MAGI Balkans, a story of international cooperation in the name of the right to health
EXPOrtare solidarietà attraverso la promozione di uno sviluppo che sia sostenibile a livello economico, sociale e ambientale. Promuovere la creazione di lavoro dignitoso con un’attenzione particolare all’uguaglianza di genere e al coinvolgimento dei giovani. Con questo spirito le cooperative italiane ed europee portano avanti più di 270 progetti di cooperazione internazionale in oltre 78 Paesi del mondo.
E con questo stesso spirito si aprirà la conferenza internazionale “Nutrire il pianeta post-2015: lavoro dignitoso, giovani e uguaglianza di genere” organizzata da Coopermondo, (Associazione per la cooperazione internazionale allo sviluppo di Confcooperative) e la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, lunedì 15 giugno 2015 dalle 10.30 alle 13.30, presso l’auditorium di Cascina Triulza in EXPO Milano 2015.
L’evento sarà un momento di riflessione sulle tematiche della sicurezza alimentare e della lotta alla fame nel mondo, per lanciare un messaggio forte in vista dell’adozione, da parte delle Nazioni Unite il prossimo settembre, della nuova agenda dello sviluppo e degli obiettivi di sviluppo sostenibile post-2015.
Nel primo panel i relatori provenienti dai Paesi dei progetti racconteranno con voce diretta le loro storie ed esperienze: verrà illustrato il ruolo che le cooperative italiane ed europee assumono nel mondo meno sviluppato per contrastare la povertà, migliorare l’efficienza delle filiere produttive e dare forza e potere a molti contadini. Un’attenzione particolare sarà rivolta al mondo delle donne e dei giovani che rappresentano la popolazione più impegnata nell’agricoltura familiare nei paesi in via di sviluppo.
Il secondo panel sarà orientato al policy-making e vi parteciperanno relatori internazionali come Simel Esim, direttrice dell’Unità cooperativa dell’International Labour Organization (ILO), che mostrerà in che modo le cooperative creano lavoro dignitoso e Nora Ourabbah Haddad, direttrice della Co-operative Teams alla Food and Agricolture Organization (FAO), che porterà l’esperienza delle Nazioni Unite contro lotta alla fame nel mondo.
Saranno inoltre presenti rappresentanti del Movimento cooperativo Europeo ed internazionale che confermeranno il loro impegno nella promozione dell’uguaglianza di genere e del supporto alle creatività dei giovani. I rappresentanti di Cooperatives Europe (Klaus Niederlander, Direttore), di Federcasse – Banche di Credito Cooperativo (Sergio Gatti) e di Confcooperative (Claudia fiaschi, Vice Presidente) lanceranno l’impegno delle rispettive strutture a favore della creazione di lavoro per giovani imprenditori.
E’ possibile scaricare il programma qui
Per partecipare è necessario registrarsi al seguente link o mandano un email all’indirizzo dgcs.eventi@esteri.it. A coloro che confermano la partecipazione, e fino ad esaurimento dei posti a sedere, gli organizzatori mettono a disposizione un ingresso ad Expo, valido per la giornata dell’evento.
Segui l’evento su Twitter #coopspost2015
EXPOrting solidarity for economical, social and environmental sustainability. Promoting the creation of decent jobs with particular attention to gender equality and the empowerment of young people. That is the spirit that animates Italian and European co-operatives that carry on more than 270 development cooperation projects in over 78 countries worldwide.
And that is the spirit that will characterize the international conference “Feeding the planet Post-2015: decent job, youth and gender equality” to be held on Monday, June 15th, 2015 from 10.30 a.m. to 1.30 p.m. in the auditorium of Cascina Triulza in EXPO Milano 2015 by Coopermondo (the Association for International Development Cooperation promoted by Confcooperative) and the Directorate General for Cooperation Development of the Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation.
The event aims to discuss issues of food security and the fight against hunger, to send a strong message in favor of the new agenda for development and the sustainable development goals that the United Nations will approve in September 2015.
The first part of the event will outline, through storytelling and direct experiences, the role that Italian and European co-ops are playing in developing countries to reduce poverty, improve the efficiency of supply chains and give strength and power to farmers.
A debate more oriented on policy-making will follow and it will count on the participation of international speakers such as Simel Esim, director of Co-operative Unit at International Labour Organisation (ILO), who will show how cooperatives create decent jobs and Nora Ourabah Haddad from FAO, that will bring the experience of the United Nation in the fight against poverty. Klaus Niederlander, Director of Cooperatives Europe, Sergio Gatti, Director of Federcasse (Federation of Cooperative Banks) and Claudia Fiaschi, Vice President at Confcooperative, will close the event highlighting European and Italian cooperative movement‘s efforts in creating new jobs and start-up especially for youth and women.
It is possible to download the programme
Participants must register at this link or by sending an email to dgcs.eventi@esteri.it To those who confirm their participation, and according to seats availability, the organizers will provide a free entrance to Expo, valid for the entire day of June 15th. More logistic details will follow.
Follow the event on Twitter #CoopsPost2015 and #CoopsEXPO2015
Francesco Carri, attuale presidente di ICRREA Banca S.p.A., è il nuovo Presidente di Coopermondo. “Sono molto onorato di avere l’opportunità di dedicarmi al mondo della cooperazione internazionale. Punteremo a rafforzare a migliorare quanto di buono è stato fatto finora senza dimenticare mai che al centro di ogni progetto efficace ci sono le relazioni, la partecipazione e la condivisione” ha dichiarato il neo-Presidente a margine del Consiglio Direttivo che ieri, 12 maggio 2015, ha rinnovato le cariche. Esperto del mondo finanziario, laureato in economia, Francesco Carri è professore di economia aziendale e da sempre lavora nel settore delle banche di credito cooperativo – BCC.
