23 luglio: Gardini «Le imprese provano a mantenere il lavoro, ma negli ultimi anni le cooperative hanno fatto +8% di occupazione. Export volano di crescita anche nella crisi”.
«L’export resta un volano per lo sviluppo, soprattutto, in un momento di contrazione dei consumi del mercato interno. Ecco perché continuiamo a sollecitare istituzioni e imprese, ciascuno per il suo ruolo e le sue funzioni, a perseguire politiche di sviluppo che vadano in questa direzione».
Così Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, commenta i dati Unioncamere Excelsior illustrati alla presenza del Ministro Giovannini.
«I dati del nostro Centro studi confermano come le cooperative che esportano risultino essere quelle che registrano le migliori performance, in termini di fatturato e di tenuta occupazionale, anche nella crisi. Complessivamente – aggiunge Gardini – negli ultimi cinque anni, le cooperative hanno aumentato l’occupazione dell’8%, contribuendo, in maniera importante, a tutelare la coesione sui territori».
«Il sistema delle piccole e delle grandi imprese, cooperative e non – conclude Gardini – ha bisogno di interventi concreti su semplificazione burocratica, fisco, accesso al credito debiti della PA e misure sul lavoro per rilanciare l’economia del Paese».
La necessità di ridefinire un modello di sviluppo globale che significhi sostenibilità ambientale, sviluppo economico e sociale: questo il messaggio di fondo degli interventi ascoltati la settimana scorsa alla Farnesina in occasione della conferenza “Da Rio+20 al processo Post-2015: le sfide dello Zero Hunger Challenge, della sostenibilità, della lotta alla povertà e dello sviluppo sociale. Il contributo italiano, la posizione europea” alla quale hanno partecipato il viceministro con delega alla Cooperazione Lapo Pistelli e il direttore generale per lo Sviluppo sostenibile, il clima e l’energia del ministero dell’Ambiente, Corrado Clini.
La sostenibilità ambientale, lo sviluppo economico e quello sociale sono tre pilastri collegati e inscindibili fra loro, ha detto il vice ministro Pistelli nel corso del suo intervento. Nei prossimi mesi l’Italia dovrà giocare le sue carte in due importanti appuntamenti: il semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione europea e l’Expo 2015.
“Riguardo al primo, intendiamo impegnarci nella creazione di un’agenda politica di cooperazione internazionale” e, in questo senso, gli eventi in corso nel Mediterraneo possono fungere da stimolo ad “esercitarci sulla cooperazione non solo a livello teorico ma assumendoci delle responsabilità.
Sul secondo punto, Pistelli ha parlato di quattro pilastri fondamentali da inserire nell’agenda dell’Expo di Milano 2015: “una seria politica di sviluppo rurale comune; la promozione di politiche di genere e di empowerment femminile; l’adozione di un nuovo modello di lettura dello sviluppo che vada oltre il Pil; la valorizzazione della cooperazione decentrata, che in alcuni casi funge in supplenza della cooperazione tradizionale”.
A margine del convegno il Viceministro Pistelli ha dichiarato che vede possibile aumentare il contributo italiano alla cooperazione allo 0,29 per cento del Pil a patto che il governo mantenga le promesse fatte l’anno scorso. “Capisco che possa sembrare impegnativo ma mi pare molto ragionevole. Siamo – spiega il vicemnistro – penultimi in Ue, davanti solo alla Grecia per un centesimo di punto. Il bilancio della Cooperazione dal 2007 al 2013 è stato tagliato di quasi l’80 per cento. Non promettiamo la luna, non ci sono sparate improbabili rispetto agli obiettivi che altri paesi hanno accolto da tempo. Ci proponiamo un incremento del 10 per cento annuo rispetto all’incremento dell’anno precedente. Piccole cifre ma che in quattro anni porteranno a un dignitoso 0,29 per cento. Saremmo sempre in coda ma non proprio il fanalino. Spero che su questo ci sia anche un senso di orgoglio nazionale, considerando che nel 2014 e nel 2015, tra la presidenza del semestre europeo e l’expo di Milano, non ci possiamo permettere di stare in questa posizione”.
“L’impresa cooperativa rimane forte in tempi di crisi” – messaggio ICA per la 19a giornata internazionale delle cooperative.
La Giornata Internazionale delle Cooperative, che si celebra quest’anno il 6 luglio 2013, ha come tema “L’impresa cooperativa rimane forte in tempi di crisi”. Il tema è piu’ che mai adatto se si considera come le altre forme di impresa si misurano di fronte alle attuali lotte economiche globali.
I modelli di imprese di capitali attualmente soffrono una crisi di sostenibilità in termini economici, sociali ed ambientali, mentre il modello cooperativo ha dimostrato la sua capacità di resistenza in tempi di crisi.
La crisi finanziaria è stata un esempio chiaro del rischio di porre l’accento sul profitto a breve termine rispetto alla redditività a lungo termine. Le crisi globali attuali derivano da un modello di business che pone la remunerazione finanziaria al di sopra delle necessità delle persone, un modello che tende a privatizzare gli utili e a socializzare le perdite.
