Export: Missione in Indonesia

6 – 8 maggio: Alleanza delle Cooperative partecipa alla missione economica di governo, banche e imprese in Indonesia.

Si conclude oggi la Missione di Sistema in Indonesia, promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero degli Affari Esteri, portando a Giacarta, imprenditori e banchieri italiani. Commercio, collaborazione industriale e investimenti sono state le parole d’ordine della tre giorni di lavori.

 

La Missione è stata organizzata nell’ambito della Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione, dall’ICE- Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane insieme a Confindustria, Abi, Unioncamere, Rete Imprese Italia, Alleanza delle Cooperative Italiane, con il contributo di tutte le altre istituzioni partecipanti e con il sostegno ed il lavoro preparatorio dell’Ambasciata d’Italia a Jakarta.

 

Molti i settori oggetto dei colloqui, con focus su Automotive, Infrastrutture (incluse costruzioni ed edilizia abitativa), Energia e Ambiente, Telecomunicazioni e Macchinari industriali. In tutto ci saranno 44 imprese italiane, 8 gruppi bancari e 10 associazioni imprenditoriali: 100 i partecipanti delegati. Durante i lavori sono stati realizzati  incontri B2B tra le imprese italiane e le controparti indonesiane, a testimonianza del taglio fortemente operativo dell’iniziativa.

 

A dimostrazione dell’importanza che il Governo italiano attribuisce agli investimenti in entrata quale fonte di rilancio per l’economia e di ricchezza per il Paese, nella Missione di quest’anno farà il suo debutto un Seminario per l’Attrazione degli Investimenti Esteri in Italia, nel corso del quale il Presidente dell’Agenzia ICE, Riccardo Monti, illustrerà le opportunità di investimento in Italia, principalmente nel campo del Real Estate, Merger & Acquisition dei settori in crisi a una platea composta dai venti più importanti imprenditori industriali e dai rappresentanti dei principali fondi di investimento indonesiani.

 

 «L’Indonesia si colloca ai primi posti tra le mete preferite dagli investitori internazionali in cerca di un business environment agevole e sicuro» ha dichiarato il presidente dell’Agenzia ICE Riccardo Monti. «Come Agenzia ICE vogliamo contribuire a rendere i rapporti tra Italia e Indonesia sempre più simili a un’autostrada a tante corsie – scambi commerciali, partnership industriali e investimenti, questi ultimi oggetto di un focus durante la Missione – che sia veloce e senza intoppi, per convincere un numero sempre maggiore di imprese indonesiane a investire nel nostro Paese».

 

«L’export rimane una delle principali soluzioni per portare l’Italia fuori dalla crisi. Apprezziamo, dunque, l’impegno profuso per organizzare la Missione, in questo delicato momento politico-economico. L’Indonesia, per la cooperazione italiana, è un mercato importante, non solo per le potenzialità di sviluppo che offre l’Asia, ma anche per la significativa consistenza del movimento cooperativo locale che può agevolare una nostra presenza su questo mercato». Così dice Antonello Ciambriello di Confcooperative che sta partecipando alla Missione, in rappresentanza dell’Alleanza delle Cooperative Italiane.

 

Il punto di vista di Emma Bonino sulla Cooperazione allo Sviluppo

Emma Bonino, attuale Ministro degli Esteri, intervenendo al Forum della Cooperazione allo Sviluppo svoltosi a Milano nel 2012, quando ricopriva il ruolo di Vice Presidente del Senato, suggerisce tre elementi di riflessione a favore della Cooperazione allo Sviluppo.

video di Emma Bonino 1-2 Ottobre 2012 – Forum della Cooperazione allo Sviluppo.

Nasce il gruppo Interparlamentare sulla Cooperazione Internazionale

Nell’attuale legislatura si è finalmente costituito l’intergruppo parlamentare per la cooperazione internazionale allo sviluppo alla Camera dei Deputati, che ha raccolto 70 adesioni.

Si è trattato di una prima positiva risposta a quanto auspicato e proposto dalle ong e dalle organizzazioni sociali firmatarie dell’appello per una Nuova Cooperazione Internazionale, presentato pubblicamente il 6 febbraio scorso a candidate e candidati alle elezioni.

Il primo obiettivo dell’intergruppo è quello del coinvolgimento di deputati di tutti i partiti  presenti in Parlamento. Alcuni senatori hanno esplicitato la volontà di avviare un percorso analogo, promuovendo quindi un gruppo sulla cooperazione internazionale anche tra gli eletti nell’altro ramo del Parlamento.

Nell’incontro si è subito delineata la strada del rapporto stretto “con reti parlamentari di simile natura presenti in altri Paesi o a livello internazionale, per dare centralità ai temi della cooperazione in relazione all’agenda globale”. Alla seduta di insediamento erano presenti esponenti di reti di ong che hanno salutato con soddisfazione ed interesse l’avvio di questo lavoro parlamentare, che vedrà come importante appuntamento il confronto sulle proposte di legge per la riforma della disciplina in materia di cooperazione allo sviluppo in vigore, la 49/87.

Sono state presentate da esponenti del Ministero per la Cooperazione Internazionale le indicazioni contenute nel Documento di Economia e Finanza, approvato lo stesso 10 aprile dal Consiglio dei Ministri, in materia di cooperazione allo sviluppo: parrebbe finalmente recepita la richiesta sostenuta per anni da ONG e Parlamento di un calendario temporale di riallineamento dell’impegno italiano per l’Aiuto Pubblico per lo Sviluppo, collegato strettamente ad un progressivo e significativo aumento delle risorse per la cooperazione internazionale per il periodo 2014-2017.

Le ong presenti hanno già voluto sottolineare la preoccupazione sulla possibilità di impiego delle risorse sul capitolo 2181 per il 2013, destinate ai progetti presentati dal mondo non governativo, alla luce di un processo complicato di revisione delle procedure di approvazione e gestione dei progetti, che, se pure dalle Ong stesse ampiamente sostenuto, non dà certezza di completamento dell’iter per l’anno in corso nei tempi utili.

