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Il potenziale dell’Economia Sociale per la cooperazione internazionale allo sviluppo

“L’economia sociale non è l’altra economia, ma una parte essenziale dell’economia e della società. E’ un modello che gioca un ruolo importante per rilanciare la crescita in Europa e che per questo abbiamo deciso di affrontare durante il periodo di Presidenza italiana del Consiglio UE”.  

 

Con queste parole e con un invito a fortificare la rappresentanza delle organizzazioni dell’economia Sociale nelle Istituzioni, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha concluso la Conferenza Internazionale “Liberare il potenziale dell’Economia Sociale per la crescita in Europa” organizzata dal Ministero del Lavoro nell’ambito del Semestre di Presidenza Italiana del Consiglio Europeo. 

 

Circa 500 organizzazioni dell’economia sociale (cooperative, imprese sociali, associazioni, fondazioni e mutue) hanno partecipato alla due giorni dedicata a un modello economico basato su valori di solidarietà, sussidiarietà e sostenibilità economica, sociale e ambientale. Un modello che si pone come alternativo a quello dominante e che ha dimostrato di essere più resiliente alle crisi prodotto ciclicamente dal sistema capitalistico. Un modello basato sull’inclusione sociale, sulla valorizzazione dei territori e delle comunità, che mette al centro le persone e non il capitale. 

 

 

Nella lectio magistralis di apertura l’economista francese Jean Paul Fitoussi lo ha dichiarato apertamente: “L’economia è per sua natura sociale, se qualche volta diventa non sostenibile è perché si è dimenticata della società”.

 

I valori su cui si basa l’economia sociale sono perfettamente coerenti con l’Agenda ONU sugli Obiettivi di Sviluppo post 2015 che puntano non più solo a migliorare le condizioni di vita dei cittadini dei paesi più poveri, ma a portare maggiore attenzione alla qualità nella crescita economica anche nei paesi avanzati attraverso la creazione di lavoro dignitoso, la garanzia di una sicurezza alimentare e di un accesso al credito con schemi di finanza inclusiva anche nel rispetto dell’ambiente e dei territori

 

L’Unione Europea, attraverso la sua azione di cooperazione internazionale (Europeaid), dovrebbe fare propri i valori dell’economia sociale. Alla luce dei nuovi approcci al settore dell’Ue e degli stati membri, che vedono un maggior coinvolgimento del settore privato in un’ottica di partnership con le istituzioni e le organizzazioni della società civile e con i Paesi partner, per le organizzazioni dell’economia sociale si aprono numerose opportunità. 

 

La forza dell’economia sociale sta nel mettere insieme due fattori fondamentali per il benessere di una società: la crescita economica, unica garanzia per uscire dalla trappola della povertà, e l’inclusione sociale, quindi la creazione di posti di lavoro che valorizzano la dignità della persona, coinvolgendo direttamente i cittadini attraverso una partecipazione democratica. 

 

 

E’ arrivato il momento di cooperare su larga scala: i Paesi del nord e del sud del mondo devono allearsi per promuovere questo modello economico alternativo, l’unico in grado di garantire uno sviluppo davvero sostenibile.

 

 

 

Leggi le conclusioni “Unlocking the Potential of the Social Economy for EU Growth: The Rome Strategy” qui

 

 Dal Working Group su Economia Sociale e Cooperazione Internazionale, cui ha partecipato anche Coopermondo, sono emerse tre proposte concrete: innanzitutto che i governi incentivino politiche pubbliche e quadri normativi in grado di generare un ambiente favorevole allo sviluppo di organizzazioni di Economia Sociale; che l’Unione Europea dia supporto a investimenti in ricerca e capacity building attraverso una piattaforma che metta in rete i diversi attori dell’economia Sociale di tutto il mondo; infine che l’UE fomenti la nascita di una task force europea composta da attori dell’Economia sociale impegnati nella cooperazione internazionale. 

Il documento finale della conferenza è scaricabile a questo link

 

I documenti dei gruppi di lavoro saranno disponibili a breve.  

III-Summit-Cooperativo-delle-Americhe-Cooperative-italiane-e-colombiane-insieme-per-promuovere-la-pace

III Summit Cooperativo delle Americhe – Cooperative italiane e colombiane insieme per promuovere la pace

Oltre 1.500 partecipanti provenienti da 30 Paesi diversi, dall’America Latina al Canada all’Europa, si sono riuniti a Cartagena de Indias, in Colombia, per il III Summit Cooperativo delle Americhe, organizzato da Cooperatives of the Americas – Ufficio Regionale dell’International Cooperative Alliance (ICA). Sedici workshop tematici e cinque conferenze magistrali si sono susseguiti per analizzare il futuro del movimento cooperativo nelle Americhe e un focus particolare è stato dato al contributo che le cooperative possono portare al processo di pace in corso di negoziazione tra il Governo colombiano e gli attori del conflitto.

 

Coopermondo – Confcooperative ha partecipato ai lavori organizzando, insieme a Cooperatives Europe, nella giornata di mercoledì 5 Novembre, una Conferenza internazionale dal titolo “Cooperation between Europe and Latin America: contributions to an inclusive and sustainable development”, cui hanno partecipato circa 150 persone in rappresentanza di cooperative, ong e società civile di molti Paesi latinoamericani. 

 

La riflessione sulle sinergie e sulle opportunità di collaborazione tra il movimento cooperativo europeo e quello latinoamericano si è avvalsa della presenza autorevole del Ministro Plenipotenziario Fabio Cassese, vice direttore Generale della DGCS del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Intervenendo in rappresentanza della Cooperazione Italiana e della Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, il Ministro Cassese ha spiegato che “la nuova legge italiana 125/14 riconosce le cooperative come attori chiave nella cooperazione allo sviluppo, perché si occupano di attività innovative e promuovono uno sviluppo sostenibile a lungo termine”. Cassese ha parlato del roadshow di eventi organizzati dall’Alleanza delle Cooperative Italiane sul ruolo delle cooperative nei processi di sviluppo internazionale, citando i diversi strumenti normativi e finanziari che aprono nuove opportunità per le cooperative, per il settore privato europeo e per i Paesi partner. 

 

Dagli interventi susseguitisi è stata ampiamente condivisa la necessità, per la nuova cooperazione allo sviluppo, di utilizzare il dialogo multistakeholder come metodo privilegiato, favorendo le partnership tra attori pubblici, privati e altri soggetti della società civile. Si è inoltre posto l’accento sull’accesso al credito cooperativo quale strumento per favorire l’inclusione sociale, realizzare sviluppo locale basato sull’economia reale ed evitare speculazioni finanziarie e sulla sicurezza alimentare attraverso l’agricoltura sostenibile, che può rivelarsi un veicolo per la reintegrazione sociale di popolazione in situazione di vulnerabilità da processi di post-conflitto.

 

 

All’interno della Conferenza, a Coopermondo è stato affidato un workshop tematico con un focus sull’inclusione sociale delle donne e dei giovani. Due gruppi di circa quindici persone hanno potuto condividere best practice e riflettere su proposte concrete per creare posti di lavoro e pari opportunità, per evitare il coinvolgimento dei giovani in attività illecite o informali e rafforzare l’empowerment delle donne. Tra le presentazioni è spiccata quella di Francesco Vincenti, già responsabile del Programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) per vari Paesi dell’America Latina e oggi coordinatore UE del laboratorio di coesione sociale finanziato dall’Unione Europea in Messico (potete scaricarla qui).

