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CEI CoLoRes: avviare iniziative produttive supportando giovani e donne a rafforzare le strutture organizzative generando il processo di cambiamento comunitario della Colombia

CEI CoLoRes: avviare iniziative produttive supportando giovani e donne a rafforzare le strutture organizzative generando il processo di cambiamento comunitario della Colombia

Colombia

Lo scopo principale del progetto è quello di supportare le comunità afro indigene e contadine del Putumayo affinchè possano migliorare le loro condizioni di vita e lavoro riducendo le disuguaglianze attraverso un approccio che si basa nei principi dell’economia sociale e solidale.

Le comunità traggono beneficio dal rafforzamento delle filiere produttive agro forestali, dall’impulso derivante dal modello cooperativo e dalle nuove relazioni strategiche che valorizzano il ruolo delle donne e dei giovani, e delle categorie vulnerabili in generale.

Codice progetto:  239/2023

Durata:  2023-2024 – 18 mesi

Luoghi:  Regione del Putumayo, Colombia

Beneficiari: Individui: 400 (63% donne) Organizzazioni: 27 iniziative produttive di stampo associativo, 8 gruppi di Guardiane dell’Acqua, 30 comunità (Indigene, Afro e Contadine)

Budget:  € 152.000,00

Finanziatore:  CEI – Conferenza Episcopale Italiana

Ruolo Coopermondo: Capofila

Partner:  SENA, CONFECOOP COLOMBIA

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CoLoRes: Comunità Locali Resilienti. Donne e giovani costruiscono economie sostenibili e solidali a sostegno del processo di pace in Colombia.

CoLoRes: Comunità Locali Resilienti. Donne e giovani costruiscono economie sostenibili e solidali a sostegno del processo di pace in Colombia.

Colombia

Lo scopo principale del progetto è quello di supportare le comunità della regione del Putumayo, particolarmente colpita dal conflitto armato interno e in condizioni socio-economiche complesse e fragili, affinché possano migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro, la propria resilienza ai cambiamenti climatici e agli effetti della pandemia in un contesto di sostegno al processo di pace e alla salvaguardia della biodiversità amazzonica.

Per farlo, si promuovono 7 filiere agro-forestali (asai, chontaduro, sacha inchi, caffè, cacao, canna da zucchero, ecoturismo/artigianato), legate alla biodiversità amazzonica, che favoriscono pratiche di adattamento al cambiamento climatico e allo stesso tempo generano un incremento degli utili e nuove occupazioni, in imprese di tipo associativo e inclusive, riconoscendo il ruolo centrale delle donne e dei giovani.

L’iniziativa si sviluppa su tre assi:

● RAFFORZAMENTO MODELLO COOPERATIVO: Aumento della capacità organizzativa e produttiva di iniziative legate a gruppi di giovani e donne, diventando più efficienti e inclusive nel rispetto della diversità di genere e culturale caratteristiche della zona.
● PROCESSI PRODUTTIVI SOSTENIBILI: Implementazione di processi di produzione locale più sostenibili e innovativi che rispecchiano e rispettano la biodiversità amazzonica, valorizzano i saperi locali tradizionali e sono capaci di creare modi sostenibili per lo sviluppo di prodotti della biodiversità amazzonica.
● ADATTAMENTO CAMBIAMENTO CLIMATICO: Maggiore incidenza e protagonismo delle comunità coinvolte nei percorsi territoriali di adattamento al cambiamento climatico

Il progetto è implementato in partenariato con COSPE ONLUS (Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti), e ai partner strategici colombiani SENA (Servicio Nacional de Aprendizaje) principale ente pubblico di formazione professionale in Colombia; CONFECOOP (Confederazione delle Cooperative della Colombia); Alianza de Mujeres Tejedoras de Vida del Putumayo; CORPOAMAZONIA (Corporación para el Desarrollo Sostenible del Sur de la Amazonia).

Durata:  2022-2025

Luoghi:  Regione del Putumayo, Colombia

Beneficiari: Individui: 901 (63% donne) Organizzazioni: 27 iniziative produttive di stampo associativo, 8 gruppi di Guardiane dell’Acqua, 30 comunità (Indigene, Afro e Contadine) e tre associazioni di secondo livello

Budget:  € 2,052,532.50

Finanziatore:   AICS, Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo 

Ruolo Coopermondo: Capofila

Partner:   COSPE, SENA, CONFECOOP COLOMBIA, CORPOAMAZONIA, ALIANZA DE MUJERES TEJEDORAS DE VIDA DEL PUTUMAYO
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Coopermondo e la sfida alla povertà – Giornata della Sostenibilità Cooperativa

“L’uomo si vanta di saper dividere l’atomo, ma non ha ancora imparato a dividere il pane”

Queste parole di Karim Nasir sono fotografiche. Chiare, immediate, definitive.

Una sconfitta per l’umanità che guarda al di là della galassia terrestre nella speranza di non essere sola nello spazio infinito ma non sa vivere con chi è accanto.

Il 3 novembre, Coopermondo ha raccontato cosa significa sconfiggere la povertà per una piccola Ong che usa il modello cooperativo per dare, a comunità fragili, il potere di emanciparsi autonomamente dalla povertà. Creare condizioni più dignitose di lavoro, cooperare per il benessere di tutta la comunità, rispettare l’ambiente in cui farlo, includere nei processi di sviluppo sociale ed economico donne e giovani sono alcuni aspetti centrali nella gestione di un’impresa cooperativa che, quindi, ben si sposano con i bisogni dei territori più vulnerabili e delle persone che li abitano.

La prima Giornata di Sostenibilità Cooperativa, promossa da Confcooperative, ha messo al centro della testimonianza l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e nel farlo ha chiesto ad alcune delle realtà aderenti – oltre a Coopermondo, hanno partecipato Assimoco, Cooperazione Salute, Power Energia, CTC, Fondosviluppo, Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, Gruppo Cassa centrale, Federcasse, ICN e Node – di raccontare il contributo di ognuna al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda. L’immagine che ne è risultata è stata quella di un poliedro di attività: solidali, giuste, sane e coerenti con i principi cooperativi oltre che responsabili e intergenerazionali.

Un esempio di concretezza e di passione per un’economia al servizio del reale.

Coopermondo ha deciso di narrarsi attraverso l’Obiettivo 1 dell’Agenda – Sconfiggere la povertà – che è un impegno centrale nella sua mission. Un impegno perseguito con coraggio, onestà, dedizione e attenzione agli altri.

A questo link la registrazione dell’intero evento – https://www.confcooperative.it/LInformazione/Le-notizie/rivedi-la-giornata-sostenibilit224-cooperativa

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Firmata una Lettera di Intenti tra la Commissione Dirigenti Cooperatrici di Confcooperative e la Commissione Donne della Confederazione Guatemalteca di Commercio Solidale

Lo scorso settembre una delegazione di rappresentanti del mondo cooperativo guatemalteco è venuta in visita in Italia nell’ambito del progetto “Rafforzare le capacità Coordinatore dei Piccoli Produttori del Commercio Equo e Solidale in Guatemala per accedere ai mercati e promuovere una crescita economica inclusiva” finanziato dall’Unione Europea e implementato da Coopermondo assieme a Confartigianato Vicenza, la Ong CISP – Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli e il partner locale, la Coordinadora Guatemalteca de Comercio Justo.
Durante la visita, i cooperanti guatemaltechi hanno partecipato ad eventi e visitato diverse realtà nazionali appartenenti al mondo cooperativo, e ciò ha aperto la strada a nuove sinergie e partenariati tra i due Paesi.