Deputate e deputati presenti hanno espresso l’esigenza di far proprie “le priorità dell’agenda globale e i principali appuntamenti internazionali in materia di cooperazione (Conferenza UE su Mali, Conferenza sul Fondo Globale, Peer Review OCSE DAC)”.

Si è subito delineata la strada del rapporto stretto “con reti parlamentari di simile natura presenti in altri Paesi o a livello internazionale, per dare centralità ai temi della cooperazione in relazione all’agenda globale”.

 

Sviluppo e Imprese

24 aprile: Gardini «Riscrivere i connotati del sistema imprenditoriale. Aggregare imprese per sviluppo ed export. Diciamo no a chi predica frammentazione»

 

«Questo è un Paese che si sente più povero, poi vecchio, più sfiduciato, senza prospettive. È in ritardo rispetto al processo complessivo della globalizzazione, con uno Stato travolto dai debiti. Occorre uno scatto di orgoglio per sprigionare le risorse del Paese ed evitare di scivolare nel terzo mondo». Lo dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, intervenendo ai lavori di Confagricoltura Academy.

  

«Dobbiamo riscrivere i connotati del sistema imprenditoriale – aggiunge Gardini –  accompagnandolo verso l’aggregazione per perseguire l’obiettivo, oggi imprescindibile, dell’ internazionalizzazione delle nostre aziende».

«Abbiamo bisogno di accompagnare le imprese in questo processo di cambiamento e dobbiamo essere protagonisti come sistema, e in questo c’è anche il nostro ruolo sociale come imprese e come associazioni. Per fare ciò – continua Gardini – occorre che il paese sprigioni risorse attraverso una minore e migliore spesa pubblica lavorando insieme con una rinnovata sinergia pubblico – privato».

 «Le nostre imprese devono essere in grado di raggiungere mercati dove la domanda è in crescita e, in questo contesto, il ruolo delle associazioni è quello di interpretare le esigenze delle imprese a guardare al loro futuro e alle politiche che più e meglio possono dare vita allo sviluppo.

 Ecco perché – conclude Gardini – condanniamo chi predica la frammentazione e la marginalizzazione delle imprese, che porterebbe alla distruzione del comparto agroalimentare e produttivo in genere. È un’operazione di trasparenza che dobbiamo al Paese e alle nostre imprese».

 

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Conferenza-Organizzativa

Conferenza Organizzativa

9 – 10 aprile Roma: Gardini chiudendo la due giorni con oltre 600 delegati «È la conferenza che sognavo. Abbiamo costruito un pezzo di innovazione con il timone che punta verso la giusta direzione»

 

È la conferenza che sognavo. Tutti insieme, nello stesso posto, con ampio spazio alla voglia di dialogo testimoniata dagli oltre 80 delegati intervenuti». Così il presidente Gardini nell’intervento di chiusura della due giorni della conferenza Organizzativa svolta a Roma, con la partecipazione di oltre 600 delegati, in rappresentanza delle oltre 20.000 cooperative aderenti.

 

I lavori hanno visto l’approvazione del Documento finale, proposto alla Conferenza organizzativa e presentato dal segretario Mannino, frutto di «un percorso – ha detto Gardini nella sua relazione di apertura – di un lavoro partito un anno fa, attraverso un percorso aperto e partecipato con 6 gruppi di lavoro e il coinvolgimento di tutti i livelli territoriali».

 

 

 Documento che consegna dieci cantieri aperti con altrettante scelte: il progetto di maggiore efficienza della Confederazione con servizi sempre più mirati e innovativi; una regia confederale su sviluppo imprenditoriale, finanza di sistema, ufficio studi, ricerca e sviluppo; il rafforzamento dell’attività di rappresentanza su Bruxelles; un’articolazione dell’organizzazione interamente dedicata ai soci; dedicare un ufficio alla promozione e allo sviluppo di nuova cooperazione e auto imprenditorialità con valorizzazione di donne, giovani e nuove figure professionali; il potenziamento e ammodernamento degli uffici confederali e dei servizi.

 

 

«La gente e le imprese – ha aggiunto Gardini – si aspettano scelte rapide ed efficienti, da assumere con coraggio, fiducia e passione I tempi di attuazione delle dieci scelte devono essere rapidi, perché le cooperative non possono aspettare. Dobbiamo fare presto. È una partita che ci giochiamo tutti assieme. Anche sui territori c’è la consapevolezza che siamo chiamati ad agire non solo sul livello nazionale».

 

 

«Usciamo da questa Conferenza organizzativa fortificati dal fatto che nonostante le difficoltà, abbiamo costruito un pezzo di innovazione con il timone che punta verso la giusta direzione. Vivo questa esperienza ha continuato Gardini – con un entusiasmo molto alto per costruire la cooperazione che verrà. Possiamo vincere, uniti, perché le cose straordinarie si fanno con grande condivisione, trasporto e voglia di essere protagonista.

Lavorando fianco a fianco per una Confcooperative più forte, più competitiva che lascia traccia nella strada di questo paese. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato per questa conferenza, per la qualità del dibattito e della partecipazione alta, nonostante, gli oltre 80 interventi, quasi 7 ore di lavori. Un segnale straordinario – ha concluso Gardini tra gli applausi dei delegati – al quale, forse, non eravamo preparati. Io si»

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Che cosa è la Pasqua

Quest’anno le feste per la Pasqua cattolica (31 marzo) coincidono con quelle per la Pasqua ebraica (25 marzo-2 aprile). Cosa significa pasqua? E come si stabilisce il calendario della Pasqua?

“Passare oltre”Per i cristiani la Pasqua è la festa che celebra la risurrezione di Gesù. La Pasqua ebraica invece commemora la liberazione degli ebrei dalla schiavitù d’Egitto.