 

Nelle altre giornate, il tema che ha dominato il Summit stato quella della pacificazione. Il Ministro del Lavoro colombiano, Luis Eduardo Garzon, ha annunciato l’intenzione di arrivare a un patto con il movimento cooperativo colombiano e internazionale per adottare il modello cooperativo come forma organizzativa e produttiva chiave per l’integrazione economica e sociale della popolazione (vittime e carnefici) coinvolta nel conflitto colombiano, per il quale è in corso una negoziazione che porti alla pace tra le varie parti coinvolte.

 

Dame Pauline Green, Presidente dell’International Cooperative Alliance, ha ricordato il proprio lavoro nel gruppo di consultazione del Governo britannico nel processo di negoziazione post-conflitto con l’IRA e ha ribadito come “il movimento cooperativo, in molte zone del mondo, ha ricostruito comunità creando lavoro dignitoso e migliorando le condizioni di salute ed educative in zone di conflitto e post-conflitto”.

 

Infine, Dario Castillo Sandoval, Presidente di Confecoop Colombia – unica centrale cooperativa colombiana con oltre 6.000 imprese associate – ha dichiarato che la sua organizzazione “sta già lavorando per l’integrazione economica e sociale in molte aree del Paese, anche avvalendosi del contributo del cooperativismo italiano”. Coopermondo si impegnerà in prima persona in questo processo sostenendo Confecoop Colombia con un nuovo progetto pilota (“Agricoop Colombia“) in partnership con l’Istituto Italo-latinoamericano e l’Ambasciata d’Italia in Colombia sul rafforzamento organizzativo e produttivo delle cooperative agricole colombiane esistenti in aree fortemente colpite dal conflitto. Dopo un’intensa settimana di relazioni, best practice, scambi di idee e proposte ora non resta che mettersi al lavoro e dare concretezza al sesto principio della cooperazione: che tra Colombia e Italia possa nascere un futuro di cooperazione e di pace.

From Seed to Food. Cooperation, sustainable agricolture and food security

 

The event, organised by the Alliance of Italian Cooperatives in partnership with the Direction General for Development Cooperation of the Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation and with CIHEAM- Mediterranean Agronomic Institute of Bari, will take place October 18th in the Great Hall of the Mediterranean Agronomic Institute in Via Ceglie 9, Valenzano – Bari from 8.30 am to 1.30pm. Please confirm your participation by registering here

 

 

Food security and sustainable agricolture are among the most urgent problems that the International Community has to face in its post2015 Agenda. In the world, demand for food increase above 4,5% per year while food supply growth only by 2%. 

 

According to the International Fund for Agriculture Development (IFAD), 70% of the poor population lives in rural areas where a fair knowledge and adeguate implementation of agricultural activities could improve their living standards. The Food and Agriculture Organization (FAO) declared that in 2050 global population will reach 9 billions and food production would have to increase by 60% to satisfy such needs. 

 

 

Agriculture cooperatives, that counts by almost 50% of the global agricolture , could play a key role in the fight for poverty and food security. Moreover, to promote sustainable growth and development in partner countries, best practices of the Italian business model of small and medium enterprises (SMEs) is easily reproducible, as more similar to form of organisations that already exists in those territories. 

 

 

Find out the programme

 

Please confirm your participation to the event From Seed to Food by registering here

Cooperative-Ong-e-imprese-crollato-il-muro-ideologico-si-apre-l-era-multi-stakeholder-dei-partenariati-per-lo-sviluppo

Cooperative, Ong e imprese: crollato il muro ideologico si apre l’era multi-stakeholder dei partenariati per lo sviluppo

Che ormai il settore privato giochi un ruolo chiave nella nuova agenda della cooperazione allo sviluppo è un fatto assodato. Dalla Comunicazione della Commissione europea alla nuova legge italiana in materia, non ci sono dubbi: le imprese sono entrate a fare parte dell’arena degli stakeholder dello sviluppo. 

 

Ma come ogni grande cambiamento, anche questo richiede tempo e diligenza. Per questo l’Alleanza delle Cooperative Italiane, in collaborazione con la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del MAECI, ha organizzato una serie di eventi per continuare a dibattere le modalità in cui il settore privato possa fare la sua entrata in questo mondo finora a lui poco conosciuto. 

 

“Il muro ideologico che ci separava dalle imprese è ormai finalmente crollato”, ha dichiarato Maria Egizia Petroccione, intervenuta all’evento tenutosi a Trento il 30 settembre in rappresentanza delle tre Reti di Ong italiane (AOI, CINI e Link2007). “Ma la relazione tra Ong e imprese” – ha continuato Petroccione – “non può essere semplice se non viene regolata da strumenti e finalità condivise. E’ necessario disegnare e implementare meccanismi di controllo per le imprese che ricevono finanziamenti pubblici per la cooperazione allo sviluppo”.

 

Dello stesso avviso il presidente di Amref, Mario Raffaelli: “Le aziende non devono decidere di andare a investire in Africa perché ci sono gli incentivi pubblici. Il meccanismo deve essere opposto: se l’impresa decide di praticare una buona internazionalizzazione per promuovere un mondo più giusto, allora ha diritto a ricevere un aiuto”. 

 

Per il Direttore Generale della DGCS del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Giampaolo Cantini, “le cooperative, che si collocano a cavallo tra il settore profit e quello no-profit, sono le imprese più adatte a promuovere sviluppo locale nei paesi partner per almeno due caratteristiche: per l’attenzione che attribuiscono allo sviluppo del territorio locale e per la loro capacità di rafforzare le identità territoriali”. 

 

E il presidente della Federazione trentina della Cooperazione, Diego Schelfi, non poteva che essere orgoglioso di ammettere che “la cooperazione è uno strumento straordinario d’impresa anche per l’internazionalizzazione e le relazioni con l’estero”. Come ha ricordato Danilo Salerno, Direttore di Coopermondo, “negli ultimi 5 anni le cooperative europee nella Rete coordinata da CooperativesEurope CEDP hanno realizzato 425 progetti di cooperazione allo sviluppo in 78 paesi diversi per oltre 200 milioni di euro”. 

 

La giornata di Trento è stata ricca di spunti e di esperienze concrete. Alessandro Carano della Banca Europea degli Investimenti, Alberto Castronuovo della Simest, Francesco Capecchi del MAECI hanno delineato tutti gli strumenti pubblici, italiani ed europei, a disposizione anche delle piccole e medie imprese che decidono di andare all’estero per fare sviluppo e, allo stesso tempo, esplorare nuovi mercati. Lee testimonianze di Mariusz Tamborsky ed Erika Pasquini della Commissione Europea hanno mostrato come i diversi strumenti finanziari comunitari dedicati alle Organizzazioni della Società civile e alle imprese – in entrambi le cooperative risultano soggetti eleggibili anche grazie al nostro lavoro di lobbying e rappresentanza – possono contribuire ad incrementare le dimensioni e l’impatto dei progetti finora portati avanti dalle cooperative con le loro proprie forze.

