The International Labour Organisation (ILO) is calling for papers on the relationship between trade unions and cooperatives. The ILO suggests that the documents will show how trade unions have been using the cooperative model and working with the cooperative movement to achieve economic, social and political objectives. We insist that the call for papers is particularly interested in case-studies that can provide lessons for trade unions and cooperators internationally.
19 December 2012
The ILO is interested in contributions documenting developments that have arisen in these areas in recent years. People can submit papers covering a number of different questions. These include (as indicated below by the ILO):
Despite their demonstrated resilience, viability, and potential, worker cooperatives generally remain marginal economic players, what are the obstacles that stand in the way of establishing and strengthening them? And how can Trade Unions help with it?
Worker cooperatives have been set up as a response to plant closures and/or delocalisations across different times. What has been the role of trade unions in facilitating the creation of such cooperatives, what were the obstacles (organizational, financial, legal, and cultural), that needed to be overcome?
The emergence of “social economy” enterprises that provide needed social services and in so doing, create a new model of social inclusion for both workers and their clients. Such developments are often perceived by Trade Unions as a setback from the provision of such services by the public sector and a threat for job quality, yet with fiscal pressures and the growing needs, these initiatives have multiplied in recent years. What assessment can be made of social economy from a trade union point of view? Can the social economy provide a viable partner in the provision of social services and decent work?
Cooperatives of self -employed workers in the informal economy, who cannot be organized in the traditional way, have provided workers with voice. Trade Unions have often lent support to those workers through the creation of service cooperatives? (savings and credit, housing, consumer cooperatives) to improve both their bargaining power and their livelihoods. Have these initiatives been successful and sustainable? What are their conditions of success? In what way do they change the relationship between Trade Unions and workers in the informal sector?
…Un Paese che non riesce a crescere in modo significativo da oltre 20 anni, non può darne la colpa solo a fattori macro economici e ad aspetti particolari della nostra vita collettiva. Non può neppure addebitare tutto ai governi che si sono succeduti nella prima e nella seconda repubblica.
…Dobbiamo accettare l’idea che ci sono anche problemi di cultura, di mentalità, di valori e non valori, di fievole senso civico, di poca energia. A noi serve un’economia più avanzata, una produttività e competitività più avanzata, un’istruzione e una ricerca più avanzate, un’occupazione femminile più avanzata, una internazionalizzazione delle imprese più avanzata, un Welfare di comunità più avanzato, l’applicazione di tecnologia più avanzata, una coesione sociale dinamica e più avanzata.
…All’Italia occorre una vera stabilità, cioè un governo che governi incisivamente, coerentemente, con lungimiranza. Serve che tutte le forze politiche, condividano e tutelino, senza sbandamenti, gli interessi nazionali, diversamente da quanto avviene.
…Sia come Confcooperative e Alleanza delle Cooperative Italiane e sia nel raggruppamento con ABI, ANIA, Confindustria e Rete Imprese Italia, ripetutamente ci siamo assunti la responsabilità di richiamare leaders e partiti al bene comune. Ci siamo assunti la responsabilità di sollecitare il Governo e la politica ad operare con risolutezza le scelte indispensabili per evitare il peggio e per tenere un percorso di riequilibrio e quindi di ripresa. Questa responsabilità c’è sempre. Si accentua in tempi di politica debole.
Indispensabile recuperare produttività
…Singoli miglioramenti non garantiscono che è cominciata la guarigione. Ricapitoliamo. L’Italia ha perso l’1,4% del PIL nel 2008 e il 5,1% l’anno successivo. Ècresciuta del + 1,3% nel 2010 e del + 0,4% nel 2011. Ma quest’anno siamo daccapo, con una perdita del – 2,5% circa e con una perdita ulteriore prevista anche l’anno venturo. Sappiamo ormai che la crisi è lunga. Non ha i tempi di quelle congiunturali, perché comporta una trasformazione profonda di assetti economici e politici nel mondo…
…Capiamo meglio perché l’enfasi sull’indispensabile aumento di produttività e sulle capacità di export dell’economia italiana. In Italia il recupero della produttività persa negli ultimi decenni non è cominciato ancora. Le nostre banche si sono rivelate più solide di quelle di altri Paesi. Ma sono anch’esse condizionate dalla crisi secondo diversi profili strutturali. La capacità di risparmio diminuita degli italiani condiziona la liquidità. Le sofferenze continuano a crescere e ci vorrà tempo per smaltirle. Le banche devono comprare quantità crescenti di titoli del debito pubblico italiano. L’impatto di Basilea III, speriamo rinviato, porterà comunque ad impieghi più selettivi…
No all’indebitamento, occorre capitalizzarsi
…Nell’ordinamento fiscale italiano indebitarsi è stato a lungo più conveniente che capitalizzarsi. Occorre che le imprese aumentino il loro grado di indipendenza dalle banche: accrescendo la capitalizzazione e l’autofinanziamento. Avere meno bisogno di credito e avere più merito di credito è la formula in sintesi…
Lo scatto per uscire dalla depressione economica
…Anni fa, prima della crisi, noi, e pochi altri, lanciavamo l’allarme del declino. Restammo inascoltati. Se si fossero fatte allora le riforme strutturali ineluttabili, come ad esempio una riforma Fornero delle pensioni, o adottato il pareggio di bilancio obbligatorio, o intrapresa una riduzione strutturale del debito pubblico, forse avremmo invertito la tendenza. Invece siamo caduti dalla non crescita nella depressione economica.
…Eppure non siamo – certo – il Paese cha ha subito i danni maggiori dalla crisi.
Non siamo nemmeno tra i Paesi che stanno facendo i sacrifici più pesanti. Siamo però un Paese che ha perduto il suo slancio, e non riesce ancora a ritrovarlo. Anzi una parte dell’Italia si comporta come un paziente che rifiuta le medicine e contesta il medico che lo guarirebbe. È difficile districare l’intreccio di debolezze economiche e di debolezze demografiche.
…Però il declino non è un destino inesorabile e inarrestabile. La grande frenata e la difficoltà di ripartenza dipendono da nostri errori. Le difficoltà di ripresa dipendono da altri errori in Europa e dalla stessa Unione europea. Gli errori che abbiamo fatto possiamo correggerli. Possiamo stare attenti a non ripeterli. Possiamo imparare la lezione. Possiamo cambiare i nostri comportamenti collettivi.