 

La parola pasqua è legata al verbo ebraico pasah (passare oltre). Nella Bibbia si racconta che quando gli ebrei erano schiavi in Egitto un angelo della morte, inviato dal dio degli ebrei, si fermò nelle case degli egiziani uccidendo tutti i primogeniti. Ma passò oltre le case degli ebrei, segnate con il sangue d’un agnello sacrificale.

 

Inizialmente la Pasqua cristiana era un’unica festa che ricordava l’esodo e la redenzione cristiana. Nel quarto secolo poi si decise che il giorno di Pasqua fosse dedicato solo alla commemorazione della resurrezione di Gesù.

 

Le dateLa Pasqua ebraica ha inizio al tramonto del 14 del mese di nisan, cioè a cavallo di marzo e aprile. In Israele la Pasqua dura sette giorni, fuori di Israele otto. Questo perché, anticamente, non era facile far arrivare tempestivamente l’esatta data delle ricorrenze: quindi, per evitare errori, le si faceva durare un giorno in più.

La morte di Gesù secondo la tradizione cristiana ebbe luogo proprio durante la Pasqua ebraica. Per questo motivo in origine i cristiani festeggiavano la Pasqua il giorno dopo (o la prima domenica dopo) la fine del digiuno della pasqua ebraica (14 nisan).

Con il concilio di Nicea, nel 325, si decise di celebrare la Pasqua cristiana nella domenica che segue il primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera. L’equinozio di primavera cade intorno al 21 marzo e, visto che il ciclo lunare dura 29 giorni, la data della Pasqua è compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile inclusi.

Dal giorno di Pasqua si stabiliscono anche le date per la quaresima e la pentecoste. Per tradizione la data della Pasqua cristiana si annuncia ogni anno all’epifania, il 6 gennaio.

I cristiani ortodossi festeggiano la Pasqua in una data diversa perché non hanno accolto la riforma gregoriana del calendario (1582) e seguono quello giuliano. Quest’anno la Pasqua ortodossa si celebra il 5 maggio.

 

Anna Franchin http://www.internazionale.it

28 marzo: Confcooperative ha partecipato all’insediamento del tavolo permanente per imprenditoria femminile

Il Coordinamento Donne d’Impresa ha incontrato al Ministero dello Sviluppo Economico, con una sua delegazione, il ministro Corrado Passera.

Durante l’incontro è stato presentato il coordinamento e le attività a sostegno dell’imprenditoria femminile, a avanzate le richieste su credito e agevolazioni fiscali per le imprese femminili e un Tavolo permanente sull’imprenditoria femminile.

 Le 12 associazioni rappresentate hanno poi avuto un’ incontro con i rappresentanti del Fondo di Garanzia Nazionale.

 A seguire il comunicato stampa del MISE.

AL VIA TAVOLO PERMANENTE PER IMPRENDITORIA FEMMINILE

Incontro tra Ministro Passera e Coordinamento Donne di Impresa

 

Creare un tavolo permanente sull’imprenditoria femminileper mantenere un confronto aperto e costante sui temi legati al credito e alle agevolazioni fiscali per le imprese gestite da donne. È questa la decisione assunta oggi nell’incontro tenutosi tra il ministro dello Sviluppo economicoCorrado Passerae una delegazione delCoordinamento Donne di Impresa.

Nel corso della riunione, le rappresentanti delle “imprese rosa” hanno evidenziato come, nonostante il rilevante contributo dell’imprenditoria femminile al sistema Paese e la sostanziale tenuta nella dinamica anagrafica durante l’attuale periodo di crisi, alle aziende femminili vengano richieste garanzie particolarmente onerose da parte degli istituti di credito, a fronte di tassi di interesse più elevati sugli scoperti di conto corrente (come evidenziato dalla Relazione Annuale del 2011 di Banca d’Italia).

 

Il ministro Passera e i rappresentanti del dicastero – tra cui il presidente del comitato di gestione del Fondo di Garanzia Claudia Bugno e il presidente del Tavolo di coordinamento per l’internazionalizzazione delle Pmi al femminile, Mirella Ferlazzo – hanno fatto il punto anche sulle misure finora attuate dal Mise per favorire le imprenditrici donne.

Tra queste, la sezione speciale del Fondo di Garanzia per le Pmi rosa, che consentirà di attivare 300 milioni di euro di credito garantito, e la conferma dei 105 comitati per il supporto all’imprenditoria femminile presenti in tutte le Camere di Commercio. Apprezzamento è stato manifestato dalla Portavoce del Coordinamento Donne d’ Impresa, Dora Iacobelli, per la disponibilità del Ministro nel voler dare un seguito immediato alla richiesta di istituzione del tavolo permanente per l’imprenditoria femminile.

 

Il Coordinamento Donne di Impresa è un’organizzazione costituita dalle rappresentanze femminili di CASARTIGIANI – CIA – CNA – COLDIRETTI – CONFAGRICOLTURA – CONFAPI – CONFARTIGIANATO – CONFCOMMERCIO -CONFCOOPERATIVE– CONFESERCENTI – LEGACOOP- AGCI.

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Breaking Free From Deep-Rooted Sexism

Founded by nine young unemployed women in 1990 in Scalea, a pretty town along the Calabrian coast, the Idea 90 social cooperative quickly became a local leader in childcare provision. It now works with public authorities and many businesses in the local area to provide a range of services, mostly for children (nurseries, summer schools) but also adolescents at risk of social marginalization, the elderly and the differently abled. The fact that the cooperative’s services enable women to continue working even after becoming mothers fits perfectly with its already-strong feminist ethos, which goes against the entrenched sexism often found in southern Italian culture and society.

 

 The original impetus for the cooperative’s founding came from Emilia Mezzatesta, now the cooperative’s president. “Meritocracy and a spirit of sacrifice and innovation distinguish our ‘mission’,” she says. The cooperative’s team of women (there is one man out of the six members and four permanent employees) are aged 20 and up, and, says Mezzatesta, “with grit and determination, we have been disproving for over two decades the image of a woman from southern Italy who does not see, does not hear, does not speak.”