E’ evidente che una pluralità di modelli societari contribuisce a creare un settore finanziario più stabile nel suo complesso. Ponendo al centro i bisogni delle persone, le cooperative rispondono alla crisi di sostenibilità odierna e offrono una forma distinta di “valore condiviso”.
Il modello cooperativo, inoltre, non è vittima del fascino che affligge il capitalismo da più di venti anni in cui il risultato finanziario è l’indicatore centrale di una buona impresa.
Una cooperativa, molto semplicemente, rappresenta il perseguimento di un obiettivo collettivo di sostenibilità poiché essa cerca di “ottimizzare” i risultati per una pluralità di soggetti piuttosto che massimizzare i benefici solo per alcuni.
Questo significa anche che, in tempi di difficoltà, la forza lavoro nella sua totalità è considerata vitale per il benessere della cooperativa e non solo una parte di essa rappresentata dai dirigenti. Un altro ambito che ha colpito l’opinione pubblica mondiale riguarda le prassi operative che hanno portato alla chiusura di molte grandi banche; banche che sono sempre state considerate istituzioni venerabili, sicure per gli investimenti e per i depositi ma che troppo spesso hanno dimostrato di essere deboli e mal gestite. Le cooperative finanziarie si sono distinte per le loro performance ben diverse.
Le cooperative di credito e risparmio e le banche cooperative sono cresciute; hanno mantenuto il flusso di credito erogato soprattutto alle piccole e medie imprese, sono rimaste stabili in tutte le regioni del mondo, mentre indirettamente hanno creato occupazione. La combinazione specifica della proprietà detenuta dai soci, il controllo democratico e la ripartizione degli utili, sono al centro della loro capacità di resistenza che garantisce una serie di vantaggi sui concorrenti.
Poiché le cooperative che operano nel settore finanziario rappresentano una parte sorprendentemente importante del mercato bancario globale, è importante capirne meglio il modello.
Un recente rapporto pubblicato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e scritto dal Professor Johnston Birchall, esamina le cooperative finanziarie dalle loro origini in Germania negli anni 1850, fino al movimento globale che oggi esse rappresentano.
In un’intervista all’OIL, Birchall spiega, come prima della crisi, gli economisti affermavano che le cooperative finanziarie erano destinate ad essere meno efficienti rispetto alle banche degli azionisti privati perché non remuneravano i loro managers con quote azionarie. Tuttavia, la crisi finanziaria ha dimostrato come le cooperative finanziarie corrano meno rischi rispetto alle altre tipologie di banche in particolare perché i loro dirigenti non ricevono una quota degli utili.
“La stabilità e l’avversione al rischio fanno parte del DNA delle cooperative finanziarie.
Come imprese, generano e devono generare utili, altrimenti non sarebbero tali, ma questi utili sono accantonati a riserve che assicurano alle cooperative la forza finanziaria, mettendole al riparo dai problemi legati a requisiti di capitalizzazione imposti dalle autorità di regolamentazione”.
” Nelle altre parti del mondo le cooperative di credito, non hanno subito gli effetti della crisi del 2008, né le crisi del settore bancario. Esse hanno continuato a crescere lentamente, regolarmente, senza drammi”.
Un altro vantaggio delle cooperative in tempi di crisi che non deve essere trascurato è la loro dimensione sociale. Mentre assistiamo ad una situazione di grande difficoltà economica ed i governi sono sotto pressione per ridurre i costi delle prestazioni sociali, le cooperative forniscono spesso una preziosa ancora di salvataggio. In breve, le cooperative contribuiscono al capitale sociale con metodi che le società per azioni non adottano.
Le cooperative possono anche svolgere un ruolo fondamentale nell’erogare servizi, come l’assistenza sanitaria, che altrimenti sarebbero forniti da assicurazioni private o dallo Stato o destinati a scomparire a causa dei tagli al bilancio pubblico.
Naturalmente non bisogna trascurare i vantaggi che offrono le cooperative di consumo: la capacità di fornire ad un prezzo migliore prodotti alimentari e altri beni essenziali ai consumatori quando gli stipendi si riducono o si perde il lavoro.
Questa Giornata Internazionale delle Cooperative, il 6 luglio 2013, ci offre l’opportunità di riflettere su tutto ciò che le cooperative fanno sia in tempi prosperi sia in tempi difficili e ribadire il nostro impegno per garantire che questo modello di impresa, basato su valori, continui ad attirare più attenzione e sostegno globale.
E’ un modello che ha funzionato e continua a funzionare.
26 giugno: Gardini «Chiediamo strumenti per combattere cooperazione spuria. Misure Cdm incentivano lavoro giovanile. Da Bruxelles attendiamo misure concrete per rilanciare sviluppo e occupazione»
Questo paese ha bisogno di meno centrali cooperative, siamo qui per farne una sola. Abbiamo bisogno di buone imprese cooperative e di buone prassi. Chiediamo più strumenti per combattere la cooperazione spuria che mortifica il lavoro. É una battaglia di sviluppo e di civiltà».