…Possiamo conservare ed esaltare i talenti tipicamente italiani. Ma dobbiamo diventare italiani più seri, più responsabili, con più senso civico, più capaci di provvedere ordinatamente al futuro.
…Sono all’opera grandi forze propulsive: il progresso tecnologico; l’innovazione diffusa e il fai da te; le risorse private disponibili per sfide di benessere collettivo (le prime forme di solidarietà globale); il “miliardo degli ultimi”, che ha cominciato il suo esodo dalla miseria e si avvia a diventare un miliardo emergente.
…La moltiplicazione delle capacità di trasporto, di comunicazione, e delle informazioni, porterà conoscenza reciproca, comprensione, cultura, addestramento a capire esigenze diverse e lontane. Questo è il nostro mondo, il mondo di noi sette miliardi di umani, di noi 60 milioni (meno dell’1%) di italiani.
Noi cooperatori non ci piangiamo addosso. Siamo gente che ci prendiamo le nostre responsabilità
…Combattiamo contro ciò che non va nel mondo e riportiamo l’Italia nel flusso della vitalità emergente. Incalziamo l’Europa affinché faccia le scelte necessarie, vere scelte di integrazione politica, e diventi “non” un luogo di contagio della crisi, additato come un untore globale, ma la potenza più evoluta nel mondo. Facciamo la nostra parte come cooperatori. Perché noi cooperatori non siamo gente che si piange addosso. I cooperatori si prendono tutte le loro responsabilità. Aiutano gli altri a fare altrettanto. Penso che questo sia un buon augurio, per tutti noi, guardando al Natale e alla vita che continua e si rinnova.
Il Presidente di Confcooperative, Luigi Marino e Don Luigi Ciotti hanno siglato oggi, 13 dicembre 2012 un protocollo di collaborazione contro le mafie, la povertà e la criminalità di ogni genere.
“Le cooperative sono impegnate contro la criminalità. Occorre liberare intere zone del Paese dalla criminalità per lo sviluppo di un mercato moderno. Con le mafie non è data possibilità di crescita economica. Questo impegno sarà nell’atto costitutivo delle nostre cooperative. Se ci dovessero essere pecore nere saranno scacciate dall’organizzazione”. Lo ha detto Luigi Marino, presidente di Confcooperative che ha siglato con Don Luigi Ciotti il protocollo d’intesa con Libera.
“Il tempo di abitare insieme è oggi –dice Don Luigi Ciotti– anche con questa firma. Occorre l’impegno e lo scatto di tutti contro l”illegalità, perché la speranza o è di tutti o non é speranza. È il noi che vince. C’è tanto da fare. Con la legge sulla corruzione e la legge sui giochi di azzardo, per esempio, siamo sulla giusta strada. I ministri di riferimento hanno presentato testi validissimo, recependo indicazioni che l’Europa ci chiedeva da 20 anni. L’iter legislativo ne ha, poi, ridimensionato la portata, ma siamo sulla strada giusta. Occorre proseguire e insistere sui giovani. Devono imparare a desiderare le cose, perché il problema non è solo di chi fa il male, ma anche di chi guarda e lascia fare. Tutti ne parlano. Ma c’è bisogno di uno scatto un più. La responsabilità è la spina dorsale della democrazia. L’etica è nutrimento delle coscienze e della società”.
“Con questo protocollo –ha aggiunto il Presidente Marino– ribadiamo da che parte sta Confcooperative. Libera è l’associazione della società civile che combatte la criminalità. Ribadiamo che siamo contro le mafie e contro la criminalità di ogni genere: compresa quella finanziaria, che non è cosa di poco conto in una crisi del genere. Contro l’evasione. Contro la corruzione”.
“La lotta alle mafie è irrinunciabile. Le mafie drogano l’economia e impediscono la libera iniziativa dei cittadini. Le cooperative – ha aggiunto Gaetano Mancini, vicepresidente di Confcooperative con delega al Mezzogiorno– sono il soggetto titolato bonificare le aree grigie e malavitose che non interessano solo il Sud, ma sono presenti anche a Nord. Le cooperative, infatti, nel dna, hanno la caratteristica di creare coscienza critica, di costruire, complessivamente, una coscienza collettiva con capacità di fare. Le cooperative sono supporto reale per il contrasto a questo fenomeno”
7 Dicembre 2012 – presso le Aule dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari
Al via le attività di formazione del progetto S.O.F.I.I.A. L’iniziativa, già avviata con successo, ha registrato una partecipazione vivace da parte di un numero di destinatari che ha superato le aspettative del gruppo partenariale. Il corso di formazione – destinato a formare soggetti consapevoli ed aggiornati sulle attuali tecniche di conduzione agricola ed imprenditoriale – ha visto la presentazione di quasi 150 domande di partecipazione al corso. Un numero così alto di candidature ha reso necessaria una serrata attività di selezione, che ha restituito una classe eterogenea per nazionalità (13 nazioni), formazione ed esperienze di vita.
Verranno realizzate le lezioni previste per il corso di formazione, che oltre a lezioni frontali, prevede un approccio on field con visite ad imprese agricole di successo operanti sul territorio pugliese. Il corso, inoltre, potrà affinare una coscienza imprenditoriale di quanti abbiano intenzione di avviare una propria impresa agricola.
Per quanti volessero scegliere la forma cooperativa, Confcooperative Puglia sarà un partner strategico, in grado di trasferire il know how tecnico necessario e supportare nelle delicate fasi di start-up. Quanti non siano stati ammessi alla frequenza del corso, invece, potranno essere inseriti in un percorso di assistenza e consulenza personalizzata, al fine di orientare correttamente la propria idea d’impresa, confrontandosi con esperti consulenti sulla reale fattibilità economica e reddituale.
