai leader cooperativi e ai partner esterni.
La ricerca, prodotta nel quadro della partnership tra l’Alleanza Cooperativa Internazionale (ICA) e l’Unione Europea (#coops4dev), è stata supportata dalla Piattaforma di Cooperatives Europe per la cooperazione allo sviluppo (CEDP), con contributi da tutti membri e il coinvolgimento nella redazione da parte di Coopermondo, Co-operative College e Kooperationen. Coopermondo ha partecipato al processo di ricerca ed elaborazione del report, all’interno del quale sono analizzati anche il progetto che l’ONG di Confcooperative gestisce in Colombia e che la cooperativa sociale Armadilla porta avanti in Siria.
La rilevanza del report è stata riconosciuta da alti rappresentanti del movimento cooperativo, della società civile, della autorità locali e dell’Unione Europea. Il Membro del Parlamento Europeo Stelios Kouloglou, Vice-presidente del Comitato Sviluppo (DEVE), ha sottolineato il valore della partnership con le cooperative nella costruzione della pace, affermando che “il ruolo di questa partnership è di particolare rilevanza per i decisori pubblici, che possono guardare allo sviluppo delle cooperative a livello internazionale come una strategia aggiuntiva alla costruzione della pace”.
Il report, in lingua inglese, è scaricabile a questo link

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A Capo Verde, formando cooperatrici e cooperatori nelle comunità di Ribeira dos Saltos

Nell’ambito dell’accordo stipulato con il Programma PoserPrograma para a Promoção das Oportunidades Sócio-económicas Rurais, dal 1 al 14 Febbraio si è svolta la seconda missione di COOPERMONDO a Capo Verde, nell’isola di Santiago.
Seguendo un approccio partecipativo che parte dal basso, la missione è stata organizzata a partire dal diagnostico antropologico realizzato dalla  dott.ssa Rosa Tolla, che si era recata nella zona rurale del Municipio di Santa Cruz a Novembre 2018. La presenza dell’antropologa in questa fase è stata fondamentale per la mediazione sul campo e per elaborare una strategia di lavoro adeguata alla compagine sociale della comunità di Ribeira dos Saltos,
Direzionate dalla dott.ssa Noemi Spagnoletti sono state realizzate sette formazioni utilizzando la metodologia Think.Coop promossa dall’International Labour Organization (ILO) tramite la quale vengono analizzati in maniera partecipativa i principi cooperativi e come scegliere se un’impresa cooperativa può essere vantaggiosa per migliore il proprio lavoro e reddito. Nel caso specifico il manuale è stato tradotto in lingua portoghese per la formazione di 15 tecnici locali, di cui una parte ha avuto l’opportunità di fare training sul campo ad un totale di 40 beneficiari (donne, uomini e giovani agricoltori), riproponendo il percorso formativo in lingua creola.
Parallelamente è continuata la raccolta dati etnografica, con l’ampliamento della rete di contatti tessuta con le comunità rurali del Municipio di Santa Cruz. In questa occasione si è data priorità all’approfondimento delle condizioni lavorative e dello stato di attività di alcune realtà associative e cooperative presenti sul territorio. L’enorme difficoltà che queste devono affrontare è la mancanza di acqua dovuta alla forte siccità che affetta il paese da circa cinque anni, rendendo le condizioni di lavoro ardue. Affrontare il problema in gruppo, costituisce un valido sostegno morale per le comunità rurali.

“Cooperativa è uma oportunidade de transformar uma pequena coisa em uma grande coisa. Unidos somos mais forte!” – agricoltore della cooperativa COOPARP.