Ad affiancare Carri è stata nominata Vice Presidente Claudia Fiaschi. Noto il suo impegno nel terzo settore italiano (fino al 2013 è stata Presidente del consorzio CGM),Claudia Fiaschi è attualmente Vice Presidente di Confcooperative e Presidente di Confcooperative Toscana. “Le cooperative hanno la capacità di creare valore partendo da ciò che trovano sul territorio e questo è un modello di sviluppo che ha dei valori di sostenibilità naturali, fondamentali per promuovere un’economia più giusta e più equa”, ha dichiarato Fiaschi in una recente video intervista, dimostrando di sposare a pieno la mission di Coopermondo. Fiaschi ha inoltre sottolineato l’importanza di mettere maggiormente a sistema la rete di Confcooperative e Federcasse per potenziare il ruolo della cooperazione internazionale e di Coopermondo.
Il nuovo consiglio di amministrazione è composto da Sergio Gatti, Direttore Generale Federcasse; Paolo Tiozzo, Presidente di Federcoopesca; Stefano Lazzarini, Presidente di Confcooperative Forlì-Cesena; Sergio Bonetti, Consigliere nazionale Confcooperative e Consigliere FederazioneSanità e Confcooperative Lombardia; Andrea Ferraris, Vice Presidente Confcooperative Piemonte e Presidente Federcultura, Turismo e Sport; Marco Pagano, Presidente Confcooperative Puglia.
Francesco Carri, current president of ICRREA Banca SpA, is the new President of Coopermondo. “I am very honored to have the opportunity to devote myself to the world of international cooperation. We will aim to strengthen and to improve what has been done so far without ever forgetting that the center of each project are relationships, participation and sharing“, said the new President on the sidelines of the Executive Council that yesterday, May 12, 2015 , he has renewed the charges. Expert in the financial world, a degree in economics, Francesco Carri is professor of business and has always worked in the field of co-operative banks – BCC.
Soixante entreprises agricoles ont été financées à travers l’octroi des micro-crédits, plus de 6.500 personnes entre familles, agriculteurs, membres des coopératives agricoles et groupements en sont bénéficiaires directs ou indirects et, près de 500 techniciens agricoles ont été formés pour améliorer les compétences dans la chaîne alimentaire. Voilà les résultats de la première phase du projet “Systèmes et instruments financiers pour l’agriculture au Togo” que Coopermondo, et un pool de six banques coopératives (BCC del Garda, la Banque CRAS – Sovicille, Banque de Venise, BCC Roma, la Banque rurale de Treviglio, Emilbanca), sont en train de réaliser dans le pays de l’Afrique occidentale.
“La contribution de Coopermondo et des BCC est fondamentale dans le processus de croissance du système coopératif togolais et dans le cadre d’une amélioration des conditions de vie, de la sécurité et de la souveraineté alimentaire au Togo.” C’est ce qu’a déclaré Marc Akakpo, un des Experts du Ministère de l’Agriculture dans la promotion du mouvement coopératif au Togo, concernant le travail jusqu’ici effectué par Coopermondo et le pool des six BCC italiennes.
Le projet se développe sur trois secteurs différents: une composante agricole, une financière et une socio-culturelle. Relativement au secteur agricole Coopermondo a offert un support politique syndical et réalisé une formation technique au bénéfice de la Confédération nationale de l’organisation paysanne (CTOP) qui représente 17 filières agricoles et composée d’environ 500 000 membres, dont 30% de femmes. Pendant les trois premières années du projet et, suite aux interventions des experts agricoles italiens, les techniciens du MAEP et de la CTOP ont continué la divulgation de la formation reçue au point de compter environ 451 administrateur locaux formés, parmi lesquels 164 femmes, 25 Dirigeants des CROPPA avec pour mission de représenter la CTOP dans les 5 régions du territoire national togolais.
La composante financière soutenue par Federcasse et le pool des six BCC pour le Togo, a alloué, au cours des trois premières années du projet, un montant total de EUR 1,85 millions à un taux d’intérêt très faible. Le crédit a été accordé aux deux institutions de micro-finance (IMF) partenaires du projet (FECECAV et URCLEC) qui ont reçu de la part des experts italiens une formation technique sur la gouvernance, l’organisation, le contrôle du crédit, les instructions sur la demande du crédit, le processus du crédit à moyen et long terme. Les IMF à leur tour ont facilité l’accès au crédit à des coopératives, PME, organisations de producteurs, transformateurs, commerçants et aux petits investisseurs du secteur agricole, avec une attention particulière aux femmes et aux jeunes.
Actuellement 62 entreprises en sont bénéficiaires parmi lesquelles 25 entreprises agricoles, 15 spécialisés dans l’élevage, 1 dans apiculture, 14 dans la transformation des produits agricoles et 5 dans la commercialisation et le transport des produits agricoles. Environ 90% de ses entreprises adhèrent à la CTOP depuis la création des CROPPA dans les différentes régions du territoire national; pour cette raison un appui technique des CROPPA est nécessaire afin de renforcer leur capacité d’accompagner les producteurs dans la présentation et le suivi des projets bancables et durables. Cette approche constitue entre autres, un des défis à relever durant les années à venir. Le nombre total des bénéficiaires directs et indirects du projet s’élève à environ 6500, compris entre familles, sociétaires travailleurs des coopératives et organisations paysannes.
Parmi les résultats obtenus dans la composante socio-culturelle, il convient de souligner la création d’un contexte de travail synergique et de cohésion opérationnelle entre les trois partenaires du projet (les deux institutions de micro-finance et de la Confédération des organisations paysannes). Un résultat concret de ce travail synergique est la signature d’un accord de collaboration entre les partenaires locaux et l’organisation d’un atelier à Lomé – auquel ont participé les partenaires locaux du projet, les représentants du ministère de l’Agriculture et des Finances du Togo, certaines agences des Nations Unies dans le pays (l’UNICEF, FIDA et PNUD), quelques ONG présentes au Togo et certains bénéficiaires des prêts -, dans le but de sensibiliser le public sur les dynamiques et les objectifs du projet.