Al convegno, prenderanno parte: Cosimo Lacirignola – Direttore IAMB; Stefano Vaccari – Direttore generale MIPAAF; Maria Corsaro – Vice prefetto, Autorità Fondo Europeo Integrazione Cittadini Paesi Terzi; Giuseppe Sallemi – Coordinatore progetto SOFIIA, Dirigente MIPAAF; Natale Forlani – Direttore Generale, Ministero Lavoro e Politiche Sociali; Marco Pagano – Presidente Confcooperative Puglia; Flavia Cristaldi – Università La Sapienza, Roma; Carmelo Rollo – Presidente Legacoop Puglia.
Le conclusioni saranno affidate al presidente della regione Puglia: Nichi Vendola
Il 29 novembre scorso, si è concluso il lavoro della Commissione Esteri del Senato relativo all’analisi del Testo Unico e relativi emendamenti al Ddl di riforma della legge 49/87 sulla cooperazione allo sviluppo e la solidarietà internazionale.
La Commissione Esteri, a seguito del parere consultivo della 5a Commissione (Bilancio), essendo scaduti i termini massimi entro i quali la Ragioneria Generale dello Stato è tenuta a trasmettere una relazione d’analisi dei capitoli di legge eventualmente recanti oneri addizionali per lo Stato, ha ritenuto non attendere oltre e di procedere con l’approvazione del testo, che ora passerà alla discussione e all’esame dell’Aula.
Il testro definitivo approvato dalla 3° Commissione del Senato, è consultabile nella sezione Ricerca & Formazione, sempre sul nostro sito.
5 dicembre: “Un’economia sociale di mercato per gli Stati Uniti d’Europa: il metodo della cooperazione”: è il seminario che si è tenuto a Bergamo
Far crescere il riconoscimento e la valorizzazione del ruolo delle cooperative in Europa, dimostrare che l’economia per crescere abbia necessità di una pluralità di forme di impresa e di modelli economici che convivendo conferiscono il carattere di libertà al mercato, più accessibile e più equo.
È quanto si è prefisso il seminario Un’economia sociale di mercato per gli Stati Uniti d’Europa: il metodo della cooperazione per un’Europa migliore.
È il titolo del seminario che si è tenuto a Bergamo e ha visto, tra gli altri, la partecipazione di: Giuseppe Guerini, presidente dell’unione provinciale; di Felice Scalvini, presidente di Cooperatives Europe; Patrizia Toia, vicepresidente del gruppo S&A al Parlamento europeo.
Molti cooperatori bergamaschi hanno partecipato all’incontro con Felice Scavini e Patrizia Toia che hanno portato i loro preziosi contributi su quanto sta avvenendo a livello Europeo. Scalvini ha parlato ampiamente delle organizzazioni della rappresentanza cooperativa internazionale evidenziando il ruolo delle cooperative fortemente vocato a portare equità nell’economia, individuando proprio nel modello cooperativo che sa resistere alle avversità uno dei migliori antidoti alla crisi.
Patrizia Toia ha descritto alcuni dei più importasnti dossier in questo momento in discussione nelle istituzioni europee, dal Single Market Act II alla nuova direttiva appalti, dalla Social Business Initiative allo Small Business Act.
In chiusura di lavori, in anteprima, l’On. Toia ha dato ai cooperatori bergamaschi la notizia che il Parlamento Europeo lavorerà nei prossimi mesi su una risoluzione sul ruolo delle cooperative nella crisi, con l’obiettivo di stimolare le istituzioni europee a dare vita a strumenti per il rilancio di attività imprenditoriali in forma cooperativa, sul modello delle esperienze realizzate in Italia con la Legge Marcora.
Altra finalità dei lavori è stata quella di far crescere la consapevolezza tra i cooperatori, che sono generalmente cittadini più impegnati socialmente, dell’importanza delle istituzioni e delle politiche europee. «Serve che i nostri Governi e le nostre istituzioni – ha detto Guerini – sappiano fare più politiche per l’Italia in Europa e non solo tradurre in Italia le politiche europee, per fare questo serve che anche a livello locale ci sia più conoscenza delle attività e dei programmi di lavoro che si discutono a Bruxelles».
Marino «Cooperazione cresciuta nonostante gli attacchi politici. Nei servizi pubblici più spazio alle cooperative. Anteporre interessi della collettività a quelli della finanza»
A seguire una sintesi dell’intervento del presidente Marino in occasione della presentazione del I Rapporto Censis sulla Cooperazione in Italia realizzato per conto dell’Alleanza delle Cooperative Italiane.
Dati economici e ruolo cooperative: solo 40 anni fa le cooperative italiane erano 10.000 e occupavano 200.000 persone, oggi le cooperative sono 80mila e occupano 1.350.000 di persone. C’e’ stata una progressione costante. Le cooperative tengono bene rispetto ai guai di questa crisi. Un dato occupazionale straordinario che sorprende. L’occupazione in testa alle performance delle cooperative e’ la migliore attestazione della coerenza delle cooperative italiane rispetto all’art 45 della Costituzione sulle cooperative italiane.
Attraverso le cooperative si esprime oggi una parte rilevante del popolo italiano con oltre 12 milioni di soci. Gli italiani delle cooperative portano le promesse di un’Italia migliore. Il talento degl italiani può essere tradotto attraverso le cooperative. Dobbiamo essere italiani più moderni, più competitivi. I cooperatori italiani vogliono lavorare per un’Italia migliore. In molti settori, consumo, agricoltura, credito il Paese sarebbe preda di conquista dei grandi investitori stranieri, così il welfare sarebbe poca cosa senza la cooperazione sociale.
Crescita nonostante gli attacchi politici:Le cooperative italiane hanno continuato a crescere sia negli anni di crisi strutturale sia negli anni di attacco politico all’ordinamento civilistico e fiscale. Se uno stato non riconosce l’art. 45 della Costituzione non si consente alle cooperative di poter crescere. Le cooperative hanno temuto più la politica che il mercato subendo dalla fine degli anni ’80 a oggi un tentativo di omologazione alle società capitalistiche, anziché esaltare art 45 dal diritto societario al fisco in direzione opposta. Abbiamo bisogno di un mercato plurale. Abbiamo bisogno di un mercato forte in cui un numero molto alto di imprese possono confrontarsi, competere e migliorare.
Estensione fiscalità cooperativa:Abbiamo sempre richiesto l’estensione della fiscalità cooperativa per le altre imprese per favorire capitalizzazione e patrimonializzazione delle imprese piuttosto che la finanziarizzazione di pochi.