È proprio in questo quadro che è stato firmato oggi un importante accordo di collaborazione che coinvolge Coopermondo, la Commissione Dirigenti Cooperatrici Nazionale di Confcooperative e la Commissione per le donne della Confederazione Guatemalteca di Commercio Solidale.


L’accordo si basa sul comune impegno per la promozione della partecipazione femminile alla vita economica, sociale e politica delle rispettive comunità e sul comune obiettivo di perseguire uno sviluppo sostenibile che preveda il raggiungimento della parità di genere nel mondo, partendo dal rafforzare la rappresentanza e la democrazia paritaria.


Su tali basi, le due commissioni si impegnano a collaborare per condividere politiche attive e buone prassi focalizzate alle pari opportunità e alla crescita professionale e personale delle donne cooperatrici, attraverso lo scambio sinergico tra le due realtà.


Tale scambio potrà concretizzarsi in confronti, laboratori, momenti di formazione, ecc. che riguarderanno le tematiche centrali della cooperazione in prospettiva di genere, in particolare:

  • Empowerment e valorizzazione dei talenti
  • Impresa femminile e credito: azioni di supporto e tutoraggio
  • Occupazione femminile e autonomia economica
  • Conciliazione e condivisione dei carichi di cura
  • Rappresentanza e democrazia paritaria
    Violenza di genere: azioni a contrasto

La sigla di questo accordo è un’importante testimonianza dell’impegno dei due Paesi a perseguire l’agenda comune in termini di uguaglianza di genere, cooperando per il raggiungimento di una maggiore inclusione economica, sociale e politica delle donne.

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Giornata della Sostenibilità Cooperativa

Confcooperative lancia la prima Giornata della Sostenibilità sull’impegno del sistema confederale per lo sviluppo sostenibile

Mercoledì 3 novembre si terrà a Roma, presso il Palazzo della Cooperazione, la prima Giornata della Sostenibilità Cooperativa promossa da Confcooperative per valorizzare tutte le esperienze, competenze e azioni che il Sistema confederale sta mettendo in campo per contribuire al raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite che ha ispirato i successivi Next Generation EU e PNRR.

Coopermondo sarà presente per raccontare il suo impegno per lo sviluppo sostenibile assieme alle altre società di sistema di Confcooperative che sono da anni protagoniste di percorsi virtuosi finalizzati al contrasto del cambiamento climatico e al raggiungimento di un giusto equilibrio tra transizione ecologica e benessere socio-economico.

La giornata sarà animata dal duo Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu in un primo momento e dal giornalista Filippo Solibello poi e sarà ricca di attività. Inizialmente verrà illustrato il nuovo Focus Censis su Innovazione e Sostenibilità dal presidente di Confcooperative Maurizio Gardini. Dopodiché, sarà il momento di premiare le cooperative vincitrici del concorso fotografico “Confcooperiamo 2030” per valorizzare il loro contributo al raggiungimento dei 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030. Il professor Marco Frey presenterà poi il Bilancio di Sostenibilità. A seguire Confcooperative e le realtà di sistema – tra cui Coopermondo – presenteranno un focus specifico delle loro azioni per la sostenibilità, utilizzando uno dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030.
Qui il link per seguire l’evento in streaming: https://vimeo.com/event/1397215

Al via il secondo anno del progetto Ananas Dolcetto in Togo

 

Importante l’apprezzamento delle istituzioni togolesi espresso durante un incontro pubblico realizzato a Macfrut fra tutti gli operatori del progetto di cooperazione internazionale che sta raccogliendo ottimi risultati con un impatto rilevante per la popolazione del Togo, nonostante le difficoltà causate dalla pandemia. In Italia Ananas Dolcetto pronto a sbarcare anche come prodotto d’eccellenza per la Private Label della Grande Distribuzione.

28 settembre 2021 – Il collegamento fra Italia e Togo è sempre più saldo anche grazie al progetto Ananas Dolcetto che entra a pieno titolo nel secondo anno di attività. Il progetto, un’iniziativa di cooperazione internazionale per lo sviluppo dell’agricoltura cooperativa in Togo, è promosso da Coopermondo, la ONG del Sistema Confcooperativecon il contributo di AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo assegnato nell’ambito del Bando Profit 2018, e vede Brio come capofila. L’avvio dei lavori della seconda annualità è coinciso con un momento di confronto pubblico, lo scorso 7 settembre, nel corso di Macfrut, fra tutti i protagonisti del progetto e le istituzioni pubbliche togolesi.

Nettamente positiva la valutazione della Ministra Myriam Dossou-D’Almeida del Ministero Sviluppo di base, Gioventù e Impiego dei Giovani del Togo e di Anani Kodjogan Kpadenou, Direttore Centrale delle Filiere Agroalimentari del Ministero dell’Agricoltura: entrambi i rappresentanti delle autorità del Paese africano hanno sottolineato non solo l’impatto nettamente positivo del progetto “Rafforzamento della filiera agro-industriale di Dolcetto: l’ananas biologico del Togo” (AICS – Progetto DOLCETTO_TOGO_AID 011984/01/1) nel breve periodo ma, soprattutto, hanno evidenziato come questa iniziativa possa “rappresentare un’eccellente base di partenza per avviare e sviluppare nuovi progetti di filiera che possano favorire la crescita del Paese e fornire un’opportunità preziosa per tanti giovani uomini e donne”.

Una valutazione e uno sguardo prospettico che confermano la bontà dell’iniziativa lanciata da Coopermondo: “Il progetto risponde al duplice obiettivo di promuovere il modello cooperativo in Togo e di raccogliere la sfida del consumo responsabile in Italia – spiega Marco Menni, presidente della ONG del Sistema Confcooperative –. Grazie alla secolare esperienza del movimento cooperativo italiano, infatti, aiutiamo le cooperative agricole togolesi a diventare una realtà più forte e coesa, capace di affrontare la sfida dei mercati internazionali e dall’altra parte facciamo leva sull’attenzione ai valori della sostenibilità di chi produce e di chi consuma”.

“Questo progetto – prosegue Giovanni Pausini, project manager per Coopermondo – ha permesso ad una singola cooperativa di giovani, piccoli produttori di ananas, per oltre 1/3 donne, seguiti passo dopo passo da Coopermondo, di essere in grado oggi di esportare in piena autonomia i propri prodotti, senza dover ricorrere a costose intermediazioni. Inoltre, grazie all’aiuto del progetto, la cooperativa è stata dotata delle certificazioni Bio e Fairtrade che le consentono di realizzare prezzi più favorevoli sul mercato e di ampliare la gamma dei prodotti esportati anche ad altre tipologie di frutti tropicali. Il Togo, infatti, presenta caratteristiche pedoclimatiche molto favorevoli a produzioni di qualità elevata ed è su questo aspetto che, a mio avviso, dovrebbero orientarsi le politiche agricole del Paese. Trattandosi di un territorio piccolo, con una superficie media per produttore molto bassa, si dovrebbe puntare ad una caratterizzazione del prodotto legata alla altissima qualità grazie alla presenza di terreni fertilissimi, di un clima ideale e di operazioni colturali quasi interamente svolte manualmente nel rispetto di usanze trasmesse da generazioni, tutti elementi garanti di un prodotto salubre e buono”.