Le projet qui est sur le point d’entrer dans sa seconde phase de mise en œuvre, vise entre autre à apporter un soutien à la confédération nationale des organisations paysannes (CTOP), en particulier à travers les bureaux régionaux, en créant de nouveaux partenariats avec les organisations internationales et les universités locales afin de soutenir la recherche sur les nouvelles techniques agricoles et améliorer les conditions de travail dans l’agriculture.
Vous pouvez télécharger le rapport complet (en italien) de la dernière mission à partir du lien suivant.
Sessanta imprese agricole finanziate attraverso l’erogazione di micro-crediti, oltre 6500 tra agricoltori e soci di cooperative agricole che ne hanno beneficiato, direttamente o indirettamente, e quasi 500 esperti agricoli formati per migliorare le competenze nella filiera alimentare. Questi i risultati della prima fase del progetto “Sistemi e strumenti di finanziamento per l’agricoltura in Togo” che Coopermondo, insieme al pool di sei Banche di Credito Cooperativo (BCC del Garda, Banca CRAS – Sovicille, Banca del Veneziano, BCC di Roma, Cassa Rurale di Treviglio, Emilbanca), sta portando avanti nel Paese dell’Africa occidentale.
“Il contribuito di Coopermondo e delle BCC nel processo di crescita del sistema cooperativo agricolo togolese è fondamentale al fine di migliorare le condizioni di vita, favorire la sovranità alimentare e promuovere la sicurezza nel settore alimentare in Togo”. Marc Akakpo, specialista agricolo e del settore cooperativo del Ministero dell’Agricoltura del Togo, ha voluto commentare così il lavoro svolto finora nel Paese.
Il progetto si sviluppa su tre componenti: una agricola, una finanziaria e una socio-culturale. Per quanto riguarda la prima, Coopermondo ha offerto supporto politico, sindacale e finanziario, formazione e accompagnamento tecnico alla Confederazione nazionale delle organizzazioni contadine (CTOP) che rappresenta 17 filiere agricole ed è costituita da circa 500.000 soci, di cui il 30% è donna. Durante i primi tre anni del progetto, e di seguito agli interventi di esperti italiani, i tecnici del Ministero dell’agricoltura e quelli della CTOP hanno diffuso una formazione a 451 amministratori locali, di cui 164 donne, e 25 responsabili alla guida delle CROPPA, che rappresentano la CTOP nelle cinque regioni del territorio nazionale.
La componente finanziaria, gestita con il pool delle BCC per il Togo, ha visto l’erogazione, durante il primo triennio del progetto, di una somma totale di euro 1.850.000 a un tasso molto agevolato. Il credito è destinato ai due istituti di micro-finanza (IMF) partner nel progetto (FECECAV e URCLEC) che a loro volta, facilitano l’accesso al credito acooperative, piccole e medie imprese, organizzazione di produttori, trasformatori, commercianti o attori attivi nelle filiere agricole, con un’attenzione particolare alle donne e ai giovani.
Finora sono state finanziate 60 imprese, di cui 25 imprese agricole, 15 specializzate nell’allevamento, 1 in apicultura, 14 nella trasformazione di prodotti agricoli e 5 nella commercializzazione e il trasporto. Di queste imprese, circa il 90% aderiscono alla CTOP da quando si sono istallate le CROPPA nella varie regioni del territorio; per questo motivo, il sostegno tecnico delle CROPPA nella capacità di accompagnare i produttori nella presentazione e monitoraggio di progetti bancabili e sostenibili è tra le sfide dei prossimi anni. I beneficiari diretti e indiretti di questo apporto sono oltre 6500, tra lavoratori e soci delle organizzazioni contadine.
Tra i risultati conseguiti nell’ambito socio-culturale, vale la pena evidenziare la creazione di un contesto di lavoro sinergico e la coesione operativa tra i tre partner del progetto (le due istituzioni di micro-finanza e la Confederazione delle Organizzazioni Contadine). Un risultato concreto consiste nella firma di un accordo di collaborazione tra i partner locali e l’organizzazione di un workshop a Lomé – a cui hanno partecipato i partner locali del progetto, rappresentanti del Ministero dell’agricoltura e delle Finanze del Togo, le agenzie delle Nazioni Unite presenti nel Paese (tra le altre UNICEF, IFAD e UNDP), alcune ONG attive in Togo e i beneficiari dei crediti – che ha contribuito a sensibilizzare i presenti sulle dinamiche e gli obiettivi del progetto.
Il progetto, che si appresta a entrare nella seconda fase di implementazione, si pone come obiettivo quello di dare supporto alla Confederazione nazionale delle organizzazioni contadine, soprattutto attraverso le sedi regionali, creando nuove partnership con organizzazioni internazionali e università locali per sostenere la ricerca e la diffusione tra i produttori di nuove tecniche agricole e migliorare le condizioni di lavoro nel settore agricolo.
Al seguente link è possibile scaricare il report completo dell’ultima missione.
Sixty agricultural enterprises have been financed through micro-credits, over 6,500 farmers and members of agricultural co-operatives have benefited from it and nearly 500 agricultural experts have been trained to improve their skills in the food chain. These are the results of the first phase of the project “Systems and financial instruments for agriculture in Togo” that Coopermondo, along with a pool of six Co-operative Banks (BCC del Garda, Bank CRAS – Sovicille, Banca del Veneziano, BCC di Roma, Banca Rurale di Treviglio, Emilbanca), is carrying out in the West African country.