Lo ha detto Maurizio Gardini Copresidente dell’Alleanza delle Cooperative e di Confcooperative, mentre accoglieva e presentava, calorosamente, Zanonato ministro dello Sviluppo Economico, quale ministro di riferimento, ai 2.000 cooperatori all’Auditorium della Conciliazione di Roma.
«Il DL lavoro approvato dal Consiglio dei Ministri di oggi incentiva il lavoro giovanile. Ci attendiamo che la due giorni del Consiglio Europeo dia vita alle misure concrete per rilanciare crescita e sviluppo». Questo il commento di Gardini sull’esito del Consiglio dei Ministri svoltosi oggi e alla vigilia del vertice di Bruxelles.
26 giugno: LAVORO, FUTURO, ITALIA RIPARTIAMO INSIEME. Mercoledì, a Roma, all’Auditorium della Conciliazione: 2.000 le cooperatrici e i cooperatori che parteciperanno all’Assemblea.
“Lavoro, futuro, Italia: ripartiamo insieme!”. È questo lo slogan che fa da sfondoall’Assemblea Nazionale dell’Alleanza delle Cooperative Italianeche si svolgeràmercoledì 26 giugno, alleore 10.00, aRoma, pressol’Auditorium della Conciliazione, Via della Conciliazione, 4.
L’Assemblea costituirà un’occasione per rafforzare ulteriormente, di fronte ai rappresentanti delle istituzioni, del mondo politico e delle amministrazioni locali che saranno presenti all’iniziativa, l’“accreditamento” del significato e del ruolo che il progetto di realizzazione di una rappresentanza unitaria del movimento cooperativo intende assumere nel panorama associativo ed imprenditoriale del Paese.
All’Assemblea saranno inoltre illustrate le proposte che, sulla base delle esperienze realizzate, il mondo cooperativo vuole avanzare per contribuire alla ripresa dell’economia ed all’affermazione di un modello di sviluppo più equo, fondato sul protagonismo sociale.
Programma dei lavori:
Ore 10.00 – Intervento di apertura -Maurizio Gardini, Presidente di Confcooperative e Copresidente dell’Alleanza delle Cooperative
Ore 10.20 – Intervento del Presidente del Consiglio,Enrico Letta
Ore 10.40 – Relazione di Giuliano Poletti, Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane e di Legacoop
Ore 11.10 – Intervento del Ministro dello Sviluppo Economico,Flavio Zanonato
Ore 11.45 – Interventi Istituzionali programmati
Ore 12,45 – Intervento conclusivo -Rosario Altieri, presidente di AGCI e Copresidente dell’Alleanza delle Cooperative.
25 Giugno:”La forza della Cooperazione” Lo spazio dedicato ad Uno Mattina Estate.
Sono intervenuti i Presidenti Gardini, Poletti e Altieri.
Le cooperative si alleano contro la crisi. Welfare, agroalimentare, credito, agroalimentare, consumo, abitazione e altro ancora. Ne hanno parlato, intervistati da Valentina Bisti, i presidenti Maurizio Gardini, Giuliano Poletti e Rosario Altieri.
Per poter vedere l’intervista vai sulla home page del sito: www.confcooperative.it
18 giugno: Gardini «Cooperative dicono no a liberismo selvaggio del welfare. Fare bene e presto per dare welfare vicino a esigenze cittadini»
“Abbiamo bisogno di una buona sanità pubblica che continua a curare la parte ospedaliera di alto livello, dirottando pezzi di assistenza territoriale sull’autorganizzazzione dei cittadini”. Lo dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative intervenendo all’assemblea di FederazioneSanitá Confcooperative.
«Siamo fortemente impegnati per dare un welfare innovativo e di qualità al Paese – continua Gardini – superando tutte le difficoltá. I piani di rientro hanno dilatato ulteriormente i tempi di pagamento nei confronti delle imprese e non hanno tenuto conto di inefficienze e lotta agli sprechi. Ci sono situazioni in cui quando il sistema non regge più piccoli aggiustamenti non servono e sono peggiorativi».
«Diciamo no al liberismo sfrenato del welfare affidato solo ai privati nel nostro Paese. Il nostro modello – aggiunge il presidente di Confcooperative – vuole essere un welfare di comunità che non crea disparità e che sia vicino a esigenze del cittadino. La cooperazione sociale e sanitaria di Confcooperative la ritiene sua perché siamo interpreti della mutualità».
«Fare bene, fare subito e fare insieme é questo l’impegno che oggi Confcooperative si assume. Rendere i cittadini protagonisti di un nuovo sviluppo e un nuovo benessere come protagonisti di una società più giusta e più equa per tutti: questo é il nostro obiettivo – conclude Gardini – che non riguarda solo la cooperazione sociosanitaria, ma tutti i settori cooperativi per costruire un welfare».
Sala del Refettorio, Camera dei Deputati – Via del Seminario 76, Roma
L’attenzione all’impatto e al raggiungimento dei risultati degli interventi di cooperazione allo sviluppo è un tema centrale e va esercitata in modo trasparente.