Soddisfazione anche in casa Brio: “500 giovani avviati all’agricoltura, 1.500 agricoltori togolesi di cui un terzo donne certificati Bio e Fairtrade, 5 assunzioni in Togo, 250.000 consumatori informati nei punti vendita italiani nonostante il Covid e oltre 1.300 interviste nella grande distribuzione italiana: anche limitandosi ai numeri, non possiamo che essere soddisfatti del primo anno del progetto Ananas Dolcetto – ha commentato Andrea Bertoldi, Direttore affari generali Brio SPA -. Siamo orgogliosi di esserne parte integrante: le difficoltà causate dalla pandemia non sono mancate ma questi risultati tracciano una via chiara. Nei prossimi due anni saremo impegnati a fare ancora meglio e ancora di più per valorizzare e promuovere l’Ananas Dolcetto e la sua filiera nel nostro Paese: l’obiettivo è che si consolidi un rapporto duraturo e di valore che vada ben oltre l’orizzonte temporale. Brio ha tutte le intenzioni di continuare a puntare sull’ananas Dolcetto a lungo”.

Positiva anche la valutazione emersa da Fairtrade Italia: “L’ananas Dolcetto a marchio Alce Nero nasce da un significativo connubio tra cooperazione internazionale e mondo dell’impresa a favore delle comunità agricole locali in Africa – ha commentato Thomas Zulian, Direttore commerciale Fairtrade Italia. Ci fa piacere che una importante azienda come Brio abbia scelto di valorizzare ulteriormente il progetto con la certificazione Fairtrade e siamo orgogliosi di contribuire con i nostri Standard e iniziative allo sviluppo delle comunità togolesi”.

Anche Aldo Cerareferente AICS dell’iniziativa, ha sottolineato il successo del progetto e come esso sia un esempio virtuoso di partnership tra il mondo della cooperazione allo sviluppo e quello delle imprese. Collaborazione resa possibile in questo caso dall’importante strumento messo in campo dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo per promuovere il coinvolgimento diretto del settore privato nazionale nella cooperazione: il ‘Bando Profit’ per il finanziamento di “iniziative imprenditoriali innovative da realizzare nei Paesi partner di cooperazione per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile”. In questo senso, il progetto Dolcetto dimostra come si possa coniugare con successo l’aspetto profit con quello dello sviluppo del territorio locale, permettendo la realizzazione del “ruolo fondamentale del settore privato quale motore per una crescita economica sostenibile e inclusiva dei Paesi partner, ampiamente riconosciuto dall’Agenda 2030”.

Nel suo intervento, Ignace Gustave Bikoula, responsabile of EU and Regulatory Affairs di Federcasse tira le somme positive del primo anno di progetto e traccia la prospettiva che si apre in Togo grazie agli ottimi risultati di Dolcetto. Sulla scia del “modello Dolcetto” si sta infatti discutendo con i partner e le istituzioni togolesi un importante progetto per sviluppare ed integrare le catene di valore nell’agricoltura togolese per mezzo delle cooperative in altre filiere produttive del Paese. Bikoula sottolinea inoltre come l’importanza del progetto originario e delle nuove vie da esso tracciate risieda nel non limitarsi a portare crescita ma produrre sviluppo, contribuendo non solo alla riduzione della povertà ma alla diminuzione delle diseguaglianze. Questo attraverso un empowerment reale degli stessi lavoratori, dotati di strumenti di controllo sui meccanismi della filiera.

Lo sguardo è quindi proiettato verso il futuro: “Confidiamo in un’importante accelerazione delle attività promozionali in Italia – spiega Luca Zocca, Marketing Communication Consultant di Brio -: per valorizzare al massimo l’Ananas Dolcetto serve un consumatore informato e consapevole del valore di questo frutto e dei valori che sono racchiusi in ogni morso. L’interesse riscontrato fin qui è stato notevole, nonostante la difficile situazione globale, e confido che nei mesi a venire il progetto decollerà verso i numeri attesi. Sono molte le iniziative pianificate, fra cui l’ipotesi sempre più vicina di proporre questo frutto unico anche a marca privata per alcune delle principali catene della Grande Distribuzione nazionale. La strada è tracciata e penso che, nel solco di Ananas Dolcetto, potranno nascere nuovi progetti virtuosi per la valorizzazione di nuove filiere d’eccellenza provenienti da un Paese ricco di opportunità come il Togo. Opportunità che la popolazione locale sta imparando a riconoscere, ad affrontare e a cogliere per costruire un futuro sempre migliore”.

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Nuove vie per la cooperazione e lo sviluppo delle filiere agricole in Togo

 

Al MacFrut di Rimini si è parlato di sviluppo, cooperazione e promozione delle filiere agricole in Togo, sul modello virtuoso del progetto dell’ananas “Dolcetto”, implementato da Coopermondo e Brio
Martedì 7 settembre siamo stati al MacFrut di Rimini (evento di riferimento per i professionisti del settore ortofrutticolo in Italia e all’estero) per discutere le nuove prospettive di cooperazione e sviluppo che si aprono in Togo sulla scia del progetto “Dolcetto” – Rafforzamento della filiera agro-industriale dell’ananas biologico del Togo, un esempio vincente della collaborazione tra la cooperazione allo sviluppo e il mondo delle imprese.
Il progetto, capitanato da Brio S.p.a e implementato da Coopermondo e dalla Cooperativa locale CPPJPAB, tra gli altri, è co-finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e sta ottenendo ottimi risultati nonostante le difficoltà imposte dal Covid, giungendo a rappresentare un modello virtuoso da replicare nel Paese (e non solo).
Durante l’evento, i rappresentanti delle varie realtà hanno raccontato il progetto e i motivi per i quali rappresenta un modello su cui basarsi per un efficace sviluppo delle filiere agricole in Togo, annunciando nuove prospettive di cooperazione e collaborazione nel Paese.
Come ha ricordato il presidente di Coopermondo, Marco Menni “questo progetto permette alle cooperative agricole togolesi di diventare una realtà più forte e coesa, capace di affrontare la sfida dei mercati internazionali e aumenta la consapevolezza di chi produce e di chi consuma rispetto ai valori della sostenibilità”.
Tra i punti di forza del progetto, infatti, oltre alla partecipazione diretta del settore profit grazie ad un bando apposito dell’AICS (come ricordato dal rappresentante Aldo Cera), c’è il duplice obiettivo dello sviluppo della filiera in loco e della sensibilizzazione al consumo sostenibile in Italia.
“Dolcetto” grazie anche all’importante partecipazione di Fairtrade, rappresenta un virtuoso esempio di declinazione delle tre dimensioni della sostenibilità: sociale, economica ed ambientale, affiancando all’obiettivo commerciale e agricolo la promozione del modello cooperativo e dell’empowerment giovanile.
Come ricordato da Ignace Bikoula di Federcasse, l’importanza del progetto e delle nuove prospettive da esse aperto è quella di non limitarsi a portare crescita ma produrre sviluppo, contribuendo non solo alla diminuzione della povertà ma anche alla diminuzione delle diseguaglianze, facendo in modo che i meccanismi della filiera siano controllati (almeno in buona parte) dai lavoratori stessi.
L’intervento conclusivo della Ministra dello Sviluppo di base, Gioventù e Impiego dei Giovani del Togo, Myriam Dossou-D’Almeida, ha confermato il successo dell’iniziativa e ribadito l’importanza della cooperazione tra i due Paesi, soprattutto in ambito agricolo, invitando poi il mondo del profit (e non solo) a recarsi in Togo perché “Togo is the place to be”.
E infatti noi ci siamo e continueremo ad esserci!