Al via all’Esposizione Universale di Milano 2015. Oggi aprono i battenti degli 1,1 milioni di metri quadrati che nei prossimi sei mesi (fino al 31 ottobre 2015) ospiteranno, secondo le stime più ottimiste, almeno 20 milioni di visitatori. E Coopermondo, come associazione per la cooperazione allo sviluppo della rete di Confcooperative, sarà presente con tre conferenze internazionali e una settimana di eventi nel Padiglione della Società Civile, Cascina Triulza.
La presenza di Coopermondo a questa manifestazione deriva dal voler condividere con gli altri attori della società civile l’impegno del movimento cooperativo nella lotta alla fame del mondo nei paesi in via di sviluppo. Inoltre sarà un’occasione straordinaria per sensibilizzare il pubblico generale, e il mondo cooperativo che ci è più vicino, sui temi della cooperazione allo sviluppo. Temi carichi di attualità dal momento che il 2015 è anche l’anno che l’Unione Europea dedica allo sviluppo (European Year for Development 2015) e l’anno in cui le Nazioni Unite stabiliranno la nuova agenda dello sviluppo post-2015: una serie di “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” per sconfiggere la fame nel mondo entro il 2030.
I nostri valori e intenti sono espressi chiaramente nella Carta di Milano, che Coopermondo ha contribuito a redarre attraverso la partecipazione del Direttore Danilo Salerno al gruppo di esperti in materia, guidato dal DG della DGCS, Giampaolo Cantini. L’esperienza ci ha insegnato che il modello inclusivo di impresa delle cooperative, che negli ultimi 5 anni si sono impegnate in oltre 425 progetti in più di 78 paesi, è in grado di dare molte risposte alle sfide che i sottoscrittori della Carta di Milano si pongono. E durante EXPO mostreremo in che modo.
Qui l’agenda degli appuntamenti che Coopermondo organizza in partnership con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale:
15 Giugno – “Nutrire il Pianeta Post2015: lavoro dignitoso, giovani e uguaglianza di genere”: testimonianze dai progetti e riflessioni strategiche sul ruolo che il cooperativismo può svolgere per combattere la povertà rurale. Per maggiori info clicca qui.
16 – 21 Giugno “Cooperative e sviluppo sostenibile in…”: fotografie, video e interviste sulle esperienze di cooperazione più significative in alcuni paesi scelti (Balcani, Togo e Ghana, Ecuador, Colombia, Mozambico e Sierra Leone). Per maggiori info clicca qui.
23 Settembre – “Peace & Food. Il modello cooperativo per la coesione sociale”: conferenza sull’importanza delle cooperative in contesti di post-conflitto. Per maggiori info clicca qui.
21 ottobre – “Partnership pubblico – privato per una buona internazionalizzazione”:discussione sulle possibili collaborazioni tra settore pubblico e privato per creare sviluppo sostenibile. Per maggiori info clicca qui.
EXPO Milano 2015 has kicked off. The Universal Exhibition has opened the doors of its 1.1 million square meters that, in the next six months (until 31 October 2015), will host, according to the most optimistic estimates, at least 20 million visitors. And Coopermondo, the association for development cooperation of Confcooperative network, will be present with three international conferences and a week of events in the Pavilion of Civil Society, Cascina Triulza.
The presence of Coopermondo in this event stems from wanting to share, with the other actors of civil society, the co-operative movement’s engagement in the fight against hunger in developing countries. It will also be an extraordinary opportunity to sensitize the general public, and the cooperative world that is closer to us, on the issues of development cooperation. Not a secondary topic since 2015 is also the year that the EU devotes to the development (European Year for Development 2015) and the year in which the United Nations will establish the new development agenda post-2015: a series of “Sustainable Development Goals” to end hunger in the world by 2030.
Fighting rural poverty, promoting social cohesion in post-conflict areas and drawing new public-private partnerships for sustainable development. This are the topics for the three international conferences that Coopermondo, the Association of International Cooperation of Confcooperative, organizes during EXPO Milano 2015 in the Civil Society Pavillion, “Cascina Triulza”, in collaboration with the Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation. The conferences will be attended by personalities of International Organizations (ILO, EU, FAO, UN), by Ministers of Governments of Partner countries and by representatives of the projects carried out by Coopermondo and his associates.
Lotta alla povertà rurale, coesione sociale in contesti post-conflitto e nuove partnership pubblico-privato per uno sviluppo sostenibile. Questi i temi delle tre conferenze internazionali che Coopermondo, l’Associazione di Cooperazione Internazionale di Confcooperative, organizzerà all’EXPO Milano 2015 nel Padiglione della Società Civile “Cascina Triulza”, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Parteciperanno personalità delle Organizzazioni Internazionali (ILO, UE, FAO, ONU), rappresentanti dei progetti portati avanti da Coopermondo e dai suoi soci, Ministri dei Governi dei Paesi partner.
Il valore aggiunto delle cooperative in questo campo si articola su due piani: l’organizzazione sistematica della filiera (fondamentale per i piccoli agricoltori, che secondo la FAO rappresentano l’84% del totale mondiale) e la valorizzazione culturale del mestiere del contadino, che restituisce dignità all’agricoltura e alla professione dell’agricoltore.
“Le cooperative sfidano tutto, sfidano anche la matematica, perché in cooperativa uno più uno fa tre! E in cooperativa, un fallimento è mezzo fallimento. Questo è il bello delle cooperative!” Con queste parole Papa Francesco ha iniziato il suo discorso all’audizione agli oltre 7000 cooperatori di Confcooperative che sono arrivati da tutta Italia per mostrare l’impegno che tutti i giorni mettono nel loro lavoro.