The cooperative has always funded itself, and is fiercely proud of its independence. “That makes us co-protagonists in our growth,” says Mezzatesta. “We resolutely challenge those who would still like to see us subjugated to chauvinist policies, pushed behind the gynaeceum [women’s quarters in Ancient Greek homes], waiting for something to change.”

“In the meantime,“ she continues, “some of us have awoken from the deep coma and are looking beyond the bedspread, and have discovered with great wonder that today, more than ever before, cooperation is woman, a woman able to reconcile family, work, enterprise, while fully respecting herself and others.”

Promoting cooperative values is essential to Idea 90’s mission, values that Mezzatesta sees as providing services for people in their psychophysical entirety, body, soul and spirit. Working in a cooperative determines a social awareness and knowledge, with a process of sharing accompanied by personal and group growth.

“There are many advantages to the cooperative model,” she says, “ranging from the material (lowering of costs, tax breaks) to the spiritual, including the development of one’s own self and the interaction with the other that in a kind of fusion becomes ‘us’, the collective identity able to promote culture and richness in one’s own territory.

As well as the regular childcare services, Idea 90 also organizes school integration for differently abled children and arts therapy workshops for autistic and differently abled children and adolescents. Training adults in arts therapies, including dance movement, art, music and drama, will be an important part of the cooperative’s future development, through the St-Art School project, launched in 2012.

In collaboration with an arts therapy and creative sciences institute in Puglia and ART.ED.O., the Mediterranean centre for arts therapies and holistic disciplines, Idea 90, will be provided advanced training in arts therapies.

 

Innovation and training will always be part of Idea 90’s development, and Mezzatesta looks to the future with ambition and optimism. “We are determined to scale the heights of quality,” she says, “while strengthening the social and educational services in Calabria, becoming the indisputable leader in the field. Presumption? No, a desire for liberation, knowing that there is something more and that it is our right and duty to pursue it and put it at the service of our community.”

 

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Donne Cooperazione in Italia e nel Mondo

8 marzo: Nella giornata internazionale della donna il messaggio dell’Alleanza Cooperative Italiane e dell’ICA

Il mondo della cooperazione in Italia ha contribuito e contribuisce a migliorare le condizioni di lavoro delle donne. Le cooperative hanno costruito strumenti e formule per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro ed in generale per il benessere delle persone nei luoghi di lavoro, da cui le donne hanno tratto vantaggio.

L’Alleanza delle Cooperative Italiane conferma il suo impegno alla costruzione di un welfare dalla parte delle donne e, d’altra parte, alla valorizzazione del contributo femminile come componente irrinunciabile per raggiungere più elevati livelli di competitività e di responsabilità sociale del sistema paese.

In un contesto economico, in cui vacilla il modello di sviluppo fin qui perseguito, si aprono grandi spazi per i contenuti ed i valori di cui e’ portatore il sistema cooperativo, che mettono al centro la persona, la dignità del lavoro, il protagonismo delle comunità’, la sostenibilità ambientale.

La costituzione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane che coraggiosamente sta facendo confluire in un unico contenitore culture ed esperienze imprenditoriali diverse, rafforza il ruolo della cooperazione oggi in Italia

 

Nella declinazione di questo ruolo, l’ACI considera prioritaria l’attenzione alle politiche per sviluppare l’occupazione giovanile e femminile.

 

È anche guardando ai giovani e alle donne che l’Alleanza si propone come soggetto innovatore in grado di rispondere ai bisogni della società italiana.

 

È con questa convinzione che celebriamo la giornata internazionale della donna e che ci rivolgiamo a tutte le donne, socie e lavoratrici, preziose risorse della cooperazione.

 

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Lavoro, Donne e Cooperative

7 marzo: Gardini «Nelle nostre cooperative è donna il 60% degli occupati e il 40% dei soci. Migliorare accesso delle donne e dare vita a efficaci politiche di conciliazione vita/lavoro».

  

«Avere il 60% di donne occupate sui 550.000 addetti delle nostre 20.000 cooperative associate è un segno di modernità sociale ed economica della cooperazione». Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, commenta la presenza “rosa“ tra le associate di Confcooperative alla vigilia dell’8 marzo.

  

«La funzione innovatrice della cooperazione è confermata sia dalla presenza delle donne nella governance delle cooperative, ben il 25,3%, rispetto al 14% delle imprese di capitali, sia dalla composizione della nostra base sociale, dove 4 soci su 10 sono donne. Dobbiamo continuare – aggiunge Gardini – a lavorare su questa strada».

 

 

 «Lo status e le condizioni della donna sono uno dei principali indicatori attraverso i quali si misura la civiltà di un Paese. Occorre migliorare l’accesso delle donne al mondo del lavoro e dar vita a efficaci politiche di conciliazione vita/lavoro. Penso – conclude Gardini – a modelli avanzati di welfare, agli asili nido e all’assistenza nelle sue più ampie articolazioni, ambiti nei quali la cooperazione opera da protagonista».

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The Good Earth

Though only a few hundred kilometers from Shanghai, farmers living in the small rural township of Bihu have long struggled to find a market for their produce. Bad roads and the small scale of individual production made trade impossible. 1999 witnessed farmers weeping as they had to throw rotting asparagus beans, mushrooms, aubergine and Chinese broccoli into the Ou’jiang River. It was then that a community member, Mr. Xiong Jinping, decided to do something.

He founded the Bihu Coop. Made up of 328 farming families from 21 small villages, the cooperative offers its members a centralized market space, training and higher yield seed varieties. Beyond that, the Bihu Coop offers something very rare in the agricultural sector: economic security. Members can sell crops direct to brokers. However, the coop encourages members to sell through the organization. Farmers want to sell through the organization because Bihu grantees a base rate for crops and, if it bargains a higher price, it shares the profits with members.

 The coop’s path has not always been smooth. It took a while for coop leaders to develop best practices for training farmers. Now, instead of trying to communicate directly with all the members on new crops and growing techniques, experts train a few of the more educated people from each community. When these individuals return home they act as liaisons, sharing information in local dialects, ensuring that knowledge is not lost in translation.