 

Infine, le Nazioni Unite sono intervenute con la Direttrice del Programma Art, Barbara Pesce Monteiro, focalizzandosi sul ruolo che le cooperative giocano per lo sviluppo locale nei territori dei Paesi in via di sviluppo. Lo sradicamento della povertà nei Paesi partner deve partire anche dalla costruzione di una base economica solida e sostenibile che solo le imprese, specie se cooperative, attraverso un dialogo aperto con tutti gli stakeholder, sono in grado di garantire.

  

Il prossimo evento, che questa volta si strutturerà in partnership con il CIHEAM – Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari si terrà nel capoluogo pugliese il 18 ottobre. Il focus sarà sull’agricoltura sostenibile e la sicurezza alimentare, temi centrali del dibattito in corso sugli Obiettivi ONU post2015 e sui grandi eventi del prossimo anno: EXPO2015 e l’Anno Europeo dello Sviluppo. 

18 ottobre, Bari – Dal seme al cibo. Cooperazione, agricoltura sostenibile e sicurezza alimentare.

 

 

L’evento Dal seme al cibo organizzato in partnership con la Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con l’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari (CIHEAM – Bari), si terrà il 18 Ottobre nell’Aula Magna dell‘Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari in Via Ceglie 9, Valenzano (BA) dalle ore 8.30 alle ore 13.30.

 

La sicurezza alimentare e l’agricoltura sostenibile sono tra i problemi più urgenti che la comunità internazionale si trova ad affrontare nel suo programma di azione post2015. Nel mondo la domanda di cibo cresce di oltre il 4,5% annuo, mentre l’offerta aumenta solo del 2%.

 

Secondo l’IFAD, il 70% della popolazione al di sotto della soglia minima di povertà vive in zone rurali, dove un’adeguata conoscenza e implementazione di attività agricole potrebbe migliorare la situazione di difficoltà in cui si trova. Inoltre la FAO ha reso noto che nel 2050, quando la popolazione globale toccherà i 9 miliardi di abitanti, ci sarà anche bisogno del 60% di produzione di cibo in più.

 

 

Le cooperative agricole, che contano per circa il 50% del fatturato agricolo mondiale, possono giocare un ruolo chiave nella lotta alla povertà e per la garanzia della sicurezza alimentare. Inoltre, per promuovere una crescita e uno sviluppo sostenibile nei paesi partner, il modello di eccellenza delle piccole e medie imprese italiane è più facilmente reperibile e replicabile, in quanto più simile alle forme di organizzazione già esistenti in quei territori.

 

Scopri il programma

 

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La cooperazione internazionale spalanca le porte alle imprese cooperative

”Le cooperative sono le imprese che più di tutte possono accompagnare nella crescita i Paesi in via di sviluppo”. Lo ha detto il Viceministro degli Esteri Lapo Pistelli intervenendo al primo dei 5 incontri promossi dall’Alleanza delle Cooperative italiane, in collaborazione con la Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo (Dgcs) del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci), sul ruolo delle cooperative per la crescita e lo sviluppo sostenibile. 

 

Il nuovo scenario internazionale, più attento al ruolo che il settore privato puà giocare nella cooperazione allo sviluppo, “spalanca le porte” alle imprese cooperative, ha riconosciuto Pistelli. Il valore aggiunto che il modello di impresa cooperativa può offrire ai processi di crescita economica e sviluppo sostenibile nei Paesi in via di sviluppo è stato ampiamente riconosciuto da tutti i relatori nazionali e internazionali presenti all’evento. E Coopermondo è fiero di essersi fatto il portavoce di questa realtà fin dalla sua nascita. 

Il Direttore Generale della DGCS-MAECI, Gianpaolo Cantini, ha dichiarato che la nuova legge 125 sulla Cooperazione internazionale – in particolare negli articoli 23 e 26 – riconosce il ruolo svolto dalle imprese sociali, dimostrando di essere una legge ”fortemente innovativa”. Ma come sottolineava il vice ministro Pistelli “le cooperative devono assumere maggiore consapevolezza degli strumenti disponibili per fare ancora di più in paesi in via di sviluppo, essendo lo specchio della società”.

 

E’ per questo che emeriti economisti come Linda Laura Sabbadini dell’ISTAT, Carlo Borzaga presidente di Euricse e Giovanna Melandri presidente di Human Foundation hanno sottolineato l’importanza di creare nuovi indicatori e continuare ad elaborare dati che possano far conoscere l’apporto del mondo cooperativo nella crescita economica e nello sviluppo sostenibile.  

 

Il presidente dell’Alleanza delle Cooperative, Mauro Lusetti, ha ricordato il ”grande impegno” del mondo cooperativo in contesti di crisi in tutto il mondo, con oltre 130 progetti di cooperazione allo sviluppo realizzati dal 2008 ad oggi, per un importo complessivo di oltre 59 milioni di euro. “Da tempo le cooperative sono impegnate per ridurre le disparità nei territori in cui operano”, ha ricordato il co-presidente dell’Alleanza Maurizio Gardini, “. L’esperienza cooperativa, nei paesi in via di sviluppo, non é quella di rapina e land grabbing effettuata dai cinesi in Africa. Le cooperative sono al fianco delle popolazioni per aiutarle nel loro cammino verso uno sviluppo sociale ed economico”.

 

Tuttavia, la necessità di comunicare di più e meglio il modello, i risultati, le best practice del mondo cooperativo alle istituzioni è stata riconosciuta da tutti i relatori. Per riprendere le parole del direttore generale Cantini: “occorre far conoscere meglio l’apporto del sistema cooperativo italiano, i cui numeri sono veramente rilevanti. Il ciclo di eventi organizzati nell’ambito del semestre di presidenza faciliterà questo processo”. 

 

Noi ce lo auguriamo e vi diamo appuntamento al 30 settembre a Trento con l’evento “Ong e Imprese, un dialogo possibile per gli obiettivi post 2015”. 

 

Per partecipare è necessario iscriversi qui

 

Di Camilla Carabini

Il-ruolo-delle-cooperative-per-lo-sviluppo-sostenibile-al-via-gli-eventi-per-il-Semestre-di-Presidenza-UE

“Il ruolo delle cooperative per lo sviluppo sostenibile”: al via gli eventi per il Semestre di Presidenza UE

Martedì 16 settembre si terrà a Roma il primo degli eventi ideati dall’Alleanza delle Cooperative Italiane con la DGCS del MAECI per contribuire al dibattito italiano ed europeo sul ruolo del settore privato nei processi di sviluppo internazionale.  

 

“Il ruolo delle cooperative: strumenti e indicatori per coniugare crescita e sviluppo sostenibile” è il titolo del primo dei cinque incontri che si svolgeranno per il territorio nazionale. L’Alleanza delle cooperative ne ragioneranno martedì prossimo con Rodrigo Gouveia (Direttore della policy dell’International Cooperative Alliance), Simel Esim (Direttrice del Cooperative Branch dell’ILO – International Labour Organization), Roberto Ridolfi (Direttore Dipartimento Crescita e sviluppo sostenibile della DG DevCo – EuropeAid) e Giampaolo Cantini (Direttore Generale della DGCS del Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale). 

 

Dopo gli interventi dei key note speaker, discuteranno dei contenuti e delle proposte emerse Linda Laura Sabbadini (ISTAT), Carlo Borzaga (Euricse), Giovanna Melandri (Human Foundation), Silvia Stilli (rete ONG italiane), Gianpiero Calzolari (Granarolo) e Claudia Fiaschi (Confcooperative). 