Cooperative e servizi pubblici:La cooperazione e’ uno strumento formidabile. Nei servizi pubblici occorre aprire sempre di più alla cooperazione. Queste cose la cooperazione nel mondo gia’ le fa, negli Stati Uniti producono energia elettrica per oltre 45 milioni di persone, in Italia abbiamo 70 cooperative elettriche lungo tuto l’arco alpino. Nei servizi pubblici dobbiamo rispondere alle esigenze dei cittadini non a operazioni finanziarie.
Modernizzare la rappresentanza:Questo paese ha bisogno di mettersi alle spalle sedimentazione, liturgie, delle idee passatiste. Da due anni e’ stata avviata l’Alleanza delle Coperative. Vale la pena di metterci la passione. E’ l’unica grande cosa che la cooperazione italiana doveva fare e la sta facendo. Alleanza delle Cooperative e Rete Imprese Italia sono due buone notizie per la semplificazione e la modernizzazione della rappresentanza.
Numeri cooperative nel mondo:Tra le 300 cooperative più grandi del mondo solo 18 sono italiane e la prima e’ al 112 posto. Nonostante l’Italia sia una potenza cooperativa dobbiamo crescere in dimensioni e questo sfata i pregiudizi che vorrebbero relegare la cooperazione a imprese di piccole dimensioni. Nelle cooperative più grandi cresce la produttività, la capacita’ di resistere sul mercato. Nel mondo 750.000 cooperative risolvono i problemi di 1 miliardo di soci e danno lavoro a 100 milioni di persone, non e’ un caso se per il diverso di affrontare la crisi l’Onu abbia proclamato il 2012 Anno Internazionale delle Cooperative.
A seguire un’ampia sintesi del I Rapporto Censis sulla cooperazione in Italia, realizzato per conto dell’Alleanza delle Cooperative Italiane.
Una straordinaria crescita occupazionale. L’occupazione nelle cooperative ha continuato a crescere anche nei primi nove mesi del 2012 (+2,8%), portando il numero degli addetti delle circa 80.000 imprese del settore a quota 1.341.000 (+36.000 rispetto all’anno precedente).
Si conferma così un trend positivo e l’andamento anticiclico di questo segmento produttivo. Negli anni della crisi, tra il 2007 e il 2011, a fronte di un calo dell’1,2% dell’occupazione complessiva e del 2,3% nelle imprese, gli occupati nelle cooperative hanno registrato un aumento dell’8%. Le cooperative contribuiscono al 7,2% dell’occupazione creata dal sistema delle imprese in Italia.
I settori in cui forniscono l’apporto più rilevante sono il terziario sociale (dove il 23,6% dei lavoratori è occupato in cooperative), in particolare il comparto sanità e assistenza sociale (49,7%), i trasporti e la logistica (24%), i servizi di supporto alle imprese (15,7%). Le cooperative presentano anche una struttura dimensionale più ampia rispetto alle imprese tradizionali: a fronte di una media di 3,5 addetti per impresa, le cooperative ne contano 17,3.
È quanto emerge dal «1° Rapporto sulla cooperazione in Italia» realizzato dal Censis per l’Alleanza delle Cooperative Italiane. Bene le cooperative sociali, in difficoltà l’edilizia. A fare da traino alla crescita dell’occupazione sono state le cooperative sociali, che hanno registrato un vero e proprio boom di addetti nel periodo 2007-2011 (+17,3%), proseguito nell’ultimo anno (+4,3%).
Anche l’ampia area del terziario (commercio e distribuzione, logistica e trasporti, credito, servizi alle imprese) ha registrato un +9,4% di occupati nel quadriennio della crisi e un +3,4% nel 2012. Il settore agricolo invece è rimasto sostanzialmente fermo nel quadriennio (+0,5%) ed è in forte affanno nell’ultimo anno (-3,8%). E non si arresta la crisi del comparto edile: -9,3% gli occupati nel periodo 2007-2011 e -1,6% nel 2012.
La reazione alla crisi. Il mondo della cooperazione è stato capace di reagire positivamente alla crisi, difendendo l’occupazione e cercando nuovi spazi di mercato. Secondo l’indagine del Censis, la maggioranza delle cooperative (il 40,2%) sta attraversando una fase stazionaria, il 24,6% vive un periodo di consolidamento, il 17,4% è in crescita e solo il 17,7% si trova in gravi difficoltà. Le più colpite dalla crisi sono le piccole cooperative, meno attrezzate per rispondere alla difficile congiuntura.
Il 31% delle cooperative con meno di 10 addetti (contro il 14,6% di quelle con 10-19 addetti, il 10,5% di quelle con 20-49 addetti e l’8% di quelle con più di 50 addetti) si trova in una fase di ridimensionamento.
I ritardi della Pa, principale ostacolo allo sviluppo. Al primo posto tra le problematiche che hanno condizionato gli ultimi anni di attività delle cooperative ci sono i ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione (lo dichiara il 34,4% delle imprese), poi il calo della domanda (32,3%), i ritardi nei pagamenti da parte dei clienti privati (26%), il costo eccessivo di carburanti ed energia (24,9%).
Le previsioni per il 2013. La maggioranza delle cooperative si prepara ad affrontare il nuovo anno con la sensazione che si dovrà attendere ancora per arrivare a una effettiva ripresa. Gli obiettivi prioritari delle cooperative per l’immediato futuro vedono al primo posto la riduzione dei costi (41,2%) e l’accesso a nuovi mercati (35,3%).
Un settore a forte vocazione femminile. Le donne rappresentano il 52,2% dell’occupazione nelle cooperative e ricoprono il 29,1% dei posti nei consigli di amministrazione. Nel 17,9% delle cooperative più della metà degli occupati e dei consiglieri di amministrazione è costituita da donne. Le cooperative a prevalenza femminile sono presenti soprattutto nel sociale (51,2%) e nei servizi (30,9%).