Il Santo Padre ha ricordato che la Chiesa ha sempre riconosciuto e incoraggiato l’esperienza cooperativa. Ha ripreso l’esclamazione di Papa Leone XIII: “Tutti proprietari e non tutti proletari” oltre all’Enciclica
Lo ha ribadito chiaramente Maurizio Gardini, Presidente di Confcooperative, nel suo messaggio al Santo Padre: “Il nostro compito è andare avanti e provare a cambiare l’economia, migliorare la vita della gente, mettere al centro la persona, provare che il profitto non è l’unico motivo per fare impresa e neanche quello prevalente, correggere la competizione con la solidarietà nei mercati nazionali e mondiali”.
La solidarietà internazionale è proprio quel valore che Coopermondo fa proprio nel portare avanti la sua mission: promuovere il modello cooperativo nel mondo e con esso i valori di partecipazione, democrazia ed equa redistribuzione della ricchezza tra i soci. “Globalizzare la solidarietà” ha detto Papa Francesco per promuovere uno “sviluppo integrale della persona” basato “non soltanto sul reddito” ma anche si diritti fondamentali della persona, dalla salute all’educazione.
Per Coopermondo sono state parole ricche di speranza, ottimismo e incoraggiamento per continuare il nostro cammino verso la costruzione di un mondo più giusto e più equo, in una parola più cooperativo.
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Oltre 3.600 morti finora. E nonostante il picco della malattia sembra essere alle spalle, ebola è sempre dietro l’angolo in Sierra Leone. “Ebola arriva in fretta, ti contagia e si diffonde in un momento”, ci racconta Daniel Sillah il project manager di Coopermondo in Sierra Leone, dove si stanno portando faticosamente – ma con esito – due progetti co-finanziati dalla CEI a valere sui fondi dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica. “Non dobbiamo abbassare la guardia ma continuare a diffondere le nozioni di base per una prevenzione adeguata di questo terribile virus”.
Per questo Coopermondo, in partnership con la St. Mary’s Home of Charity, il Ministero della Salute e dell’Agricoltura del Sierra Leone, sta organizzando una serie di incontri formativi per diffondere informazioni e sensibilizzare le popolazioni più marginate del territorio al tema dell’ebola che, se anche può sembrare strano, ancora non viene preso con la dovuta importanza.
Finora sono stati organizzati 3 eventi al cospetto delle autorità locali e del Vescovo, a cui hanno partecipato oltre 200 persone alle quali sono stati anche distribuiti generi alimentari di prima necessità (dal riso, all’olio, allo zucchero e la farina).
Due si sono svolti a Madaka, dove Coopermondo sta portando avanti un progetto di formazione per un agricoltura sostenibile e la sicurezza alimentare, e l’altro a Bo, dove ha creato un centro di formazione per l’acquacultura. Per molto tempo questi villaggi sono rimasti isolati a causa dell’epidemia di virus e in molti hanno avuto grossi problemi per trovare cibo.
Ce lo testimonia Adama Kamara, una ragazza di Madaka che vive con i suoi tre figli, la madre, il padre, il nonno: “Mio fratello Mohamed vive a Freetown e si è ammalato. Per questo è tornato al villaggio, dalla sua famiglia, perché aveva paura di andare in ospedale. Noi volevamo aiutarlo ma non sapevamo come. Dopo qualche giorno è arrivata l’ambulanza e l’ha portato via. Noi siamo dovuti stare tutti e otto in quarantena per 21 giorni! Puoi immaginare cosa significa… Abbiamo sofferto la fame: era difficile avere cibo. Ma gli amici di Coopermondo ci sono stati vicini e ora stiamo tutti bene. Anche mio fratello è guarito”.
Secondo le stime del Ministero della Salute della Sierra Leone, nelle regioni in cui risiedono i nostri progetti (Bo e Port Loko) sono state contagiate oltre 1.600 persone, di cui quasi mille bambini, con circa 580 decessi confermati. “L’informazione che arriva nei villaggi non è la stessa che abbiamo in città a Freetown”, ci spiega Daniel Sillah, “attraverso questi incontri formativi abbiamo potuto spiegare meglio alle persone come lavarsi le mani, come utilizzare i disinfettanti e in che quantità metterne nell’acqua: sono nozioni semplici ma che possono salvare molte vite”.
I corsi e la distribuzione di cibo continueranno almeno fino a marzo. A quel punto bisognerà potenziare le coltivazioni dei terreni che le cooperative stanno continuando a lavorare: tutte le organizzazioni internazionali sono concordi nel prevedere che appena terminerà l’epidemia di ebola si presenterà un grave problema di sicurezza alimentare nel Paese. Coopermondo con le coltivazioni sostenibili di mais, sorgo, arachidi, ortaggi e con gli allevamenti di pesce gatto e tilapia sarà in prima linea per rispondere anche a questa emergenza.
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Cinque conferenze, più di 800 partecipanti e oltre 50 relatori in rappresentanza di istituzioni pubbliche, organizzazioni internazionali, ONG e società civile. Venerdì 30 gennaio si è concluso il ciclo di eventi “Cooperative e sviluppo” che Coopermondo, per conto dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, ha organizzato in partnership con la DGCS del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con l’obiettivo di promuovere il ruolo delle cooperative nella cooperazione allo sviluppo.
“L’impresa cooperativa, grazie ai valori di mutualità, solidarietà e radicamento nel territorio, può rappresentare un esempio per i Paesi partner”, ha spiegato il presidente dell’Alleanza delle Cooperative, Rosario Altieri, il quale ha ribadito l’impegno del movimento cooperativo “a svolgere un ruolo determinante nella realizzazione di progetti di sviluppo al fine di garantire alle popolazioni del mondo intero non solo il diritto alla sopravvivenza, ma anche quello ad una vita che riconosca e salvi la dignità della persona”.