Le ONG di LINK2007 ne hanno fatto il presupposto in ogni progetto di cooperazione. Per questo hanno deciso di promuovere un seminario pubblico sul tema dell’accountability, cioè dell’impegno a rendere conto delle proprie attività, della loro efficacia, delle modalità di azione e di utilizzo delle risorse, dei risultati raggiunti, coinvolgendo nelle valutazioni i partner e le comunità con cui si interviene.
Il seminario sarà un’occasione per definire un percorso concreto da condividere con altre realtà non governative, con la cooperazione pubblica, con il mondo politico, con le persone interessate.
Ai fini del rafforzamento dell’accountability nella cooperazione non governativa e in quella pubblica, le ONG di LINK2007 promuovono la definizione di modalità comuni d’intervento, valorizzando e consolidando buone pratiche già acquisite e proponendo un percorso da condividere, anche in vista della riforma legislativa sulla cooperazione internazionale allo sviluppo.
SOLIDARETE – Fondazione per l’internazionalizzazione dell’impresa sociale – 19 Giugno ore 14:30 presso Confcooperative Lombardia via Fabio Filzi 17, Milano
ti invita a partecipare all’evento “Partnership D’Oltremare – scenari di nuova Cooperazione per lo sviluppo dell’economia sociale in America Latina.”
Invited Guest: Josè Luis Rhi-Sausi
Direttore CESPI- Centro Studi Politica Internazionale
Segretario Socio economico IILA – Istituto Italo- latino Americano
Il 13 giugno 2013 dalle ore 14.30 alle ore 18.00 presso Palazzina Esprit Nouveau, P.zza Costituzione 11, Bologna. Interventi di Rappresentanti del Cooperativismo del lavoro associato e dell’ESS di America Latina e Italia.
“Cooperazione internazionale, economia solidale e cooperativismo: da valori condivisi a pratiche comuni”
Il 2012 è stato proclamato dall’ONU Anno Internazionale del Cooperativismo sotto lo slogan “Le imprese cooperative aiutano a costruire un mondo migliore”, un concetto che dimostra il sempre maggiore interesse che viene dedicato alle diverse forme di Cooperativismo e di Economia sociale e solidale, non solo tra il mondo delle imprese no‐profit, ma anche da parte di organizzazioni ed istituzioni che operano nel settore della cooperazione internazionale, dai livelli locali a quello globale e multilaterale. La Tavola Rotonda nasce nell’ambito delle attività previste dal progetto “RED DEL SUR: Promozione del cooperativismo di lavoro associato e rafforzamento delle reti delle organizzazioni dell’economia sociale del Mercosur come strategia per combattere la povertà e costruire una società più democratica e sostenibile” (co‐finanziato dalla Commissione Europea).Il progetto di cui COSPE è capofila e Nexus partner, riunisce le principali organizzazioni di rappresentanza del cooperativismo del lavoro associato del MERCOSUR, che a loro volta formano CICOPA Mercosur ‐ UNISOL Brasil, FCPU, CNCT, CONPACOOP e vede in più la partecipazione di altre Ong europee e locali: Fundación CIDEAL, FUNDEMOS e delle Regioni Emilia‐Romagna, Marche ,Toscana. A partire da Red del Sur, la Tavola Rotonda si propone come spazio di confronto tra gli attori che in questi anni hanno accompagnato lo sviluppo di questa esperienza di rete come di altre simili, sulla base di una profonda condivisione di valori e di pratiche concrete. Il ruolo che il Cooperativismo e l’Economia Sociale e Solidale rivestono nel garantire lo sviluppo e la coesione economica, sociale e territoriale è, soprattutto in tempi di crisi, sostanziale. In molti Paesi del mondo sono ormai diversi i progetti di cooperazione internazionale e le azioni di sensibilizzazione che sostengono vari processi di sviluppo locale a partire da un rafforzamento dei movimenti cooperativi e delle altre forme di lavoro autogestito. Esponenti delle organizzazioni di rappresentanza del cooperativismo del lavoro associato, delle rappresentanze sindacali, della società civile organizzata a sostegno dell’ Economia sociale e solidale e della cooperazione internazionale, si confronteranno sulle politiche e le pratiche del cooperativismo e dell’Economia Sociale e Solidale in America Latina, in Europa, in Italia e sulle azioni sinergiche che possono mettere in campo nella promozione di un modello di società etica e solidale. A partire dai valori condivisi verranno identificate varie linee di lavoro dove poter mettere in sinergia le diverse competenze, identificando gli elementi cardine che dovranno qualificare i percorsi futuri.
COSPE celebra i suoi 30 anni con tre giorni di eventi in programma a Firenze dal 6 al 8 giugno all’RFK Center (via Ghibellina,12) e nel cortile delle Murate. Una serie di incontri, dibattiti e di eventi che raduneranno soci, partner e cooperanti da tutto il mondo.