Fiducia e radicamento nel territorio, valori fondanti. Tra i fattori di competitività indicati dalle cooperative c’è al primo posto il rapporto di fiducia con utenti e consumatori (64%), poi il forte radicamento nel territorio (48,5%), la qualità dei prodotti e servizi offerti (35,5%), il coinvolgimento delle risorse umane (32,8%). Forte è la rivendicazione di una cultura e una prassi aziendali diverse da quelle che ispirano l’azione delle imprese tradizionali, più attente al valore della persona e alle relazioni umane.
La persona al centro del modello d’impresa. Le cooperative riconoscono il valore delle proprie risorse umane – i soci – come elemento fondante della propria identità. Diverse sono le pratiche adottate per venire incontro alle esigenze dei lavoratori e per promuoverne la crescita professionale.
La maggioranza delle cooperative (il 56%) è impegnata nel garantire un’organizzazione del lavoro flessibile che permetta autonomia e incentivi la responsabilizzazione, il 37% porta avanti programmi di promozione della crescita professionale dei giovani soci attraverso corsi di aggiornamento e promozioni di carriera, il 16,2% ha adottato misure volte a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per le donne (asili nido in azienda, banche delle ore), il 7,9% strumenti di welfare integrativo per i propri dipendenti (fondi pensionistici, sanità complementare), il 7,4% meccanismi di supporto per gli immigrati che lavorano nella cooperativa.
È forte anche l’impegno per far crescere la cultura cooperativa: il 33,6% ha adottato misure per favorire una maggiore partecipazione dei soci alle assemblee (dislocazione in più sedi, orari favorevoli alle donne) e il 30,5% strumenti di formazione destinati ai soci. Guardare oltre confine.
Le cooperative sono generalmente poco orientate a operare sui mercati esteri: complessivamente, solo il 7,4% esporta e il 2,2% è impegnato in joint venture con imprese straniere. Il primato dell’internazionalizzazione spetta all’agroalimentare, dove il 26,3% delle cooperative è presente all’estero.
Se il principale mercato di riferimento per chi opera all’estero è quello comunitario, si segnala una significativa presenza anche nei mercati extra Ue, in particolare Stati Uniti e Canada (il 19,4% delle cooperative presenti all’estero), Russia e Paesi dell’Est (15,7%), Corea e Giappone (12,2%), Cina (10,4%), Medio Oriente e Paesi del Golfo (10,4%), Nord Africa (10,3%). Il 12,9% delle cooperative che attualmente non sono presenti all’estero intende avviare nei prossimi anni iniziative oltre i confini nazionali.
La cooperazione, un modello innovativo per la ripresa. Il sistema delle cooperative ha dimostrato una buona capacità di tenuta di fronte alla crisi e ora può costituire per il Paese un valido modello di riferimento per la ripresa.
Ne sono convinti i cooperatori: il contributo più importante che la cooperazione può dare è per il 30,3% il ruolo in termini di tenuta occupazionale, per il 26,1% la promozione di un modo di fare impresa diverso da quello tradizionale, più attento al valore della persona e della comunità, per il 19,1% lo sviluppo di modelli di gestione dei servizi più orientati alla partecipazione e alla responsabilizzazione degli utenti finali, per il 12% la tendenza a intervenire in settori nuovi in cui si concentrano maggiori possibilità di sviluppo, per il 10,6% la capacità di presidiare i settori in cui il ruolo pubblico tende a venire meno.
Questi sono i principali risultati del «1° Rapporto sulla cooperazione in Italia», realizzato dal Censis per l’Alleanza delle Cooperative Italiane, che è stato presentato oggi a Roma da Giuseppe Roma, Direttore Generale del Censis, e discusso da Luigi Marino, Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, Giuliano Poletti
e Rosario Altieri, Copresidenti dell’Alleanza delle Cooperative Italiane.
29 novembre ore 9:30 a Palazzo della Cooperazione – Via Torino 146 – Roma
“La cooperazione sociale incontra il profit”. Protocollo d’intesa tra Federsolidarietà – Confcooperative e Fondazione Altagamma.
Promuovere e valorizzare iniziative di welfare aziendale per il benessere delle persone occupate e delle loro famiglie. Se ne discuterà nel corso del convegno “Eccellenze d’impresa, eccellenze nella solidarietà” al termine del quale sarà siglato un protocollo d’intesa, tra Federsolidarietà – Confcooperative e Fondazione Altagamma, per favorire e promuovere lo sviluppo di incontro professionale tra le due sfere.
Ne discuteranno:Giuseppe Guerini -presidente Federsolidarietà Confcooperative; Santo Versace –presidente Fondatore Fondazione Altagamma; Vincenzo De Bernardo –direttore Federsolidarietà Confcooperative; Francesco Pesci -ad di Brioni;Carla Fendi –FENDI; Gaetano Visocchi -ad della Rocco Forte & Family Roma e Firenze; Vincenzo Pujia -Sales Marketing Director BVLGARI; Andrea Illy presidente e amministratore delegato di Illycaffè.
Tra le esperienze di eccellenza interverranno:Vincenzo Linarello –Consorzio GoelconVersace; Giorgia Sbrizzi – Consorzio Interland con Illycaffè Alessandro Cantoni –Cooperativa Sociale Alecrim Work con Ferrari.
29 novembre: CENSIS e Alleanza delle Cooperative Italiane presentano il I Rapporto CENSIS sulla cooperazione in Italia.
CENSIS e Alleanza delle Cooperative Italiane presenteranno il Rapporto sulla cooperazione in Italia. I lavori si terranno,giovedi 29 novembre, alle ore 10.30, presso la sede di Legacoop, Sala Basevi, in Via Guattani 9, Roma.
Il direttore del CENSIS Giuseppe Roma illustrerà un’ampia sintesi dei numeri e delle principali dinamiche del movimento cooperativo.
Interverrà Corrado Passera, Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture. Interverranno, inoltre, Luigi Marino, presidente dell’Alleanza delle Cooperative e i copresidenti Giuliano Poletti e Rosario Altieri.
Italy lags behind almost every other European country when it comes to women’s employment. Employment rates for men are more than 20 percentage points higher than those for women. And women represent only 4 percent of company board members, the second-lowest rate in Western Europe, even though on average Italian women are better educated than Italian men.
