Obiettivo generale del progetto è il miglioramento delle condizioni sociali della popolazione residente sul territorio del Municipio di Matéri – Benin, con particolare riguardo alle bambine ed alle ragazze, liberandole dalle strutture culturali d’alienazione. Tale liberazione avverrà tramite il crescere progressivo di condizioni sociali favorevoli ad una maturazione ed educazione integrale della persona.
Obiettivi specifici sono:
1. Costruire a Matéri il complesso scolastico ‘PERE AUFFRAY’, ovvero una scuola destinata esclusivamente ad alunne residenti nel villaggio e nelle zone limitrofe.
2. Realizzare un sistema di “scuola aperta a tutte”, che diventi un’arma efficace nella lotta contro il matrimonio forzato delle ragazze.
3. Mediante la scolarizzazione, rendere le ragazze locali più coscienti nel difendere la loro dignità e i loro diritti
4. Accrescere il senso di responsabilità delle beneficiarie con la prospettiva anche della gestione di piccole attività imprenditoriali – ad esempio il ristorante –, rendendole al contempo vere protagoniste dello sviluppo integrale della loro persona e del loro ambiente sociale.
La situazione sociale di Matéri è un paradigma della realtà generale della regione dell’Atacora, in cui le condizioni economiche, sanitarie e scolastiche sono molto precarie. La descrizione sommaria porta a quella realtà culturale particolare che giustifica la concezione di questo progetto.
Il progetto si prefigge esattamente di combattere la piaga culturale del matrimonio forzato, attraverso l’accesso all’istruzione primaria. Si osserva infatti che le ragazze scolarizzate sono esentate dal fenomeno, e che per evitare la loro scolarizzazione le famiglie hanno introdotto la consuetudine di farle sposare giovanissime (tra i 7 e i 10 anni). Perciò quasi sempre queste ragazze, ma sarebbe meglio dire bambine, crescono nella famiglia dell’ipotetico futuro sposo.
La chiesa lotta contro questo costume antico da circa 30 anni. Si cerca di illuminare le coscienze affinché la donna ritrovi in questa regione la sua dignità persa. Tuttavia questo messaggio passa difficilmente in una regione dove la popolazione è all’80% analfabeta.
Per far diminuire questo fenomeno, che è radicato profondamente nelle mentalità della popolazione locale, si ipotizza che l’educazione delle bambine (dai 7 anni) e l’avvio di attività lavorative in favore delle ragazze non scolarizzate (dai 15-18 anni in poi) possano accelerare il processo di eliminazione di questa tradizione.
La collaborazione con il partner locale (Diocesi di Natitingou) è frutto di precedenti progettazioni realizzate con AFR Sinistra Piave e Olivotti a partire dal 2006.