“Da trent’anni facciamo la differenza. Perché la facciamo insieme”. Con questo slogan, COSPE celebra i suoi 30 anni e i tanti traguardi raggiunti in Italia e nel mondo, grazie a tutte le persone che hanno condiviso questi anni di storia: partner, donatori, soci, collaboratori e amici.
La festa dei trent’anni sarà l’occasione per far incontrare le tante anime dell’associazione, ma soprattutto diaprirsi alla città, far conoscere le attività che COSPE sta portando avanti in Italia e in 30 Paesi del mondo con circa 150 progetti e le persone che ci lavorano. I nostri ospiti arrivano da Bosnia, Albania, Palestina, Egitto, Niger, Senegal, Swaziland, Afghanistan, Cina, Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay Cuba, oltre che da Italia e Europa.
Sono trenta i paesi dell’Africa sub-sahariana che sembrano avere accelerato i loro progressiverso il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio nel corso degli ultimi tre anni. E’ questo il dato più eclatante secondo la ricerca effettuata dalla ong ONE. Rwanda, Etiopia, Malawi, Ghana e Uganda sono tra i top performerdell’Africa sub-sahariana nell’edizione 2013 dell’indice di raggiungimento degli MDGs pubblicato mercoledì scorso.
L’indice, sviluppato dal policy director Ben Leo presso il Center for Global Development Thinktank, confronta i progressi osservati nei paesi su otto indicatori degli MDGs con le stime di quello che sarebbe necessario per il loro raggiungimento.Ai paesi sono assegnati punteggi per ogni target, con un punteggio complessivo di 8,0, un paese è sulla buona strada per raggiungere tutti gli obiettivi del millennio.
Ai paesi sono assegnati punteggi per ogni target, con un punteggio complessivo di 8,0, un paese è sulla buona strada per raggiungere tutti gli obiettivi del millennio.
Ecco i principali risultati dell’indice 2013rispetto all’edizione dello scorso anno.
Le Maldive hanno superato la Cambogia come paese top-performing, sulla buona strada per raggiungere tutti gli obiettivi MDG fondamentali che compongono l’indice.Il punteggio della Cambogia è sceso da 8,0 dello scorso anno a 7,0.
Dal 2010,49 paesi poveri hanno migliorato i loro punteggi complessivi, 17 sono diminuiti e 10 sono rimasti gli stessi. Ciò riflette “una tendenza generale di progresso accelerato, sia pure con sacche di ritardo”, così si legge nel rapporto.
Trenta paesi dell’Africa sub-sahariana sembrano aver avuto un progresso accelerato negli ultimi tre anni. Allo stesso tempo, alcuni paesi con popolazioni numerose, come la Nigeria e Repubblica Democratica del Congo, stanno fallendo in molti settori e rallentando i progressi regionali.
Ma quanto sono attendibili i dati dell’indice di ONE? E’ il quotidiano inglese Guardian a mettere in evidenza le debolezze dell’indice. Si tratta di uno studio che si basa troppo sui dati nazionali e stranamente la sua sezione sulla metodologia è piena di avvertimenti e postille. Si parla di possibile “volatilità di anno in anno dei dati paese a causa di una varietà di fattori, come la qualità dei dati, i cicli di bilancio e di shock esogeni”.
“L’intervallo di tempo per la comunicazione dei dati in alcuni casi può variare di diversi anni, o anche di un decennio, questopuò limitare anche la precisione dei risultati. E’quindi difficile discernere chiaramente se le differenze di anno in anno siano guidati da cambiamenti di performance concreti, errore di misura o una combinazione dei due.” Sul post 2015 lo stesso Leo ammette che dovrà comunque essere perfezionata la capacità statistica soprattutto nella presa dei dati di partenza.
Nel frattempo sul fronte ONU il gruppo ad alto livello istituito dal segretario generale Ban Ki-moon riporterà questa settimana sul futuro degli MDG e su cosa verrà dopo il 2015.
La scorsa legislatura si era chiusa con l’approvazione di un testo unico della riforma della legge 49/87 sulla cooperazione allo sviluppo licenziata dalla Commissione Esteri del Senato.Con il nuovo governo la cooperazione è tornata alla Farnesina sotto la guida di Emma Bonino che ha assegnato la delega al Vice Ministro Lapo Pistelli del PD. E proprio il PD in campagna elettorale si è impegnato ad arrivare alla riforma della 49 nei primi 100 giorni di governo.
“Il lavoro che abbiamo fatto in questi ultimi mesi è arrivato a delineare un quadro di riforma possibile e ampiamente condiviso: Vice ministro, fondo unico, Agenzia, coordinamento inter-istituzionale e con gli attori della cooperazione: Ong e terzo settore, profit e non profit, istituzioni locali ecc, a partire dalla valorizzazione del tavolo inter-istituzionale attualmente esistente. Queste proposte contenute nel testo di riforma sono il frutto di un lavoro di confronto e consultazione prezioso che non dobbiamo lasciar cadere, portandolo a compimento fin dall’inizio della prossima legislatura. Ci impegniamo a farlo nei primi 100 giorni di governo”.