This poor representation has serious repercussions for the economy. According to The Economist, Goldman Sachs has calculated that increasing women’s participation in the labour market to male levels would boost Italy’s GDP by 21%. The Italian government is working to try to improve the situation, and recently introduced legislation requiring a minimum quota of women to sit on the boards of listed companies. But this does not affect cooperatives, which in theory are founded on principles of equality. Equal rights for women have been at the core of cooperative principles since the dawn of the cooperative movement in the mid-19th century.
The iDEE association for women in cooperative banks, founded in 2004, is working to redress this imbalance and enhance and promote the contribution of women within the BCC, the Italian network of cooperative banks. The non-profit association is funded by membership fees and donations, and operates within Federcasse, the national federation of cooperative banks, which represents 412 cooperative and rural banks around Italy. The association is open to everyone, men and women, within the cooperative banking system.Working groups have been founded on the four core themes of life balance, diversity, knowledge management and environmental and sustainability development, and every year the association organizes two events based around working group topics. Activities range from publishing a booklet, Equilibrio, on tools for achieving a balance between work and life, and organizing the TraguardiDEE award to promote the commitment of women within the cooperative banking system. Claudia Gonnella is the head of communications for the iDEE association, and also works within Federcasse’s communications and social banking department. She explained that iDEE is lobbying for more women to be included on the boards of the cooperative banks within the BCC network. “The gender gap is a crucial issue for all of Italian society,” she said, though “things are changing in the banking sector.” She said that the cooperative movement was taking a different and perhaps more inclusive and proactive approach by founding iDEE, the only women’s association within Italy’s banking sector.“In Italy the banking sector is not the sector of women, but of men. That’s the tradition. We are working step by step to change this,” said Claudia. Currently iDEE is asking for at least one woman to be included on each bank’s board. Federcasse itself has only one woman on its Executive Committee. “We are working for a better situation. One woman on the board is not a good situation. But it’s a first step.”
iDee – Associazione delle Donne del Credito Cooperativo: http://www.idee.bcc.it
In occasione dell’appuntamento internazionale indetto dall’ONU, le associazioni italiane e le istituzioni locali organizzano una serie di iniziative di sensibilizzazione: spettacoli, seminari, corsi, fiaccolate e anche screening gratuiti dello stato di salute.
DIECI GIORNI di spettacoli, incontri, performance. In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, designata dall’Assemblea Generale dell’ONU per il 25 novembre, le associazioni italiane impegnate contro la violenza di genere organizzano una serie di iniziative di sensibilizzazione, di pari passo con quelle dei ministeri dell’Istruzione e del Lavoro e del dipartimento per le Pari opportunità, rivolte alle scuole e agli studenti. E’ infatti tristemente grave il bilancio anche quest’anno: 129 donne uccise per motivi di genere nel corso del 2011, 105 solo nei primi 9 mesi del 2012, e sono migliaia quelle seguite dai centri antiviolenza dal 1° gennaio al 30 ottobre 2012.
Fare un elenco di tutti gli appuntamenti in programma è impossibile, ogni città ha in serbo qualcosa di originale e per scoprire gli eventi locali più interessanti basta rivolgersi all’associazione o alla sede amministrativa più vicina. Partendo dall’estremo nord e scendendo via via verso sud, a Bolzano, la commissione provinciale alle pari opportunità assieme al Servizio Donna della Provincia, ripropone invece la campagna del Fiocco Bianco, “White Ribbon Campaign”, dal 25 novembre al 10 dicembre (giornata dei diritti umani), invitando a portare un fiocco bianco come segno di impegno personale a non commettere mai e a non tollerare la violenza contro le donne.
Tale campagna, nata nel 1991 in Canada a seguito di un inquietante fatto di cronaca.
estratto dell’articolo di Sara Ficocelli www.repubblica.it
14 novembre: “Cominciamo Insieme” è il progetto coordinato da Confcooperative Toscana. Istituito un Premio alle idee imprenditoriali proposte da giovani. Termine il 31 dicembre.
Il 2012 è stato proclamato anno internazionale delle cooperative dall’ONU con l’obiettivo di mettere in risalto il contributo che le cooperative danno allo sviluppo socioeconomico, riconoscendo soprattutto il loro impatto sulla riduzione della povertà, sull’occupazione e sull’integrazione sociale.
Nell’occasione, il Movimento Cooperativo della Toscana, riunito nel coordinamento stabile dell’Alleanza Cooperative Italiane, con il patrocinio della Regione e con il contributo di Unioncamere Toscana, ha assunto, tra le altre, un’ iniziativa che incoraggi i giovani a esprimere concretamente la loro adesione ai principi cooperativi, istituendo un Premio alle idee imprenditoriali proposte da gruppi di giovani che prevedano la creazione di una nuova impresa in forma cooperativa.
Il premio consiste:
1.Nella partecipazione ad un tirocinio ad indirizzo manageriale cooperativo di 6 (sei) mesi, presso un’ impresa cooperativa qualificata, operante nel settore di interesse, da parte di un componente del gruppo proponente.
2.Nell’assistenza alla predisposizione del business plan per la realizzazione della nuova impresa cooperativa ipotizzata;
3.Nel collegamento della nuova impresa con la rete del sistema delle imprese cooperative, allo scopo di favorire lo sviluppo del core business e sfruttare tutte le possibili opportunità di mercato;
4.Nell’assistenza alla nuova impresa per l’accesso al credito e la concessione di garanzie da parte di Cooperfidi Italia;
5.Nell’assistenza alla nuova impresa per la richiesta di provvidenze finanziarie regionali;
Il progetto è coordinato da Confcooperative Toscana per conto dell’Alleanza delle Cooperative.
La domanda di ammissione al Bando dovrà essere presentata, da parte del Referente del Gruppo di Progetto, entro il 31 dicembre 2012, tramite l’invio della domanda e del format di descrizione dell’idea imprenditoriale, a Confcooperative Toscana, Via Vasco de Gama 25, Firenze, esclusivamente in formato elettronico pdf all’indirizzo: toscana@confcooperative.it, specificando nell’oggetto: Progetto Cominciamo Insieme –partecipazione al bando di selezione delle idee imprenditoriali-denominazione dell’idea.