 

L’evento, presieduto dai Presidenti delle Organizzazioni dell’Alleanza delle Cooperative, Rosario Altieri (AGCI), Maurizio Gardini (Confcooperative) e Mauro Lusetti (Legacoop) vedrà l’importante partecipazione del Vice Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, on. Lapo Pistelli 

 

Scarica il programma dell’evento e seguilo su Twitter #cooperativesviluppo 

 

Guarda il programma completo delle iniziative del Semestre e iscriviti ai prossimi eventi 

Costruiamo-sviluppo-per-migliorare-la-vita-di-tutti

Costruiamo sviluppo per migliorare la vita di tutti

Editoriale di Diego Schelfi, Presidente della Cooperazione Trentina, uscito sul numero speciale Luglio – Agosto 2014 della rivista mensile Cooperazione Trentina.

 

Ciò che sta avvenendo in tutto il bacino del Mediterraneo non Europeo ci preoccupa enormemente. Quasi tutto il nord Africa e parti importanti del Medio Oriente sono in fiamme. Israele, nel cuore dell’area, decide di passare dalla guida assegnata a un falco (Netanyahu) a quella di un super falco (Rivlin). Alle contraddizioni antiche che abitano il mondo islamico e le sue principali culture, quella araba – quella ottomana – quella persiana, sembra che se ne aggiungano via via di nuove che non necessariamente segnano i vecchi confini fra sciiti e sunniti. Sono contraddizioni “moderne”, trasversali che si abbeverano degli errori enormi compiuti dall’occidente, che si alimentano delle frustrazioni di interi popoli, i quali prima hanno sofferto dell’indifferenza e dell’esclusione cui erano condannati trasformando, poi, esclusione e indifferenza, in orgoglio. Comunque vada noi avremo conseguenze importanti.

 

Davanti a tutto ciò da parte dei paesi del sud Europa e soprattutto da parte della Unione non c’è politica o meglio ci sono troppe politiche che vanno per conto loro, che rispondono a interessi statuali ormai ridicoli e antistorici. Queste azioni di formiche impazzite fanno il gioco delle varie fazioni fino al punto di armarle e hanno, come probabile prospettiva, quella di elidersi a vicenda. Non esiste una posizione Europea capace di prendere in mano la questione e lentamente esercitare le scelte capaci di sostenere, dentro la caldaia in ebollizione, le forze che lavorano per il bene dei popoli e per la pace. Difficile dire se si è ancora in tempo.

 

Sta di fatto che non si intravvede nulla di ciò che sarebbe necessario. La mancanza di politica viene sostituita, dove ce ne sono le condizioni, dall’appoggio (finanziario e di equipaggiamenti) agli eserciti locali affinché pensino loro a tenere sotto controllo le situazioni. In Algeria ci si illude che il giochino abbia funzionato o non è vero che il potere è oggi seduto su una bomba a orologeria? Sarà così anche in Egitto e con tutta probabilità in Siria ma dove non c’è possibilità di interlocuzione con la forza organizzata, avanzano i fondamentalismi. E avanzano, come si vede, nella convinzione di milioni di persone e si trasformano in forze armate che occupano città, territori, parti di paesi e stabiliscono regole e leggi, costruiscono “nuova” cultura. Meglio non parlare di ciò che è accaduto là dove l’occidente decise gli interventi di “pace preventiva”. Abbiamo lasciato macerie, fisiche e umane. Popoli lacerati giù giù fin dentro le famiglie. Un immenso mare di odio.

 

Secondo noi sarebbe necessaria una totale inversione di rotta. Nella storia del nostro Paese gli esempi di politiche di amicizia e collaborative con i paesi arabi ci sono stati e ancora oggi, nonostante tutto quello che accade, rappresentano il fondamento su cui continua a reggere il sottile legame che abbiamo con parte di loro. Ci riferiamo alle correnti di pensiero che avevano in Enrico Mattei o in Aldo Moro i rappresentanti più significativi. Essi sono anche un esempio degli errori (chiamarli così è un eufemismo) che ha commesso l’occidente. Dava fastidio la politica della mano tesa e la mano è stata tagliata.

 

Fra il fondamentalismo e la repressione armata c’è un’altra strada: costruire sviluppo indirizzato alla vita delle persone e alla fratellanza. Una sfida ulteriore anche per la cooperazione.

Ebola-in-Sierra-Leone-la-storia-di-un-cooperatore

Ebola in Sierra Leone, la storia di un cooperatore

“Siamo tutti preoccupati. L’ebola invade ogni nostro pensiero ad ogni ora del giorno e della notte”. Ce lo racconta Daniel Sillah, project manager di Coopermondo, l’Associazione per la cooperazione allo sviluppo promossa da Confcooperative, che in Sierra Leone sta portando avanti due progetti per la sicurezza alimentare nel Paese. “Il problema principale è che molte persone non sono convinte che esista questa malattia, credono sia un’invenzione. Il 75% della popolazione è analfabeta e semplicemente non ci crede”. 

 

Il governo della Sierra Leone ha istituito una “giornata di riflessione” durante la quale i cittadini sono stati invitati a rimanere a casa per meditare su questa terribile malattia. “Abbiamo pregato tutti insieme. Hanno diffuso informazioni, che è ciò che davvero manca nel Paese, con ogni mezzo: alla televisione, alla radio, con altoparlanti sulle macchine che giravano per i vicoli. In strada non c’è nessuno, solo i militari”. Vengono in mente le immagini del capolavoro del premio Nobel José Saramago, quando l’epidemia di cecità invade la città. “Prima di tutto hanno ribadito che la malattia esiste, è vera e rappresenta una reale minaccia di morte”. 

 

Ma non solo la gente non ci crede: “Si sono sparse voci che se ti ammali e vai in ospedale lì ti uccidono per evitare che tu possa contagiare altre persone. Questo è un problema enorme: gli ammalati hanno paura di essere uccisi e tornano nei propri villaggi di origine a cercare di curarsi in maniera tradizionale. Ma questo è molto pericoloso perché aumenta il rischio di contagio”. E quindi ieri un importante messaggio trasmesso era proprio relativo all’importanza, se si avvertissero i sintomi, di andare nei centri organizzati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità dove l’ammalato non corre nessun rischio, ma, per precauzione, sarà semplicemente isolato. Come se la morte in solitudine possa spaventare meno di un omicidio a sangue freddo. 

 

“Nella capitale non c’è controllo. E’ una città che può accogliere 200mila persone e invece ci viviamo in almeno 3 milioni. A Bo e a Madaka, dove ci sono i nostri progetti, hanno isolato da subito i villaggi, mettendo check point di militari all’entrata e all’uscita: chi ha la febbre non può entrare. Certo, anche questa è una discriminazione: non tutti quelli che hanno la febbre hanno l’ebola, ma ormai viviamo nel panico. Qui tutti i giorni muoiono bambini a causa della malaria: solo che ora dovunque ti giri è ebola. L’altro giorno per esempio, è morto un ragazzo in ospedale per la malaria: hanno chiuso l’ospedale, gli infermieri sono scappati… poi hanno fatto gli accertamenti e si sono accorti che non era ebola. Ma capisci la tensione che si respira?”. 