Dall’insediamento delle camere sono già stati presentati tre progetti di legge sulla cooperazione. Nella sua prima audizione il Ministro Bonino ha ribadito come la cooperazione sia e debba essere “parte integrante della politica estera dell’Italia”, come già previsto dall’articolo 1 della 49, ma ha sostenuto la necessità di arrivare ad una necessaria messa appunto degli strumenti di cooperazione.
La Bonino ha riconosciuto il lavoro svolto dalla Commissione Esteri del Senato al termine della scorsa legislatura ma non ha dato indicazioni circa gli assetti del sistema di cooperazione che immagina, né se il Governo intenda presentare un proprio testo di riforma.
La speranza è che almeno oggi esista alla Farnesina la volontà politica per coordinarsi adeguatamente con il Parlamento su questa delicata e attesa riforma e per chiarire gli ambiti di competenza.
Stringere alleanze e trovare soluzioni con le comunità locali protagoniste.
Aiutare o non aiutare? Questo è il dilemma che si apre ogni qualvolta una catastrofe – carestie, guerre, povertà croniche – colpisce il Sud del mondo. Tra chi pensa che una megainiezione di denaro estero sia la panacea di tutti i mali e chi attribuisce allo tsunami della generosità verde-dollari la causa del perpetuarsi del sottosviluppo – l’economista africana Dambisa Moyo e la reporter Linda Polman sono forse gli esempi di estremi – si collocano gli studiosi che denunciano i possibili danni collaterali dell’assistenza senza rinunciare a priori a “tendere la mano”.
«Il problema non è se ma come aiutare – spiega Mauro Cereghini, collaboratore del Centro per la formazione alla solidarietà internazionale di Trento e autore, insieme a Mauro Ceresoli, dello stimolante saggio sulla cooperazione, Darsi tempo(Emi). – All’idea di “dare il pesce”, si sostituisce spesso quella, ugualmente fuorviante, di “insegnare a pescare”. La cooperazione non è un trasferimento di competenze o di modelli da un punto all’altro del pianeta. È la costruzione di reciprocità positive tra luoghi. Ciò implica individuare partner locali con cui stringere alleanze e trovare insieme le soluzioni».
Lo sviluppo, dunque, nasce dal confronto con le comunità locali che cessano di essere meri destinatari di assistenza. «Per
questo ci vuole tempo. Spesso, invece, i bandi per accedere alle risorse impongono alle organizzazioni risultati immediati
– aggiunge Giorgio Gallo, esperto dell’Università di Pisa. – Queste avviano, così, dei veri e propri “progettifici”, studiati
in base alle logiche dei donatori. Che sono differenti da quelle della realtà in cui si va ad operare».
Naturale, dunque, che non funzionino. A portare un esempio illuminante è Giuseppe Folloni, economista dell’Università di Trento e consulente di vari progetti di sviluppo. Tra i tanti casi seguiti c’è quello di Ribeira Azul, una delle baraccopoli più degradate di Salvador de Bahia, in Brasile. «Le baracche erano palafitte. Negli anni Novanta, il governo ha deciso di distruggerle e costruire un nuovo quartiere per gli abitanti. Alla prima crisi, però – malattia, morte di un familiare, perdita del lavoretto saltuario – la gente vendeva l’abitazione si ricostruiva una capanna nella Ribeira», spiega lo studioso. In dieci anni, la baraccopoli è rispuntata. «La cooperazione nasce dall’incontro con una persona a cui offri opportunità. Che non è un bene materiale ma la possibilità di una vita differente.
È quello che abbiamo fatto con gli abitanti di Ribeira Azul, a cui abbiamo proposto, oltre alle case nuove, sostegno perché potessero migliorare la loro esistenza. Dunque, un centro nutrizionale, un asilo, dei corsi di formazione». Risultato: tra il 2003 e il 2006 la baraccopoli è scomparsa. Per uno che sparisce, però, ogni giorno, nuovi slum si aprono come ferite per le periferie urbane del Sud del mondo. E Haiti resta povera nonostante i miliardi post-sisma. Perché? «Si è diffusa un’idea romantica degli aiuti – dice il pluripremiato giornalista David Rieff, autore del saggio Un giaciglio per la notte, il paradosso umanitario(Carocci). – Si pensa che possano risolvere tutti i problemi. Non è così. Ritengo che Bill Clinton fosse sincero quando ha promesso una nuova Haiti in breve. Le sue aspettative, però, erano esagerate. Gli aiuti sono solo una parte della soluzione: lo Stato e la società locale, devono fare il resto».
Avvenire – Lucia Capuzzi – inviato a SaintMarc (Haiti)
Si è tenuta mercoledì scorso la prima audizione del Ministro Bonino sulle linee programmatiche del suo Dicastero, di fronte alle Commissioni esteri riunite di Camera e Senato . Il resoconto di queste tre ore di relazione ce le sintetizza Iacopo Viciani in un articolo apaprso ieri sul suo blog “Zerovirgolasette” sul sito di repubblica.Il Ministro ha spaziato sinteticamente su tutti i teatri importanti per l’Italia e su alcune questioni tematiche, come la diplomazia economica e l’Expò 2015, riservandosi di non entrare nello specifico delle missioni internazionali che saranno oggetto di specifica audizione congiunta con il Ministro della Difesa a fine mese.