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L’ananas Dolcetto si presenta al MacFrut


Il 7 settembre alle 14.30 Brio, AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, Coopermondo, Fairtrade Italia e Federcasse, insieme a Ministri del Togo e a rappresentanti della cooperativa africana presentano le nuove iniziative nate grazie ai risultati positivi del progetto “Ananas Dolcetto”

Il progetto dell’ananas Dolcetto? Un’esperienza vincente, pure nelle difficoltà imposte dalla pandemia. E un modello che può essere replicato in modo efficace anche in altre filiere favorendo lo sviluppo di un’intera nazione: è questo il punto di partenza del convegno di martedì 7 settembre alle 14.30 dal titolo “Togo: dall’esperienza dell’Ananas Dolcetto alla promozione e sviluppo di nuove filiere agricole cooperative”. L’evento, che si terrà nella sala Diotallevi di Macfrut, è organizzato da Brio Spa, realtà specializzata nella commercializzazione di ortofrutta biologica e biodinamica, Coopermondo e Federcasse che rappresentano il motore principale del progetto di cooperazione internazionale in Togo.

A fare gli onori di casa sarà il Vice Presidente di Confcooperative e presidente di Coopermondo Marco Menni che ricorderà i positivi risultati della prima annualità del progetto “Ananas Dolcetto”: sviluppo della filiera cooperativa in Togo e professionalizzazione della forza lavoro (con sensibili ricadute positive sull’intera comunità), conseguimento di importanti certificazioni, fra cui quella Fairtrade, presidio del mercato internazionale con prezzi adeguati e positivi riscontri dai consumatori italiani.

Seguirà l’intervento del Ministro Antoine Lekpa Gbegbeni, titolare del Ministero Agricoltura, Allevamento e Sviluppo Rurale del Paese africano che introdurrà il nuovo progetto: “Rafforzamento della filiera agro-industriale di Dolcetto, l’ananas biologico del Togo”. Con lui, gli attori principali dell’iniziativa: Aldo Cera per l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, Giovanni Pausini (Coopermondo), Andrea Bertoldi per BRIO S.p.A e Thomas Zulian per Fairtrade Italia.

Sull’esempio dell’Ananas Dolcetto, poi, sarà Egblogbe Kokou, Presidente della Cooperativa CPJPPAB Distretto di Tsevié in Togo (protagonista della prima iniziativa di cooperazione internazionale), a presentare il progetto di sviluppo di filiere agricole e rafforzamento delle cooperative esistenti in Togo, mostrando come il “Modello Dolcetto” possa essere virtuosamente applicato ad altre produzioni del Paese africano. Un progetto che sarà sostenuto anche da Federcasse, la Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali, secondo le modalità illustrate nell’intervento di Ignace Bikoula che segue quello del presidente Egblogbe Kokou.

Concluderà i lavori la Ministra Myriam Dossou-D’Almeida, titolare del Ministero Sviluppo di base, Gioventù e Impiego dei Giovani del Togo.

Guatemala City: Coopermondo incontra la Confederazione delle Cooperative del Guatemala


Il 14 giugno Coopermondo ha incontrato i rappresentanti della Confederazione delle Cooperative del Guatemala, per discutere insieme progetti comuni e nuove vie per il rafforzamento del modello cooperativo nel Paese. Presente in Guatemala da un anno per un progetto di rafforzamento delle capacità di accesso ai mercati e promozione di crescita inclusiva del Coordinatore dei Piccoli Produttori del Commercio Equo e Solidale, finanziato dall’Unione Europea e implementato con Confartigianato Vicenza e il CISP – Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli, il project manager di Coopermondo, David Meza Moncada (al centro nella foto)  ha incontrato il direttore esecutivo Rodolfo Orozco e il tecnico di progetto Edwin Delgado della Confederazione guatemalteca. 
La riunione ha gettato le basi per discutere insieme la possibilità di un’alleanza tra la Confederazione delle Cooperative del Guatemala e Confcooperative Italia, con l’obiettivo di creare alleanze per il rafforzamento e lo sviluppo del modello imprenditoriale cooperativo in Guatemala, la formazione nel cooperativismo e le sue varie linee di lavoro, soprattutto quella delle cooperative sociali. Per un Paese come il Guatemala, in cui quasi il 50% della popolazione infantile è malnutrita, l’analfabetismo raggiunge il 30%, il 62,4% della popolazione vive in condizioni di povertà media, il 29,6% di povertà estrema e il 3,6% di povertà assoluta, questo tipo di imprese cooperative può diventare una concreta alternativa di azione in territori dove lo stato ha difficoltà ad accedere.
Particolare interesse è stato inoltre rivolto all’idea di stabilire una relazione tra i comitati di genere di entrambe le confederazioni, visto anche l’impegno dedicato negli ultimi anni dal Guatemala al rafforzamento del ruolo e della leadership delle donne nelle imprese.
In linea con i principi e i valori cooperativi, Coopermondo è convinta che stabilire relazioni di questo tipo permetterà a tutti di crescere e rafforzarsi e si impegna a continuare in questo senso per la costruzione di alleanze e bene comune.

Al via gli European Development Days 2021 sul Green Deal Europeo

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Il 15 e 16 giugno si tiene la quattordicesima edizione degli European Development Days (EDD). Sono giornate organizzati dalla Commissione Europea dal 2006, per riunire chi si occupa di sviluppo in uno spazio di condivisione di idee ed esperienze sulle sfide globali più pressanti dei nostri giorni. Quest’anno la manifestazione si svolge interamente online. Un fitto programma di iniziative rappresentano un decisivo momento di analisi e riflessione per la costruzione di società ed economie più sostenibili ed inclusive, soprattutto in considerazione degli insegnamenti della pandemia di Covid-19 sui rapporti tra benessere dell’ambiente e dell’uomo.
La manifestazione si concentra in particolare sul Green Deal Europeo, l’ambizioso piano della Commissione Europea per contrastare il cambiamento climatico e rendere più sostenibile e meno dannoso per l’ambiente l’impatto della produzione e delle abitudini quotidiane dei cittadini europei. Il Green Deal va però oltre i confini europei, promettendo un impegno europeo con tutti i suoi partner nella transizione globale verso una società ed un’economia più sostenibili e climaticamente neutre.
Coopermondo parteciperà con un evento organizzato da WeEffect e Cooperatives Europe sul ruolo dei giovani appartenenti alle comunità rurali nella protezione degli ecosistemi marini e costieri. Il direttore di Coopermondo Paola Ferrara (anche responsabile Sostenibilità di Confcooperative) modererà un panel di esperti testimoni di una buona pratica del Mozambico.
In questo incontro si racconterà ciò che le cooperative, in collaborazione con altre organizzazioni della società civile e con l’Agenzia Svedese per lo Sviluppo, stanno facendo per dare ai giovani la possibilità di essere in prima linea nella protezione degli ecosistemi marini e costieri in Mozambico.
Per registrarsi all’evento cliccare qui [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