A fare gli onori di casa, nella illustre cornice della Sala delle Conferenze Internazionali della Farnesina, il Direttore Generale della DGCS, Giampaolo Cantini che, oltre ad illustrare gli strumenti finanziari che la Cooperazione Italiana mette a disposizione per il settore privato che vuole impegnarsi nello sviluppo, ha ricordato i messaggi chiave emersi durante le diverse tappe del roadshow. Su questi temi l’Alleanza delle Cooperative ha prodotto un documento di policy “Le cooperative: partner strategico per una nuova cooperazione internazionale allo sviluppo multi-stakeholder” (scaricalo qui).
Presente in sala anche Lia Quartapelle, Presidente dell’Integrato “Cooperazione allo Sviluppo” della Camera dei Deputati, che ha dichiarato che “il movimento cooperativo possiede al suo interno un’idea diversa di economia”, la stessa portata avanti dagli attori della cooperazione, “quella di un’economia che vuole civilizzare il mercato, che parla di diritti e rispetto della dignità umana”.
Il presidente di Confcooperative e copresidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, Maurizio Gardini, ha posto l’attenzione su uno dei temi chiave dell’agenda di sviluppo post2015: lasicurezza alimentare. ”La forbice tra domanda e offerta di cibo si allarga ogni anno del 2%, tra 20 anni avremo un gap incolmabile del 40%”, ha spiegato il presidente. “Non solo dobbiamo produrre di più, attraverso criteri di sostenibilità ambientale, ma abbiamo bisogno di un’educazione al consumo che aiuti a evitare gli sprechi”. L’appuntamento internazionale Expo Milano 2015 sarà sicuramente l’occasione giusta per rilanciare questi valori e promuovere tali conoscenze a un pubblico più ampio.
La chiusura dei lavori è stata affidata al sottosegretario agli Affari Esteri, Mario Giro, il quale ha ribadito che il modello cooperativo “coniuga mercato e persone” e che “la prima cosa che ci chiedono i nostri partner all’estero è conoscere e comprendere il sistema cooperativo, un modello non invasivo e facilmente replicabile sui loro territori”.
L’importanza che i partenariati assumono nella nuova cooperazione allo sviluppo è testimoniata dai numerosi relatori che erano seduti intorno allo stesso tavolo: Marcela Villareal (FAO), Sergio Lugaresi (World Bank), Sergio Gatti (Federcasse), Paolo Dieci (Reti ONG italiane), e molti altri attori della cooperazione internazionale.
Il 2015 – Anno Europeo per lo sviluppo offrirà numerose opportunità per simili eventi di dibattito su una nuova idea di sviluppo sostenibile che riguarda tutto il pianeta. Le cooperative, con il loro modello di business inclusivo che garantisce la triplice sostenibilità – economica, sociale e ambientale – possono fornire best practices di un modo di fare impresa che molti potrebbero scegliere di seguire.
Guarda il video realizzato dall’Ufficio Stampa del Ministero degli Affari Esteri.
Scopri i documenti del Roadshow “Cooperative e Sviluppo”
E’ ufficialmente iniziato l’Anno Europeo per lo Sviluppo. Solo un italiano su cinque sa di cosa si tratta eppure è un’occasione che le cooperative non possono lasciarsi sfuggire. L’Unione Europea ha deciso di dare, durante tutto il 2015, spazio, risorse e visibilità al tema più globale che esiste: lo sviluppo sostenibile. Ogni mese sarà dedicato a un tema specifico e noi cercheremo di spiegare in che modo le cooperative possono diventarne le protagoniste. Il tema di gennaio, “L’Europa nel mondo”, ci offre l’opportunità di fornire un’introduzione sull’impegno delle cooperative europee nella cooperazione allo sviluppo.
Attraverso la rete di Cooperatives Europe, Coopermondo ha catalogato 425 progetti di cooperazione realizzati a partire dal 2008, che impegnano le cooperative europee in 78 paesi del mondo per un valore complessivo di 200 milioni di euro. Le cooperative italiane aderenti a Confcooperative e Legacoop hanno contribuito con 100 progetti e una gestione finanziaria di oltre 60 milioni. Il modello di impresa cooperativo si distingue da quello tradizionale perché si fonda su valori come la centralità della persona e non del capitale, il rispetto del territori, la valorizzazione delle risorse della comunità, caratteristiche che lo rendono un modello di business in linea con i valori solidali della cooperazione.
Il 2015 è un anno chiave perché vedrà l’approvazione, a settembre, della nuova Agenda dello Sviluppo Post2015. E’ dunque fondamentale alimentare discussioni e dibattiti tra tutti gli attori coinvolti nella cooperazione internazionale per comprendere quali errori sono stati commessi nell’implementazione dell’agenda dello sviluppo del Millennio (che scade quest’anno) e quali esempi invece si devono continuare a seguire.
Le principali lezioni che sono state apprese negli ultimi anni sono due. Prima di tutto che la lotta alla povertà e alla fame del mondo non deve essere unilaterale, da una parte del mondo più ricca a una più povera. La società globalizzata pone una sfida a livello mondiale per la ricerca di una crescita che sia sostenibile non solo economicamente, ma anche socialmente e ambientalmente. Uno sviluppo sostenibile per tutti è la chiave del successo della nuova cooperazione.
Il secondo elemento da tenere in considerazione è la partnership come modalità di azione.La cooperazione non deve più essere oggetto delle politiche solidali di alcuni enti pubblici bensì l’esito di una partnership che metta insieme istituzioni, università, Ong e settore privato. Favorire le condizioni per lo sviluppo di imprese che producono in maniera sostenibile deve essere parte dell’azione di cooperazione per garantire che la crescita continui anche quando l’intervento del progetto sarà concluso.