The coop also discovered that they were working too hard. Accustomed to the desperate struggle to sell crops, members sent sales representatives out to entice brokers. Quickly, however, word about the market spread and, now, all farmers have to do is wait for brokers to arrive.

 Through training, new types of seeds and consolidation of products, Coop members have seen a massive increase in annual income. Most Bihu members are making twice as much as the best urban salary provides. This change has lead to a phenomenon rare anywhere in our industrialized world: young people who fled to cities to escape the impoverished life of agriculture are returning to the land.

Because of the cooperative, this community finds itself far from the days when terrain and business models lead to isolation, far from the days when the only way to move vegetables out of Bihu was to dump moldering crops in the river.

 

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Elezione Presidente ACI

13 febbraio: «Unità della rappresentanza per fare del movimento cooperativo un protagonista di una nuova visione dell’economia»

Eletto dall’Assemblea, organismo composto da 90 rappresentanti delle tre organizzazioni cooperative -AGCI, Confcooperative e Legacoop- che a Gennaio di due anni fa hanno dato vita all’Alleanza delle Cooperative Italiane e rappresentano, insieme, oltre 43.000 cooperative, con 1.300.000 occupati, 140 miliardi di euro di fatturato ed oltre 12 milioni di soci.

 Poletti succede a Luigi Marino, dimessosi dall’incarico in quanto candidato alle prossime elezioni politiche, e che il neopresidente ha ringraziato per l’attività svolta fino ad oggi. “Sono davvero onorato” -ha detto  Poletti- “di essere chiamato alla guida dell’Alleanza delle Cooperative, un progetto di unificazione della rappresentanza del movimento cooperativo nel quale credo profondamente e di cui sono stato, fin dall’inizio, un convinto promotore.

 

Ringrazio tutti i colleghi cooperatori per avermi accordato la loro fiducia: sarà, per me, uno stimolo a rafforzare ulteriormente il mio impegno per far progredire il cammino dell’Alleanza, che ha già conseguito risultati importanti in termini di visibilità e di capacità di interlocuzione del mondo cooperativo con le istituzioni, la politica e l’associazionismo imprenditoriale e sociale”.

 

 “Sono ben consapevole” -ha aggiunto Poletti- “che le difficoltà dell’Italia non sono ancora superate e che anche le cooperative scontano i pesanti effetti della crisi. Ma proprio per questo credo che sia ancor più necessario proseguire sulla strada dell’unità, per fare del movimento cooperativo un protagonista di una nuova visione dell’economia: un’economia sociale e solidale dove cittadini e comunità siano soggetti attivi dello sviluppo, nel segno di una partecipazione responsabile alla crescita del paese che garantisca diritti e maggiore equità sociale”.

 

 “L’Alleanza delle Cooperative Italiane è un progetto importante – ha detto Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative e Copresdiente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane – non è un’operazione di facciata. È nata per dare maggiore incisività alla rappresentanza della cooperazione italiana.

 Lo sta facendo e continuerà a farlo sia nell’interesse delle cooperative sia per continuare nell’opera di modernizzazione e innovazione dei corpi intermedi chiamati a recitare un ruolo di avanguardia nel guidare i propri associati fuori dalla crisi, oltre che a dare un nuovo e più valido contributo al Paese in termini di idee, di proposte per rilanciare il sistema Italia con il quid specifico dei nostri valori: persona, sussidiarietà, localismo, territorio, democrazia economica”.

 

 “Le dimissioni di Luigi Marino, al quale vanno i più fervidi auguri ed un sincero saluto da parte mia e dell’AGCI, rappresentano un momento importante per l’intero Movimento Cooperativo. Le esperienze accumulate in oltre 20 di Presidenza di Confcooperative sono state preziosissime per la fase di avvio dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, della quale Marino è stato ispiratore e protagonista. Da oggi siamo chiamati a dimostrare di essere in grado di continuare con determinazione il cammino intrapreso e sono certo che, con la guida di Giuliano Poletti, raggiungeremo gli obiettivi programmati.”

 Così si è espresso Rosario Altieri, presidente AGCI e Co-presidente Alleanza Cooperative Italiane. “La crisi economica, le difficoltà di un’interlocuzione istituzionale e sociale, i sempre maggiori ostacoli che il sistema Italia incontra nella competizione internazionale, rendono ancora più necessario il rafforzamento dell’Alleanza delle Cooperative Italiane e questo è il nostro impegno – conclude Altieri – e lo porteremo avanti con coerenza”.

 

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Assemblea Alleanza Cooperative

13 febbraio: Assemblea dell’Alleanza delle Cooperative Italiane: si elegge il nuovo presidente e saranno presentate le proposte alle forze politiche

 

L’elezione del nuovo Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane che sostituirà Luigi Marino, candidato alle elezioni politiche; la presentazione delle proposte della cooperazione alle forze politiche in vista della prossima consultazione elettorale.

 

Sono questi i due punti all’ordine del giorno dell’Assemblea dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, il coordinamento stabile costituito da Agci, Confcooperative e Legacoop, in programma mercoledì 13 febbraio a Roma, alle ore 10.00, presso il Palazzo della Cooperazione, Via Torino 146.

 

I lavori saranno aperti da Luigi Marino, Presidente uscente dell’Alleanza delle Cooperative.

 

L’Assemblea procederà, quindi, all’elezione del nuovo Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane.

 

Saranno presenti Giuliano Poletti, Presidente Legacoop, Maurizio Gardini, Presidente Confcooperative e Rosario Altieri, Presidente Agci.

A seguire, l’illustrazione delle proposte della cooperazione alle forze politiche.

 

Sono stati invitati a partecipare i rappresentanti delle varie coalizioni politiche. Hanno dato conferma: Massimo Mucchetti, candidato alla Camera per il Partito Democratico, in rappresentanza della coalizione “Italia, bene comune”; Lorenzo Dellai, capolista alla Camera, in Trentino, di Scelta civica con Monti per l’Italia, in rappresentanza della coalizione di Centro; Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato del PDL, in rappresentanza della coalizione di Centrodestra.