#Fattisentirecontrolaviolenza, la campagna di Confcooperative contro la violenza di genere


21 maggio 2021_Coopermondo sostiene la campagna di Confcooperative contro la violenza sulle donne
Prende il via la Campagna di comunicazione e sensibilizzazione nazionale #fattisentirecontrolaviolenza, promossa dalla Commissione Dirigenti Cooperatrici di Confcooperative.
Una campagna di sensibilizzazione dai toni leggeri ma che va a fondo sui tanti e diversi aspetti che compongono il grave mosaico della violenza di genere. Ogni mese, per un anno, un messaggio sarà seguito da un approfondimento per contribuire a ampliare la riflessione, leva di azione per il cambiamento.
Il primo appello è al contrasto degli stereotipi: scegliere di crescere ed educare le bambine e i bambini senza pregiudizi è la strada per contribuire allo sviluppo di generazioni e di società libere e non violente.
 
L’adesione di Coopermondo
I temi dell’emancipazione e inclusione di genere, fortemente legati a quello della violenza, sono punti cardine della mission e dell’operato di Coopermondo, che si impegna a introdurre sempre una prospettiva di genere nelle attività e nei partenariati che sviluppa nei Paesi d’intervento.
L’indipendenza economica è infatti uno degli strumenti primari di contrasto alla violenza e le imprese cooperative vantano percentuali di inclusione e di governance femminile decisamente maggiori rispetto ad altri modelli economici.
In linea con l’intento di promuovere il modello cooperativo per uno sviluppo economico e sociale sostenibile e per la creazione di lavoro dignitoso per tutti, Coopermondo sostiene e condivide la campagna #Fattisentirecontrolaviolenza, nella convinzione che la costruzione di società eque ed inclusive passi attraverso l’abbattimento degli ostacoli che impediscono il pieno e libero sviluppo degli individui.

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Promuovere le catene di valore cooperative nell’agricoltura togolese

Coopermondo al seminario del MIFA (Fondo per il finanziamento agricolo del Togo) per promuovere lo sviluppo e l’integrazione della catene di valore nell’agricoltura togolese attraverso le cooperative 
Coopermondo ha partecipato al seminario organizzato dal MIFA (Fondo per il finanziamento agricolo del Togo) per sostenere il progetto che prevede lo “Sviluppo e l’integrazione della catene di valore nell’agricoltura togolese attraverso lo strumento delle cooperative”.
Il progetto, nato in seno alle banche di Credito Cooperativo e in partnership con Coopermondo e Fondazione Aurora, è stato presentato ai donatori internazionali per promuovere il modello cooperativo e i consorzi e le filiere che si sono dimostrati vincenti in diversi Paesi del mondo nel contrastare la povertà, aiutando le comunità a creare lavoro dignitoso, autonomia nella gestione dei mezzi di produzione, democrazia delle risorse e un’equa distribuzione dei costi e dei ricavi.
In Togo, Coopermondo è presente da diversi anni e dal 2020 gestisce, con Brio/Alce Nero e Agrintesa, il progetto di rafforzamento della filiera agro-industriale dell’ananas biologico Dolcetto, finanziato da AICS/Ministero degli Esteri.
Durante il seminario, attori e beneficiari del progetto allo studio hanno condiviso obiettivi e metodi che permetteranno di migliorare le filiere cooperative agricole del Togo, dove persiste una certa carenza di organizzazione industriale del settore che indebolisce agricoltori e comunità. Il seminario ha visto la partecipazione di cooperatori e cooperatrici togolesi che hanno testimoniato i loro successi e le loro difficoltà.

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Dolcetto, il covid non ferma il progetto dell’ananas biologico in Togo