Per quanto riguarda la cooperazione allo sviluppo, il Ministro ha ribadito come la cooperazione sia “parte integrante della politica estera dell’Italia”, come già previsto dall’articolo 1 dell’attuale legge di disciplina della materia, ma ha sostenuto la necessità di arrivare ad una necessaria messa appunto degli strumenti di cooperazione. Se ha riconosciuto il lavoro svolto dalla Commissione Esteri del Senato al termine della scorsa legislatura sulla riforma della legge 49/87, che aveva portato a licenziare un testo, non ha dato indicazioni circa gli assetti del sistema di cooperazione che immagina, né se il Governo intenda presentare un proprio testo.
Affermando che la cooperazione sia parte integrante della politica estera italiana, il Ministro ha indirettamente espresso una preferenza per un assetto che la mantiene incardinata nel Ministero degli Affari Esteri e non con un suo Ministero dedicato, o con una “cabina di regia unitaria” in Presidenza del Consiglio, come con l’esperienza del Governo Monti.Intanto la discussione sulla riforma della cooperazione verrà incardinata nuovamente in Commissione esteri al Senato, dove sono presenti almeno due disegni di legge di cooperazione: uno del Senatore Tonini, che prevede Vice-ministro e un’agenzia e l’altro o del Senatore Lucio Romano, che prevede un ministro senza portafogli ed un dipartimento in Presidenza del consiglio che vigila su un’agenzia dedicata.
Da un punto di vista finanziario il Ministro Bonino ha evidenziato le difficoltà quantitative dell’aiuto pubblico allo sviluppo italiano ma ha riconosciuto che con il Governo Monti c’è stata un’inversione di tendenza con un aumento di risorse. Citando le stime e il calendario d’incremento tendenziale licenziate dall’ultimo Documento d’economia e finanza, ha indicato che quest’anno si passerà dallo 0,12% del PIL (in realtà è lo 0,13%, secondo gli ultimi dati OCSE) ad uno 0,15% per arrivare ad uno 0,30% nel 2017. Non ha fatto riferimento al fatto che oltre il 50% di queste risorse è trasferito direttamente all’UE e che il Ministero dell’economia e finanze è un attore rilevante con oltre 477 milioni di euro per attività di cooperazione iscritte a bilancio.
Nel 2013, le risorse per la cooperazione del Ministero Affari Esteri si attestano intorno ai 230 contro il miliardo “in precedenza” – in realtà il picco finanziario per le risorse del MAE è stato nel 2008, quando, con gli stanziamenti del decreto missioni, si sono toccati quasi i 900 milioni di euro.Ha ringraziato quei deputati che la settimana scorsa si sono adoperati per evitare il taglio di 20 milioni di euro sulle risorse di cooperazione del 2015, come era previsto da un emendamento governativo al decreto sui debiti alla PA.Ha valutato positivamente le autorizzazioni di risorse di cooperazione addizionali, stanziate all’interno dei “decreti missione” perché hanno permesso di accompagnare l’intervento militare. In realtà in campagna elettorale, alcuni partiti all’interno dell’attuale maggioranza avevano promesso di separare la cooperazione dal provvedimento, decreto missioni, senza perdere le risorse, in modo da evitare di perpetrare una confusione tra la componente civile e quella militare.
«Le cooperative puntano su idee, innovazione e capacità di sorprendere». La federazione e alcune cooperative aderenti a Torino FederCultura – Confcooperative partecipa alla XXVI Edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, che si apre oggi al Lingotto Fiere, per manifestare un segnale di fiducia verso le cooperative editoriali aderenti, in un delicato momento di trasformazione del settore.
«L’edizione di quest’anno dal titolo Dove osano le idee suona particolarmente evocativa. Le piccole realtà, come quelle che aderiscono a FederCultura, puntano proprio sulle idee e sulla capacità di sorprendere per inserirsi in un mercato che continua a polarizzarsi a favore di grandi colossi – dichiara Massari – ma la voglia di raggiungere e conquistare il lettore, anche direttamente sfruttando magari le nuove tecnologie, combinata con la capacità di cooperare e integrarsi che caratterizza le nostre realtà possono dare buoni risultati».