 

A Bo e a Madaka, seppur con molte precauzioni e con un innalzamento del livello di controllo, i progetti di Coopermondo continuano. “Finora non sono stati registrati casi nei villaggi. Gli oltre 150 contadini impegnati nel progetto di cooperazione agricola continuano a lavorare. L’allevamento di tilapia e pesce gatto è entrato in produzione e si potrà verificare la qualità dei primi esemplari a settembre. Oltre 300 famiglie indirettamente beneficiano di questi progetti. “Il progetto di acquacoltura è al suo primo anno ma quello agricolo è ormai alla sua seconda annualità: stiamo iniziando l’educazione finanziaria e al risparmio, che è fondamentale in questi progetti. Ora che hanno iniziato a produrre molto più di prima e possono vendere parte della produzione finalmente hanno dei soldi per pagare le tasse scolastiche per i figli, per comprarsi le medicine…”

 

Le sfide maggiori sono sempre i cambiamenti culturali e il rischio di questi progetti è sempre che, terminata la collaborazione, tutto si sgonfi e il livello d’impatto si riduca notevolmente. “I grandi progetti di cooperazione internazionale in passato non sempre hanno dato buoni risultati perché spesso erano impostati sulla logica del dono e hanno abituato i locali solo a ricevere, ricevere e ricevere. Quando finiva il progetto, finivano i fondi e… poco male, tutto tornava come prima. La grande differenza con il nostro piccolo progetto è che lo abbiamo ideato e lo stiamo portando avanti insieme ai destinatari, che lo hanno sentito e fatto proprio sin dall’inizio: con lo spirito cooperativo i contadini e gli allevatori hanno partecipato direttamente allo sviluppo del progetto e stanno capendo l’importanza di continuare da soli anche quando il sostegno di Coopermondo non ci sarà più”.

 

La cooperazione richiede vicinanza, partenariato. Gli agricoltori e gli allevatori di tilapia si scambiano prodotti, si incontrano, lavorano insieme: “Uno dei grandi risultati di questo progetto è che è riuscito a far lavorare insieme cristiani e musulmani e diversi villaggi limitrofi che prima non comunicavano”. Ma ora l’ebola spaventa, la vicinanza fisica aumenta il rischio di contagio. Cooperare diventa un rischio? “No, al contrario, è proprio la  cooperazione che ci permette di diffondere le notizie, di spiegare quello che sta succedendo, di rassicurare le famiglie che i malati saranno trattati con rispetto. La cooperazione è l’anima del progetto. E sarà quella a darci la forza per superare anche questo terribile momento”. 

 

Intervista a Daniel Sillah di Camilla Carabini

Italian International Cooperation Reform is now Law

“After 27 years, Law 49/87 gives way to a reform waited for nearly three decades. International cooperation makes a major step forward as a protagonist of International Development. We agree with the Deputy Minister of Foreign Affaris, Lapo Pistelli, who says that cooperatives are the most effective enterprises in generating growth in developing countries: cooperation is an integral and qualifying part of development”. Maurizio Gardini, president of Confcooperative, concerning the approval of the reform of the Italian Development Cooperation law.

 

Federica Mogherini, Minister of Foreign Affairs, who had worked hard on the reform, stressed the importance of the adoption of the reform with a substantially unanimous vote. The Deputy Minister Lapo Pistelli said that he was very satisfied with the work and has emphasized the increased participation of stakeholders, greater efficiency and less waste and overlaps. 

The Senator Giorgio Tonini, keynote speaker of the bill of reform has shown the most relevant news: the Ministry of Foreign Affairs will change its name into Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation. Moreover, there will be a unified system under the direction of the Foreign Minister, the obligation to appoint a Deputy Minister responsible for Cooperation, the establishment of an Agency (as already exists in the best European experiences), and a dedicated Development bank.

  

“It ‘s an important day: we face a new and very innovative law which puts Italy at the forefront in Europe,” said Matteo Passini, President of Coopermondo – Confcooperative. “In recent years, the comparison with the MFA and the Parliament on the reform project has involved a variety of stakeholders: civil society organizations, businesses, local authorities, foundations, institutes of cooperative (BCC) and ethical finance that  have facilitated a shift of paradigm. It is important that Italian cooperatives contribution to international development have been recognised alongside the NGOs’, as main actors in the international processes of fight against poverty.

 

“For many years,” – Director of Coopermondo, Danilo Salerno, said – “cooperatives have been engaged in different projects in many African and Latin American countries encouraging sustainable agriculture to ensure food security and sovereignty. In those countries they play a crucial role in promoting social inclusion and job creation through access to credit and the creation of welfare services. Their role and their nature, in any way similar to that of a for profit enterprise, has had the proper recognition among development cooperation actors, set out in Article. 25, para. 2, letter. e) of the new law. “

 

 

“With the new reform” – he concluded – “Italian international cooperation strengthens the tools to promote a good internationalization of enterprises, addressing the private sector to a synthesis between new opportunities and the promotion of development. On this topic, our organisation has created a program of events, during the Italian Semester of Presidency of the European Council. From the first event, scheduled on 16th September in Rome at the Palace of cooperation, we will discuss the new role of private sector in international cooperation together with NGOs, international institutions and all Italian and European stakeholders”.

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NGOs, cooperatives, enterprises and civil society: a dialogue on development cooperation

Coopermondo attended the first official event of the Italian Semester of Presidency of the European Union organized on the 15th July by the Ministry of Foreign Affairs on the sidelines of the informal meeting of European Ministers of Development Cooperation, a round table discussion in which different actors of international cooperation have begun an open dialogue on the role of the private sector in the processes of international development.

 

The provocative Stephen Sackur of the BBC hold the reins of the debate and begun asking to Andris Piebalgs, European Commissioner for development, whether we should consider a failure the non-achievement of the Millennium Development Goals. As far as the Commissioner was concerned, it was a question asked in the wrong terms: “What matters is that the trend is going in the right direction. We have changed the approach to development: we must recognize the complexity of this phenomenon that affects all countries, not just the developing world. “

 

 

Well-known economist Jeffrey Sachs stated that “the importance of the Millennium goals was to raise public awareness on those issues.” The fact that the world’s largest organizations have shared them as priorities to be pursued is of critical importance. Lapo Pistelli, Italian Deputy Minister for International Affairs, went further and stressed the importance of building a “strong narrative” in the legitimacy of cooperation policies.

On the key issues of the new agenda for the post-2015 objectives, NGOs, enterprises and institutions have  shown to be converging to the same proposals: the search for a formula of a sustainable economy that will ensure social inclusion, respect for human rights, gender equality and environmental protection. “There is no chance to continue growing if we do not find a more holistic approach to development, which includes all of these goals”, to repeat Sachs’ words.

 

 

Klaus Niederlander, Director of Cooperatives Europe, stressed the great ability of cooperatives to generate social inclusion and sustainable development: “Co-operatives are accountable to their consumers or producers and this generates great benefits. There are already many experiences of co-operative enterprises engaged in development cooperation, but they are kept untold: the time has come to enhance their model”. Niederlander also pointed out that Cooperatives Europe has created an online platform that monitors nearly 300 projects of development cooperation carried out by European cooperatives around the world (including those of Coopermondo and Confcooperative network).

 

Christophe Yvetot of UNIDO (United Nations Industrial Development Organization) recognized small and medium-sized enterprises (SME) as key drivers in the fight against poverty and as catalysts for creating decent work and sustainable development. For this reason “they must be placed at the top of the agenda of cooperation.”