Le cooperative rappresentano un modello di impresa adeguato non solo perché promuovono un’economia sostenibile anche a livello sociale e ambientale, ma anche perché sono in grado di dialogare con le altre organizzazioni coinvolte nei progetti. Coopermondo non perderà nessuna occasione durante questo anno per lo sviluppo affinché sia un anno di svolta durante il quale le cooperative riescano a comprendere le grandi opportunità che la cooperazione internazionale può offrire loro e viceversa.
Di questo e molto altro parleremo il 30 gennaio 2015 dalle 09.30 alle 13.30 al seminario “Private Sector for Development: impegni e opportunità delle cooperative italiane nella cooperazione internazionale per lo sviluppo” al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale: scopri l’evento qui.
Dal Semestre di Presidenza Ue al Post2015: bilancio e prospettive dell’impegno delle cooperative italiane nella cooperazione internazionale per lo sviluppo.
L’ultima delle cinque conferenze che l’Alleanza delle Cooperative Italiane organizza nel ciclo di incontri del Semestre di Presidenza dell’UE in partnership con la DGCS del MAECI vuole far emergere un bilancio dei precedenti eventi tematici realizzati con i tanti partner coinvolti (Istituzioni, Ong, Organismi Internazionali, organizzazioni della società civile) e individuare tracce di lavoro, impegno e opportunità per le cooperative nella cooperazione allo sviluppo.
Le cooperative, con il loro modello di impresa che coniuga l’inclusione sociale di quanti non hanno accesso a un lavoro dignitoso e l’efficienza economica nella produzione di beni e servizi, sono chiamate a giocare un ruolo determinante in questo nuovo assetto internazionale. Grazie alla loro esperienza fatta di storia, trasversalità settoriale e radicamento nel tessuto economico e sociale di ogni territorio italiano possono diventare un player strategico nella cooperazione allo sviluppo. Le cooperative devono essere un ponte tra le ong, di cui riconoscono l’esperienza storica e la profonda conoscenza delle dinamiche che causano diseguaglianze e sottosviluppo, e il settore privato profit interessato a investire per sostenere una crescita sostenibile nei Paesi partner.
Il ciclo di eventi ha fatto dialogare sulle sfide globali per lo sviluppo “post2015” i due lati della cooperazione: attori pubblici e sistema cooperativo. Quest’ultimo incontro supera la logica delle testimonianze o l’illustrazione delle buone pratiche che ha caratterizzato gli eventi precedenti e di cercherà di favorire un dialogo strategico per una collaborazione futura nell’ottica di un partenariato pubblico- privato per lo sviluppo e per la crescita sostenibile.
L’evento “Private Sector for Development” si svolgerà il 30 gennaio 2015 presso la Sala delle Conferenze Internazionali al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Piazzale della Farnesina 1, Roma) dalle 09.30 alle 13.30.
Scopri il programma.
Per partecipare all’evento è strettamente necessario iscriversi qui entro mercoledì 28 gennaio.
Non solo fiduciosi dell’efficacia delle azioni della cooperazione internazionale per lo sviluppo ma anche pronti a chiedere un aumento dei fondi da destinare ai paesi più poveri. La fotografia che l’Euro Barometro sulla cooperazione allo sviluppo ha diffuso il 12 gennaio è incoraggiante. Decisamente positivo si è mostrato il commissario per la cooperazione internazionale allo sviluppo Neven Mimica il quale, presentando i dati, ha affermato che “l’Europa, con gli oltre 56 miliardi di euro destinati alla cooperazione, non solo si conferma come il maggiore donatore pubblico ma anche come il migliore per la qualità dei progetti”.
I cittadini europei la pensano come lui. Secondo il sondaggio condotto dalla Commissione Europea l’85% dei cittadini UE considera importante aiutare le popolazioni nei paesi in via di sviluppo e il 67% ritiene che bisognerebbe aumentare i fondi destinati alla cooperazione. Anche il supporto individuale si è confermato alto: circa la metà degli intervistati ha espresso la volontà di impegnarsi personalmente e sostenere la cooperazione, per esempio attraverso l’acquisto di prodotti provenienti dai paesi in via di sviluppo anche se più cari.
Il report ha però messo in luce anche una lacuna del mondo della cooperazione internazionale: la scarsa capacità del settore di comunicare i propri risultati. Ben il 55% dei cittadini UE non sa dove vanno a finire i fondi dell’aiuto pubblico sia europeo sia nazionale. Al contrario però in Italia l’8% degli intervistati ha dichiarato di sapere “molto bene” dove vengono destinati i fondi della Cooperazione (contro una media europea del 4%).
Tuttavia in Italia si è registrato un calo dell’interesse dell’opinione pubblica alla cooperazione con solo il 45% di italiani che ritengono che affrontare la povertà nei Paesi in via di sviluppo debba essere tra le principali priorità del governo nazionale (dato che è in calo rispetto allo scorso anno ma ancora in linea con la media UE). Gli italiani sono soprattutto meno disposti a spendere di più per acquistare prodotti provenienti da Paesi in via di sviluppo: solo un 33% è pronto a pagare di più rispetto al 49% della media europea.
Esiste tuttavia una nota positiva che potrebbe rivelarsi un dato importante: il 21% degli italiani infatti è a conoscenza del 2015 Anno Europeo per lo Sviluppo, contro una media del 12% in Europa. Gli operatori dello sviluppo hanno dunque un notevole vantaggio per coinvolgere i cittadini italiani e far passare il messaggio che la lotta alla povertà e la ricerca di una crescita sostenibile a livello economico, sociale e ambientale è una sfida che deve impegnare tutti e non solo i Paesi in via di sviluppo. La curiosità gli italiani la dimostrano; ora quindi, operatori dello sviluppo al lavoro.