Scarica il Bando vai sul sito: http://www.toscana.confcooperative.it
16 – 18 novembre: La cooperazione dell’Emilia Romagna protagonista a Enologica 2012, il salone del vino e dei prodotti tipici dell’Emilia Romagna in programma a Faenza (Ra).
Riflettori puntati sulla realtà delle produzioni agroalimentari cooperative all’edizione 2012 di Enologica, il Salone del vino e dei prodotti tipici dell’Emilia Romagna. La cooperazione regionale è protagonista di primo piano della rassegna in programma a Faenza (Ra) dal 16 al 18 novembre.
Nell’ambito delle iniziative previste dal programma di questo importante evento dedicato all’enogastronomia, infatti, sono stati presentati i risultati della recentissima indagine su “Il consumatore italiano e l’agroalimentare. Il caso Emilia Romagna” realizzata da Nomisma e commissionata da Fedagri, Irecoop, Legacoop e Cevico.
Uno studio che mostra come la cooperazione, spina dorsale dell’agroalimentare regionale, sia considerata da quasi il 60% degli intervistati portatrice di valori ritenuti importanti quali la valorizzazione dei prodotti del territorio, lo sviluppo locale, la ripartizione degli utili tra gli agricoltori, la gestione democratica e solidale dell’azienda.
«Elementi – afferma Giovanni Bettini, presidente di Fedagri – Confcooperative Emilia Romagna – su cui occorre puntare, attraverso una adeguata campagna informativa, affinché i numerosi e blasonati marchi alimentari espressi dalle nostre imprese possano essere sempre più percepiti come vettori di importanti valori cooperativi oltre che di un elevato livello qualitativo.
Ultimamente, questo impegno ha trovato un valido sostegno anche nell’Organizzazione delle Nazioni Unite, che ha dichiarato il 2012 Anno Internazionale delle Cooperative riconoscendo che queste imprese contribuiscono a migliorare il benessere sociale, sostenere lo sviluppo e mantenere l’occupazione.
«Un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico e sociale delle comunità – dichiara Cristian Maretti di Legacoop Emilia Romagna – da sempre alla base della mission della cooperazione, che grazie alla sua vocazione ed al suo forte radicamento sul territorio è impegnata in prima linea nella valorizzazione dei prodotti tipici, della tradizione e più in generale dell’intero comprensorio in cui opera. Tutto ciò attraverso un rapporto strettissimo con i produttori che in quelle aree vivono e lavorano».
In occasione dell’inaugurazione di Enologica, prevista Sabato 17 Novembre, un ricco paniere di questi prodotti agroalimentari viene messo a disposizione di alcuni dei più blasonati cuochi italiani e dell’Assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, da Fedagri/Confcooperative e Legacoop Agroalimentare sotto l’egida dell’Alleanza Cooperative Italiane: eccellenze di alta qualità ottenute nelle zone più vocate seguendo rigidi disciplinari nel pieno rispetto dei valori ispiratori della cooperazione.
Emil Banca, in collaborazione con il Centro Educazione all’Europa, mette nuovamente a disposizione dei giovani del territorio 5 borse di studio per partecipare al programma LLP (Lifelong Learning Programme) nell’ambito del progetto di mobilità internazionale “Giovani cittadini d’Europa”, misura Leonardo da Vinci.
I tirocini formativi si svolgeranno in un Paese europeo ed avranno una durata di 14 settimane ciascuno. Possono concorrere per ottenere la borsa di studio giovani under 35 che siano:
diplomati o laureati e disponibili sul mercato del lavoro (non studenti)
lavoratori dipendenti o imprenditori
residenti in uno dei comuni del territorio di competenza di Emil Banca
Ai nostri soci sarà assegnato un punteggio aggiuntivo valido ai fini della selezione.
per saperne di più vai su http://www.emilbancayoutu.com/
Ancora un servizio nella rubrica “Agenda del Mondo” a cura di di Isabella Mezza e Claudio Rubino su un paese del Sud del mondo diviso tra la ricchezza di pochi, custodita nelle Banche delle poche città sovraffolate.
In questo quadro le iniziative di “finanza popolare” della Banca cooperativa di Arroyo y Credito, nata con l’obiettivo di invertire le rotte del denaro e amministrare il denaro dei poveri per i poveri, nell’ambito del Fepp, Fondo Ecuadoriano Populorum Progressio.
La BITAC- Borsa Italiana del Turismo Cooperativo ed Associativo – è una manifestazione creata dalle componenti turistiche delle tre principali centrali cooperative Italiane per promuovere la conoscenza e la collaborazione tra le imprese e favorire la commercializzazione dell’offerta tutistica cooperativa. Realizzata inizialmente aslla fine degli anni 70 – inio anni ’80, la BITAC ha riaperto i battenti a Firenze nel 2008.
Nucleo centrale della manifestazione è il workshop (incontri B2B) tra cooperative, consorzi, associazioni, da un lato, e tour operator e cral, dall’altro. A questo si aggiungono, momenti di approfondimento tematici, presentazioni di progetti ed iniziative.
AGCI Culturalia, FederCultura Turismo Sport-Confcooperative e Legacoop Turismo sono impegnate a far crescere ulteriormente la manifestazione, arricchendola ogni anno di nuove iniziative e contenuti. Nucleo centrale della manifestazione è il workshop (incontri B2B) tra cooperative, consorzi, associazioni, da un lato, e tour operator e cral, dall’altro.
A questo si aggiungono, momenti di approfondimento tematici, presentazioni di progetti ed iniziative.
Dopo settimane di intense consultazioni con presidente e parlamento a Mogadiscio, il primo ministro Abdi Farah Shirdon Saacid ha nominato ieri il suo primo governo composto da 10 ministri. Per guidare il ministero degli Esteri è stata scelta per la prima volta una donna: si tratta di Fowsiyo Yusuf Hajji Aden, esponente della diaspora vissuta a lungo in Gran Bretagna, a cui è stato anche affidato l’incarico di vice-primo ministro.
”La mia nomina è storica per la Somalia e in particolare per le donne della Somalia. Si apre una nuova pagina per la situazione politica del nostro paese e ci condurrà al successo e alla prosperità” ha detto il nuovo ministro. L’esecutivo deve ora ricevere l’approvazione formale del parlamento federale.