 

Now it is up to each actor to work together and build the new idea of cooperation. As Deputy Minister Pistelli said to conclude: “New international cooperation should look less like a charity and more like sustainable development”.

La riforma della cooperazione internazionale allo sviluppo è legge

 

“Dopo 27 anni, la legge 49/87 cede il passo a una riforma attesa da quasi tre decenni e la cooperazione fa un deciso passo avanti quale protagonista per lo sviluppo internazionale. Concordiamo con il vice Ministro Pistelli quando dice che le cooperative sono tra le imprese più efficaci per generare crescita nei Paesi in via di sviluppo. Cooperazione parte integrante e qualificante”: così Maurizio Gardini, Presidente di Confcooperative, ha commentato l’approvazione della riforma della legge sulla cooperazione italiana allo sviluppo.

 

Federica Mogherini, Ministro degli Affari Esteri, che già da parlamentare aveva lavorato tanto per la riforma, ha sottolineato l’importanza dell’approvazione della riforma con un voto sostanzialmente all’unanimità. Il Vice Ministro Lapo Pistelli si è detto molto soddisfatto del lavoro svolto e ne ha sottolineato la maggiore partecipazione degli stakeholder, una maggiore efficacia e minori sprechi e sovrapposizioni.

 

Il Senatore Giorgio Tonini, relatore del disegno di legge di riforma ne ha illustrato le novità più rilevanti: il Ministero degli Affari Esteri cambierà nome in Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, vi sarà un sistema unitario sotto la regia del titolare della Farnesina, l’obbligo di nominare un Vice Ministro titolare per la cooperazione, la costituzione di un’Agenzia (come già esiste nelle migliori esperienze europee), un Fondo dedicato presso la Cassa Depositi e Prestiti.

 

“E’ un giorno importante: siamo di fronte a una nuova legge, molto innovativa, che pone l’Italia all’avanguardia in Europa” ha dichiarato Matteo Passini, Presidente di Coopermondo – Confcooperative. “Negli ultimi anni il confronto con il MAE e il Parlamento sul progetto di riforma ha coinvolto una molteplicità di soggetti: organizzazioni della società civile, imprese, Enti locali, Fondazioni, Istituti della finanza cooperativa (BCC) ed etica hanno favorito un cambio di paradigma atteso da tempo ed è importante che, in questo, le cooperative italiane abbiano avuto riconoscimento del contributo storicamente portato, al fianco delle ONG, ai processi internazionali di lotta contro la povertà.

 

“Le cooperative” – ha sottolineato il Direttore di Coopermondo, Danilo Salerno – “sono impegnate da anni in progetti importanti in tanti Paesi africani per favorire lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile che garantisca sicurezza e sovranità alimentare, così come in America Latina, dove svolgono una funzione determinante nella creazione di inclusione sociale e produzione di impiego attraverso l’accesso al credito e la creazione di servizi di welfare. Il loro ruolo e la loro natura, in nessun modo assimilabile a quello di un’impresa profit, ha avuto il giusto riconoscimento tra i soggetti della cooperazione allo sviluppo, elencati all’art. 25, co. 2, lett. e) della nuova legge”.

 

“Con il nuovo assetto determinato dalla riforma” – ha concluso – la cooperazione italiana rafforza anche gli strumenti per una favorire una buona internazionalizzazione delle imprese, che sia sintesi tra nuove opportunità e promozione dello sviluppo attraverso il rafforzamento del settore privato dei PVS. Su questo tema il nostro movimento ha ideato un cartellone di eventi con cui caratterizzare il Semestre di Presidenza. A partire dal primo incontro in programma il 16 settembre a Roma presso il Palazzo della Cooperazione, cominceremo a dialogarne insieme a ONG, Istituzioni internazionali e tutti gli stakeholders italiani ed europei”.

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Ong, cooperative, imprese e società civile: un dialogo sulla cooperazione allo sviluppo

Il 15 Luglio scorso Coopermondo ha assistito al primo evento ufficiale del Semestre di Presidenza dell’Unione Europea organizzato dal Ministero Affari Esteri a margine della Riunione informale dei Ministri Europei della Cooperazione allo sviluppo: una tavola rotonda nella quale i diversi attori della cooperazione internazionali hanno iniziato un dialogo aperto sul ruolo del settore privato dei processi di sviluppo internazionale.

 

A tenere le redini del dibattito è stato il provocatorio Stephen Sackur della BBC che ha subito chiesto ad Andris Piebalgs, Commissario Europeo dello sviluppo, se non si debba considerare un fallimento il mancato raggiungimento degli Obiettivi del Millennio. Ma per il Commissario si trattava di una domanda posta nei termini sbagliati: “Ciò che conta è che la tendenza è stata rispettata. Ora è cambiato l’approccio allo sviluppo; bisogna riconoscere la complessità di questo fenomeno che riguarda tutti i Paesi, non solo quelli in via di sviluppo”. 

 

Per il noto economista Jeffrey Sachs “l’importanza degli obiettivi del Millennio è stata quella di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di quegli argomenti”. Il fatto che le maggiori organizzazioni mondiali li abbiano condivisi come priorità da perseguire non è un dato banale. Lapo Pistelli, Vice Ministro italiano per gli affari internazionali, si spinge ancora oltre e ribadisce l’importanza che riveste la costruzione di una “narrativa forte” nella legittimazione delle politiche di cooperazione.  

 

Sui temi chiave della nuova agenda per gli Obiettivi post-2015, ong, imprese e istituzioni hanno mostrato di convergere verso le stesse proposte: la ricerca di una formula di sostenibilità economica che garantisca l’inclusività degli attori sociali, il rispetto dei diritti umani, l’uguaglianza di genere e la salvaguardia dell’ambiente. “Non c’è possibilità di crescere ancora se non troviamo un approccio più olistico allo sviluppo, che includa tutti questi obiettivi”, per dirlo con le parole dell’economista Sachs. 

 

Klaus Niederlander, direttore di Cooperatives Europe, ha sottolineato la grande capacità delle imprese cooperative nel generare inclusione sociale e sviluppo sostenibile: “Le cooperative sono responsabili nei confronti dei propri consumatori o produttori e questo genera grandi benefici. Esistono già molte esperienze di imprese cooperative impegnate nella cooperazione allo sviluppo, ma sono realtà troppo poco conosciute: è arrivato il momento di valorizzare il loro modello”. Niederlander ha inoltre ricordato che Cooperatives Europe ha creato una piattaforma online in cui sono monitorati quasi 300 progetti di cooperazione allo sviluppo portati avanti da cooperative europee in tutto il mondo (tra cui anche quelli di Coopermondo e della rete di Confcooperative). 

 

Christophe Yvetot di UNIDO (L’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale) ha riconosciuto le piccole e medie imprese come motore fondamentale nella lotta alla povertà in quanto catalizzatori di lavoro dignitoso e sviluppo sostenibile. Per questo “devono per questo essere posizionate al vertice dell’agenda della cooperazione”. 

 

Come ha detto in chiusura il Vice Ministro Pistelli, ora spetta ai diversi attori lavorare insieme per costruire una nuova idea di cooperazione, che si configuri meno come charity e più come sviluppo sostenibile.  