Per scaricare il report completo (in inglese) clicca qui
Le cooperative portano a casa un ulteriore riconoscimento come attori di promozione della cooperazione internazionale allo sviluppo. Il 12 Dicembre il Consiglio Europeo “Affari Esteri” ha approvato le Conclusioni sul ruolo del settore privato nella cooperazione internazionale allo sviluppo, sottolineando l’importanza di incoraggiare e facilitare l’accesso al credito e ai finanziamenti di medio-lungo termine per le cooperative e le imprese sociali.
Il documento segue la comunicazione della Commissione Europea “A stronger role of the private sector in achieving inclusive and sustainable growth in developing countries” e le prime Conclusioni del Consiglio assunte il 24 giugno scorso.
Come dimostra mappatura realizzata da Coopermondo per conto di Cooperatives Europe (CEDP), negli ultimi 5 anni le cooperative europee hanno realizzato 425 progetti di cooperazione allo sviluppo in 78 paesi diversi per oltre 200 milioni di euro.
L’Italia ha mostrato di avere una visione lungimirante a riguardo. Non solo infatti la nuova legge del settore, approvata a luglio 2014, riconosce le cooperative come “soggetti del sistema della cooperazione allo sviluppo”, ma la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, in partnership con l’Alleanza delle Cooperative Italiane, si è impegnato in un roadshow sui territori italiani per discutere il ruolo delle cooperative nella cooperazione internazionale.
Come più volte sottolineato durante questi eventi, il modello di impresa cooperativo, centrato sulle persone prima che sul capitale, è un modello di business sostenibile non solo economicamente, ma anche a livello ambientale e sociale. Le cooperative sono in grado di dare un grande contributo alla lotta della povertà attraverso la creazione di lavoro dignitoso, sulla base dei principi democratici di partecipazione e inclusione sociale. Le cooperative possono dunque giocare un ruolo in prima linea per sradicare la povertà in quanto per loro natura si impegnano a ridurre le disuguaglianze, migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, tutelando i diritti umani, la dignità dell’individuo e l’uguaglianza di genere.
“La prospettiva di uno sviluppo e di una crescita economica guidata da un unico pensiero, da un unico modello d’impresa (dalle grandi dimensioni), da una finanza che specula in Borsa a Londra sul prezzo futuro del cacao prodotto in Ghana o in Ecuador non risponde ai bisogni delle persone”. Queste le parole del Direttore Generale della Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo, Fabio Colombera, che ha aperto l’evento “Finanza Cooperativa e Finanza Etica per lo Sviluppo”, organizzato dall’Alleanza delle Cooperative italiane in partnership con la Direzione Generale della Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Federcasse e Banca Popolare Etica, tenutosi nel Palazzo del Bo dell’Università di Padova lo scorso 28 Novembre.
L’International Raiffeisen Union conta più di 900mila cooperative di credito con circa 800 milioni di membri in più di 100 paesi del mondo e secondo i dati del World Cooperative Monitor, curato da Euricse, il giro d’affari delle maggiori 90 tra banche cooperative e mutue in 33 paesi diversi supera i 164 miliardi di dollari. Uno studio della Global Alliance of Banking on Values mostra che le banche sostenibili ed eticamente orientate hanno erogato, negli anni di crisi, circa il doppio del credito in proporzione agli attivi rispetto alle banche considerate
Le banche cooperative ed eticamente orientate si sono dimostrate più resilienti alla crisi finanziaria per tanti motivi quante sono le storie dei diversi territori, ma ciò che ha permesso il loro successo è il fatto di definirsi in primo luogo come società di persone e non come società di capitali. Le banche cooperative ed etiche mettono al centro l’essere umano valorizzando la funzione non solo economica, ma anche sociale e ambientale del capitale. “Il nostro focus è sull’economia reale e cerchiamo di contrastare la speculazione finanziaria” ha affermato Andrea Baranes, presidente della Fondazione Culturale di Banca Etica e fondatore della campagna ZeroZeroCinque per la tassazione delle rendite finanziarie.
Questo modello, assolutamente replicabile, ha già dimostrato un grande successo per promuovere uno sviluppo sostenibile in molti Paesi in via di sviluppo. Federcasse è impegnata in numerosi progetti di cooperazione allo sviluppo in cui oltre a promuovere la nascita nuove cooperative, ne sostiene lo sviluppo attraverso le partnership con le banche cooperative locali. “In Togo, per esempio, stiamo dando supporto tecnico a oltre 146 cooperative e, grazie alle linee di crediti agevolati di un
Tuttavia, come dimostrano le esperienze dei fondi mutualistici CoopFond, FondoSviluppo e GeneralFond gli strumenti per promuovere sviluppo locale attraverso la nascita di imprese cooperative sono innumerevoli e non si limitano alla sola banca cooperativa. Il direttore generale di CoopFond, Aldo Soldi, ha spiegato come il fondo che dirige “contribuisce alla cooperazione allo sviluppo anche finanziando le emergenze: nel 2010 ad Haiti siamo intervenuti subito con LegaCoop dopo il terremoto e abbiamo rafforzato l’esperienza di cooperative agricole raggiungendo, direttamente e indirettamente, oltre 80mila beneficiari”.
Le potenzialità sono enormi: secondo le stime della World Bank, le rimesse che ogni anno a livello globale arrivano nei paesi in via di sviluppo sommano più di 430 miliardi di dollari una cifra che supera di gran lunga gli investimenti diretti esteri dei governi nei paesi partner. Se questi fondi si riuscissero a trasformare in risparmi e quindi investimenti sui territori locali, l’effetto sarebbe dirompente e consentirebbe a ogni comunità di appropriarsi delle proprie risorse che troppo spesso purtroppo finiscono nelle mani di chi non ne vanta alcun il diritto.
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