PONTI

Progetto PONTI: prima fase dell’accompagnamento allo start-up di impresa

Nell’ambito del progetto “PONTI : Inclusione sociale e economica, giovani e donne, innovazione e diaspora”, dal 28 Gennaio al 12 Febbraio si è svolta in Senegal, nelle aree di Dakar e  Thies la prima missione del 2019 di Coopermondo per avviare il processo di valutazione dei progetti di impresa che beneficeranno dell’accompagnamento per lo start-up. Il  terzo bando per la presentazione dei progetti è stato aperto ai giovani sotto i 30 anni e ai migranti di ritorno delle regioni di Dakar e Thies.
Attraverso il supporto e la collaborazione con i partner del progetto ARCS, CIPSI, AMS e NPJW, il Coordinatore del Progetto per Coopermondo, Alessio Vici, ha incontrato 21 promotori d’impresa. Ogni incontro individuale è stato finalizzato a comprendere i bisogni per affrontare le sfide imprenditoriali di ciascuno che, con l’impegno e l’azione specifica dei partner, saranno superate cogliendo le opportunità di investimento esistenti sul territorio.
In seguito la missione si è postata su Kaffrine dove, con il contributo di CIM, si sono svolte delle sessioni formative tramite la metodologia Start.Coop promossa da ILO (International Labour Organization) per accompagnare i partecipanti nella strutturazione e la creazione dei loro Business Plan. In seguito si sono svolte delle sedute di consulenza e riflessione sulle strategie di Marketing collettivo e territoriale per le GIE (Groupement d’intérêt économique) impegnate nella trasformazione e distribuzione di prodotti cerealicoli.
Il processo avviato  tramite il progetto PONTI e al lavoro congiunto dei suoi partner nei prossimi mesi ci vedrà impegnati nella finalizzazione e capitalizzazione dei risultati per contribuire a garantire migliori condizioni di vita alle comunità più vulnerabili, aprendo – in contesti a forte tasso migratorio – nuove opportunità per chi ha voglia di investire ed investirsi grazie alla formazione, all’assistenza tecnica e alla facilitazione dell’accesso al credito.

Confecoop-Coopermondo, una alleanza per lo sviluppo cooperativo in Colombia

La Confederazione delle Cooperative della Colombia, Confecoop, e COOPERMONDO, la ONG di Confcooperative si sono riunite lo scorso 6 dicembre con la finalità di rafforzare l’accordo di cooperazione esistente tra le entità. Quest’ultimo se si propone di unire gli sforzi per l’attuazione di progetti di cooperazione che beneficiano la popolazione colombiana, soprattutto nelle zone colpite dal conflitto armato.
Coopermondo oggi ha una presenza in Colombia con il programma di AGRICOOP Colombia , che comprende cinque dipartimenti nazionali e il progetto PUEDES in Putumayo (La Paz unica speranza per lo sviluppo economico e sociale).
Al fine di rafforzare il 6° principio cooperativo (cooperazione tra le cooperative) nel 2019 e Confecoop e Coopermondo lavoreranno insieme per approfondire questi progetti così come per implementare nuove iniziative che vedranno la partecipazione di diversi enti come SENA, la Camera di Commercio Putumayo, l’Unione europea, tra gli altri, progetti che continueranno a soddisfare i bisogni delle popolazioni e dei territori che oggi affrontano un problema sociale derivato dal conflitto. Per raggiungere questo scopo, Confecoop sosterrà l’ONG italiana nella sua attività in Colombia attraverso lo scambio di conoscenze, informazioni e risorse, in un’alleanza che rafforzerà le azioni di cooperazione internazionale tra coetanei cooperativi.

Mision FINAGRO Marcocci

Coopermondo, con ICCREA, porta il credito cooperativo italiano in Colombia

Continua l’attività di Coopermondo in Colombia.
Nei giorni scorsi, nell’ambito della partnership tra Coopermondo e Finagro, il Fondo pubblico per il finanziamento del settore agricolo, sono state dedicate due giornate al tema della cooperazione di credito.
Coopermondo ha portato la testimonianza del credito cooperativo italiano con la partecipazione di Marco Marcocci, del gruppo bancario Iccrea, che ha spiegato la storia, la situazione attuale e l’evoluzione del credito cooperativo italiano.
Tra i temi trattati, anche quello relativo al progetto della Microfinanza Campesina in Ecuador che per la vicinanza geografica dei due paesi ha destato molto interesse tra i numerosi presenti.
Varie sono state le domande poste dal pubblico all’oratore anche con riguardo agli albori del credito cooperativo italiano ed in particolare sul pensiero di Raiffeisen declinato a fine 800 nella realtà italiana da Leone Wollemborg, fondatore della prima Cassa Rurale del paese.
La seconda parte del convegno prevedeva una tavola rotonda a cui hanno partecipato oltre a Marco Marcocci, il superintendente di economia solidaria Ricardo lozano, il responsabile della Dejardins Francois Dionne, il direttore di Innovazione e Progetti di Finagro Carlos Casallas, e il vicepresidente Commerciale Rodolfo Bacci.
La Presidente di Finagro Delia Cedeno, nel suo intervento ha ribadito l’importanza dell’accordo tra Finagro e Coopermondo che ha permesso ad una componente importante della cooperazione colombiana di approfondire il modello di sviluppo in Italia da parte del credito cooperativo.
I lavori sono proseguiti il pomeriggio con una riunione ristretta tra i vertici di Finagro e la delegazione italiana composta oltre che da Marcocci, da Fernando Bragado e Giovina Carabba nella quale è stato fatto il punto della situazione dei progetti che Coopermondo sta seguendo in Colombia.
La seconda giornata di lavori ha visto il coinvolgimento di rappresentanti delle cooperative agricole colombiane in contatto con Finagro che, suddivisi in gruppi di lavoro insieme ai dipendenti di quest’ultima, hanno sviluppato una “mesa de trabajo” individuando i punti di forza e di debolezza del loro modus operandi.
I temi trattati hanno spaziato dal microcredito alla commercializzazione dei prodotti agricoli e a conclusione dei lavori Marco Marcocci ha tratto le conclusioni trovando delle analogie con il sistema italiano.
Il bilancio delle due giornate di lavoro è stato valutato positivamente dai partecipanti, in quanto lo scambio di competenze e la possibilità di mettere a confronto realtà distanti circa 9000 chilometri ma molto vicine nei valori, consolida anche il rapporto umano