Riforma-Cooperazione-allo-sviluppo-manca-solo-il-si-del-Senato

Riforma Cooperazione allo sviluppo, manca solo il sì del Senato

«Va nella giusta direzione il percorso intrapreso sulla Cooperazione allo sviluppo. È un cambio di passo sostanziale nelle modo di intendere e di portare avanti le politiche di Cooperazione allo sviluppo internazionale». Così Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, commenta l’iter di riforma della Cooperazione allo Sviluppo.

 

“A segnare il cambio di paradigma”, fa notare il direttore di Coopermondo-Confcooperative, Danilo Salerno, “è in primo luogo il linguaggio: non si parla più di aiuti pubblici allo sviluppo, ma di cooperazione internazionale per lo sviluppo”.   

  

Il Ministero degli Affari Esteri prenderà il nuovo nome di “Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale” (Maeci) e al vice ministro saranno delegate tutte le competenze in materia di cooperazione allo sviluppo. Verrà, poi istituita, l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, un organismo tecnico incaricato della gestione dei progetti sulla base dei criteri di efficacia, economicità, unitarietà e trasparenza.

 

«Si tratta, senza dubbio, di una riforma moderna e innovativa» aggiunge Gardini, “frutto di un intenso dialogo a più voci iniziato due anni fa e reso possibile anche grazie alle relazioni tra i diversi attori pubblici e privati, impegnati nella cooperazione allo sviluppo e consolidatesi intorno al Tavolo Interistituzionale”.

 

Con 251 voti favorevoli la Camera dei Deputati ha approvato il testo di riforma (Legge 49/87) sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo. Ora il testo deve tornare al Senato per l’approvazione definitiva ed è probabile che si trasformi in Legge prima della sospensione estiva dei lavori parlamentari. Un ulteriore passaggio chiave è il riconoscimento del ruolo del settore privato, profit e no profit, nella cooperazione allo sviluppo. L’importanza riconosciuta alle imprese cooperative, rimarca il ruolo significativo che anche le nostre Organizzazioni potranno giocare nella promozione di uno sviluppo locale inclusivo e sostenibile.

 

«La grande novità è rappresentata dalla nascita, anche in Italia, di una Banca dello Sviluppo, come già esiste in Francia e in Germania. A fare da base per questo nuovo istituto finanziario – dice Danilo Salerno, direttore di Coopermondo Confcooperative – sarà la Cassa Depositi e Prestiti che potrà iniziare a finanziare progetti di cooperazione allo sviluppo. Coopermondo – Confcooperative esprime grande soddisfazione per lo straordinario lavoro fatto da tutti gli attori coinvolti nel processo di riforma: un particolare apprezzamento per le Ong che hanno dimostrato non solo una forte apertura al dialogo ma anche una grande abilità nell’interpretare il ruolo di capocordata all’insegna della sussidiarietà».

 

Va riconosciuto il merito e la qualità del lavoro fin qui svolto in Parlamento, dai Presidenti e ai componenti delle Commissioni III di Camera e Senato, che hanno istituito l’iter legislativo: in particolar modo il lavoro svolto dai relatori Giorgio Tonini (Senato) e Lia Quartapelle (Camera) che hanno saputo interpretare in maniera moderna le valutazioni che l’Alleanza delle Cooperative Italiane ha espresso più volte e in particolar modo in occasione dell’audizione al Senato.

Dona-il-tuo-5×1000-a-Coopermondo

Dona il tuo 5×1000 a Coopermondo

Come ogni anno in questo periodo ognuno di noi riceve molti appelli, documenti e inviti a destinare il proprio 5×1000 IRPEF a associazioni, ong, cooperative sociali che operano in diversi territori, italiani ed esteri. 

 

Da quest’anno Coopermondo ha ottenuto il riconoscimento della Personalità Giuridica, che permette a tutti gli effetti di essere equiparata a onlus e associazioni di volontariato per la cooperazione internazionale allo sviluppo. E’ quindi finalmente possibile destinare il 5×1000 alla realizzazione di progetti che hanno come obiettivo la lotta alla povertà e la diffusione del modello cooperativo nei Paesi in via di Sviluppo. 

 

Che cos’è il 5×1000?Il 5xmille è una quota di imposte a cui lo Stato rinuncia per sostenere il mondo del no profit e della ricerca. Puoi scegliere a chi destinare la tua quota! Quanto costa?Aderire all’iniziativa non comporta alcuna spesa né costi aggiuntivi: la scelta è gratuita e non modifica in alcun modo l’importo dell’IRPEF dovuto. Se non effettuerai alcuna scelta, il tuo 5×1000 resterà allo Stato. Come devolvere il 5×1000 alla diffusione del modello cooperativo nei Paesi in via di Sviluppo?Attraverso COOPERMONDO, l’Associazione per la cooperazione internazionale allo sviluppo promossa da Confcooperative – Confederazione Cooperative Italiane Sostenere i progetti di Coopermondo è facile: 1. compila il modulo 730, il CUD oppure il Modello Unico;2. firma nel riquadro “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale…”3. indica il codice fiscale di COOPERMONDO: 97476850587 Che cosa faremo con il tuo 5×1000?Dal 2011 COOPERMONDO si impegna direttamente a realizzare interventi di sviluppo nel Sud del Mondo attraverso la diffusione e il rafforzamento del modello cooperativo. Siamo soprattutto in Africa occidentale (Benin, Sierra Leone, Togo), dove gestiamo progetti a favore della sicurezza alimentare, dell’accesso al credito, dell’avvio e rafforzamento di imprese cooperative.  Promuoviamo la “cultura della cooperazione”, strumento di solidarietà tra i popoli, per uno sviluppo sostenibile partecipato. Con i fondi del 5×1000, continueremo il nostro lavoro soprattutto a sostegno di donne e giovani di molte comunità locali che vedono nel modello cooperativo un’opportunità di crescita, partecipazione, democrazia e futuro migliore.  Puoi vedere tutti i progetti sul nostro sito nella sezione dedicata e potrai vedere dove siamo e come operiamo nel mondo Destinando il tuo 5xmille a COOPERMONDO parteciperai anche tu al percorso che stiamo seguendo per la costruzione di un futuro fatto di sviluppo, opportunità e crescita. Grazie per il tuo supporto!

 

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Cooperatives in Development: online l’ultimo lavoro di Coopermondo e Cooperatives Europe

E’ online la piattaforma “Cooperatives in development”, il web che presenta agli occhi deglistakeholders italiani e internazionali l’impegno delle cooperative nei processi internazionali di sviluppo sostenibile e di lotta alla povertà attraverso la diffusione di sistemi d’impresa cooperativa, la creazione di lavoro dignitoso, l’inclusione economica e sociale di migliaia di persone.

 

Il nuovo sito illustra i progetti internazionali realizzati da 10 organizzazioni cooperative europee nel periodo 2008-2012 oggi riunite in un gruppo di lavoro tematico (CEDP) coordinato da Cooperatives Europe, struttura che rappresenta 83 organizzazioni cooperative di 33 nazioni, 123 milioni di cooperatori e 16 mila imprese che forniscono lavoro a 5,4 milioni di persone. 

La rilevazione dei progetti è stata curata da Coopermondo – Confcooperative, che in questo modo ha avuto l’opportunità di valorizzare la propria rete di contatti e competenze e di dare a conoscere la particolarità dell’esperienza italiana nelle sedi e con gli interlocutori delle istituzioni europee.