BILANCIO POSITIVO PER IL PRIMO ANNO DEL PROGETTO DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO DELLA FILIERA IN TOGO
Nonostante le difficoltà imposte dalla pandemia, tanti gli obiettivi già raggiunti dal progetto realizzato da Brio e Agrintesa e promosso da Coopermondo: 500 giovani sono stati avviati all’agricoltura e oltre 1.500 agricoltori togolesi (di cui oltre un terzo donne) hanno ottenuto la certificazione Bio e Fairtrade. Centrato il bersaglio della giusta remunerazione per l’ananas e raggiunti oltre 250.000 consumatori italiani.
24 marzo 2021 – Il Covid non ferma il progetto “Ananas Dolcetto”: al termine del primo anno di attività è positivo il bilancio dell’iniziativa per lo sviluppo dell’agricoltura cooperativa in Togo. Il progetto è promosso da Coopermondo, la ONG del Sistema Confcooperative, con il contributo di AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo assegnato nell’ambito del Bando Profit 2018, e vede Brio, realtà specializzata nella commercializzazione di ortofrutta biologica, come capofila e Agrintesa come partner industriale e agronomico.
Avviato a fine 2019, il progetto “Ananas Dolcetto” nasce con l’obiettivo di sostenere, attraverso il modello dell’agricoltura cooperativa, lo sviluppo della comunità di Tsévie in Togo, Paese dove il 32,3% della popolazione vive sotto la soglia di povertà e la coltivazione della terra occupa il 75% della popolazione attiva. “L’obiettivo – spiegano Gianni Amidei, presidente di Brio e Aristide Castellari, presidente di Agrintesa – era quello di aiutare migliaia di piccoli agricoltori a esportare un prodotto di valore come l’ananas a prezzi remunerativi, garantendo ai produttori una fonte di reddito certa e continuativa. Ma anche di promuovere un modello, quello cooperativo, che favorisse lo sviluppo sociale ed economico di tutta l’area. La pandemia, com’è facile immaginare, ha creato non poche difficoltà ma al termine del primo anno di progetto siamo comunque riusciti a centrare molti degli obiettivi che ci eravamo prefissati, ponendo solide basi per il prossimo futuro”.
“È con soddisfazione che testimoniamo gli ottimi risultati del progetto, ottenuti grazie alla perseveranza di un team italiano e togolese di eccellenza. I partner in Togo, le cooperative, le famiglie hanno tutti lavorato con la generosità insita nel modello cooperativo che è vincente nello sviluppo di filiere agricole e adatto a promuovere benessere nelle comunità partendo da bisogni fondamentali” aggiunge Marco Menni, presidente di Coopermondo e vicepresidente vicario di Confcooperative. “La nostra ONG continuerà a sostenere lo sviluppo delle cooperative in Togo e in tutti gli altri Paesi dove opera, consapevole dell’importante ruolo di promozione che svolge grazie alla secolare esperienza delle cooperative italiane che fanno parte del sistema Confcooperative di cui Coopermondo è espressione”.
Aldo Cera, referente AICS dell’iniziativa finanziata a Brio Spa, sottolinea come “il progetto ‘Rafforzamento della filiera agro-industriale Dolcetto, l’ananas biologico del Togo coniughi due principi cardine del ‘Bando Profit’ dell’Agenzia che incoraggia un più diretto coinvolgimento del settore privato nazionale in iniziative aventi una chiara e sinergica finalità di sviluppo nei Paesi partner. Tali principi sono il private sector development, qui riscontrabile nel rafforzamento della sostenibilità economica della cooperativa in loco, e il private sector engagement, riconducibile ai positivi aspetti sociali descritti e raggiunti grazie all’impegno di Brio Spa e dei suoi partner”.
E sono i numeri a rendere conto dei risultati conseguiti: “Alla fine del 2020 – Commenta Castellari -, la cooperativa locale CPJPPAB-ZIO (Coopérative Préfectoral des Jeunes Producteurs Professionnels d’Ananas Biologiques-Zio) di Tsévié, nostro partner locale, riuniva oltre 1,500 agricoltori, 500 in più di quelli associati un anno prima, all’avvio del progetto, con una superficie coltivata di circa 500 ettari di ananas biologico là dove prima esistevano solo dei produttori disaggregati, senza alcun obiettivo e operatività in comune. Abbiamo svolto anche un’attività di formazione agronomica con visite periodiche in Togo, acquistato e donato strumentazione tecnica e mezzi per il trasporto del prodotto, assunto 5 persone in loco attraverso una cooperativa togolese per adempiere a funzioni di controllo qualità, commerciali ed amministrative. Inoltre, grazie al supporto di Brio e di Coopermondo, la cooperativa locale ha conseguito la certificazione Bio e, a gennaio 2021, quella Fairtrade”.
Positivi anche i risultati relativi alla sostenibilità economica del progetto: “Il prezzo garantito di acquisto dell’ananas Dolcetto – commenta Amidei – è superiore del 25% a quello di analoghi prodotti certificati Fairtrade, con un impatto positivo sugli agricoltori, sulle loro famiglie e sull’intera comunità. A oggi, aldilà dei positivi riscontri sul fronte economico, siamo felici di registrare una reale crescita della cooperativa togolese, della qualità della vita dei soci e della loro comunità. Grazie al progetto, la CPJPPAB-ZIO oggi è in grado di esportare il proprio prodotto e siamo convinti che nel prossimo futuro potrà affrontare in autonomia anche altri mercati internazionali.”
Ora lo sguardo è proiettato verso il futuro: “Il progetto ha subito un prevedibile rallentamento a causa del Covid – spiega Luca Zocca, Marketing Communication Consultant di Brio – ma il percorso avviato un anno fa continua per far conoscere al consumatore questo prodotto unico a scaffale e di eccellenza, innovativo anche nel packaging in carta riciclata, certificata FSC e 100% riciclabile. Dal punto di vista commerciale fondamentale è stata l’azione di promozione e valorizzazione effettuata nei punti vendita della Grande Distribuzione dove si è riscontrato un altissimo interesse del consumatore verso l’ananas Dolcetto a marchio Alce Nero: nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia che ci hanno costretti, a più riprese, a interrompere le attività in-store, siamo riusciti a raggiungere oltre 250.000 consumatori e a realizzare più di 1.300 interviste successive alle attività di tasting, riscontrando grande interesse e apprezzamento per le caratteristiche organolettiche distintive dell’ananas e per la valenza sociale del progetto. In vista della Pasqua puntiamo a realizzare operazioni promozionali nella Grande Distribuzione e di proporre in futuro l’ananas Dolcetto anche a marca privata.”
 Guarda il video del progetto: https://youtu.be/0TJzSlgLE1E

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Buone notizie per Dolcetto!

L’impegno per Dolcetto, l’ananas del Togo viene rinnovato. Lo scorso 6 novembre, Paola Ferrara, referente nazionale di Coopermondo – ONG di Confcooperative, insieme a Gianni Amidei – Presidente e Luca Zocca – responsabile Marketing di Brio, hanno firmato l’accordo con l’AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
Il progetto “Rafforzamento della filiera agro-industriale di DOLCETTO, l’ananas del Togo” di durata triennale è risultato vincitore del Bando Profit 2018 (AICS).
Coopermondo è presente in Togo dal 2012 per promuovere l’agricoltura sostenibile e la finanza inclusiva e popolare, insieme ad un pool di 6 banche di Credito Cooperativo e Federcasse. Dopo aver coinvolto Agrintesa e Brio, le due aziende cooperative legate alla distribuzione di prodotti agricoli biologici, si è scoperto un ananas diverso da quello presente sul mercato italiano, coltivato in maniera completamente biologica.
Questo ci ha portati a strutturare un nuovo progetto per permettere il rafforzamento della filiera commerciale di specifici frutti esotici biologici, quali l’Avocado, la Papaia e il Mango e in particolare DOLCETTO, l’Ananas Pain de Sucre.
Grazie al controllo qualità e alla presenza dei nostri tecnici agronomi,verrà garantito il rispetto del disciplinare di coltivazione biologica. Inoltre la gestione informatizzata della tracciabilità dei prodotti, garantirà al fruitore di conoscere il percorso di ogni passaggio dalla produzione alla messa in commercio. In altre parole con l’impegno di rispettare i valori del commercio equo e solidale, verrà valorizzata la produzione e il lavoro degli agricoltori togolesi.
Scegliere prodotti biologici significa favorire un ambiente più sano per tutti. Attraverso la costruzione di filiere riscopriamo e valorizziamo le eccellenze locali.
(In foto da sinistra)
Gianni Amidei – Brio | Grazia Sgarra – AICS | Luca Zocca – Brio |
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Fortalecimento das Cooperativas Leiteiras em Moçambique com CEFA e Granarolo

A Coopermondo continua seu compromisso em Moçambique ao lado do CEFA na província de Sofala, como parte do projeto “Segurança alimentar: fortalecimento do setor agropecuário nas províncias de Gaza e Sofala – SALsA”.

Com o objetivo de apoiar o organismo líder no fortalecimento do movimento cooperativista e do associacionismo de base, a primeira missão foi realizada de 10 a 28 de julho de 2019 pela Dra. Rosa Tolla, que produziu uma análise do estado operacional e estrutural das três cooperativas de produção de leite da província de Sofala incluídas no projeto, localizadas em Dondo, Ceramica e Nhangau. Por esta razão a realização das atividades ocorreu principalmente no campo, alternando as visitas entre os locais das cooperativas mesmas e as instalações privadas de produção dos associados.
Coopermondo recorreu novamente à colaboração da AMPCM-Associação Moçambicana pela Promoção do Cooperativismo Moderno, pelo apoio na análise e pela estruturação de um plano de treinamento trienal, propondo novas ferramentas capazes de conscientizar os beneficiários do potencial real da empresa cooperativa .