A Capo Verde esplorando le opportunità di cooperazione

L’impegno di Coopermondo per la promozione di uno sviluppo sostenibile si estende a Capo Verde. Dal primo all’8 di luglio, la direttrice Camilla Carabini e il project manager, Alessio Vici, hanno svolto una missione esplorativa nel Paese con l’obbiettivo di identificare le necessità della comunità per lo sviluppo del sistema cooperativo.

All’interno del programma POSER (Promoção de oportunidades socieconomicas rurais), promosso dal Ministero dell’Agricoltura e dell’Ambiente e co-finanziato dal Fondo per lo Sviluppo Agricolo delle Nazioni Unite (IFAD) e dal Fondo Fiduciario Spagnolo, Coopermondo ha incontrato esponenti delle istituzioni e della società civile, oltre a numerosi produttori locali.
Da menzionare l’incontro con il Ministro dell’Agricoltura e dell’Ambiente, Gilberto Silva, il quale ha sottolineato l’importanza per le comunità locali e i gruppi di produttori la necessità di sviluppare e capacitare il movimento cooperativo nel Paese. Un’organizzazione più efficiente ma attenta ai bisogni del territorio e delle comunità rispecchia un asse centrale dello sviluppo economico di Capo Verde.
Il 6 luglio 2018, in occasione della Giornata Internazionale delle Cooperative, Coopermondo ha organizzato una giornata di riflessione condivisa per discutere opportunità e sfide che attendono i produttori locali dell’arcipelago. Hanno partecipato all’evento, oltre al Ministro Silva, esponenti delle Nazioni Unite, della società civile e realtà imprenditoriali  locali.
La missione contribuirà alla definizione di un piano strategico di azione, nel quadro del POSER, per contribuire al raggiungimento degli obiettivi del governo locale di sviluppo economico, equità di genere e impiego giovanile.
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Donne, WomeNpowerment: la via cooperativa alle pari opportunità in Italia e nel mondo