 

Questo è un grandissimo passo avanti nella cooperazione internazionale allo sviluppo: Coopermondo – Confcooperative, in partnership con Cooperatives Europe, sta allargando la propria rete e la propria azione a livello internazionale, fornendo servizi e strumenti importanti per accrescere la visibilità dell’impresa cooperativa nella cooperazione allo sviluppo nei partner e nelle istituzioni europee.

 

“Ci aspettiamo che la piattaforma promuova scambi e nuove opportunità per le cooperative e che sempre più possa essere valorizzata la particolarità dell’esperienza e del modello italiano, multisettoriale, potentemente inclusivo e all’insegna della moderna sussidiarietà”, ha detto Danilo Salerno, direttore di Coopermondo – Concooperative.

 

Cooperatives Europe Development Platform (CEDP)

È una rete di 10 organizzazioni cooperative europee che sono parte del Cooperatives Europe e lavorano su questioni di politica allo sviluppo e realizzazione di azioni per lo sviluppo. Provenienti da diversi settori, i Partner delle cooperative condividono diversificati expertise in campi complementari: finanza nella cooperazione, sviluppo delle  cooperative agricole, il diritto nelle cooperative, ecc.

 

I partner che sono attualmente dentro la rete CEDP sono: Cecop-Cicopa Europe (EU), CERA-BRS (Belgio),Coopermondo – Confcooperative (Italia), the Co-operative College (Regno Unito),DGRV (Germania), Euro Coop (EU), FNCUMA (Francia), Kooperationen (Danimarca),Legacoop (Italia), and We Effect (Svezia).

 

“Cooperatives in development”è un progetto gestito da Cooperatives Europe e co-finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del regime di concessione di Attori non statali. Questa iniziativa è nata nel 2012 e si basa sulle attività della CEDP. Il suo scopo è quello di valorizzare l’efficienza e l’efficacia di attori di sviluppo rafforzando gli scambi, gli strumenti di coordinazione e la visibilità.

 

Per informazioni

 

 

Coopermondo – Confcooperative

 

tel: +39 06.48040209

 

info@coopermondo.it

 

spera.a@coopermondo.it

 

www.coopermondo.it

  

 

Cooperatives Europe

 tel: +32 2 743 10 33

 

a.romenteau@coopseurope.coop

 

c.quintana@coopseurope.coop

 

www.coopseurope.coop

Italian Cooperatives protagonists in the new European platform dedicated to international cooperation for development

  “Cooperatives in development” is a new online platform that presents the commitment of cooperative enterprises in the international processes of development and fight against poverty. Italian and international stakeholders have now a new tool to check on the systems of cooperative enterprise that promote sustainable development through the creation of decent work and economic and social inclusion of thousands of people.

 

The new website shows all the international projects carried out by 10 European cooperative organizations between 2008 and 2012. Those cooperatives are now united in a Thematic Working Group (CEDP) coordinated by Cooperatives Europe, a structure that represents 83 cooperative organizations in 33 countries, 123 million of cooperators and 16 thousand enterprises providing employment to 5.4 millions of people.

 

The collection of the projects was carried out by Coopermondo – Confcooperative, that had the opportunity to enhance its own skills and to disclose the peculiarity of the Italian cooperative experience to European stakeholders and institutions.

 

This is a huge step forward in international development cooperation: Coopermondo – Confcooperative, in partnership with Cooperatives Europe, is expanding its network and its action on the international level, providing services and important tools to increase cooperative enterprises’ visibility in development cooperation. 

“We expect the platform to promote trade and new opportunities for co-operatives. Moreover we believe that uniqueness of the Italian model, multi-sectoral, inclusive and powerfully in the name of modern subsidiarity, can be further valorized” said Danilo Salerno, director of Coopermondo – Concooperative.

 

Cooperatives Europe Development Platform (CEDP)

It is a network of 10 European co-operative Organizations, part of Cooperatives Europe, working on issues of development policies and implementation of development actions. Partners share expertise in different and complementary fields: finance for international cooperation, development of agricultural cooperatives, cooperatives law, etc..

 

Prtners of CEDP network currentyl are: Cecop-Cicopa Europe (EU), CERA-BRS (Belgium), Coopermondo – Confcooperative (Italy), the Co-operative College (UK), DGRV (Germany), Euro Coop (EU), FNCUMA (France), Cooperations (Denmark), Legacoop (Italy), and We Effect (Sweden).

 

“Cooperatives in development” is a project run by Cooperatives Europe and co-financed by the European Union under the scheme for the grant of non-state actors. This initiative was launched in 2012 and is based on the activities of the CEDP. Its purpose is to enhance the efficiency and effectiveness of development actors by strengthening trade, instruments of coordination and visibility.

 

For further information

 

Coopermondo – Confcooperative

Tel: +39 06.48040209

info@coopermondo.it

spera.a@coopermondo.it

 

Cooperatives Europe

Tel: +32 2 7431033

a.romenteau@coopseurope.coop

c.quintata@coopseurope.coop

www.coopseurope.coop

Audizione al Senato sulla riforma della legge

Il 20 marzo 2014 scorso la nostra organizzazione è stata convocata al Senato per un’audizione informale presso la 3a Commissione (Esteri, emigrazione) esprimere il nostro contributo sulla riforma della legge 49/87 in materia di cooperazione allo sviluppo. 

 

La delegazione formata dai dott. Sergio Gatti (Federcasse), Danilo Salerno (Coopermondo – Confcooperative) e Stefania Marcone (Legacoop) ha illustrato un documento, redatto a nome dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, che propone degli emendamenti al testo base e, contemporaneamente, evidenzia l’impegno delle cooperative a favore dei PVS: un impegno rappresentato, negli ultimi cinque anni, da oltre 130 progetti con alcune buone pratiche nei settori della sicurezza alimentare (filiere agricoltura e pesca – Mediterraneo, Africa e America Latina), del credito cooperativo (America Latina, Africa Occidentale), dei servizi di salute e welfare (Est Europa e Balcani), dell’emergenza umanitaria (Haiti e Sri Lanka), del turismo responsabile e del commercio equo e solidale.

  

La dimensione finanziaria di questi progetti rappresenta un segnale importante alla lotta contro la povertà, cui, nel periodo di riferimento, si è contribuito con oltre 59 milioni di Euro.

  

Nel corso dell’audizione, cui hanno preso parte anche le principali rappresentanze delle ONG italiane, è emerso con chiarezza e ha riscontrato unanime consenso il ruolo di sussidiarietà delle cooperative in materia. 

Cooperazione, Mogherini: più risorse e riforma della Legge

 

Il Ministro degli Affari Esteri, on. Federica Mogherini, ha illustrato durante l’audizione alle Commissioni Esteri di Camera e Senato svoltasi il 18 marzo, le linee programmatiche del suo Dicastero. 

 

Tra i passaggi sulla politica estera, anche la richiesta di una maggiore collaborazione delle Camere per consentire un progressivo aumento delle risorse alla Cooperazione allo Sviluppo e per approvare rapidamente la riforma della legge 49/87, attualmente in discussione al Senato. 

 

Guarda il video dell’Audizione del Ministro Mogherini sul link (esterno) della Camera dei Deputati