 

 

La conclusione dei lavori è prevista per le ore 13.00.

 

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IL PRESIDENTE IN CONFERENZA STAMPA

31 gennaio: Una sintesi dei principali argomenti affrontati dal Presidente Maurizio Gardini in conferenza stampa

Ruolo della cooperazione nella crisi: le cooperative hanno sacrificato gli utili, ma continuato a fare occupazione.

Le cooperative, per quello che hanno potuto, sono state antidoto alla crisi (+8% di occupazione negli anni 2007 – 2011 e +2,8% nel 2012).

L’Alleanza delle Cooperative Italiane non è un’operazione di facciata, ma un progetto importante che porteremo avanti.

 

 

Accesso al credito e ritardati pagamenti: le imprese e le cooperative vantano un credito di 20 miliardi con la PA. Le sole cooperative sociali, più fragili patrimonialmente vantano crediti per 6 miliardi. È una situazione drammaticamente insostenibile visto che le imprese si indebitano per pagare gli stipendi e le condizioni di accesso al credito sono sempre più onerose. Drammatiche al Sud dove c’è uno scarto di 2 – 3 punti rispetto al Nord.

 

 

Le Banche di Credito Cooperativo meritano un discorso a parte. Le BCC sono le banche del territorio. Quelle che hanno portato avanti l’economia locale delle famiglie e delle imprese. Quelle che non si sono tirate indietro quando gli altri hanno tirato i remi in barca. Meritano un riconoscimento per aver esercitato in modo autentico il loro ruolo sul territorio, dove hanno aumentato la raccolta, ma soprattutto gli impieghi durante tutti gli anni di crisi, dl 2007 a oggi.

 

Utilities: Le cooperative in alcune regioni quali Toscana, Emilia Romagna, Molise, Trentino, già svolgono un ruolo da protagonista nelle utilities. Possono sviluppare ulteriormente queste capacità facendo dei cittadini i protagonisti delle utilities di maggiore interesse. Sono scettico nei confronti delle società quotate in borsa.

 

 

Agenda ideale che Confcooperative chiede al governo per i primi 100 giorni: 1) non aumentare IVA, perchè dobbiamo rilanciare i consumi e lasciare più soldi nelle tasche dei lavoratori; 2) rilanciare l’export con i crediti d’imposta, perchè l’export è una vera autentica misura anticrisi per le imprese e le cooperative; 3) incentivare il credito e rafforzare il sistema dei Confidi; 4) il sogno è riscrivere il Welfare del Paese ed esplodere le migliori energie della cooperazione sociale, del no profit, del volontariato.

 

ufficio stampa www.confcooperative.it
Maurizio-gardini-Nuovo-Presidente

Maurizio Gardini Nuovo Presidente

31 gennaio: Maurizio Gardini è il nuovo presidente di Confcooperative. Lo ha eletto all’unanimità il Consiglio Nazionale.

 

 Maurizio Gardini è il nuovo presidente di Confcooperative. È stato eletto all’unanimità dal Consiglio Nazionale nel corso del quale Luigi Marino,presidente uscente,ha rassegnato le dimissioni, perché candidato capolista al Senato, in Emilia Romagna, nella lista “Con Monti per l’Italia”.

 

Maurizio Gardini, forlivese, 53 anni sposato e con due figli, è imprenditore agricolo. Riveste, tra l’altro, la carica di presidente di Fedagri – Confcooperative ed è a capo di Conserve Italia, la più importante cooperativa agricola del Paese.

 

 

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Filera Pesca

16 gennaio Federcoopesca-Confcooperative «Dai controlli Guardia Costiera emerge filiera ittica virtuosa»

Dal rapporto sui controlli effettuati dalla Guardia Costiera nel 2012 emerge che il prodotto ittico venduto e consumato in Italia è sicuro. Solo 1 chilo ogni 1000 chilogrammi di prodotti ittici commercializzati in Italia, presenta anomalia legate alla fase di cattura, di conservazione o di vendita.

 

Se si prende in considerazione il solo prodotto ittico nazionale, la situazione migliora ulteriormente con un rapporto di 3 etti ogni tonnellata». E’ quanto afferma la Federcoopesca-Confcooperative in merito ai dati diffusi dal Ministero delle Politiche, Agricole, Alimentari e Forestali sul risultato dei  controlli effettuati lo scorso anno dalle Capitanerie di Porto.

 

«Rispetto al numero dei controlli, le sanzioni amministrative elevate nei confronti dei mercati ittici nazionali sono state solo il 3%, contro il 14% di quelle relative alle pescherie, il 12% della grande distribuzione e il 14% della ristorazione.

 

Questo vuol dire che, da quando il prodotto ittico viene venduto dai pescatori ai mercati a quando arriva presso i rivenditori o i ristoranti , si perde qualcosa in termini di corretta tracciabilità dei prodotti.»

 

Una situazione che rischia di penalizzare il prodotto nazionale a favore di quello di importazione, «la cui commercializzazione spesso non prevede il passaggio dai mercati ittici, evidentemente più controllati a monte rispetto ad altri canali di distribuzione» prosegue la Federcoopesca nell’evidenziare come il 37% delle sanzioni riguardano al tracciabilità e l’etichettatura.

 

«Positivi i controlli in questa direzione, ma è importante puntare anche su iniziative di sensibilizzazione  e informazione verso i consumatori, tese a far conoscere quali sono le indicazioni fondamentali che devono essere presenti sul banco di vendita».

 

Afferma l’associazione  nel ricordare quali sono le informazioni da tenere d’occhio in etichetta: zona di pesca, per il Mediterraneo è la zona Fao 37, l’indicazione sui metodi di produzione, ovvero se il prodotto è stato pescato o allevato, il nome scientifico del prodotto oltre a quello commerciale e l’indicazione, qualora lo fosse, che il prodotto è congelato.