Al Lingotto saranno presenti, insieme a FederCultura, le cooperative aderenti:
Altreconomia: nata nel 2008, pubblica un mensile e libri sul commercio equo e solidale, ambiente, finanza etica e nuovi stili di vita. Ha una larga base sociale, composta in buona parte dai lettori della rivista, e persegue l’indipendenza e la chiarezza d’informazione anche con la scelta della rinuncia alla contribuzione pubblica
http://www.altraeconomia.it
Ananke Edizioni: dal 1995 è leader nella pubblicazione di testi di Egittologia, di carattere scientifico e divulgativo. Le collane di Filosofia, Psicologia, Storia, Arte, Archeologia, Narrativa e Poesia completano il ricco catalogo. Dal 2012 aderisce alla rete VAL.U.E. per la valorizzazione dell’editoria universiataria.
www.ananke-edizioni.com
Cartacanta Editore: è una casa editrice indipendente nata a Forlì nel 2009. Pubblica libri di narrativa italiana e straniera con un occhio di riguardo per la narrazione breve e per i giovani scrittori. Cura anche una collana di saggistica nella quale ama approfondire argomenti di ambito storico e letterario. A Torino porta in anteprima il romanzo breve Racconto dell’aldilàdel noto scrittore tedesco Matthias Politycki, tradotto per la prima volta in italiano.
www.cartacantaeditore.it
Consorzio Beni Culturali Italia: Promosso da FederCultura di Confcooperative, il Consorzio Beni Culturali Italia sin dal 1993 opera direttamente e tramite le cooperative socie nel settore del patrimonio culturale con attività di ricerca e sviluppo, progettazione, formazione, produzione, valorizzazione e gestione integrata dei relativi servizi. Parteciperà allo stand in collaborazione con le cooperative COPAT ed Opera d’Arte.
Cooperatives Europe, in occasione della propria Assemblea Generale celebrata ad Istanbul il 6 Maggio, ha organizzato, mediante la realizzazione di Workshop tematici e di una “Cooperative Leadership Roundtable”, un approfondimento tematico sullo sviluppo del movimento cooperativo a livello europeo.
COOPERMONDO, Associazione per lo sviluppo della cooperazione internazionale di Confcooperative, ha preso parte al Workshop 2″Sviluppo cooperativo in Europa Sudorientale.”
Forte dell’esperienza diretta e del grande patrimonio di progetti di cooperazione allo sviluppo portati avanti dalle associate a Confcooperative, Coopermondo è intervenuta, per il tramite del proprio Referente di Confcooperative Puglia Antonio Spera, presentando l’Alleanza delle Cooperative Italiane (ACI) ed esponendo i risultati delle attività di vari progetti realizzati in passato nella Regione, tra cui quello di Cooperatives Europe “Introduction of social economy and rehabilitation of the co-operative system supporting Rural Development in Montenegro”, realizzato nel 2012, cui Coopermondo-Confcooperative Puglia aveva partecipato per la formazione di funzionari del Governo del Montenegro sulla funzione politico sindacale di un’organizzazione di rappresentanza cooperativa.
Un ampio dibattito ha seguito la presentazione, che poneva in evidenza come il 6° principio della Dichiarazione sull’Identità cooperativa (cooperazione tra cooperative), l’innovazione ed il partenariato pubblico-privato, anche sostenuto dalle Istituzioni europee della Regione, possa rappresentare uno strumento per lo sviluppo locale ed un volano per la cooperazione internazionale improntata sul nostro modello di sviluppo economico e sociale.
Parole di grande soddisfazione per la presenza e l’intervento di Istanbul sono state espresse dal Presidente Matteo Passini, il quale sottolinea come il lavoro realizzato ed il crescente impegno di Coopermondo contribuiscano al consolidamento della struttura, posizionando il nostro contributo tra i soggetti della cooperazione allo sviluppo anche a livello internazionale.
La Fondazione Gates ha aperto i termini per la presentazione di proposte per costruire consorzi e partenariati in Africa per il miglioramento dei livelli nutrizionali attraverso interventi agricoli.
Si tratta di formare o sviluppare piattaforme esistenti composte da amministrazioni locali, organizzazioni comunitarie, settore privato o programmi di sviluppo già avviati. Nella valutazione delle proposte, che potranno portare alla firma di programmi quinquennali, saranno privilegiate le proposte basate in Africa e presentate da partenariati composti da attori diversi che comprendano un partner di ricerca e molteplici partner locali nei diversi paesi.
I paesi prioritari sono: Etiopia, Uganda, Tanzania, Kenya, Mali, Burkina Faso, Ghana e Nigeria, le proposte dovranno coprire una minimo di quattro di questi paesi.
La prima fase del processo prevede la presentazione di una lettera di Inquiry (LOI) entro e non oltre il 7 giugno 2013. La Fondazione Gates valuterà le richieste, ed i candidati che avranno presentato i progetti di maggiore interesse per la Fondazione Gates saranno invitato nel luglio 2013 a presentare una proposta completa.
Utilizziamo i cookie sul nostro sito web per permetterti una migliore esperienza nel suo uso. Cliccando su "Accetta tutto", acconsenti all'uso di TUTTI i cookie. Tuttavia, è possibile selezionare "Cookie Settings" per fornire un consenso selettivo.
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
Cookie
Duration
Description
cookielawinfo-checkbox-analytics
11 months
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
cookielawinfo-checkbox-functional
11 months
The cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
cookielawinfo-checkbox-necessary
11 months
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
cookielawinfo-checkbox-others
11 months
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
cookielawinfo-checkbox-performance
11 months
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
viewed_cookie_policy
11 months
The cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.