Donne cooperatrici e cooperanti in Italia e nel mondo. Donne che nei paesi in via di sviluppo si mettono in gioco per superare difficoltà e generare nuove opportunità per sé e per le proprie comunità. È questo il filo conduttore di “WomeNpowerment”, le esperienze cooperative testimoniate nel progetto editoriale curato da Coopermondo (la ONG di Confcooperative) e dalla Commissione Dirigenti Cooperatrici di Confcooperative. Storie cooperative italiane e internazionali che raccontano il valore aggiunto della cooperazione per il raggiungimento della parità di genere. Temi vicini alla sensibilità della cooperazione e di Confcooperative che registra un tasso di occupazione femminile che supera il 61% tra gli occupati (528.000) delle sue imprese (19.000), dove la governance femminile si attesta al 26% (il 10% in più rispetto ad altri modelli imprenditoriali).
«Nei paesi in via di sviluppo le cooperative sono e saranno sempre più impegnate a trasferire knowhow dei modelli produttivi per innescare sviluppo sul territorio, rendendo protagoniste le donne e gli uomini delle comunità locali. Anche in Italia le cooperative sono uno dei pochissimi ascensori sociali per donne e giovani. Nelle nostre cooperative – dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative – il tasso di occupazione femminile è pari al 61%. Nella realizzazione di progetti di sviluppo nei paesi più poveri promuoviamo modelli di riscatto sociale prima che economici, per garantire la dignità della persona. In questo filo conduttore c’è tutta l’essenza della cooperazione, quella vera, che include, attenta alle esigenze del territorio e fa crescere l’economia insieme alle persone».
«Le donne, specialmente in contesti di povertà, sono quelle che conferiscono la maggior parte della forza lavoro, sono le più affidabili nelle restituzioni dei crediti, sono quelle che possono giocare un ruolo chiave nei processi di inclusione e di integrazione nei territori. Il progetto WomeNpowerment – aggiunge Claudia Fiaschi, vicepresidente Coopermondo Confcooperative – è uno spazio di confronto tra cooperatrici e cooperanti per trovare soluzioni comuni a problemi individuali. Tanto in Italia, come nei paesi in via di sviluppo, molte donne hanno dovuto affrontare sfide e soprusi; spesso è stato grazie alla nascita di una impresa cooperativa che hanno trovato l’indipendenza economica e la solidarietà di una rete di donne fondamentale per un’emancipazione personale e professionale».
«Confcooperative – dice Anna Manca Commissione dirigenti cooperatrici di Confcooperative – allarga l’attenzione alle politiche di genere anche in relazione agli SDGs delle Nazioni Unite. La piena affermazione di un modello di sviluppo equo e sostenibile non può prescindere da un ruolo più attivo e consapevole delle donne su cui il mondo cooperativo ha dimostrato di potersi misurare con buoni risultati. Se da una lato siamo fortemente impegnate per promuovere la parità nella rappresentanza e nei processi decisionali, politici ed economici, purtroppo sono ancora troppe le donne che non hanno accesso all’ istruzione, alle cure mediche e a un lavoro dignitoso. “Raggiungere l’uguaglianza di genere e favorire l’empowerment di ragazze e donne” come previsto da Agenda 2030, non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un modello di sviluppo di cui tutti potranno beneficiare».
MOZAMBICO, COLOMBIA, ECUADOR, ITALIA: STORIE COOPERATIVE DI PARI OPPORTUNITÀ
Africa Hand Project (Mozambico). L’obiettivo del progetto è ridurre la fame e la povertà attraverso lo sviluppo del settore lattiero-caseario e agricolo in Mozambico, promuovendo una filiera cooperativa che possa migliorare l’educazione nutrizionale della popolazione e rendere le donne protagoniste. In Mozambico infatti, quasi la metà della popolazione soffre di malnutrizione cronica che inizia già durante la gravidanza e limita lo sviluppo nei primi anni di vita. Ecco perché il progetto prevede anche la fornitura di latte e derivati alle donne incinte e ai bambini sotto i cinque anni di età, integrando la loro alimentazione con prodotti, frutto dell’allevamento locale, con un profilo nutrizionale elevato e capaci di fare la differenza.
AGRICOOP Mujer (Colombia) Creare legami fiduciari tra donne di 5 etnie, in un contesto sociale lacerato da anni di guerriglia e narcotraffico, perché scelgano di intraprendere insieme attività imprenditoriali per garantirsi l’indipendenza economica. Questo è AGRICOOP, un  processo di empowerment di oltre 100 donne che hanno saputo superare le reciproche diffidenze. Coopermondo – Confcooperative ha seguito la loro formazione. Alcune di loro si sono unite in cooperativa di tessitrici per vendere i loro prodotti. Altre vogliono far parte di questa filiera e diventare allevatrici di pecore per assicurare l’approvvigionamento di lana per la creazione dei manufatti. Fondamentale per lo sviluppo della comunità è aver creato uno spazio di conoscenza e condivisione.