 

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Agrinsieme al via

9 gennaio: Nasce il coordinamento tra Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Cia e Confagri.

Nasce “Agrinsieme”, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane (che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare).

I Consigli direttivi delle cinque organizzazioni hanno svolto oggi una riunione congiunta in cui è stato sottoscritto l’accordo interassociativo che ha dato vita ad Agrinsieme. Contestualmente, è stato nominato coordinatore il presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi, che resterà in carica per la durata di un anno come previsto dal documento congiunto siglato oggi.

 

“Una parte assai significativa del mondo della rappresentanza agricola unifica le strategie e si propone come interlocutore nei confronti della politica”, così hanno sottolineato in un incontro stampa i presidenti delle cinque sigle. Il modello organizzativo è quello del Copa-Cogeca, il momento di raccordo  europeo tra tutte le sigle del settore agricolo e cooperativo dei Paesi membri, che è interlocutore unitario della Commissione e del Parlamento della Ue”.

“Agrinsieme – hanno ribadito Politi, Guidi, Gardini, Luppi e Buonfiglio –  rappresenta un momento di discontinuità rispetto alle logiche della frammentazione che spesso hanno caratterizzato il mondo agricolo, ed è portatore di un nuovo modello di rappresentanza. Il coordinamento integra, infatti, storie e patrimoni di valori che non vengono annullati,  ma esaltati in una strategia unitaria fortemente orientata al futuro. Agrinsieme rappresenta, pertanto, un reale valore aggiunto rispetto a quanto le organizzazioni hanno realizzato e continueranno a realizzare autonomamente”.

 

Agrinsieme lavorerà per la diffusione di strumenti di collaborazione tra imprese agricole e tra i diversi soggetti della filiera agroalimentare, agroindustriale e della distribuzione. Il programma economico in corso di stesura, a iniziare dai settori dei cereali, del pomodoro, degli agrumi, della zootecnia, partirà su diverse aree territoriali, ed anche sulla base della progettazione che le stesse imprese stanno prefigurando attraverso iniziative di rete e di aggregazione.

 

La strategia sindacale coordinata di Agrinsieme avrà una ricaduta anche sulle politiche locali e settoriali, dal momento che si realizzeranno coordinamenti territoriali e per singole filiere produttive.

 È stata definito un primo programma di lavoro in quattro punti:

 

– Politiche di rafforzamento dell’impresa per favorire l’aggregazione in strutture economiche fortemente orientate al mercato; rilanciare la ricerca e le politiche di supporto al trasferimento dell’innovazione; sostenere il ricambio generazionale; definire strumenti per il credito (puntando pure su politiche innovative relative a strumenti assicurativi e fondi mutualistici).

 

– Sistematica azione di semplificazione burocratica, diretta a ottenere il riordino degli Enti e delle tecnostrutture operative, la semplificazione del meccanismo AGEA e la revisione del sistema SIN,  l’ unificazione di competenze sia in ambito nazionale sia regionale per ridurre gli interlocutori amministrativi delle imprese.

 

– Politiche di corretta gestione delle risorse naturali (suolo ed acqua), per coniugare produttività e sostenibilità, valorizzare il ruolo delle aziende agricole, anche nel campo dei servizi eco-ambientali, sviluppare “agroenergie rinnovabili” (biomasse) e nuove opportunità della “chimica verde”.

 

Aggiornamento del quadro normativo di riferimento a livello europeo, nazionale e regionale.

 

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I giornata di studio su “La produttività nel lavoro”

 Confcooperative organizza al Palazzo della Cooperazione la I giornata di studio su “La produttività nel lavoro”. I lavori si terranno a Roma, mercoledì 9 gennaio, al Palazzo della Cooperazione – Sala Consiglio, Via Torino n. 146 dalle 10.00 alle 18.00.

LA PRODUTTIVITA’ NEL LAVORO: cos’è, come si fa, perché ce ne occupiamo”. È questo il titolo della prima giornata di studio organizzata da Confcooperative, nell’ambito dell’Azione di Sistema finanziata da Foncoop e gestita da Elabora.

 

Aprirà i lavori Vincenzo Mannino,segretario generale di Confcooperative ed è prevista la partecipazione del presidente Luigi Marino.

Si tratta di un argomento che, alla luce della situazione economica generale, occupa uno spazio fondamentale sia nell’agenda politica ed economica nazionale, sia nello sviluppo imprenditoriale delle imprese cooperative.

 

Lo scenario di riferimento della contrattazione collettiva si sposta sempre di più verso ambiti territoriali, chiamando tutta l’Organizzazione a un ruolo di maggiore protagonismo e a fornire supporto qualificato agli Enti associati, per utilizzare al meglio le potenzialità contenute nella materia.

 

Interverranno  Nadio Delai, presidente ERMENEIA srl Studi & Strategie di Sistemasu “I fattori totali della produttività e le strategie dell’impresa cooperativa”. Carlo Dell’Aringa,Università cattolica di Milano e REF Ricerche Milano su “La produttività del lavoro nelle imprese: politiche e sviluppo”. Alessandro Monzanidi UNICAF su “La contrattazione di II livello nel sistema Confcooperative”.

 

Della produttività nella contrattazione di II livello: tre casi concreti rappresentati da Giuseppe Guerini, presidente cooperativa sociale “Ecosviluppo”, Gianluigi Vignoli, Responsabile risorse umane “Conserve Italia” e Andrea Gioeni, presidente società cooperativa “Friul – Veneto Servizi”.

 

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Semi-di-speranza-per-far-ripartire-la-Sierra-Leone

Semi di speranza per far ripartire la Sierra Leone

La mano trema mentre il gesso affonda sulla superficie porosa della lavagnetta. La «k» è la lettera più complicata.   Marie Koroma non si arrende: alla fine doma le dita ribelli e sulla tavola compare il suo nome. «So scrivere – racconta entusiasta ad Avvenire– e anche contare. I miei figli dicevano che ero troppo vecchia   per imparare…». Ad appena 28 anni, nella zona di Songo, a trenta chilometri da Freetown, le donne sono vecchie.