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Rafforzando le Cooperative di Latte in Mozambico con CEFA e Granarolo

Coopermondo continua il suo impegno in Mozambico affianco al CEFA nella provincia di Sofala, nell’ambito del progetto “Sicurezza alimentare: rafforzamento del settore agro-zootecnico nelle provincie di Gaza e Sofala – SALsA”.
Con l’obiettivo di supportare l’ente capofila nel rafforzamento del movimento cooperativista e l’associazionismo di base, è stata realizzata la prima missione dal 10 al 28 Luglio 2019 da parte della dott.ssa Rosa Tolla che ha prodotto un’analisi sullo stato operativo e strutturale delle tre cooperative di produzione di latte della provincia di Sofala incluse all’interno del progetto, situate nelle località di Dondo, Ceramica e Nhangau. Per questo motivo lo svolgimento delle attività ha avuto luogo principalmente sul campo alternando le visite tra le sedi delle cooperative e quelle nei locali di produzione dei soci. 
Coopermondo si è avvalso nuovamente della collaborazione dell’AMPCMAssociação Moçambicana pela Promoção do Cooperativismo Moderno, per il supporto nell’analisi e per la strutturazione di un piano formativo triennale proponendo nuovi strumenti capaci di rendere i beneficiari consapevoli delle potenzialità effettive dell’impresa cooperativa.

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Coopermondo accompagna la più grande cooperativa colombiana in visita presso le imprese italiane

Conclusasi con successo la missione che ha visto in Italia dal 03 all’08 Giugno i 10 vincitori del premio erogato agli imprenditori più innovativi dell’anno dalla Fondazione Coomeva, il braccio solidario della più grande impresa cooperativa colombiana. 
Durante la settimana itinerante Coopermondo ha accompagnato Coomeva e i suoi ospiti a visitare, conoscere e scambiare esperienze con i funzionari e presidenti di 14 cooperative italiane. Le imprese, attive in settori quali il sociale, agroalimentare, credito cooperativo, tessile, ristorazione e salute, si trovano in Piemonte, Lombardia, ed Emilia-romagna. 
La missione è cominciata a Roma con una visita istituzionale presso l’Ambasciata di Colombia, dove i 13 partecipanti hanno potuto confrontarsi con l’attività di promozione della Colombia in Italia e della promozione del commercio tra i due paesi, oltre al supporto del settore cooperativo. Negli uffici di Confcooperative, il Segretario Generale Marco Venturelli ha dato il benvenuto alla delegazione e 5 delle 8 federazioni settoriali hanno illustrato le loro attività. Anche i 3 dirigenti colombiani hanno avuto modo di spiegare sia il ruolo di Coomeva nel rafforzamento dell’imprenditorialità e del cooperativismo in Colombia, sia quello della fondazione Coomeva, con le sue attività di educazione e promozione imprenditoriale.
In Piemonte la delegazione ha incontrato la cooperativa Cantina Terre del Barolo, che riunisce 300 piccoli produttori della zona producendo uno dei vini che rientrano nella Top100 mondiale. La visita è stata di grande interesse e fonte di spunti e apprendimento, in quanto la Colombia non è (ancora) produttore di vino, nonostante questa attività stia cominciando ad apparire.
Il pomeriggio, ospitato dalla cooperativa Vignaioli Piemontesi, è stato scandito dalle presentazioni di cooperative quali la Speranza (cooperativa agricola), Energia positiva, Cento Torri, la Dua Valadda, Emmaus e Banca d’Alba. A Milano gli incontri si sono susseguiti con la cooperativa sociale Solidarnosc che ha costruito e consegnato ai suoi soci più di 13.500 strutture ricettive a Milano e nella sua provincia, rispondendo all’esigenza di una casa di oltre 40.000 persone, Abitare Sociale Metropolitano e Cascina Biblioteca, due esempi di eccellenze nel campo del sociale.
Da Milano il gruppo si è spostato a Bologna per una visita in Kilowatt, una giovane cooperativa dinamica e innovativa, che ha saputo ridare vita a una zona completamente abbandonata alle porte della città, ora centro vitale della scena culturale dei giovani bolognesi.
Infine, la delegazione ha visitato la Cooperativa 4 Madonne uno dei caseifici di punta per la produzione del Parmigiano Reggiano DOP, l’Acetaia di Aceto Balsamico Tradizionale e per terminare la Cooperativa Sociale Anima.

SOMiCa

Em Moçambique com CEFA cooperando com os produtores de mel e gergelim

De 15 a 30 de abril de 2019, a Coopermondo realizou a sua quarta e última missão a Caia, na província de Sofala – Moçambique, como parceira do Projeto SOMiCa, quase concluída. Apoiando o CEFA, ONG líder, novas ferramentas de capacitação foram fornecidas em relação aos princípios básicos do cooperativismo; a estruturação de um plano de gestão e um plano financeiro essencial para a gestão de uma cooperativa; para a construção de um senso crítico de leitura dos dados coletados no campo. Durante as atividades, foram envolvidos técnicos da CAM  outras ONG parceira e do SDAE, com o objetivo de apoiar toda a equipe para enfrentar a conclusão do caminho de crescimento e desenvolvimento que a SOMiCa estimulou nesses anos.

Com a orientação da Dra. Rosa Tolla, antropóloga cultural, a missão visou o componente social do projeto, com uma melhoria da postura assumida no campo com os beneficiários. Re-propondo o modelo Think.COOP desenvolvido pela OIT – Organização Internacional do Trabalho e uma versão ad hoc do Start.COOP, o treinamento ocorreu em duas etapas: uma primeira teórica no escritório com técnicos e mobilizadores e uma segunda no campo com os beneficiários. Esta última teve lugar nos espaços concedidos pelo CDAC – Murraça e foi dirigido a 30 beneficiários pertencentes a grupos já formalizados da área de Caia, Murraça e Sena. Finalmente foi proposto um exercício de coleta de dados de forma participativa, no qual os participantes foram convidados a traçar possíveis soluções e metas futuras para a comunidade toda, facilitando os técnicos do projeto a idear uma estratégia de saída adequada. A missão terminou com a tentativa de desenvolver um senso de análise crítica na “leitura” dos espaços em que se atua.
A mediação da Coopermondo e da AMPCM permitiu ainda a conclusão do processo de formalização da Cooperativa do Mel Ndro – COOPANDORO com o registro de 72 membros e a publicação no Boletim da República de Moçambique.