Microfinanza Campesina (Ecuador) Nell’ambito del più ampio progetto Microfinanza Campesina in Ecuador, che vede le BCC impegnate dal 2002 a fianco di due realtà ecuadoriane (banCODESARROLLO e FEPP) per lo sviluppo e il rafforzamento della finanza popolare, una attenzione particolare è dedicata alle donne. I finanziamenti agevolati del Credito Cooperativo italiano hanno permesso a banCODESARROLLO, nel corso del tempo, di mettere in campo oltre 45 milioni di dollari per erogare prestiti a circa 12.000 donne ecuadoriane, in molti casi riunite in cooperative. Quando vengono restituiti questi soldi hanno svolto un compito importante per queste donne e per le loro famiglie. Quei prestiti si sono trasformati in terra, casa, animali, sementi, attrezzi. Sono diventati dignità, libertà, benessere, equità.
Progetto: Juntos Projeto “Juntos contra a Exclusão Social” (Brasile) Favorire l’integrazione sociale ed economica. Migliorare le condizioni di vita e di integrazione sociale ed economica di donne e giovani di 110 famiglie delle città di Fortaleza e Recife che vivono in condizioni di estrema fragilità. Il progetto prevede un’azione di empowerment e formazione professionale di 120 persone tra donne e giovani, aiutando a creare un percorso di auto-imprenditorialità anche in forma cooperativa. Sia a Fortaleza, sia a Recife le donne coinvolte nel progetto hanno un tasso di scolarizzazione molto basso (41,5) e appartengono a etnie discriminate (nere e meticce). Nove donne su 10 hanno da uno a quattro figli, quattro su dieci sono divorziate e quasi sette su dieci hanno un lavoro con una retribuzione bassissima, 720 real (circa 180 euro). In Brasile sono richiesti 49 anni di contributi per la pensione, molte persone non ne potranno usufruire in futuro. Di qui l’importanza di offrire alle donne che hanno avviato un’attività individuale l’opportunità di aggregarsi in cooperativa.
La “Cantina Clavesana” (Piemonte) Nasce il 27 aprile 1959 da 32 viticoltori per valorizzare le uve conferite dai 300 soci con una produzione complessiva di 30.000 ettolitri di vino e una superficie coltivata a vigneto pari a 450 ettari tutti certificati con la Denominazione di Origine Controllata D.O.C. e Denominazione di Origine Controllata e Garantita D.O.C.G. La cantina, a direzione femminile, ha attivato progetti di agricoltura 4.0 per monitorare i vigneti con l’utilizzo di un satellite per ridurre i costi e l’impatto ambientale. Tra le buone prassi vi è quella della programmazione delle ferie che avviene in base ai bisogni delle lavoratrici. Il 60% dalle donne lavoratrici chiede flessibilità per rispondere a bisogni quali: assistere bambini o anziani, oltre a permessi per visite e cure mediche. Per il lavoro nel week end, tra le lavoratrici, si attiva una turnazione strutturata e una compensazione delle ore e delle giornate.
Spazio Aperto “Milano 6 L’Altro” Un percorso di empowerment che aiuta le donne a rientrare nel mondo del lavoro disegnando nuovi servizi per la comunità. Il progetto si caratterizza nel rendere le donne attive e a vincere le sfide della conciliazione. Tema di partenza la maternità e la vita lavorativa. Una donna su quattro esce dal mondo del lavoro dopo avere avuto il primo figlio. Questo progetto individua soluzioni per aiutare le famiglie a trovare risposte di qualità, economiche e condivise come le badanti e le baby sitter di condominio. Il metodo per questo processo è quello del design thinking. Sono molte le donne coinvolte nel percorso e tutte con storie diverse alle spalle: diversi percorsi di vita; donne italiane e di altri paesi che hanno alle spalle storie sofferte di immigrazione e che in Italia hanno dovuto ricominciare da capo. In comune hanno tutte il desiderio di ripartire ed essere protagoniste della propria vita.
La cooperativa San Leopoldo (Grosseto) Costituita nel 1998 per l’esercizio della pesca, dell’acquacoltura e delle attività connesse, creando opportunità di lavoro per i propri soci. I soci della cooperativa sono in possesso di laurea in Biologia, Scienze Agrarie ed Economia, oltre ai titoli abilitativi per la pesca professionale, per la pesca del novellame e per le attività subacquee. La diversificazione delle competenze assicura una professionalità in vari settori di attività. Ad oggi la cooperativa è attiva in diversi ambiti: 1) pesca professionale e attività connesse (pescaturismo); 2) acquacoltura; 3) assistenza tecnica per domande di finanziamento a pescatori e acquacoltori; 4) ricerca scientifica; 5) progettazione (Interreg, EASME, FEAMP…); 6) ambiente: particolare attenzione viene rivolta alle tematiche ambientali attraverso progetti specifici di settore, come ad esempio il ripopolamento dei corsi fluviali con le anguille.
 
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