La Cooperazione Italiana è impegnata in numerose iniziative nei Pvs per la formazione e l’educazione delle donne affinchè sia possibile per loro ricoprire ruoli amministrativi e politici anche di grande rilievo. All’empowerment delle donne, sia sul piano economico che su quello sociale, il portale della Cooperazione Italiana ha dedicato uno Speciale con tutti i programmi e i progetti realizzati in questo settore così importante.
Il gotha della Green Economy torna a darsi appuntamento a Rimini Fiera per Ecomondo 2012, sedicesima Fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile. Il quartiere riminese organizzerà l’esposizione leader in Italia e fra le prime in Europa – con oltre 75 mila visitatori e 1.200 imprese in sedici padiglioni – per i temi della sostenibilità ambientale.
Non a caso il Ministero dell’Ambiente ha scelto questa occasione per lo svolgimento degli Stati Generali della Green Economy, in programma il 7 e l’8 novembre, tappa conclusiva del percorso compiuto da 39 organizzazioni di imprese in collaborazione con lo stesso Ministero e con il coordinamento della Fondazione Sviluppo Sostenibile presieduta da Edo Ronchi.
Un lavoro che ha portato all’elaborazione di una piattaforma programmatica per lo sviluppo di una green economy in Italia tramite un processo aperto e partecipativo che ha visto il coinvolgimento di centinaia di esperti, rappresentanti del mondo delle imprese, delle forze politiche e della società civile.Agli Stati Generali si aggiunge un programma di 150 eventi, curati dal comitato scientifico di Ecomondo coordinato dal professor Luciano Morselli. E poi la Città sostenibile, 6 mila metri quadrati nei quali grandi imprese italiane proporranno le soluzioni più innovative e disponibili per rappresentare la via italiana alla città intelligente, la smart city.In contemporanea, le giornate riminesi vedranno anche lo svolgimento della 6/a edizione di Key Energy, fiera internazionale per l’energia e la mobilità sostenibili, e di Cooperambiente, da cinque anni rassegna che valorizza le migliori esperienze della cooperazione in tema di ambiente.Nell’occasione Rimini Fiera inaugurerà anche il suo terzo impianto fotovoltaico, sviluppato su 100 mila metri quadrati. Ha una potenza di oltre 4.300 kwp, per rendere il quartiere autonomo sotto il profilo del fabbisogno energetico.
C’è un processo internazionale, al quale prende attivamente parte anche la Cooperazione Italiana, che ha come obbiettivo incentivare la ricerca e l’adozione di strategie per una gestione più responsabile degli ecosistemi. Nell’ambito dello sviluppo sostenibile tante sono le iniziative che i governi e gli enti internazionali come, l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (Iucn), stanno promuovendo dal primo vertice sullo sviluppo sostenibile del 2002 a Johannesburg.
I programmi e le ricerche portate avanti in questo settore rivestono un’importanza fondamentale per lo sviluppo globale, in quanto cercano di adattare i sistemi di produzione agricola agli ideali di tutela dell’ambiente applicando le indicazioni delle Convenzioni dell’Ambiente Mondiale per una produzione che riduca al minimo le conseguenze dell’impatto ambientale.
World Co-operative Monitor launched at Co-operatives United
Manchester, United Kingdom. 31 October 2012; The global co-operative sector defied a general business trend and grew on average through the heights of the Global Financial Crisis, according to a new scientific report published today on the occasion of Co-operatives United.
The inaugural World Co-operative Monitor, ranking the 300 largest co-operative and mutual enterprises by turnover and collecting data on all sizes of co-operatives across the globe in categories, was launched today in Manchester by its partners the International Co-operative Alliance (ICA) and The European Research Institute on Cooperative and Social Enterprises (EURICSE).
“This new data demonstrates that not only do co-operatives have significant scale, but that this scale is sustainable even in the face of difficult global economic conditions,” said Charles Gould, ICA Director-General. “More than this, with USD 2 trillion in annual revenue among the 300 largest co-operatives alone, this is a sector that is no side-player, but a major, global, economic force.”
“This is only the first step in achieving the final goal of the World Co-operative Monitor. In fact, the World Co-operative Monitor will not be limited to this – its main goal is to give visibility to the largest co-operatives, in terms of economic and/or social impact, in their countries,” said Gianluca Salvatori, CEO of Euricse.
“The World Co-operative team, therefore, intends to gradually collect data that can describe how the largest co-operatives in the world contribute to the welfare of the countries in which they operate in terms of employment, facilities, etc.” These top 300 co-operative and mutual enterprises accounted for USD 1,975.6 billion (USD 2.0 trillion) in turnover of which USD 158,7 billion is derived from the banking and financial services sector and USD 977,2 billion from the insurance sector.
The World Co-operative Monitor is an ICA initiative with the scientific collaboration of Euricse and is a continuation of the work begun by the ICA through its Global 300 list. “We aim at developing a more comprehensive scientific project. This is the first “exploratory” version. Our goal is a ranking based not only on turnover, but on numbers of members and employees, and impact in social terms,” said Mr Salvatori.
“The idea behind this new project is to define a new process of data collection, integration, and analysis, culminating in the creation of a regularly updated database containing economic, but also employee and other social data, to monitor and demonstrate not only the economic, but also the social impact of the largest co-operatives worldwide.”
Provisionally for this year, given the still limited availability of questionnaires, the rankings presented are purely economic in nature. The criterion adopted is the revenue that a company receives from its operating business activities, usually from the sale of goods and services to customers. The results are to be considered as exploratory, not exhaustive.”
The World Co-operative Monitor 2012 reports on 2010. “At a time when the world is at risk of falling back into recession, this new data provides a great message for the general public: there is a way to pursue sustainable business and at scale,” said Mr Gould. The development of this new, statistical model for monitoring the size and health of the co-operative and mutual sector was overseen by a specially appointed steering committee of experts.
The 13-member committee comprises experts including, from Japan, the head of the Robert Owen Association Akira Kurimoto; from Finland, Panu Kalmi, Professor of Economics at the University of Vaasa and member of the Academic Think-tank of the European Association of Co-operative Banks and Barry W. Silver, Executive Vice President at the National Cooperative Bank in Washington, DC, for over three decades in the Corporate Lending Division.
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