SOMiCa

In Mozambico con il CEFA cooperando con i produttori di miele e sesamo

Dal 15 al 30 Aprile 2019, Coopermondo ha effettuato la sua quarta e ultima missione a Caia nella provincia di Sofala – Mozambico, in quanto partner del Progetto SOMiCa, ormai giunto quasi al termine. Supportando il CEFA, ONG capofila, si sono forniti nuovi strumenti di capacity building relativamente ai principi basici del cooperativismo; alla strutturazione di un piano di gestione e di un piano finanziario indispensabili per la gestione di una cooperativa; alla costruzione di un senso critico di lettura dei dati raccolti sul campo. Durante le attività sono stati coinvolti anche tecnici del CAM, altra ONG partner, e dello SDAE con l’obiettivo di supportare tutta l’equipe ad affrontare la chiusura di un percorso di crescita e sviluppo che il SOMiCa ha stimolato in questi anni.
Con l’orientamento della dott.ssa Rosa Tolla, antropologa culturale, la missione ha puntato alla componente sociale del progetto con un miglioramento della postura assunta sul campo con i beneficiari. Riproponendo il modello Think.COOP elaborato dall’ILO- International Labour Organization e una versione ad hoc dello Start.COOP, la formazione si è svolta in due momenti: una prima teorica in ufficio con tecnici e mobilizzatori e una seconda di applicazione sul campo con i beneficiari. Quest’ultima ha avuto luogo negli spazi concessi dal CDAC – Murraça ed è stata direzionata a 30 beneficiari facenti parte di gruppi già formalizzati della zona di Caia, Murraça e Sena. Si è proposto poi un esercizio di raccolta dati di forma partecipativa, in cui i partecipanti sono stati invitati a tracciare possibili soluzioni e obiettivi futuri per la comunità per la facilitazione della messa a punto di una Exit-Strategy. La missione si è conclusa con il tentativo di sviluppo di un senso di analisi critica durante la “lettura” degli spazi in cui si agisce.
La mediazione di Coopermondo e AMPCM ha inoltre permesso la conclusione del processo di formalizzazione della Cooperativa di produzione del miele di Ndoro – COOPANDORO con la registrazione di 72 soci e la pubblicazione agli atti del Boletim da República de Moçambique.

Matteo Bichicci CEA in Togo

Volontariato d’impresa: l’intervista all’ingegnere Matteo Bichicchi della cooperativa CEA

In Togo Coopermondo, insieme a un pool di 6 banche di credito cooperativo e Federcasse, dal 2012 promuove l’agricoltura sostenibile e la finanza inclusiva e popolare. Una delle imprese cooperative che si è creata grazie alla formazione e al sostegno del progetto è la CPJPPAB, che riunisce 1018 giovani agricoltori, di cui un terzo donne. Insieme, coltivano 500 ettari di ananas biologico di varietà pan di zucchero, Dolcetto, che viene esportato in Italia grazie ad Agrintesa e a Brio, le altre imprese partner del progetto.
A novembre 2018 l’ing. Matteo Bichicchi della Cooperativa Edile Appennino CEA ha partecipato a una missione in Togo per conoscere il progetto Dolcetto, all’interno di un programma di volontariato d’impresa sottoscritto tra CEA e Coopermondo. Il programma prevede che la cooperativa metta a disposizione il proprio know-how attraverso la valorizzazione dei suoi dipendenti. Il tecnico specializzato può scegliere di fare un’esperienza di volontariato e seguire un progetto di cooperazione internazionale andando in missione con i cooperanti, condividendo il proprio know-how, creando relazioni umane e ponti con le persone del luogo e riscoprendo i valori fondanti del movimento cooperativo, tra cui la cooperazione tra cooperative.
 
Abbiamo fatto a Matteo qualche domanda sulla sua esperienza.
Come sei entrato in contatto con Coopermondo e con il progetto dell’ananas Dolcetto?
Da tempo CEA promuove progetti di volontariato d’impresa, che solitamente però si svolgono sul territorio italiano, attorno alle sedi dell’azienda. In questo caso si è deciso di ampliare l’orizzonte; la mia partecipazione è stata un po’ rocambolesca, una settimana prima di partire mi è stato chiesto se avessi voglia e disponibilità a fare questa esperienza e io ho subito accettato.
Io mi occupo del settore depurazione della cooperativa, non conoscevo bene il progetto, ma grazie a Camilla, la direttrice di Coopermondo, e agli altri partner è stato semplice capire quale fossero le necessità e arrivato sul posto è stato presto evidente come indirizzare l’intervento in coerenza con il contesto.
 
Qual era in particolare l’obiettivo della tua missione in Togo?
La mia esperienza in Togo, che è durata una settimana, ha avuto lo scopo di valutare la fattibilità della costruzione di un centro di raccolta degli ananas, realizzato con un ambiente refrigerato che potesse permettere la conservazione del prodotto. Al momento infatti i frutti vengono trasportati direttamente dai campi all’aeroporto, da dove partono per l’Italia: organizzare meglio questa filiera significa ottimizzare la produttività. Nello specifico, il progetto prevedere la costruzione di un locale di 350 mq con funzione di centro di raccolta e inscatolamento dell’ananas, con attigua sezione dedicata all’alloggiamento di container frigo per la conservazione del prodotto, oltre all’acquisto e la messa a disposizione della cooperativa di adeguati mezzi di trasporto necessari per il trasferimento del prodotto dalle piantagioni al centro e dal centro all’aeroporto per la spedizione finale.
 
Era la tua prima volta in Africa? Che valore ha avuto per te questa esperienza?
Sì, per me era la prima volta in Africa, oltre che la prima partecipazione a una missione di questo tipo. La forza di questi progetti è il lavoro in gruppo, è fondamentale creare una rete di persone che si confrontano nel prendere le diverse decisioni in tutte le fasi dell’intervento.
Ciò che più mi ha colpito è notare nelle persone, nei cooperanti e nei “cooperati” della coop agricola, una grande volontà di fare e di svilupparsi: vogliono crescere, e non solo per avere maggiori entrate ma per poter sviluppare l’intero territorio, dal punto di vista agricolo e di possibilità per tutti.
Io, che sono un montanaro e abito sull’appenino bolognese, ho ritrovato in Togo l’amore e il rispetto per le proprie radici e per la terra che si coltiva e vive, una visione comune che è il miglior punto di partenza per ottenere obiettivi condivisi.
La cooperazione rappresenta in questo senso una marcia in più, in Italia in molti casi ci si trova tra aziende a farsi una spietata concorrenza quando, ragionando a livello di rete, si otterrebbero molte più soddisfazioni anche nel lavorare quotidiano.
 
In che modo pensi che la cooperativa italiana possa coinvolgersi maggiormente nelle attività di cooperazione internazionale?
È sicuramente necessario coinvolgere innanzitutto i tecnici “del mestiere”, che abbiano la volontà di creare un progetto economicamente sostenibile partendo dal basso, adattandolo al contesto su cui ci si muove. Nel caso del progetto Dolcetto, in Togo c’è già una realtà sviluppata, quello che si deve fare è implementarla seguendo i consigli e gli stimoli che arrivano dal territorio ma anche da chi ha la visione del mercato, nel nostro caso europeo.
Un altro aspetto su cui l’approccio cooperativo può essere decisivo riguarda una visione d’insieme degli interventi: nelle zone che ho potuto visitare ho trovato un sistema di welfare molto carente, dove l’assistenza sanitaria e l’educazione sono completamente in mano a iniziative private. Noi lavoriamo perché oltre al lato economico e lavorativo, il progetto abbia ricadute positive sull’intera comunità.
 
E ora?
La progettazione è definita nella sua fase preliminare, ed è stato elaborato un quadro economico di intervento. Siamo riusciti a coinvolgere altre due cooperative del territorio che hanno dato la propria disponibilità a coadiuvarci nell’intervento, e adesso arriva la parte più complicata: riuscire a rientrare all’interno di bandi che possano co-finanziare il progetto. È un lavoro impegnativo dal punto di vista burocratico e amministrativo, e per il quale contiamo sul supporto di Coopermondo: appena si presenterà l’occasione, l’intervento verrà portato a termine. Noi siamo pronti.