In Sierra Leone – il 180esimo Paese su187 nella classifica Onu dello sviluppo umano –, del resto, l’età media supera di poco i 40 anni e il 70 per cento della popolazione vive con meno di due dollari al giorno. «Magari, però, quando i miei bambini cresceranno sarà diverso», afferma Marie. Il suo sguardo fissa con insistenza un fazzoletto di cinque ettari di terra nuda, poco lontano dalla scuola-capanna. Intorno, la foresta prosegue avida. Non si  azzarda, tuttavia, a intrufolarsi in quello che tutti chiamano “il campo sperimentale”.

 

 

Hanno appena finito di disboscarlo. «Abbiamo fatto giusto in tempo: l’abbiamo terminato per Natale». Anche i musulmani –nella zona le fedi islamiche e cristiana convivono in pace – hanno acconsentito a scegliere questa come data-simbolo. Fedeli di entrambe le religioni hanno celebrato insieme la festa. «E oggi cominceremo la semina. Il prossimo 25 dicembre magari ci saranno le piantine..», racconta.

 

La speranza dei figli di Marie e delle altre centinaia di bimbi dei cinque villaggi che compongono Songo è racchiusa in questo quadrato di terra scura. Da cui dipende anche il futuro dei trenta piccoli disabili ospiti della Grafton Polio Home, alla periferia di Freetown, che, a Natale hanno voluto dedicare una preghiera speciale al “campo sperimentale”.

 

«Se vi cresceranno mais e arachidi vorrà dire che il sistema sta funzionando», spiega ad Avvenire Daniel Sillah, coordinatore del progetto appena avviato da Coopermondo, associazione per la cooperazione internazionale di Confcooperative, e finanziato dalla Conferenza episcopale italiana (Cei). L’idea è quella di innescare un circolo virtuoso. «Come? Insegnando a leggere e a scrivere a cento abitanti, perlopiù donne. È il passo fondamentale perché imparino a gestire la vita quotidiana.

 

Contemporaneamente aiutiamo una sessantina di agricoltori a migliorare le tecniche di produzione », continua Daniel. Nozioni minime: come fare le buche, irrigare e alternare le sementi. «Più raccolto significa più cibo, dunque la possibilità di fare scorte, vendere o scambiare le eccedenze». E con il ricavato realizzare pozzi, acquistare generatori di corrente, mettere su un dispensario medico.

 

 «Oltre che finanziare la Grafton Polio Home ». I cui ragazzi – molti sono orfani altri sono stati abbandonati perché in Sierra Leone tuttora la disabilità è sinonimo di maledizione – potrebbero poi trovare lavoro nei campi o nella lavorazione dei prodotti.

Pensa in grande Daniel: non si stanca di progettare. «L’ho imparato in Italia. Ci ho vissuto nove anni con l’aiuto di don Oreste Benzi», spiega. Daniel è stato uno dei profughi della terribile guerra che ha devastato la Sierra Leone tra il 1991 e il

2002.

 

 Quando è esploso il conflitto, il giovane aveva 21 anni e aiutava il missionario Saveriano Giuseppe Berton a mandare avanti la sua casa famiglia. «È stato lui a farci fuggire quando le violenze erano ormai  incontrollabili. E rischiavo di venire ucciso o reclutato come bimbo-soldato».Grazie a padre Giuseppe e a don Oreste, Daniel ha studiato all’Università Gregoriana e poi è stato giornalista a Tele Romagna.

  

Nel 2008, il ritorno in Africa. «Per restituire un po’ dei tanti  doni che ho ricevuto al mio popolo. Sono scappato attraverso le fognature, ho attraversato foreste, visto cose orribili. Eppure, mi sono salvato, grazie alla generosità di tanti. Ora è il mio turno di dare una mano. In che modo? Inizierò con l’aiutare questo quadrato di terra a produrre il primo germoglio», conclude. Come dice un proverbio africano, «mille passi cominciano sempre da uno».

 

a cura di Lucia Capuzzi – Avvenire

 

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The International Labour Organisation (ILO) is calling for papers

The International Labour Organisation (ILO) is calling for papers on the relationship between trade unions and cooperatives. The ILO suggests that the documents will show how trade unions have been using the cooperative model and working with the cooperative movement to achieve economic, social and political objectives. We insist that the call for papers is particularly interested in case-studies that can provide lessons for trade unions and cooperators internationally.

19 December 2012

The ILO is interested in contributions documenting developments that have arisen in these areas in recent years. People can submit papers covering a number of different questions. These include (as indicated below by the ILO):

 

Despite their demonstrated resilience, viability, and potential, worker cooperatives generally remain marginal economic players, what are the obstacles that stand in the way of establishing and strengthening them? And how can Trade Unions help with it?

 

Worker cooperatives have been set up as a response to plant closures and/or delocalisations across different times. What has been the role of trade unions in facilitating the creation of such cooperatives, what were the obstacles (organizational, financial, legal, and cultural), that needed to be overcome?

 

The emergence of “social economy” enterprises that provide needed social services and in so doing, create a new model of social inclusion for both workers and their clients. Such developments are often perceived by Trade Unions as a setback from the provision of such services by the public sector and a threat for job quality, yet with fiscal pressures and the growing needs, these initiatives have multiplied in recent years. What assessment can be made of social economy from a trade union point of view? Can the social economy provide a viable partner in the provision of social services and decent work?

 

Cooperatives of self -employed workers in the informal economy, who cannot be organized in the traditional way, have provided workers with voice. Trade Unions have often lent support to those workers through the creation of service cooperatives? (savings and credit, housing, consumer cooperatives) to improve both their bargaining power and their livelihoods. Have these initiatives been successful and sustainable? What are their conditions of success? In what way do they change the relationship between Trade Unions and workers in the informal sector?